Senza Censura: work in progress


DIRITTI INUMANI

Mumia Abu Jamal


La legge, nella sua maestosa uguaglianza, proibisce a ricchi e poveri di dormire sotto i ponti, mendicare nelle strade o rubare il pane.

(Anatole France; 1844-1924)

Se i mass media nazionali sono una guida, allora il nuovo Congo è l'ultimo aggressore nel campo di quelli che vengono definiti "diritti umani". Il concetto di diritti umani è stato formalizzato nel 1948, quando le Nazioni Unite stesero la Dichiarazione dei Diritti Umani, fra i quali c'erano il diritto alla vita, alla libertà, alla religione, l'uguaglianza di fronte alla legge, eccetera. Tutti quei diritti sono rintracciabili, in parte, anche nella Costituzione degli Stati Uniti (1787) e nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino dell'Assemblea Nazionale Francese (1789).

Più recentemente gli stati che fanno parte dell'ONU hanno firmato una serie di trattati per il rispetto dei diritti umani, come la Convenzione sui Diritti Politici e Civili (ratificata dagli USA nel 1992) e la Convenzione Internazionale per l'Eliminazione delle Discriminazioni Razziali (ratificata dagli USA nel 1994).

Si dovrebbe dedurre da queste nobili ed elevate dichiarazioni che i "diritti umani" rientrano nelle preoccupazioni dell'Occidente e che essi vengano protetti da tali documenti.

Ma guardiamo alla storia.

Fra gli articoli dalla Dichiarazione francese c'erano: "Gli uomini sono nati liberi ed uguali e continueranno ad esserlo" (1° Art.) e il diritto "naturale" alla "libertà" e la "resistenza all'oppressione". Meno di 15 anni dopo che quegli articoli venenro scritti, quasi 30.000 soldati francesi si trovavano sul suolo di Haiti dove combattevano non per la "libertà", ma per la schiavitù e per l'imperialismo napoleonico. Il cognato di Napoleone, generale LeClerc, dopo aver perso più di 20.000 dei suoi 28.000 uomini scrisse all'imperatore: "Questo è quel che penso di questo paese. Dobbiamo distruggere tutti i neri che vivono sulle colline, uomini e donne, risparmiando solo i bambini di età inferiore a dodici anni, distruggere la metà di quelli che vivono in pianura e non lasciare un solo uomo di colore che abbia mai indossato un'uniforme. Senza questo la colonia non avrà mai pace. (16 Sett., 1802)

Il terrorismo colonialista francese e la tortura in Algeria sono stati magistralmente narrati da Frantz Fanon nel libro "I dannati della terra": in quel paese il colonialismo francese ha oppresso la nazione araba per oltre 60 anni. Anche il Vietnam ha subito per un secolo il dominio coloniale francese.

Per quasi 200 anni dopo la redazione del Bill of Rights, gli USA hanno tenuto gli afroamericani in condizioni di schiavitù ed apartheid.

Per quel che riguarda il Congo (ex-Zaire), ecco la sua storia e il cosiddetto controllo "umano" sotto il dominio francese, belga o americano. La conquista da parte del re del Belgio Leopoldo del "libero stato del Congo" non venne certo fatta per motivi umanitari, ma per profitti di natura imperialista, come evidenziano queste parole pronunciate da un missionario: "La gomma di questo distretto è costata centinaia di vite umane". Della brutale violenza scatenata sugli abitanti del Congo uno studioso ha scritto: "Di otto villaggi con una popolazione di oltre 3.000 persone, sono rimasti solo in 10". Alla popolazione nativa venivano tagliate le mani, se non erano abbastanza veloci nel fornire agli Europei risorse rubate e ricchezza.

Cinquanta anni di rapina coloniale vennero seguiti da circa 40 di rapina neocoloniale, effettuata dietro la maschera di Mobutu, che serviva interessi stranieri. Quando il Congo raggiunse l'indipendenza, in tutto il paese (1960) c'erano soltanto tre laureati: tre su 10 milioni di abitanti! Che fine avevano fatto le dichiarazioni internazionali sui diritti umani? Gli USA hanno impiegato circa trenta anni per ratificare i due trattati già citati e tuttora la "Commissione Internazionale dei Giuristi" sostiene che questo paese non ha rispettato lo spirito di quei trattati: "Gli obblighi internazionali assunti dagli USA con la ratificazione della Convenzione Internazionale sui Diritti Politici e Civili (ICCPR) e la Convenzione Internazionale per l'Eliminazione delle Discriminazioni Razziali (ICERD) restano sostanzialmente non assolti" (Relazione della Commissione Internazionale dei Giuristi, giugno 1996).

Un diritto sulla carta non è un diritto nella realtà

I discorsi sui diritti umani rimangono delle chiacchiere

8 dicembre 1997

Mumia Abu-Jamal

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