Negli ultimi mesi in Provincia di Varese c'è stato un notevole incremento di Cobas aderenti allo Slai.
Alla Mizar, fabbrica tessile di Busto Arsizio, con 237 dipendenti, lo Slai Cobas ha indetto l'elezione delle RSU e, nonostante gli ostacoli della direzione e dei confederali, ha ottenuto il 51% di voti. Sempre alla Mizar si è vinta la causa sulle cessioni di credito e l'azienda è stata condannata per comportamento antisindacale.
Nasce lo Slai Cobas alla Provvidenza (casa di cura), 400 dipendenti sempre di Busto Arsizio. Sette delegati Rsa su 11 si dimettono dalla Cisl e Cgil e passano allo Slai Cobas. Un primo gruppo di 20 lavoratori chiede la trattenuta sindacale in busta paga ma la direzione rifiuta. Una settimana dopo (gennaio 97) 80 lavoratori firmano la cessione di credito a favore dello Slai Cobas e si andrà anche qui in tribunale. Lo Slai Cobas chiede di indire le Rsu, i confederali si rifiutano e dicono che nomineranno nuove Rsa. Lo Slai Cobas indirà a breve l'elezione delle Rsu.
Sempre tra dicembre 96 e gennaio 97 nasce lo Slai Cobas alla ATOS di Sesto Calende, fabbrica metalmeccanica di 250 dipendenti.
Lo Slai Cobas parteciperà all' imminente elezione delle RSU della EMI (casa discografica) di Caronno Varesino con circa 300 dipendenti.
Tel. 0331.773741
Dopo l'ultimo congresso dello Slai Cobas (il più bello), le chiarificazioni avvenute con la scissione del Sin Cobas hanno fato bene allo Slai Cobas di Cosenza : la situazione sta gradualmente migliorando.
Abbiamo stretto i contatti con Cobas che si erano un po' isolati, ci siamo reciprocamente responsabilizzati, avendo chiaro che per noi sono centrali i Cobas che lavorano e non le tessere per le tessere.
Al Banco di Napoli su comincia a parlare ufficialmente di licenziamenti per chi non vuole prepensionarsi, ed il Cobas guadagna simpatie ben aldilà del numero degli iscritti.
Alla Casa di cura privata M.D.G. di Sibari, di fronte alla messa in mobilità di alcuni lavoratori scattava la solidarietà dei lavoratori non colpiti dal provvedimento, ed è soprattutto a questi ultimi che si deve la nascita del Cobas.
A Lungro, tempo addietro scese in piazza un paese intero (come di recente a Serra S. Bruno, in provincia di Vibo Valentia) in difesa dell'ospedale che si minacciava di ridimensionare. Trasferitosi il delegato, è in atto uno sforzo perché non rifluisca il protagonismo diretto dei lavoratori.
Al comune di Bisagno abbiamo un nucleo iniziale di iscritti che stanno operando molto bene anche nella contrattazione decentrata.
Soprattutto, si fanno vedere i lavoratori di situazione nuove :
nasce lo Slai Cobas all'Istituto Papa Giovanni XXIII di Serra Aielli (sanità privata). E' il caso clamoroso (finito alle cronache nazionali) di una casa di cura gestita fino a poco tempo fa da un prete imbroglione ed arbitro assoluto. Ma anche con il nuovo C.d .A. i lavoratori non sono in "regola", soprattutto per ritardi enormi nella paga
nasce lo Slai Cobas nella prima fabbrica (tessile) della provincia : la Marlane-Marzotto di Praia a Mare . Si tratta per ora di poche unità ma sono molto combattive e stanno conducendo una grande battaglia, non solo legale, per il rientro dei lavoratori espulsi. Al loro posto vengono fatte assunzioni clientelari a Cfl che istituzioni, sindacati e media spacciano per sviluppo, poiché ci sono i finanziamenti di CEE e Regione. Dimenticandosi tutti degli operai licenziati in precedenza. Su questo lo Slai Cobas ha tenuto un'assemblea pubblica il primo febbraio a Praia, con la partecipazione delle deputata
a lasciato traccia nella cittadinanza. L'esito delle cause a marzo
è nato un Cobas di disoccupati, piccolo, ma con potenzialità di espansione (si è già tenuto un incontro con un collettivo di disoccupati della provincia)
altri Cobas sono in via di costituzione a Paola, e dovrebbero riguardare ospedale, scuola, braccianti , forestali, con il supporto di un avviato patronato di compagni delusi della CGIL che ora vogliono accostarsi all'idea di patronato dello Slai.
Contatti informali sono stati presi con alcuni lavoratori delle Poste che ora stanno leggendo il materiale Slai del settore.
Venerdì 17 gennaio 97 abbiamo occupato simbolicamente, insieme a CSA Gramna e Socialismo Rivoluzionario, l'Ufficio delle imposte dirette di Cosenza per dare visibilità alla gravissima ingiustizia fiscale. Televisioni e giornali locali hanno seguito la nostra iniziativa. I lavoratori dell'ufficio ci hanno espresso la loro simpatia, elencandoci i loro problemi : ci siamo lasciati con l'impegno di rivederci. Tel. 0984.23724
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Un Comitato di Base interetnico all' Agricola Berica
di Monselice - Padova
Questa azienda occupa circa 150 dipendenti fissi e utilizza mediamente una cinquantina di stagionali, attingendo in particolare dalla manodopera immigrata. La produzione e' incentrata sulla macellazione e la confezione di polli che vengono poi venduti nei supermercati. Le condizioni di lavoro sono estremamente pesanti, in un ambiente che presenta zone di umidità' permanente e che affianca zone di vapore alle celle frigorifere, ma soprattutto con altissimi ritmi alla catena e con un comando asfissiante dei vari capi e capetti.
La presenza di Cisl e Cgil e' stata sempre all'insegna della cogestione ed e' sempre stata piu' attenta alle esigenze aziendali che all'interesse dei lavoratori. Per anni hanno accettato, tramite accordi, che ci fosse un uso discriminatorio e fuorilegge degli stagionali. La causa a suo tempo promossa dall'ADL-SlaiCobas per 27 lavoratori immigrati stagionali, che l'azienda e' stata costretta ad assumere a tempo indeterminato, lo sta a dimostrare. Per non parlare poi dei periodi di malattia e infortunio che non vengono anticipati dall'azienda, dall'uso discrezionale dei permessi, delle ferie, ecc.
Ma la cosa più' insopportabile e' che, di fatto, il sindacato confederale ha concesso all'azienda di continuare ad applicare il contratto dell'agricoltura ad una attività' che di agricolo non ha assolutamente nulla, penalizzando dal punto di vista economico e normativo tutti i dipendenti.
La lotta compatta dei lavoratori e delle lavoratrici, che a novembre 96, hanno attuato il blocco totale per una settimana e' stata interrotta dai sindacalisti Cgil Cisl sulla base di un accordo che dovrebbe garantire 30.000 lire di aumento mensile, a fronte di una piattaforma articolata su varie richieste, tra cui quella di una aumento di 250.000 lire mensili. Stanchi di questa ennesima svendita, decine di lavoratori hanno inviato la loro disdetta immediata. Un gruppo di questi lavoratori/lavoratrici, tra cui diversi immigrati, hanno deciso di costituire un "Comitato di Base" per riprendere in mano la gestione dei propri diritti nel posto di lavoro.
La loro battaglia è appena iniziata. Tel. 049.692171
adl@ecn.org
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