La Cassetta degli Attrezzi

Tool Box nº 3
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1Dal 1978 la ricetta viene applicata ed aggiornata anno su anno attraverso le leggi finanziarie e le relative manovre. Dal 23 luglio '93 i padroni e il governo concertano con la Cgil-Cisl-Uil leggi e manovre finanziarie che fissano il salario e lo tengono "fuori mercato". Così dal '93 al '96 il salario sociale globale di classe è crollato e i profitti sono cresciuti. Ma ai padoni non basta. Loro vogliono ridurre il salario sociale globale di classe al suo limite fisico minimo.
2Un delegato grafico ha disegnato il sistema usato da padroni e Stato per ridurre i salari. Nel grafico i soldi sono in forma liquida. E passano in tubi serbatoi e rubinetti, come se si muovessero dentro un sistema di trasporto di petrolio
3 (figura)

4Il disegno fa vedere che i padroni e i governi, di concerto o meno con Cgil-Cisl-Uil, possono decidere le particolari "manovre" dei rubinetti. Per esempio il 23 luglio '93 hanno concertato la stretta dei rubinetti "spesa per salario sociale" e "salario diretto" che nel 96 la Federmeccanica ha chiuso negando il rinnovo contrattuale. L'8-8-95 hanno dato un giro di vite al rubinetto "pensioni" e da gennaio 97 una commissione governativa studia come chiuderlo di più.
5Il disegno spiega anche che le pensioni non sono soldi pubblici, sono grana nostra, sono puro salario. Infatti una parte, tal-quale, del salario sociale di tutti i dipendenti va nel salario differito previdenziale e transita nel serbatoio INPS, dove semplicemente viene suddivisa e versata, tal-quale, a tutti i pensionati.
6Vuoi dire che le pensioni non c'entrano niente con il deficit dello Stato?
7Proprio così.
L'inganno è il seguente: poichè serbatoio e gestione sono statali, il salario in transito viene scritto nel bilancio dello Stato e diventa spesa pubblica per il pagamento della pensione.


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1Incredibile!
I nostri soldi per la pensione, mentre passano nel serbatoio e nel rubinetto INPS, diventano soldi dello Stato. Grazie a questo miracolo non è più il nostro salario che sostiene i pensionati. È lo Stato che sborsa soldi per loro e le loro pensioni diventano un costo, un peso per il bilancio pubblico, diventato un motivo di deficit.
2Già! Ma poi l'imbroglio continua.
Dal 92 i governi e i padroni, dopo aver miracolosamente tramutato i nostri 100/120.000 miliardi di contributi, nei loro 100/120.000 miliardi di spesa statale per attività previdenziali, sostengono che lo Stato italiano da troppi soldi ai pensionati, spende troppo per loro, e questa spesa è così alta che «il settore della previdenza (con quello della sanità) è indicato come il maggior responsabile dell'allargamento e del consolidamento del deficit pubblico registratosi nel nostro paese.»

(così dice l'INPS a pag. 197 del suo "primo rapporto 1993 sulla previdenza in Italia").
3In realtà il deficit è causato da redditieri e padroni che evadono il fisco e dagli interessi che lo Stato deve pagare ai grandi possessori di titoli di Stato e cioè a quegli stessi redditieri e padroni dell'attività economica produttiva commerciale e finanziaria che evadono il fisco. Quindi le pensioni non entrano per niente nel deficit dello Stato e i padroni, con i loro governi, mentono sapendo di mentire.
Ma non c'è da meravigliarsi. Fanno solo gli interessi della loro classe che sono ben precisati dalla Confindustria in un documento ufficiale: «le regole del mercato antepongono oggettivamente le esigenze dell'attività economica a quelle delle attività sociali e previdenziali. Queste ultime, dunque, devono essere sacrificate ».
4Certo che la Confindustria se ne intende di lotta di classe, visto che l'idea contenuta nel suo documento è la stessa proposta da Marx in questo brano:
5... la grandezza di valore deve crescere, (ossia l'attività economica ha l'esigenza che il profitto si avvicini il più possibile al massimo). (Per questo) la determinazione del livello reale del profitto viene decisa soltanto dalla lotta incessante tra capitale e lavoro, in quanto il capitale cerca costantemente di ridurre i salari al loro limite fisico minimo (compreso il salario differito destinato alle attività sociali e previdenziali), mentre l'operaio esercita costantemente una pressione in senso opposto.»
Marx "salario prezzo e profitto"
6La Confindustria fa come dice Marx, cerca cioè di ridurre le pensioni al loro limite fisico minimo. Noi lavoratori dovremmo fare altrettanto, dovremmo esercitare una costante pressione in senso opposto.
7È proprio quello che la classe lavoratrice ha fatto per conquistare il sistema previdenziale italiano prima che il governo Amato iniziasse a distruggerlo.
8Al riguardo si può leggere questa sintesi dei progressivi miglioramenti pensionistici ottenuti dai lavoratori con la lotta


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La tabella mostra come le fasi di miglioramento o peggioramento del salario previdenziale (del salario sociale) dipendano dalla incessante lotta economica di mercato tra le classi dei salariati e dei capitalisti/redditieri.

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NormeContenutiLotta tra le classi
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L.17.7.1898 n.350

DL 21.4.1919 n.603 formal con R.D. 30.10.1923 n.3184

Istituzione della Cassa Nazionale di Previdenza con adesione volontaria

Previdenza obbligatoria per la generalità dei dipendenti privati nella Cassa Nazionale di Previdenza



1894-1914 "grande balzo" dell'industrializzazione. Dal 1893 al 1920 forte ciclo di lotte per il salario; '893'-'901' fioritura C.d.L. con 3 congressi di coordinamento. Nasce la Confed. Gener. del Lavoro (1906), la lotta di classe è su scala nazionale. Con il programma di legislazione sociale (1908, Modena, IIº Congresso) la C.G.d.L. lotta per 2 leggi fondamentali: 1) assicurazione contro malattie, invalidità e vecchiaia; 2) tutela e prevenzione infortuni
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1933

R.D.L. 14.3.1939 n.636


fino al 1945




Trasformazione Cassa Nazionale di Previdenza in INPS
Introduzione del limite di età per la pensione di vecchiaia a 60 anni per gli uomini e 55 per le donne ed istituzione pensione di reversibilità per vedove e figli minori.
Sistema a capitalizzazione: l'INPS accantona i contributi e costituisce riserve, dai redditi delle quali trae i fondi per pagare le pensioni, come le assicurazioni private.
Ventennio fascista: la borghesia, con i sindacati corporativi fascisti mette "fuori mercato" la merce lavoro, fissando il salario con accordi tra corporazioni e bloccando la lotta economica della classe. Ne risulta una forte riduzione del salario sociale. Lo stato fascista con INPS e norme relative formalizza in modo corporativo la previdenza e lega le pensioni al sistema della capitalizzazione, secondo l'interesse del capitale finanziario.
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1945





1945-46




1952, 1958, 1962 e 1965




L. 26.10.1957 n.1047

L. 4.7.1959 n.463
L. 22.7.1966 n.613
Inizio del graduale passaggio dal sistema a capitalizzazione al sistema a ripartizione, nel quale non esiste più nessun accantonamento ed i fondi vengono utilizzati direttamente per il pagamento delle pensioni.
Istituzione dei trattamenti minimi, quando una pensione è inferiore al minimo stabilito per il periodo in cui viene erogata, è automaticamente elevata tale minimo
Vengono stabiliti per legge, senza introdurre nessun meccanismo automatico, adeguamenti dell'importo delle pensioni agli aumenti dei prezzi


Assicurazione obbligatoria INPS per coltivatori diretti, mezzadri e coloni (lavoratori autonomi)
Assicurazione obbligatoria INPS per artigiani
Assicurazione obbligatoria INPS per i commercianti
La classe operaia che ha guidato la lotta di resistenza impone linee costituzionali di forte sviluppo della legislazione sociale. Il salario previdenziale esce dalla logica finanziaria (le pensioni dipendono da chi e da quanto salario si è capitalizzato) e diventa immediatamente disponibile per pagare le pensioni in particolare i trattamenti minimi.
La lotta negli anni 50-60 da risultati alterni. Non si riesce ad ottenere la scala mobile delle pensioni, ma solo saltuari adeguamenti. Inoltre la piccola borghesia è forte. Entra in INPS ed usa la ripartizione (principi di solidarietà/universalità) per trasferire l'avanzo contributivo dei lavoratori dipendenti alle sue pensioni: nel '65 le pensioni di coltivatori diretti, e di artigiani/commercianti sono pagate, per il 90% e il 50% rispettivamente, dal fondo dei lavoratori dipendenti.
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L.DELEGA 18.3.1968 n.238 da cui discende il D.P.R. 27.3.1968 n.488






L. 30.4.1969 n.153






dopo il 1970

L. 3.6.1976 n.160




Da questa data per i lavoratori dipendenti si passa dall'Assicurazione Generale Obbligatoria (A.G.O.) al Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti (F.P.L.D.) gestito dall'INPS; si passa cioè dal "principio contributivo" (pensioni in funzione dei contributi versati dall'assicurato durante la sua vita lavorativa) al "principio retributivo" (secondo il quale la pensione è commisurata alla retribuzione media percepita in un determinato periodo precedente al pensionamento) avvicinando la pensione alla retribuzione
Istituzione di un Fondo gestito dall'INPS per le pensioni sociali per tutti sopra i 65 anni anche senza contributi, purchè privi di reddito. Introduzione della perequazione automatica delle pensioni all'indice del costo della vita. La pensione si avvicina alla retribuzione media percepita
Abbandono definitivo del sistema a capitalizzazione
Collegamento delle pensioni alle retribuzioni dell'industria con adeguamenti percentuali decrescenti, al crescere del loro importo, con conseguente tendenza all'uniformazione dell'importo delle pensioni
Dalla fine anni '60 a metà anni '70 si sviluppa un ciclo di lotte per il salario sociale molto alto.
L'organizzazione consigliare per la lotta economica dentro la fabbrica diventa modello organizzativo per la lotta economica generale. I consigli di zona dei delegati di tutti i lavoratori partono dalle lotte nei luoghi di lavoro (sciopero generale per la casa) e sul territorio (trasporti, scuola, salute, ecc.) e si propongono come soggetti contrattuali delle condizioni di vita di tutta la classe (salario sociale).
La burocrazia sindacale neocorporativa fa rapidamente fallire questa esperienza, che comunque ha strappato nel frattempo significativi aumenti del salario sociale. In particolare migliora il salario previdenziale che, attraverso il sistem retributivo (dove la pensione è una percentuale della paga; la pensione si avvicina alla paga effettiva; la scala mobile viene applicata anche alla pensione), mostra chiaramente il fatto di essere una parte del salario sociale globale di classe.
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L. 9.3.1989 n.88Ristrutturazione dell'INPS e dell'INAIL con distinzione solo formale (bilancio separato) tra spese previdenziali, e spese assistenziali, finanziate dallo Stato.La crisi generale del capitale produce un rilevante cambiamento del quadro. Il salario sociale cala. Il governo e i padroni sostengono che l'INPS è in crisi. Per difenderlo, il sindacato chiede che le spese assistenziali, che causano il deficit, siano distinte, scaricate dall'INPS e finanziate dallo stato.


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