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| 4 | Il disegno fa vedere che i padroni e i governi, di concerto o meno con Cgil-Cisl-Uil, possono decidere le particolari "manovre" dei rubinetti. Per esempio il 23 luglio '93 hanno concertato la stretta dei rubinetti "spesa per salario sociale" e "salario diretto" che nel 96 la Federmeccanica ha chiuso negando il rinnovo contrattuale. L'8-8-95 hanno dato un giro di vite al rubinetto "pensioni" e da gennaio 97 una commissione governativa studia come chiuderlo di più. |
| 5 | Il disegno spiega anche che le pensioni non sono soldi pubblici, sono grana nostra, sono puro salario. Infatti una parte, tal-quale, del salario sociale di tutti i dipendenti va nel salario differito previdenziale e transita nel serbatoio INPS, dove semplicemente viene suddivisa e versata, tal-quale, a tutti i pensionati. |
| 6 | Vuoi dire che le pensioni non c'entrano niente con il deficit dello Stato? |
| 7 | Proprio così. L'inganno è il seguente: poichè serbatoio e gestione sono statali, il salario in transito viene scritto nel bilancio dello Stato e diventa spesa pubblica per il pagamento della pensione. |
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| 3 | In realtà il deficit è causato da redditieri e padroni che evadono il fisco e dagli interessi che lo Stato deve pagare ai grandi possessori di titoli di Stato e cioè a quegli stessi redditieri e padroni dell'attività economica produttiva commerciale e finanziaria che evadono il fisco. Quindi le pensioni non entrano per niente nel deficit dello Stato e i padroni, con i loro governi, mentono sapendo di mentire. Ma non c'è da meravigliarsi. Fanno solo gli interessi della loro classe che sono ben precisati dalla Confindustria in un documento ufficiale: «le regole del mercato antepongono oggettivamente le esigenze dell'attività economica a quelle delle attività sociali e previdenziali. Queste ultime, dunque, devono essere sacrificate ». |
| 4 | Certo che la Confindustria se ne intende di lotta di classe, visto che l'idea contenuta nel suo documento è la stessa proposta da Marx in questo brano: |
| 5 | ... la grandezza di valore deve crescere, (ossia l'attività economica ha l'esigenza che il profitto si avvicini il più possibile al massimo). (Per questo) la determinazione del livello reale del profitto viene decisa soltanto dalla lotta incessante tra capitale e lavoro, in quanto il capitale cerca costantemente di ridurre i salari al loro limite fisico minimo (compreso il salario differito destinato alle attività sociali e previdenziali), mentre l'operaio esercita costantemente una pressione in senso opposto.» Marx "salario prezzo e profitto" |
| 6 | La Confindustria fa come dice Marx, cerca cioè di ridurre le pensioni al loro limite fisico minimo. Noi lavoratori dovremmo fare altrettanto, dovremmo esercitare una costante pressione in senso opposto. |
| 7 | È proprio quello che la classe lavoratrice ha fatto per conquistare il sistema previdenziale italiano prima che il governo Amato iniziasse a distruggerlo. |
| 8 | Al riguardo si può leggere questa sintesi dei progressivi miglioramenti pensionistici ottenuti dai lavoratori con la lotta |
| F a s i | |||||||||||||
| Norme | Contenuti | Lotta tra le classi | |||||||||||
| M i g l i o r a m e n t o |
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| 1894-1914 "grande balzo" dell'industrializzazione. Dal 1893 al 1920 forte ciclo di lotte per il salario; '893'-'901' fioritura C.d.L. con 3 congressi di coordinamento. Nasce la Confed. Gener. del Lavoro (1906), la lotta di classe è su scala nazionale. Con il programma di legislazione sociale (1908, Modena, IIº Congresso) la C.G.d.L. lotta per 2 leggi fondamentali: 1) assicurazione contro malattie, invalidità e vecchiaia; 2) tutela e prevenzione infortuni | ||||||||||
| P e g g i o r a m e n t o |
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| Ventennio fascista: la borghesia, con i sindacati corporativi fascisti mette "fuori mercato" la merce lavoro, fissando il salario con accordi tra corporazioni e bloccando la lotta economica della classe. Ne risulta una forte riduzione del salario sociale. Lo stato fascista con INPS e norme relative formalizza in modo corporativo la previdenza e lega le pensioni al sistema della capitalizzazione, secondo l'interesse del capitale finanziario. | ||||||||||
| M i g l i o r a m e n t o c o n t r a d d i z i o n e |
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| La classe operaia che ha guidato la lotta di resistenza impone linee costituzionali di forte sviluppo della legislazione sociale. Il salario previdenziale esce dalla logica finanziaria (le pensioni dipendono da chi e da quanto salario si è capitalizzato) e diventa immediatamente disponibile per pagare le pensioni in particolare i trattamenti minimi. La lotta negli anni 50-60 da risultati alterni. Non si riesce ad ottenere la scala mobile delle pensioni, ma solo saltuari adeguamenti. Inoltre la piccola borghesia è forte. Entra in INPS ed usa la ripartizione (principi di solidarietà/universalità) per trasferire l'avanzo contributivo dei lavoratori dipendenti alle sue pensioni: nel '65 le pensioni di coltivatori diretti, e di artigiani/commercianti sono pagate, per il 90% e il 50% rispettivamente, dal fondo dei lavoratori dipendenti. | ||||||||||
| M i g l i o r a m e n t o m o l t o f o r t e |
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| Dalla fine anni '60 a metà anni '70 si sviluppa un ciclo di lotte per il salario sociale molto alto. L'organizzazione consigliare per la lotta economica dentro la fabbrica diventa modello organizzativo per la lotta economica generale. I consigli di zona dei delegati di tutti i lavoratori partono dalle lotte nei luoghi di lavoro (sciopero generale per la casa) e sul territorio (trasporti, scuola, salute, ecc.) e si propongono come soggetti contrattuali delle condizioni di vita di tutta la classe (salario sociale). La burocrazia sindacale neocorporativa fa rapidamente fallire questa esperienza, che comunque ha strappato nel frattempo significativi aumenti del salario sociale. In particolare migliora il salario previdenziale che, attraverso il sistem retributivo (dove la pensione è una percentuale della paga; la pensione si avvicina alla paga effettiva; la scala mobile viene applicata anche alla pensione), mostra chiaramente il fatto di essere una parte del salario sociale globale di classe. | ||||||||||
| d i f e s a | L. 9.3.1989 n.88 | Ristrutturazione dell'INPS e dell'INAIL con distinzione solo formale (bilancio separato) tra spese previdenziali, e spese assistenziali, finanziate dallo Stato. | La crisi generale del capitale produce un rilevante cambiamento del quadro. Il salario sociale cala. Il governo e i padroni sostengono che l'INPS è in crisi. Per difenderlo, il sindacato chiede che le spese assistenziali, che causano il deficit, siano distinte, scaricate dall'INPS e finanziate dallo stato. |