Battaglia per la Libertà: intervista a Manisco
"Io dico che il governo italiano non ha fatto tutto quello che doveva fare per ottenere il rilascio di Silvia Baraldini". Lucio Manisco, europarlamentare di Rifondazione comunista, dice che è proprio andata così, e che la storia della Baraldini sarebbe potuta finire prima, se soltanto qualcuno avesse fatto quello che andava fatto.
Ma lei a quale governo si riferisce?
"A questo".
E perché?
"Perché non c'è la volontà politica. Però c'è una specie di soggezione nei confronti degli Usa. E' come se questo governo, in quanto etichettato di centro sinistra, non volesse "irritare" gli americani. Hanno espletato le formalità, questo sì ma niente di più. Eppure avrebbero potuto fare molto".
Che cosa?
"Non hanno preparato questo incontro a livello diplomatico non sono mai intervenuti a livello di dipartimento della Giustizia. Il ministro della Giustizia Flick, ad esempio, non ha mai parlato con Janet Reno che è Attourney General, cioè suo pari grado. E poi non si è mai stabilito un contatto con il direttore del "Parole Board", o con il giudice Duffy, che firmò la condanna della Baraldini e disse che mai e poi mai dovrà essere rilasciata, se non avrà scontato tutta la pena. Guardi che queste non sono azioni illegali, ma tutte previste dagli accordi internazionali, e quindi perfettamente percorribili".
Lei ricorda un caso simile, in cui un governo straniero sia intervenuto con gli Usa, e magari con successo ?
"Sì. Ricordo Indira Gandhi, quando arrestarono un sikh coinvolto direttamente nell'attentato ad un aereo della Canadian Pacific Airlines, 284 morti. La Gandhi disse semplicemente "Caro Reagan, se vogliamo mantenere buoni rapporti, rimandaci subito indietro questo uomo. A lui penseremo noi". E così fu, 48 ore dopo quel sikh venne imbarcato sull'aereo della Gandhi e tornò in India. Ma in tempi più recenti anche il re di Spagna è intervenuto per il trasferimento di uno spagnolo arrestato per detenzione di droga. Insomma, secondo me sarebbe bastato dire a Clinton "Caro Bill, vogliamo indietro la Baraldini", e in 48 ore ce l'avrebbe rimandata".
Lei lo pensa veramente?
"Sì. E invece i nostri politici che fanno? A Madrid, qualche giorno fa, Prodi e Dini hanno detto di aver parlato della cosa a Madeleine Albright, segretario di Stato americano. Ma in che termini? "Ci siamo fatti latori del desiderio del Parlamento italiano e dell'opinione pubblica italiana". Ma non c'è stata alcuna richiesta esplicita, diretta. Se il Dipartimento di Stato fosse stato preventivamente sensibilizzato, forse la commissione "Parole Board" - che pure è indipendente - avrebbe potuto riunirsi con un atteggiamento più favorevole. Conso mi ha detto che prima non c'è stato tempo per attivare questi canali, e che comunque i contatti sarebbero stati stabiliti dopo la sentenza".
Brunella Giovara, da la Stampa del 15 Luglio 1997