ROMA - Una lunga giornata per Silvia Baraldini, una lunga giornata per le persone che hanno a cuore la sua causa e quella della giustizia. Mentre Silvia affrontava la Parole Board, centinaia di persone si sono prima date appuntamento davanti all'ambasciata degli Stati Uniti, e più tardi alla festa nazionale di Liberazione per una serata dedicata a lei, per farle sentire che non è sola. A fare da amalgama della serata una buffa e strana coincidenza: il 14 luglio di 76 anni fa altri due italiani si trovavano davanti ad un giudice americano: erano Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, condannati a morte per un reato che non avevano commesso.
A coordinare la serata Gianni Troiani, responsabile del coordinamento nazionale Silvia Baraldini, e l'eurodeputato Lucio Manisco, i due che più di tutti si sono impegnati alla sua causa. Manisco nel suo primo intervento ha voluto ricordare proprio la coincidenza con il caso di Sacco e Vanzetti, leggendo la lettera che Nicola Sacco scrisse al figlio Dante prima di essere giustiziato. "... rammenta sempre Dante - scrisse il padre al figlio - nel gioco occasionale della felicità di non tenerla tutta per te, aiuta i perseguitati e le vittime perché sono questi gli amici migliori. Nella lotta della vita, troverai cosi molto di più amore e sarai riamato". Subito dopo la parola è passata alla musica con due canzoni del gruppo Pueblo Unido che ha aperto con una canzone di Alfredo Bandelli, compagno e autore della canzone dedicata a Silvia, oggi purtroppo scomparso. Il gruppo ha poi intonato la canzone simbolo di una epoca, "Nicola and Barts". mu! sica di Ennio Morricone e cavallo di battaglia di Joan Baez. Forte l'emozione tra il pubblico che ha accompagnato la canzone a pugno alzato. Gianni Troiani ha poi letto al pubblico il messaggio che Silvia ha fatto pervenire dopo essere stata messa a conoscenza delle varie manifestazioni di ieri in suo sostegno.
Subito dopo, ad esibirsi davanti ad una platea che andava facendosi più folta, il gruppo teatrale di Livorno Pravda che ha recitato un brano del testo "Dietro le sbarre, l'azzurro". Un monologo in cui l'attrice impersona la condizione di prigionia di Silvia. In silenzio il pubblico ha ascoltato quello che
assomiglia molto alla realtà della sua condizione. Un applauso spontaneo si è alzato quando l'attrice ha ribadito la posizione di Silvia davanti alle autorità americane gridando "la mia libertà è legata al mio non rispondere; non abiuro, non firmo".
Una presenza significativa sul palco è stata quello del sindaco di Torremaggiore in Toscana, Mario Merolla. E' stato lui a ricordare l'odissea e l'ingiustizia subita dal suo concittadino Sacco e a ricordare come anche per gli Stati Uniti "c'è un passato che non passa" e che come allora anche oggi le carceri Usa ospitano persone come Silvia Baraldini.
Ha poi ripreso la parola Lucio Manisco, che ha messo al corrente il pubblico di quanto stava accadendo al di là dell'oceano. Non ha usato mezzi termini, imputando al governo italiano di essersi presentato impreparato all ' importante appuntamento del Parole Board. di non aver fatto di più, di non aver voluto far valere il peso dello stato, dell'ltalia come entità sovrana ed indipendente. Il caso Baraldini negli Usa non è un caso importante - ha raccontato Manisco - a livello ufficiale il caso viene monopolizzato e gestito dalle stratificazioni burocratiche lasciate dalle Amministrazioni Nixon e Reagan nel dipartimento di Giustizia di Washington. "E' tutta loro questa intransigenza ossessiva, questo spirito persecutorio nei confronti di Silvia". Non è ottimista Manisco sul possibile risultato del Parole Board, ma di una cosa è certo: gli americani non devono contare sul fatto che ci si possa stancare di manifestare, di mobilitarci ! per Silvia: "Si sbagliano di grosso: questa
donna cosi dolce, questa compagna di acciaio, questa detenuta politica che non si piega è più presente e più viva che mai nel nostro cuore". Manisco e Troiani hanno poi lasciato spazio: alla musica e al teatro. A riscaldare l'aria, per la verità già calda, ci ha pensato Teresa De Sio con la sua musica. Le sue ballate e le sue canzoni parlano di insubordinazione, di ribellione e anche di errori ma, come ha dichiarato lei stessa, gesti di cui "non bisogna pentirsene mai", perché sono scelte di persone libere. Dopo di lei una lettura di un testo scritto da Silvia e poi ancora musica con Agricantus e ancora teatro con il gruppo Ambra. Una bella serata ed oggi aspettiamo che l'America ci risponda. Noi di domande ne abbiamo fatte tante.