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APPELLO DEL "COMITATO PER LA FINE DELLA DETENZIONE AMMINISTRATIVA"


Il 1 settembre ha segnato il 5° anniversario dell'arresto di Ahmed Qatamesh, attualmente il prigioniero da più tempo in detenzione amministrativa. Dopo aver subito l'arresto, l'interrogatorio, la tortura, ordini di rilascio, nuove accuse, Ahmed si trova di fronte alla prospettiva che il prossimo mese gli sia rinnovato per la decima volta l'ordine di arresto amministrativo.

La detenzione amministrativa, nel caso di israele, significa l'arresto e la detenzione dei palestinesi senza prove o processo, attraverso procedure amministrative anziché giudiziarie. Gli ordini di detenzione amministrativa sono emessi dai militari, possono durare fino a 6 mesi, e sono rinnovabili per un numero illimitato di volte. Anche se è possibile ricorrere alla corte d'appello israeliana, i prigionieri, lo scorso anno, hanno boicottato gli appelli, visto che le accuse che costituiscono la base per la detenzione sono segrete, e non sono messe a disposizione nemmeno degli avvocati difensori.

Dopo che Ahmed Qatamesh è stato arrestato dall'esercito israeliano nella sua casa di Ramallah, è stato sottoposto ad una gran varietà di metodi di tortura fisici e psicologici, durante un interrogatorio durissimo che è andato avanti per 120 giorni, e che gli ha causato temporanee perdite di coscienza dovute agli strangolamenti, cecità temporanea e problemi respiratori permanenti. Nonostante il lungo e durissimo interrogatorio, alla fine le uniche accuse avanzate risultarono essere il possesso di una carta d'identità falsa, di alcuni documenti del F.P.L.P (Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) e il fatto che aveva rifiutato di farsi prendere le impronte digitali.

Il 13 dicembre del 92 il giudice Isaac Stern stabilì che Ahmed Qatamesh dovesse essere liberato su cauzione e messo agli arresti domiciliari. I militari annullarono l'ordine di rilascio appellandosi alla corte suprema nel gennaio 93. Nei 10 mesi che seguirono i militari tentarono ripetutamente di ritardare le procedure giudiziarie, e di costringere Ahmed Qatamesh a confessare; fu spostato da un carcere all'altro per impedirgli di presentarsi quando erano previste le sue udienze alla corte d'appello. Le sue udienze furono ripetutamente ritardate dall'accusa che portava avanti nuove richieste e cambiava i capi di imputazione.

Nonostante tutti questi tentativi di accusare Ahmed di qualche crimine, un giudice della corte d'appello emise un ordine di scarcerazione, e un altro ordine di rilascio fu emesso da un giudice militare il 14 ottobre 93. Visto che procura militare non si appellò contro questi ordini di scarcerazione nelle 36 ore previste dalla legge, la moglie di Ahmed, Suha Barghouti, e la madre, andarono a prenderlo per portarlo a casa. Appena arrivarono furono informate che era appena stato emesso un altro ordine di detenzione amministrativa di 6 mesi. Da allora gli ordini sono stati rinnovati senza che i militari tentassero nemmeno più di presentare delle prove contro Ahmed, dichiarando che gli elementi incriminanti si trovano tutti nel fascicolo segreto del prigioniero, che né Qatamesh, né il suo avvocato, Tea Tsemel, possono vedere.

23 settembre 1997

Comitato per la fine della detenzione amministrativa (Palestina)

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