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LA RIVOLUZIONE CUBANA

UN MOVIMENTO NATO DALLA CONFLUENZA

Che Guevara e Fidel Castro
1°- Il Movimento 26 Luglio,
fondato e diretto da Fidel Castro.
Esso si era formato a partire dal Partito ortodosso che rappresentava la piccola borghesia radicale, nazionalista, antimperialista ed aveva polarizzato anche settori popolari nella lotta contro la dittatura e l'imperialismo. Tra le adesioni più significative, quella del Che Guevara.
Questo movimento non si ispira quindi alla tradizione comunista, ma al pensiero umanista, libertario, antimperialista, di José Martí. Non sorge come partito classista, ma come un «fronte», nazionalista e antimperialista, di forze diverse, con una marcata preoccupazione unitaria. All'interno del movimento, prevale la scelta della lotta armata, che crea il suo strumento nell'esercito ribelle.

2°- Il Direttorio Rivoluzionario 13 Marzo , particolarmente forte nei settori studenteschi. Con esso il Movimento 26 Luglio lancia un manifesto congiunto prima dello sbarco del Granma. Nella sua dialettica interna finisce col prevalere la linea della lotta armata dell'esercito ribelle.

3°- Il Partito Socialista Popolare , comunista, di obbedienza sovietica, che fino a pochi mesi prima della vittoria aveva guardato con sospetto il movimento «piccolo borghese» di Fidel Castro. Dopo la presa del potere, Castro considera prioritaria l'unificazione di queste organizzazioni. Per lui una delle lezioni più importanti della storia cubana e in particolare di José Martí è appunto questa: la disunione dei rivoluzionari ha fatto fallire molte battaglie; solo l'unità delle forze rivoluzionarie garantisce il loro successo.
L'unificazione viene facilitata dal fatto che le varie componenti organizzate del movimento rivoluzionario finiscono col riconoscere il ruolo dirigente di Castro. Particolarmente significativa al riguardo la decisione di Blas Roca, Segretario Generale del Partito Socialista Popolare, di sciogliere il partito e di riconoscere Fidel Castro come leader di tutto il movimento. Decisione indubbiamente eccezionale nella storia dei partiti comunisti. Per parte sua, Castro dopo la vittoria dichiara di non appartenere più al Movimento 26 Luglio, ma al più ampio movimento rivoluzionario.
Il processo di unificazione così innescato passa attraverso varie tappe:
1°- La direzione rivoluzionaria decide di creare una nuova organizzazione unitaria, costituita da quadri selezionati e legati alle masse, denominata ORI (Organizzazioni Rivoluzionarie Integrate).
La realizzazione del progetto viene affidata al Partito Socialista Popolare (PSP), data la sua esperienza organizzativa e il prestigio di cui gode fra le masse. Segretario della ORI viene nominato Anibal Escalante, dirigente del PSP. Ma poco tempo dopo esplode un conflitto che mette in luce la difficoltà di unificare tendenze così diverse. Escalante cerca infatti di imporre alla nuova organizzazione la linea del PSP, affidando i posti chiave a militanti di quel partito.
Il 26 marzo 1962 Escalante ed i suoi quadri vengono attaccati pubblicamente da Fidel Castro, che li accusa di settarismo e di distanza dalle masse. È la prima «rettifica». La ORI viene sciolta.
2°- Nello stesso anno 1962 prende avvio un nuovo sforzo di unificazione e si crea il PURS (Partito Unito della Rivoluzione Socialista). Esso si distingue dall'ORI per l'esplicita professione di socialismo, che è una reazione della rivoluzione all'invasione di Playa Girón; e soprattutto per la preoccupazione di vicinanza alle masse (s'introduce allora la prassi che i candidati al partito siano selezionati dai compagni di lavoro).
3°- Il 3 ottobre 1965 nasce il Partito Comunista di Cuba e si considera superata la distinzione fra le componenti. Però l'unità giuridica e organizzativa non può sopprimere la diversità, anzi il contrasto fra le matrici culturali, che rimane presente attraverso la storia cubana e ne marca le varie fasi. La matrice umanistica e popolare sarà costantemente alimentata dalla tradizione autoctona; quella economicista ed autoritaria, dall'influsso sovietico.

Tratto dal libro CUBA dopo il crollo del comunismo di Giulio Girardi