Proc. P. n.
Ud. del 23.05.1996
A CARICO DI ANDREOTTI GIULIO
Prima parte | Seconda parte |
PRESIDENTE:
Allora, Pubblico Ministero, con chi cominciamo?
P.M.:
Col Dottor Domenico Farinacci.
PRESIDENTE:
Allora il Dottore Farinacci. Di qua, venga prima qua, Dottore. Legga qua.
FORMULA DI GIURAMENTO
PRESIDENTE:
Lei consente ad essere ripreso, oppure no?
FARINACCI D.:
No.
PRESIDENTE:
Si accomodi. Allora, dia le generalità, Dottor Farinacci.
FARINACCI D.:
Farinacci Domenico, Nato a Vasco il 17 giugno 1965, Commissario della Polizia di Stato in servizio alla DIA di Palermo.
PRESIDENTE:
Il Pubblico Ministero può procedere all'esame.
P.M.:
All'udienza del 19 gennaio del 1996, Tommaso Buscetta ha dichiarato di essersi incontrato nel 1980 all'Hotel Flora con l'Onorevole Lima e che all'incontro fu presente anche uno dei cugini Salvo. In questo contesto, ha riferito che Nino Salvo si trovava a Roma perchè doveva essere sentito da un Giudice. Ecco, in relazione a questa affermazione di Buscetta, è stata delegata questa indagine: accertare, punto 10, se nel periodo dell'incontro all'Hotel Flora a Roma i Salvo avevano pendente una controversia a Roma. Che cosa è risultato dall'indagine?
FARINACCI D.:
Allora, noi abbiamo esperito delle ricerche e abbiamo rinvenuto ...
PRESIDENTE:
Vuole ... chiede di essere autorizzato?
FARINACCI D.:
Sì, chiedo di essere autorizzato.
PRESIDENTE:
Allora il Presidente autorizza il teste a consultare atti a sua firma.
FARINACCI D.:
Sì. Abbiamo effettuato delle ricerche e abbiamo rinvenuto un verbale di interrogatorio reso da Antonino Salvo ...
PRESIDENTE:
Più forte, Dottore.
FARINACCI D.:
Sì, allora abbiamo effettuato delle ricerche e abbiamo rinvenuto un verbale di interrogatorio reso da Antonino Salvo innanzi i Giudici Falcone e Borsellino, nonchè innanzi al P.M. Dottor Ayala in data 17.11.1984.
PRESIDENTE:
A Roma?
FARINACCI D.:
No, credo qui a Palermo. Questo verbale di interrogatorio è poi confluito negli atti del Maxi Processo e nel corpo del verbale è lo stesso Antonino Salvo che dichiara che nel 1980 alloggiò in un albergo di via Veneto e che si era recato a Roma innanzi a un Giudice di Roma in relazione al fallimento dei Caltagirone, probabilmente un Giudice della sezione fallimentare. Quindi è lo stesso nino Salvo che ... Noi abbiamo riscontrato che effettivamente Salvo Antonino è soggiornato a Roma presso il Grand'Hotel Excelsior sito in via Veneto dal 23 gennaio al 24 gennaio 1980, poi dal 31 gennaio al 1° febbraio del 1980, dal 5 giugno al 6 giugno del 1980, dal 3 novembre al 6 novembre 1980, dal 2 dicembre al 4 dicembre 1980. Abbiamo esperito ricerche per cercare di reperire il testo del verbale, o comunque di vedere per quale motivo Antonino Salvo era stato chiamato a Roma; però le ricerche che abbiamo effettuato presso la sezione fallimentare non ci hanno permesso di rinvenire altro. D'altro canto Antonino Salvo dice:-"Credo della sezione fallimentare", e quindi non è stato possibile. Non avendo il numero di procedimento penale, non è stato possibile reperire l'atto, però abbiamo questa dichiarazione.
P.M.:
Passiamo a un altro punto. Il punto n. 36, sempre all'udienza del 9 gennaio 1996, Tommaso Buscetta ha riferito che a Rio de Janeiro del 1982, Gaetano Badalamenti gli raccontò che nel 1979 lui, Gaetano Badalamenti, Filippo Rimi e uno dei Salvo, si erano recati a Roma nello studio dell'Onorevole Giulio Andreotti per ringraziarlo del suo interessamento per un processo che riguardava il Rimi e che aveva per oggetto l'omicidio di tale Lupo Reale. Ecco, in relazione a questa affermazione di Buscetta, è stato chiesto di ricostruire l'iter processuale a carico di Rimi Filippo conclusosi nella fase di merito con la condanna all'ergastolo, di accertare lo status di detenzione, di libertà, di latitanza del Rimi durante lo svolgimento dello stesso processo. Quale è stato l'esito delle indagini?
FARINACCI D.:
Allora, Rimi Vincenzo e Rimi Filippo furono condannati all'ergastolo per l'omicidio di Giangreco Giovanni, verificatosi nel 1960 a Villabate e per l'omicidio di Lupo Reale Salvatore verificatosi a Palermo nel 1962. Furono condannati all'ergastolo in primo grado dalla Corte di Assise di Perugia, in data ...
DIFESA:
Senta, mi scusi, questo accertamento, per quanto risulta alla difesa, non è stato effettuato dal Dottore Farinacci, ma dal Dottore Minghella, e la nota quindi è a firma del Dottore Minghella. Atteso che il 499 consente soltanto la consultazione di atti a sua firma, su questo accertamento non dovrebbe consultare atti.
P.M.:
Presidente, è un'attività ... Presidente, noi riteniamo che questa norma valga per le attività di indagine compiute dall'Ufficiale di Polizia Giudiziaria. Se si tratta di una ricerca documentale, nel caso di specie di ricerca di sentenze e di esame di queste sentenze, rientra nell'attività ...
PRESIDENTE:
Comunque, le sentenze noi le abbiamo.
P.M.:
Sì, ma la ricostruzione dell'iter di queste sentenze in relazione allo stato di detenzione, rientra in un'attività di ricerca di archivio. Il Dottore Farinacci, tra l'altro, è diciamo il Dirigente del Pool di investigatori che ha fatto insieme queste indagini. Non vi è stata in realtà una ripartizione di competenze, per cui ciascuno ha fatto un pezzo di indagine. E' stato ... è stato un pool che ha socializzato tutte le conoscenze investigative acquisite, con continua osmosi.
PRESIDENTE:
Senta, Dottore Farinacci, questa nota che lei sta leggendo è a sua firma?
FARINACCI D.:
No, questa è una nota a firma del Maresciallo Minghella. Peraltro la redazione di queste note è avvenuta sotto il mio coordinamento, sotto le mie direttive.
PRESIDENTE:
Allora, se è sotto il suo coordinamento!
FARINACCI D.:
Sotto le mie indicazioni. Quindi ...
PRESIDENTE:
Allora è consentito.
FARINACCI D.:
Ecco, dicevo quindi che sono stati condannati in primo grado all'ergastolo in data 16 febbraio del 1968 dalla Corte di Assise di Perugia. Si tratta della Corte di Assise di Perugia perchè precedentemente la Suprema Corte di Cassazione, in accoglimento della richiesta della Procura Generale di Palermo, ordinò la remissione di tale procedimento alla Corte di Assise di Perugia per legittima suspicione. Successivamente, questa condanna all'ergastolo in primo grado fu confermata dalla Corte di Assise di Appello di Perugia in data 18 marzo 1969. Fu presentato ricorso in Cassazione e in data 4 dicembre 1971 la Corte di cassazione emise la sentenza n. 2607 con la quale annullava la sentenza della Corte di Assise di Appello di Perugia per difetto di motivazione, rinviando il giudizio alla Corte di Assise di Appello di Roma, per un nuovo esame. In data 13 febbraio 1979, la Corte di Assise di Appello di Roma assolveva Rimi Filippo dalle imputazioni di omicidio aggravato nei confronti di Giangreco Lupo e Lupo Leale Salvatore per insufficienza di prove. In relazione ai tempi di detenzione di Rimi Filippo, abbiamo ... siamo riusciti, sulla scorta di quello che c'è stato comunicato dal Ministero di Grazia e Giustizia, sulla scorta di quello che c'è stato comunicato dalle Case Circondariali di Termini Imerese e di Palermo, e sulla scorta di quello che abbiamo reperito nei nostri archivi, è emerso che sostanzialmente Rimi Filippo è stato detenuto dal 3 febbraio 1964 al 3 agosto 1973 senza soluzione di continuità. Nel corso di questa detenzione, ha sostanzialmente ... è stato ristretto presso le case circondariali di Palermo, Catanzaro, Perugia, di nuovo catanzaro, Perugia, Noto, Ragusa, Messina, Porto Azzurro, Lamezia Terme, di nuovo Porto Azzurro, Palermo, Porto Azzurro, Trapani, Palermo, Porto Azzurro, Palermo. Poi viene di nuovo arrestato nel 1985, viene ... 27.10.1985 è recluso presso la casa circondariale di Modena. Viene quindi scarcerato nell'86, viene di nuovo arrestato nel maggio del 1992, scarcerato nel settembre del 1993, di nuovo arrestato nell'ottobre ...
PRESIDENTE:
Dica le date complete.
FARINACCI D.:
Sì. Allora ...
PRESIDENTE:
Cominci dal primo.
FARINACCI D.:
Allora, la prima, la detenzione fino al 1973 ... allora il 27.10.1985 è arrestato e recluso presso la casa circondariale di Modena. Il 24.10.1986 scarcerato. 4 maggio 1992 di nuovo arrestato, 4.9.1993 scarcerato; 4.10.1993 arrestato di nuovo, il 26.11.1993 viene trasferito a Trani poi il 10 gennaio 1994 trasferito presso la casa circondariale di Termini Imerese, il 2 gennaio nuovamente a Trani, sempre del 1994, 22 gennaio 1994, e attualmente è ristretto presso la casa circondariale di Termini Imerese. Questo per quel che riguarda i periodi di detenzione del Rimi Filippo.
PRESIDENTE:
Prego, Pubblico Ministero, ha concluso.
P.M.:
Allora, andiamo al punto n. 76. Sempre in quell'udienza più volte menzionata del 9 gennaio del 1996, Buscetta ha riferito che nel periodo in cui egli fu detenuto nel carcere Ucciardone a Palermo, aveva frequenti colloqui con l'otorino laringoiatra Francesco Barbaccia, che prestava servizio al carcere dell'Ucciardone, e proprio da questa fonte egli apprese nel corso di vari colloqui che i nuovi sponsor politici della carriera di lima erano diventati i cugini Salvo. Ecco, in relazione a questa affermazione di Buscetta, abbiamo delegato questo punto di riscontro. Accertare l'eventuale incarico del Barbaccia quale otorino laringoiatra presso il carcere di Palermo, con l'indicazione del giorno della settimana in cui sottoponeva a visita i detenuti nel periodo 1972-1980, che è il periodo di detenzione del Buscetta; nonché in caso positivo le modalità attraverso le quali il Barbaccia abbia acquisito l'incarico e l'abbia continuato a mantenere; infine i nominativi degli altri specialisti esterni che oggi operano all'Ucciardone, redigendo apposita scheda individuale sugli stessi. Quale è stato l'sito delle indagini?
FARINACCI D.:
Allora, noi abbiamo inoltrato una richiesta alla casa circondariale di Palermo per sapere appunto se il Dottor Barbaccia Francesco avesse prestato servizio in qualità di ... avesse prestato la sua attività professionale presso la casa circondariale. C'è stato risposto che il Dottor Barbaccia Francesco ha svolto l'attività di specialista esterno in qualità di otorino laringoiatra presso il carcere dell'Ucciardone dal primo ottobre 1964 al 13 aprile 1993. In sostanza il Dottor Barbaccia ... 13 aprile 1993, data in cui il Dottor Barbaccia Francesco è stato .... periodo in cui Barbaccia Francesco è stato arrestato in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare per associazione mafiosa ... Lui è stato peraltro condannato in primo grado per questo. Specialista esterno significa che il Dottor Barbaccia Francesco non era un medico che svolgeva sistematicamente e a tempo indeterminato l'attività di medico presso il carcere Ucciardone, ma veniva chiamato a prestare la propria attività professionale una volta alla settimana e doveva quindi effettuare le visite specialistiche richieste dal medico del carcere che segnalava le varie esigenze. Lui quindi si recava settimanalmente e provvedeva appunto a svolgere queste visite richieste dal medico del carcere.
PRESIDENTE:
Il giorno della settimana lo sa?
FARINACCI D.:
Sì, praticamente abbiamo inoltrato la richiesta al carcere anche per avere questo tipo di indicazione. E c'è stato detto, con una nota del 1993, c'è stato detto che queste visite avvenivano il sabato, ogni sabato. E' stato anche precisato che avveniva di sabato a meno che Salvo urgenze e salvo che il sabato, quella determinata settimana fosse una giornata festiva. In questo caso la visita avveniva in un altro giorno. Tuttavia, poichè la nota è del 22.11.1993 e il carcere ci comunica che questa ricostruzione è stata fatta sulla base della memoria degli operatori, io ho preso contatti con il Direttore del carcere del 1993, il Dottor Dessì per avere una interpretazione autentica su che cosa si intenda per memoria degli operatori. Mi è stato detto che sostanzialmente è stato fatto un sondaggio, cioè non essendo conservati gli atti dei documenti che permettano di individuare con certezza il giorno in cui venivano effettuate queste visite, è stato fatto un sondaggio tra il personale più anziano, e che comunque la memoria del personale non va oltre i dieci anni. Vale a dire arriviamo al 1983. Il Dottore Dessì ha detto .... e quindi questo tipo di risposta, questo tipo di accertamento è riferibile appunto a questo periodo, dall'83 al '93. Per il periodo anteriore non abbiamo una documentazione scritta che ci indichi con precisione quale è il giorno in cui avviene, nè tanto meno la memoria degli operatori, per quello che mi è stato riferito dal Dottor Dessì, è riferibile ad un arco di tempo anteriore al 1983.
P.M.:
Sempre a proposito del Barbaccia, il Buscetta ha riferito che la carriera politica del Barbaccia è stata costruita con l'appoggio di "Cosa Nostra" e a esemplificazione della rilevanza di questo appoggio, ha detto che il Barbaccia per esempio non aveva mai fatto un comizio pubblico, non aveva mai parlato in pubblico. Allora, in relazione a questa affermazione, abbiamo chiesto di accertare, punto 81, se il Barbaccia ebbe mai in occasioni di elezioni di qualsiasi tipo, a fare comizi pubblici o manifestazioni in luoghi aperti al pubblico. Quale è stato p'esito delle indagini?
FARINACCI D.:
Allora, noi abbiamo in primo luogo esperito delle ricerche presso gli archivi delle forze di polizia, Questura e Arma dei carabinieri, al fine di verificare se siano rimasti agli atti delle relazioni di servizio in ordine a quei servizi di ordine pubblico che normalmente vengono svolti in occasione di comizi elettorali, e quindi verificare se sia rimasta appunto traccia di un comizio, di un intervento pubblico. E non abbiamo trovato nulla in tal senso. Abbiamo poi effettuato delle ricerche anche per le prescritte autorizzazioni, per le riunioni in luogo pubblico, e anche in questo caso non è emersa nessuna richiesta relativa a comizi o riunioni in pubblico presiedute dal Dottor Barbaccia.
PRESIDENTE:
Senta, nei periodi in considerazioni? Quale era il periodo?
FARINACCI D.:
Noi abbiamo fatto ... la ricerca l'abbiamo estesa a tutto il periodo, cioè dagli anni '60 in poi abbiamo fatto questo tipo di ricerca.
PRESIDENTE:
Ma le elezioni, Pubblico Ministero, io non lo ricordo, quale era la elezione riferita? '58?
FARINACCI D.:
Quindi ...
PRESIDENTE:
Quindi avete fatto le ricerche fin dalla data ...
FARINACCI D.:
Sì, dal '60 in poi. Sostanzialmente i fascicoli sono anche ordinati nominativamente. Quindi andando a vedere il fascicolo di Barbaccia Francesco, se c'era una autorizzazione, ci sarebbe stato un richiamo anche per atti precedenti. Quindi comunque l'arco di tempo è sufficientemente ampio. Quindi, sia per relazioni di servizio relative ai servizi che vengono svolti, sia autorizzazioni, non abbiamo trovato traccia. Abbiamo altresì trovato una informativa dell'Arma dei carabinieri di Godrano, datata 13 febbraio 1975 n. 60/61B. In questa informativa, che riporta ... ha ad oggetto delle indagini di P.G. attinenti ad associazioni per delinquere, viene tratteggiata la figura del padre del Dottor Barbicaie, il quale viene indicato come elemento pericoloso di spiccata personalità mafiosa ...
PRESIDENTE:
Come si chiama?
FARINACCI D.:
Si chaima Barbaccia Giuseppe di Josafath, classe 1879. Viene quindi indicato come elemento pericoloso di spiccata personalità mafiosa, incriminato più volte per reati di omicidio, rapina ed associazione per delinquere, assolto più volte per insufficienza di prove. Viene sostanzialmente affermato che il Barbaccia lanciò nella vita politica il figlio il quale non fece mai nessun comizio. Viene proprio segnalato nella nota dei carabinieri. Lo faceva letteralmente ... lo faceva eleggere Deputato al Parlamento senza che l'Onorevole Barbaccia Francesco avesse mai tenuto un comizio.
PRESIDENTE:
Quindi, la nota è del?
FARINACCI D.:
E' del 13 febbraio del 1975.
PRESIDENTE:
Va bene, prego. P.M.:
Sì. Allora Buscetta ha parlato anche di un altro uomo politico, il Senatore Cerami Giuseppe, che aveva svolto la professione di Avvocato e che a suo dire era figlio legittimo di un agente del Corpo di Custodia come personaggio vicino a "Cosa Nostra". Su questo personaggio è stato chiesto di accertare, punto 70 e punto 86, il periodo delle cariche pubbliche ricoperte da Cerami Giuseppe, nonchè se lo stesso abbia mai svolto l'attività di Avvocato, se il padre di Cerami Giuseppe abbia fatto parte del Corpo degli agenti di custodia.
FARINACCI D.:Allora, per quanto concerne il periodo e le cariche pubbliche ricoperte da Cerami Giuseppe, nonchè se lui abbia svolto l'attività di Avvocato, il Cerami Giuseppe innanzitutto si identifica compiutamente in Cerami Giuseppe fu Sebastiano fu Leotta Angela, nato a Palermo il 26.10.1924, già ivi residente in via Roma n. 59/A coniugato, deceduto in Roma il 23 febbraio 1989. Lui Cerami Giuseppe ha ricoperto le seguenti cariche pubbliche: nel 1952 è stato eletto Consigliere Comunale di Palermo nelle liste del Partito Nazionale Monarchico. Nel 19 ... per il periodo 1952-1956, è stato nominato Vice-Presidente dell'Ente Comunale di Assistenza. Viene rieletto Consigliere comunale nel 1956 e nominato ...
PRESIDENTE:
Pubblico Ministero, su Cerami ieri c'è stato un teste che già ha riferito questo.
P.M.:
Sì. Potremmo andare per sintesi su questo.
PRESIDENTE:
Quindi ...
FARINACCI D.:
Comunque è stato Procuratore Legale, patrocinatore in Cassazione dal 1964. Per quanto concerne invece la ... l'altro punto, chiedo scusa, era il ...
PRESIDENTE:
Il padre se faceva parte ...
P.M.:
Era il punto 86.
FARINACCI D.:
Sì, abbiamo inoltrato una richiesta al Ministero di Grazia e Giustizia che ci ha comunicato che il padre di Cerami Giuseppe, che si identifica compiutamente in Cerami Sebastiano, fu Giuseppe e fu Barbitta Carmela Vincenza, nato a Mistretta il 25.10.1890, deceduto a Palermo il 27.7.1969, questi ha prestato servizio nel Corpo degli agenti di custodia dal primo agosto 1925 al 24 ottobre 1940.
PRESIDENTE:
Prego.
P.M.:
Passiamo a un altro argomento. Per quanto riguarda le elezioni del barbaccia, abbiamo rivisto il verbale, si riferiva al 1963.
PRESIDENTE:
Le elezioni?
P.M.:
Sì. Altro punto, il punto n. ... PRESIDENTE: La prima è del 1963?
P.M.:
Sì, candidato nelle consultazioni elettorali del 1963, fu il primo dei non eletti e credo che poi subentrato in quanto eletto ad Aldisio. Questo è il dato che risulta dai nostri atti.
PRESIDENTE:
A noi risultava che pure nel 1958 era stato eletto, no? Non è corretto questo?
P.M.:
No, dovrebbe essere corretto esattamente come dice il Tribunale.
PRESIDENTE:
Va bene, lo verificheremo.
P.M.:
Il dato significativo dal punto di vista anche degli ulteriori riscontri e delle connessioni con altre componenti della Democrazia Cristiana, e quindi il dato su cui si era appuntata la nostra attenzione era quello delle elezioni del 1963. Ma è corretto esattamente quello che diceva il Tribunale in proposito.
PRESIDENTE:
Prego.
P.M.:
Passiamo al punto n. 45. Punto n. 45 fa riferimento particolare all'interrogatorio che è stato reso il 6 aprile del 1993 in sede di rogatoria internazionale a New York, che quindi è acquisito al fascicolo del dibattimento dal Buscetta. Nel corso di questo interrogatorio, parlando dell'omicidio Mattarella, il Buscetta riferiva che Piersanti Mattarella era stato ucciso per la sua nuova linea di rigore e di moralizzazione della vita pubblica e riferiva anche che questa particolare avversione di "Cosa Nostra", dei capi di "Cosa Nostra" nei confronti di Piersanti Mattarella derivava dal fatto che in passato il padre nel trapanese era stato vicino a "Cosa Nostra". In relazione a questa affermazione, abbiamo chiesto di acquisire tutti i dati informativi concernenti eventuali rapporti tra esponenti di "Cosa Nostra" e Mattarella Bernardo.
FARINACCI D.:
Sì, in merito a questi rapporti, abbiamo rinvenuto un atto dei carabinieri di Corleone a firma del Vice-Brigadiere Comandante della Squadra di P.G. Bignali Agostino. In questo atto, che ... la data la traiamo ... si tratta di un atto che è redatto dai carabinieri di Corleone, fu poi trasmesso dal Giudice Terranova in data 6 aprile 1976 alla Commissione Parlamentare antimafia. La data non riusciamo a rilevarla perchè probabilmente c'è la fotocopia che è un po' sbiadita. Però abbiamo la data della trasmissione, cioè del giorno in cui fu trasmessa alla Commissione Parlamentare antimafia, Dottor Terranova. Noi agli atti della Commissione abbiamo trovato la fotocopia dell'originale di questo atto che non siamo riusciti a trovare in copia originale. Sostanzialmente, in questo atto si fa una descrizione della situazione della mafia nel corleonese, e in particolare viene focalizzata la figura del Dottor Michele Navarra. Si fa particolare riferimento alle amicizie politiche che poteva vantare il Navarra, e tra gli amici in tal senso del Michele Navarra vengono indicati una serie di uomini politici e tra questi il Mattarella.
PRESIDENTE:
Senta, dovrebbe dire qualcosa su Michele Navarra.
FARINACCI D.:
Sì. Michele Navarra ...
P.M.:
Ci vuole precisare quale Mattarella intanto?
FARINACCI D.:
Non è precisato nella nota. Però atteso che si tratta di un atto che è trasmesso nel 1976, che ripercorre la mafia del corleonese avendo ad oggetto la figura di Michele Navarra, dovrebbe riferirsi inevitabilmente al Bernardo.
PRESIDENTE:
Quindi Navarra Michele chi era?
FARINACCI D.:
Navarra Michele è il noto capomafia della zona del corleonese, ucciso su disposizione di Luciano Liggio, ha subito numerosi procedimenti penali, tutta una serie di provvedimenti di sorveglianza speciale, e proprio in questa circostanza si fa riferimento, come grazie alle sue amicizie politiche, tra le quali appunto viene inserito il Mattarella, viene indicato come amico di Mario Scelba al punto che nel 1951, in una operazione di polizia, nel corso della quale lui era stato proposto a soggiorno obbligato, mentre alcuni dei suo gregari venivano condotti al luogo del confino, egli a 24 ore di distanza, rientrava in Corleone con l'aria del trionfatore con grande soddisfazione di chi stava al suo seguito. Oltre questa circostanza, sul conto dei rapporti tra Bernardo Mattarella ed elementi e persone di "Cosa Nostra", è emerso che nell'ambito delle indagini condotte nei confronti di Ciancimino Vito, il Ciancimino Vito agli esordi della sua carriera imprenditoriale, ebbe sostanzialmente l'appoggio dell'allora Ministro dei Trasporti Bernardo Mattarella. Queste circostanze sono contenute nel rapporto di polizia giudiziaria poi confluito negli atti del procedimento penale che portò alla condanna, poi passata in giudicato, di Ciancimino Vito per 416 bis. E si appunto rappresentava in questo rapporto che Ciancimino Vito, pur non avendo tutti i requisiti richiesti per ottenere la concessione in appalto di servizi da svolgere per conto dell'Ente delle Ferrovie dello Stato, mercè i suoi ... la sua vicinanza a Bernardo Mattarella, presso il quale lui probabilmente aveva passato proprio un periodo della sua vita, gli inizi della sua carriera, mercè di questa vicinanza, riuscì a superare tutta una serie di ostacoli e ad aggiudicarsi l'appalto. Altro elemento lo traiamo da un frammento di vewrbale di interrogatorio reso da Frank Coppola in data 6 agosto 1965 innanzi a un Giudice Istruttore. In questo verbale, sostanzialmente Frank Coppola dice di aver sostenuto la candidatura di Bernardo Mattarella per sentimenti di devozione persionale.
P.M.:
Frank Coppola vuole fare un accenno a chi era?
FARINACCI D.:
Sì, Frank Coppola era anche lui noto mafioso, iniziò la sua carriera in Sicilia in Partinico, sono ancora più noti i suoi nipoti, Domenico Coppola e Agostino Coppol,a padre Agostino Coppol,a si trasferì e continuò la sua carriera criominale negli Stati Uniti da dove venne espulso, rientrato in Italia si tgrasferì in Roma dove acquistò nella zona di Pomezia una grossa tenuta più volte inidagato per tutta una serie di processi, sottoposto alla sorveglianza speciale con numerosi precedenti.
P.M.:
Passiamo a un altro punto, il punto n. 79. Buscetta ha parlato dell'Onorevole Attilio Ruffino come persona che lui ebbe modo di frequentare negli anni giovanili e come persona vicina ai Salvo.
PRESIDENTE:
Pubblico Ministero, un po' più forte.
P.M.:
Sì, mi scusi. Buscetta ha parlato dell'Onorevole Attilio Ruffini come persona da lui frequentata negli anni giovanili occasionalmente e come personaggio politico molto vicino ai cugini Salvo. Ecco, in relazione a questa affermazione, il punto da accergtare era questo, il periodo delle cariche pubbliche ricoperte da Ruffini Attilio indicando altresì se questi ebbe mai la disponibilità di uno studio abitazione in via Ariosto nello stesso stabile in cui ebbe ad abitare Salvo Antonino.
FARINACCI D.:
Sì, allora ... in ordine alle cariche pubbliche ricoerte da Attilio Ruffini ...
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