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| 3 | D'altronde se i governi e i padroni dichiarano guerra alle pensioni; se modificano la struttura dell'occupazione con una forte riduzione nel settore industriale e una modesta crescita del terziario (soggetto ad aliquote contributive più basse), se all'interno del terziario aumentano il lavoro irregolare, se continuano ad applicare al lavoro autonomo aliquote dimezzate, se riducono deliberatamente la convenienza del pensionato pubblico rispetto alle assicurazioni private, se diffondono l'allarmismo per un'eventuale crollo dell'INPS spingendo i lavoratori ad andare in pensione appena possibile, se incentivano le diverse forme di prepensionamento, se ampliano le maglie dell'evasione e parallelamente concedono continui condoni contributivi e decontribuzioni; se tutto questo succede è chiaro che le prospettive per l'INPS non possono certo essere rosee. |
| 4 | A questo punto mi sento di fare due considerazioni.
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| 3 | Prima che tu gli risponda vorrei ricordare che abbiamo già parlato di questa contrapposizione quando, citando Marx, abbiamo detto che «Il capitale cerca costantemente di ridurre i salari al loro limite fisico minimo (compreso il salario differito destinato alle attività sociali e previdenziali), mentre l'operaio esercita costantemente una pressione in senso opposto». |
| 4 | Proprio cosi! |
| 5 | È vero! Però credo che lui volesse capire meglio la particolare contrapposizione prodotta dalle due logiche di mercato sul problema delle pensioni. |
| 6 | Bene. Diciamo subito che secondo la logica di mercato dei padroni e dei loro Governi le pensioni sono un problema finanziario mentre secondo la nostra logica di mercato le pensioni sono un problema salariale. Vediamo le cose più da vicino. |
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| 2 | Per i LAVORATORI DAL PUNTO DI VISTA DI NOI LAVORATORI LE PENIONI SONO SALARIO, secondo la nostra logica di mercato sono una enorme massa di salario indispensabile per la vita dei pensionati. Nel sistema capitalistico il salario si sostanzia nelle merci di consumo che devono produrre, sviluppare, conservare e perpetuare la classe dei venditori di merce forza-lavoro e la sua efficienza è misuarata dal livello di vita della classe lavoratrice. Il salario va bene solo se il livello di vita della classe migliora in proporzione al miglioramento economico di tutta la società. Come facciamo a valutare la grande massa di miliardi di salario che si muove nel sistema INPS dal nostro punto di vista, secondo la nostra logica di mercato? Se le pensioni sono salario devono avere le stesse caratteristiche delle retribuzioni. Il sistema retributivo è definito da norme generali e particolari che costituiscono il contratto di lavoro privato e pubblico, nazionale e locale. Anche il sistema pensionistico è definito dalle norme generali e particolari della legislazione previdenziale. Dunque tale sistema è un vero e proprio contratto previdenziale pubblico nazionale. Esso impegna le parti (i padroni, i lavoratori e il Governo) ad applicare le norme che definiscono la quota di salario sociale da ripartire favore dei "componenti anziani" della classe e le relative modalità di ripartizione. Il salario previdenziale gestito dal sistema INPS deve quindi essere valutato ragionando come quando si valuta un contratto. Bisogna cioè considerare:
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In definitiva abbiamo dimostrato ed affermato che: Dal punto di vista dei padroni il sistema previdenziale INPS ha sempre un costo eccessivo che è inevitabilmente determinato dal deficit di bilancio e ha sempre una pesante inefficenza automaticamente ai mancati guadagni speculativi. Dal punto di vista di noi lavoratori il sistema previdenziale INPS ha sempre un costo normale che è necessariamente equilibrato e garantito dal riconoscimento ai pensionati di una quantità, concordata tra le parti, di beni necessari alla loro vita. E ha una sufficente efficienza necessariamente dovuta al pieno utilizzo del salario previdenziale come parte del salario sociale globale di classe. |
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| 4 | I padroni e i loro Governi sono all'attacco e, come dicevo all'inizio, penso che esista un progetto per la riduzione delle pensioni che i vari Amato, Ciampi, Berlusconi, Dini/CGIL-CISL-UIL e Prodi hanno portato avanti in modo più o meno rapido. |
| 5 | Questo progetto esiste ed è importantissimo conoscerlo per capire |
| 6 | COME ATTACCA IL CAPITALE I documenti ufficiali dell'OCSE, l'organizzazione dei maggiori paesi industrializzati con sede a Parigi, già all'inizio degli anni 80, parlano di crisi della spesa sociale. Ecco in sintesi il loro contenuto.
Dopo la crisi degli anni '70 la crescita economica non è più tornata ai livelli precedenti e perciò non ci sono più le risorse economiche da destinare alla spesa sociale. Questo processo comporta l'aumento dell'indebitamento pubblico che, a sua volta, rende necessaria la riduzione e la ristrutturazione del ruolo economico dello Stato. (In realtà la crisi economica ha ridotto i profitti. Il capitale vuole recuperare le perdite tagliando il salario sociale. In particolare per tagliare il salario destinato alla spesa sociale, dice che questo salario è indebitamento pubblico, che l'indebitamento pubblico è fuori controllo e che per rimettere le cose a posto bisogna ridurre l'intervento sociale dello Stato).» Tutti i capitalisti hanno svolto un lungo lavoro programmatico per sostenere gli interventi operativi di riduzione della spesa sociale. Infine il padronato mondiale fa uscire un progetto organico per la riduzione delle pensioni dal seminario sulla "Riforma delle pensioni pubbliche" tenutosi dall'8 al 12 agosto 1994 al Fondo Monetario Internazionale a Washington, in cooperazione con la Banca Mondiale. |