La questione dei prigionieri e delle prigioniere politiche
è d'interesse internazionale.
Sia nelle prigioni della democratica Europa che nel Nord America,
nelle gabbie e nelle galere di ogni parte del mondo, nella Corea del
Sud così come Perù, in Turchia, così come in
Iran e nelle Filippine, ovunque un numero enorme di prigionieri
politici vive e lotta senza tregua.
In Germania coloro che hanno costruito la resistenza contro le
condizioni imposte da questo sistema, sono stati condannati
nell'ultimo trentennio a pene complessive per oltre mille anni di
carcere.
Ed alcuni di coloro che sostennero la lotta armata sono tuttora
incarcerati per un periodo indefinito.
Ovunque nel mondo vi siano persone che lottano per la liberazione, contro l'oppressione e contro lo sfruttamento, lì ci saranno anche prigionieri politici e prigioniere politiche. Ne consegue che la lotta per la liberazione dall'oppressione è anche lotta per la libertà e la vita dei prigionieri politici, lotta che viene condotta sia all'interno che all'esterno del carcere.
Le Nazioni Unite hanno decretato che il 10 dicembre è la
"Giornata dei diritti umani".
Non si possono neppure contare i compagni e le compagne che sono
stati arrestati a causa della loro lotta contro le condizioni
disumane di vita e per il diritto degli esseri umani a non morire di
fame, a lavorare, a vivere in case decenti, per il diritto
all'autodeterminazione sociale e culturale
La lotta mondiale per la giustizia sociale e per i diritti economici significa costruire la resistenza contro il sistema capitalistico basato sul profitto e la competizione.
Questa lotta non è esattamente la stessa in nessuna parte
del mondo.
A differenti condizioni corrispondono metodi, mezzi, strategie e
tattiche diverse.
La connessione sta nella prospettiva sociale: un mondo conforme ai
bisogni umani in contrasto ad un sistema capitalistico basato sullo
sfruttamento.
Anche i metodi ed i mezzi di repressione differiscono da luogo a luogo.
Sia che sia isolamento o campo di concentramento, sia che sia tortura psicologica o fisica, l'obiettivo è sempre lo stesso: distruggere ogni forma di resistenza con l'obiettivo di mantenere la supremazia sociale ed economica.
Sin dall'inizio del mercato globale, a partire dalla metà del secolo scorso, è sempre esistito il motto che la lotta anticapitalistica deve essere di respiro internazionale.
"Lavoratori di tutto il mondo unitevi" dissero Marx e
Engels.
Le condizioni sono cambiate incredibilmente durante gli ultimi 150
anni, ma la conclusione rivoluzionaria di Marx e di Engels di gettare
le basi per una connessione e per una solidarietà
internazionali è tutt'ora fondamentale.
La nostra e tutte le forme di lotta e di resistenza devono
raggiungere una portata internazionale, di conoscenza, discussione e
solidarietà.
Tuttavia centinaia di tentativi non necessariamente determinano un
inizio.
Al convegno contro il summit del G7 a Monaco nel 1992, s'incontrarono
rappresentanti dei movimenti di liberazione di vari Paesi. Tutti/e
riconobbero la necessità di organizzare un 'network' di
solidarietà per la difesa dei prigionieri e delle prigioniere
politiche e per la lotta per i diritti umani al di là delle
contraddizioni ideologiche e delle differenze sociali.
Da qui nacque l'idea di introdurre una giornata di lotta
internazionale per tutti i prigionieri politici e le prigioniere
politiche.
Nel 1996, in occasione dell'incontro intercontinentale dell'esercito zapatista di liberazione (EZLN) nella giungla messicana, di discusse di nuovo di questa iniziativa. Quest'anno, nel 1997, la giornata di mobilitazione internazionale è divenuta concreta.
Non è voluto mai essere un appello diplomatico di nessun
genere, né una nuova internazionale, né un amalgama di
basi ideologiche, ma piuttosto una giornata di lotta e di protesta
dal basso, una giornata d'informazione e di solidarietà per la
liberazione e per la vita delle prigioniere e dei prigionieri
politici.
Come data simbolica si scelse il 10 dicembre, "Giornata per i diritti
umani" delle Nazioni Unite.
E' una politica di guerra e di repressione dettata dalle strategie degli Stati contro coloro che offrono resistenza. I mezzi ed i metodi di questa politica trovano la loro espressione in carceri di massima sicurezza ed in tecniche speciali di polizia (esportazioni "made in Germany") in Spagna con i proiettili di gomma, nella tortura in Turchia o nella controrivoluzione preventiva negli USA.
La pace delle Nazioni Unite non è la pace dei popoli. La loro umanità è atterrata in Somalia, la loro democrazia ha garantito le atrocità in Ruanda, i loro diritti umani hanno permesso la Guerra del Golfo e che hanno coperto la guerra contro il Kurdistan.
I diritti umani non sono una merce astratta per nessun tipo
di business tra lo stato e l'individuo, non sono una polizza
assicurativa.
Sono un diritto collettivo per un'esistenza umana, per una
dignità sociale ed economica, per l'autodeterminazione sociale
e politica.
Il mercato del mondo capitalista conosce solo il diritto di depredare e fare razzia delle risorse naturali ed umane. I bilanci dell'economia capitalista non tengono conto dei valori umani e sociali.
Il potere degli oppressi e quindi della resistenza
militante ad armata lotta contro le forze distruttive del
mercato.
Noi rispettiamo il lavoro delle organizzazioni borghesi dei diritti
umani come Amnesty International, ma bisogna anche sottolineare come
non si possano fare distinguo tra sostegno e solidarietà: non
possiamo portare avanti una resistenza militante ed armata attraverso
un'opposizione non violenta.
Di conseguenza per noi il 10 dicembre non è una giornata di
differenziazioni o di appelli agli Stati.
La nostra solidarietà e per tutti i prigionieri politici e
per tutte le prigioniere politiche e per tutti i compagni e le
compagne che lottano per una giustizia sociale e per una
dignità umana all'interno delle carceri.
La loro vita deve essere difesa, i loro diritti e la loro
libertà hanno bisogno della nostra solidarietà e della
nostra lotta.
In vari Paesi le organizzazioni e i movimento rivoluzionari hanno
giornate di solidarietà nazionale. Spesso queste
giornate si riferiscono o ad azioni di resistenza o ad atti di
repressione compiuti dallo Stato.
In Germania due anni fa si reintrodusse il 18 marzo come giornata di
mobilitazione contro la repressione dello Stato.
Libertad! diede inizio a questa giornata d'azione ed alla sua
preparazione tale da assicurare una continuità di
partecipazione.
Per noi il 10 dicembre è una giornata di solidarietà ed
azioni comuni con organizzazioni e movimenti mondiali, una giornata
per la liberazione di tutti i prigionieri politici e di tutte le
prigioniere politiche di tutto il mondo.
Ma il 10 dicembre sarà anche necessariamente un giorno in
cui si deve smascherare l'ipocrisia a cui è legata la
questione dei diritti umani.
Non lasceremo questa giornata alle istituzioni facendo propria la
difesa del diritto di vivere, per gli esseri umani, in condizioni
adeguate.
In molti paesi la difesa della vita dei prigionieri e prigioniere
politiche e la loro liberazione è di centrale importanza per
l'emancipazione dei movimenti e per la lotta rivoluzionaria.
Nella vecchia Germania si è sviluppata per anni una lotta
contro la tortura dell'isolamento e per il raggruppamento dei
prigionieri e prigioniere politiche. Attualmente non sono molti i
compagni e le compagne che erano organizzati nella RAF che sono
ancora in carcere.
Ma dopo 20 anni di isolamento la loro liberazione è più
urgente che mai.
Nuovi "networks" internazionali di solidarietà si stanno
occupando della questione dei "desaparecidos" e di chi viene
ammazzato con esecuzioni sommarie nelle guerre sporche. In questo
modo le masse si uniscono ergendosi a difesa dei prigionieri contro
la tortura e la privazione di ogni diritto.
Le campagne internazionali contro la pena di morte - come nel caso di
Mumia Abu Jamal - costruiscono forti legami di solidarietà.
E' il momento di costruire un inizio! Esprimiamo la nostra solidarietà con tutti i compagni e le campagne incarcerate il 10 dicembre!
Scendiamo in piazza!
Creiamo noi stessi un network di solidarietà!
Facciamo diventare il 10 dicembre la Giornata di lotta per la liberazione dei prigionieri e delle prigioniere politiche.
Non ci può essere lotta per un mondo più giusto senza la lotta per la liberazione dei prigionieri e delle prigioniere politiche.
Nel 1977 sta per realizzarsi per la prima volta la Giornata
Internazionale per la liberazione dei prigionieri e delle prigioniere
politiche nel mondo.
E' il momento di organizzare e dare un seguito a svariate azioni di
solidarietà il 10 dicembre.
Iniziativa LIBERTAD!