La Cassetta degli Attrezzi

Tool Box nº 3
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1Il seminario ha riunito funzionari pubblici responsabili della amministrazione, regolazione e sorveglianza dei fondi pensione pubblici di 39 paesi industrializzati con l'intento di fornire un modello previdenziale generale di riferimento per modificare i regimi vigenti.
2Ed ecco come deve essere il sistema previdenziale secondo gli uomini del Fondo Monetario Internazionale

«I partecipanti hanno deciso di riferirsi al modello "a tre pilastri" elaborato dalla Banca Mondiale. I tre pilastri sono:
  1. uno schema pensionistico pubblico obbligatorio di base, che potrebbe integrare un reddito minimo, per un importo fisso, e finanziato al di fuori delle entrate generali;
  2. uno schema pensionistico occupazionale (legato cioè al posto di lavoro) gestito privatamente, che colleghi le prestazioni ai contributi e sia totalmente a capitalizzazione;
3. uno schema di risparmio personale volontario.

(La prima componente potrebbe anche prendere la forma di un trattamento pensionistico minimo, garantito dallo Stato, all'interno di uno schema occupazionale privato, cioè il secondo pilastro)»

testo del documento conclusivo del seminario del Fondo Monetario Internzionale tratto dal volume "Pensioni senza fondo" comunismo informazione, n.1; strumento n.10 'm.d.a.'.

3Come è evidente il padronato mondiale fonda la sua lotta economica contro il salario su una strategia generale esemplarmente dura e chiara. L'obiettivo di fondo è finanziarizzare le pensioni. Si vuole cioè trasformare l'enorme massa di miliardi di salario previdenziale in capitale tramite l'intermediazione della previdenza privata. In tal modo il denaro gestito finora dal sistema previdenziale pubblico all'interno della circolazione del salario sociale viene trasferito nella circolazione del capitale.
Il padronato mondiale punta ad uno stravolgimento, una vera e propria mutazione genetica dei sistemi vigenti. Naturalmente è consapevole delle difficoltà. Tanto che il documento conclusivo del citato seminario dice testualmente:

«I partecipanti al seminario hanno ammesso che la riforma pensionistica è strettamente legata alle condizioni sociali ed economiche di ogni paese, cosicchè un singolo modello non potrebbe essere applicato in tutti i casi.
(...) I partecipanti hanno riconosciuto che, per molti paesi, il raggiungimento di tale sistema (quello a tre pilastri) rappresenterebbe una sfida importante che tuttavia potrebbe richiedere molti anni. Nondimeno, riconoscono l'importnza di disporre di un quadro generale per analizzare il risultato della riforma, soprattutto al fine di evitare errori e ritardi»

4E come faranno?


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CON L'AIUTO
DEL NEOCOR-
PORATIVISMO

2Possono farlo solo coinvolgendo le organizzazioni sindacali nella finanziarizzazione del sistema.
Per questo i padroni e i loro Governi sostengono le formazioni sindacali che teorizzano e praticano la sottomissione degli interessi di classe ad un inesistente interesse generale formato dalla impossibile sintesi di tutti gli interessi economici.
la teoria e la pratica di queste formazioni sindacali assomigliano a quelle della società corporativa.
Per questo le chiamiamo nuovo corporativismo.
3I padroni e i loro governi sostengono due forme di nuovo corporativismo:
il neocorporativismo anglosassone prevalente nell'area capitalistica inglese-americana
il neocorporativismo eurotedesco prevalente nell'area capitalistica europea
in quello anglosassone possiamo osservare: una debole presenza sindacale; l'egemonia ideologica del capitalismo popolare (con l'esaltazione del possesso individuale del capitale azionario); un notevole peso del terzo pilastro nel sistema previdenziale; la debole presenza sindacale fra gli investitori finanziari istituzionali (fondi pensione).
in quello eurotedesco possiamo osservare: una media consistenza sindacale; l'egemonia ideologica della democrazia economica (con l'esaltazione del possesso collettivo del capitale azionario aziendale); un peso significativo del secondo pilastro nel sistema previdenziale; un ruolo sindacale fra gli investitori finanziari istituzionali, con fondi pensione sindacali diretti o indiretti.
4Le cose che dici sono interessanti, ma troppo teoriche. Forse è meglio fare degli esempi concreti.
5Hai proprio ragione!
Tra l'altro guardando alle cose in pratica si può vedere cosa hanno fatto i padroni italiani e i loro Governi per spingere il sindacato sulla linea del neocorporativismo e per portare avanti nel nostro paese il sistema internazionale dei tre pilastri.
6Cominciamo da Amato
Nel 1992 il capitale incarica il Governo del "progressista Giuliano Amato" di attaccare il salario sociale e di devastare il sistema previdenziale italiano cominciando a mettere in pratica il primo pilastro del Fondo Monetario Internazionale. Il Governo ha lavorato duro.
    Luglio '92: varo della manovra economica da 30.000 miliardi, trasformazione dell'IRI dell'ENI in società per azioni, accordo sul costo del lavoro con sindacati e padroni;
    settembre '92: finanziaria di 93.000 miliardi, con 41.000 miliardi derivanti dai tagli sulla sanità e sulla previdenza, dal blocco dei contratti pubblici fino a gennaio '94 e dal divieto di rimpiazzare i dipendenti pubblici che vanno in pensione;
mi sembra importante sottolineare che i padroni e il loro Governo Amato hanno attacato tutto il salario sociale globale: prima hanno ridotto i salari monetari individuali colpendo la scala mobile, poi hanno tagliato i servizi collettivi e la previdenza. Loro sanno bene che il salario sociale globale di classe è l'entità economica unitaria contrapposta al profitto e alla rendita.
Sul versante della spesa previdenziale la legge di Amato ha prodotto un guasto di carattere strutturale. Il sistema pensionistico a ripartizione su base retributiva resta, ma per i giovani questo sistema comincia ad essere poco interessante poichè le loro pensioni, calcolate sugli ultimi 10 anni, si abbassano molto.


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1Qui si può vedere in sintesi quello che si è portato via Amato

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breve richiamo delle norme essenziali del decreto Amato

D.L. N. 503 del 30-12-92

Aumento dell'età pensionabile, prima era di 60 anni per gli uomini e 55 per le donne. È stata portata a 65 anni per gli uomini e 60 per le donne aumentandola da 1 anno ogni 2 a partire dall'1-1-94.
Allungamento graduale, da 5 a 10 anni, del periodo di riferimento per il calcolo della retribuzione media pensionabile. Per i pubblici dipendenti l'allungamento era ancora più penalizzante perchè prima il calcolo si faceva sull'ultimo anno di lavoro. Nel calcolo le retribuzioni vengono rivalutate con l'indice ISTAT dei prezzi al consumo aumentato dell'1% all'anno.
Indicizzazione, le pensioni, prima indicizzate rispetto ai prezzi e ai salari, vengono rivalutate solo sui prezzi, una volta all'anno.
Pensioni di anzianità (1), il decreto interviene sulle "pensioni baby" del pubblico impiego. Eleva gradualmente l'età contributiva da 15, 20 o 25 a 35 per
tutti, stabilendo penalizzazioni per chi decide di "anticipare" il pensionamento prima dei 35 anni.
Pensioni di anzianità (2), il blocco delle pensioni di anzianità, scattato il 19-9-92, è prorogato fino al 31-12-93, lasciando solo 4 "finestre" nel '94 (10 gennaio, 10 maggio, 10 luglio e 10 settembre) "chiuse" nuovamente dal decreto n. 553 del 28 settembre '94 (Finanziaria '95 di Berlusconi).
Così Amato portò di fatto le pensioni di anzianità da 35 a 36 e più anni.
Graduale aumento dell'anzianità minima contributiva da 15 a 20 anni per aver diritto alla pensione di vecchiaia.
Il reddito per il diritto all'integrazione al minimo non è più quello individuale ma quello cumulato dai coniugi.

3I padroni e il proprio AMATO governo hanno potuto realizzare i loro intenti perchè di fronte alle resistenze ed alla aperta opposizione dei lavoratori:
  1. hanno riconosciuto al sindacalismo neocorporativo confederale il ruolo di interlocutore sociale privilegiato.
  2. Hanno accettato di praticare il modello neocorporativo eurotedesco come richiesto dalle confederazioni.
Da un lato abbiamo il melodramma delle dimissioni di Trentin e il boicottaggio del movimento di protesta dei consigli contro Amato.
Dall'altro c'è l'accordo sul costo del lavoro.
È questo il quadro nel quale comincia ad essere formalizzata la pratica della concertazione neocorporativa padroni-Governo-sindacati


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Dopo Amato viene Ciampi

Dopo l'assalto di Amato alla previdenza pubblica, i padroni hanno consegnato al nuovo Governo Ciampi il mandato a proseguire l'opera. E l'ex-governatore della Banca d'Italia ha subito rilanciato le indicazioni del F.M.I.:
  1. nel medio periodo demolire progressivamente il fondamento salariale del nostro sistema previdenziale (la pensione non deve più essere salario differito) e ridurre gradatamente la quantità del salario previdenziale;
  2. sviluppare la concertazione neocorporativa tenendo conto delle diverse situazioni sindacali.
Infatti Ciampi ha realizzato il punto 1. completando la distruzione delle pensioni future. Il periodo di riferimento per il calcolo della retribuzione media pensionabile (a cui si applica il rendimento del 2%) è stato progressivamente allungato a tutta la vita lavorativa. In questo modo i giovani
assunti in data successiva al 1993, dopo aver versato all'INPS per 35 anni il 40% della loro retribuzione, dovrebbero averne il 50% di pensione, invece del 70% ante Amato. L'attuazione del punto 2. è tutta scritta nell'accordo del 23 luglio, che qualcuno ha definito "la costituzione economica della seconda repubblica". Questo patto istituzionalizza il neocorporativismo eurotedesco.
I padroni e il loro Goveno riconoscono formalmente al sindacato:
  • un ruolo piuttosto esteso di rappresentanza sociale (subalterno al capitale);
  • la possibilità di concorrere alla definizione (in realtà di essere presenti alle riunioni di comunicazione) della politica economica nazionale;
  • la possibilità di essere un soggetto economico nella gestione delle pensioni private.
In cambio il sindacato:
  • rinuncia alla scala mobile;
  • accetta i tetti di inflazione programmata;
  • accetta la riduzione del salario previdenziale

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Ed ecco Berlusconi
La crisi economica generale e quella politica nazionale convincono i padroni nostrani a forzare la mano. Durante la famosa cena a base di pasta e fagioli in casa Agnelli, l'avvocato firma al cavaliere il nulla osta ad accellerare la lotta economica per i profitti e le rendite, contro il salario sociale globale di classe. Berlusca pone le pensioni al centro della sua iniziativa. Reinterpreta le indicazioni del F.M.I. e decide di:
  • demolire rapidamente il fondamento salariale del nostro sistema previdenziale e ridurre drasticamente la quantità del salario previdenziale;
  • imporre la forma neocorporativa anglosassone ignorando l'opposizione delle confederazioni sindacali.

3Ecco in breve il salasso che ci voleva fare il berlusca

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Breve richiamo delle proposte Berlusconi
D.L. N. 553194
Blocco pensioni di anzianità
decurtazioni dall'1.1.96,
3% per ogni anno (fino a un massimo del 50%) rispetto al "tetto" pensionabile. I lavoratori che all'1-1-95 avranno maturato 37 anni (saranno pagati sulla base dei 35). Possibilità di cumulo tra pensione e lavoro autonomo con contributo di solidarietà del 10%.
Pensioni baby: (pubblico impiego). Contribuzione minima 35 anni. Dal 1.1.95 chi ha 20 anni di contributi, per ricevere la pensione dovrà maturarne almeno 34. Riduzione 3% per ogni anno di anticipo rispetto al "tetto" pensionabile. Possibilità di cumulo tra pensione e lavoro autonomo con contributo di solidarietà del 10% (di cui il 5% a carico del datore di lavoro).
Dipendenti pubblici. Dal 1.1.95 sia la contingenza che le indennità speciali concorreranno a formare la base pensionistica. La reversibilità delle pensioni è sulla base dell'attuale regime INPS. Proroga del periodo di liquidazione dell'indennità di buonuscita.
Pensioni di vecchiaia. Accelerazione dal 95 della riforma Amato sull'innalzamento dell'età di vecchiaia. Dal 1-1-2000 uomini 65 anni, donne 60 anni.
Aliquote di rendimento. 1995: dall'1 gennaio l'aliquota di rendimento sarà fissata al 2% (con 35 anni 70% di trattamento previdenziale). Labbasamento dell'aliquota riguarda l'anzianità contributiva successiva al 31-12-1994.
1996-2000: l'aliquota scenderà all'1,75% per tutti coloro che avranno accumulato più di 15 anni di contribuzione.
scala mobile. 1994: confermato il pagamento dello scatto di novembre (+3,5%) 1995: l'indicizzazione slitta al '96. 1996 e seguenti: le pensioni verranno aumentate sulla base del tasso d'inflazione programmata esclusi i trattamenti assistenziali, per i quali l'indice di adeguamento sarà ancora quello dei prezzi al consumo.


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