(segue da pag.1 - Metalmeccanici)

Il culo di sacco in cui il contratto dei metalmeccanici è stato cacciato è tutto scritto negli accordi di luglio 92/93 e l'abolizione della scala mobile. I circa 5 milioni persi da ogni metalmeccanico da allora, erano ben lungi dall'essere coperti dalla richiesta iniziale di 262 mila lire, che comunque, a dire confederale, sarebbero state ottenute con un semplice procedimento contabile già concordato.

Sono bastate quattro bordate di Fazio (Banca d'Italia) sulla valenza inflativa delle richieste metalmeccaniche per lanciare Figurati (Federmeccanica, uomo Fiat) nell'attacco all'arma bianca. Prontamente recepito da Treu che ha fatto una proposta al ribasso. Ci siamo trovati così a far scioperi per ottenere cifre continuamente ribassate. L'esito di questo avvitamento al ribasso è sotto gli occhi di tutti. Viene concessa (per un quinto livello, meno ancora per quelli più bassi) la miseria di 200 mila lire lorde (compresi gli scatti anzianità) scaglionate in 100.000 a gennaio 97, 80 mila a marzo 98 e 20.000 a ottobre 98. E questa è la cifra che ci dovrebbe far recuperare il salario perso nei due anni precedenti e tutelarci da quello che perderemo nei prossimi due! Vogliamo proprio vedere chi avrà il coraggio di venirci a fare quatro conti di sotegno. Il netto che ci verrà in busta paga corrisponde ad una indegna elemosina che ci offende e ci umilia.

Ma la trattativa è trasbordata su tematiche assolutamente estranee alle finalità che avrebbe dovuto avere questa verifica di metà contratto : senza che nessuno sia stato abilitato a farlo.

Il contratto nazionale è stato allungato di sei mesi (fino a fine 98) e sulle vertenze aziendali si è posto il pesante vincolo non solo della non sovrapponibilità con quello nazionale ma del radicale limite a richieste "esclusivamente legate ad elementi variabili, quali produttività, qualità e redditività". E se qualche Rsu volesse far di testa propria subentra un livello territoriale ed eventualmente nazionale di controllo. Ada altri devono andare a raccontare che "la contrattazione aziendale è stata salvata".

Con il 98 la gratifica natalizia non inciderà più sul trattamento di fine rapporto, primo passo verso la sua estinzione. In più è previsto una quota salariale (l'1% per ora) riservata illegalmente solo a quei lavoratori che accetteranno di versare a loro volta una analoga quota a quei fondi pensione che tutti (sindacati in prima fila) stanno aspettando, assatanati, da gestire.

Una cosa è certa : d'ora in avanti i metalmeccanici potranno lottare e scioperare solo per tentare di salvare il potere d'acquisto del loro salario, che verrà comunque inesorabilmente eroso. Il miglioramento della loro condizione per una spartizione meno immonda delle ricchezze prodotte è loro definitivamente precluso.

L'affondo vittorioso dei padroni sul fronte dei metalmeccanici ha dimostrato che loro hanno capito veramente la "valenza generale" che questo contratto ha su tutto il mondo del lavoro : cosa che i confederali hanno volutamente dimenticato negandoci uno sciopero generale (che avrebbe disturbato il "loro" Governo).

Né poteva essere altrimenti presi come sono a invocare che il governo attui le delibere sul "patto per la precarizzazione del lavoro".

Ancora una volta noi lavoratori dovremo imparare che da questa deriva sindacale che ci sta portando allo sfascio non se ne esce se non ricostruendo dal basso un sindacato veramente nelle nostre mani, partendo dalla conquista di un reale potere contrattuale solo a chi è stato eletto dai lavoratori.



(segue da pag.1 - processo Romiti)

Non si può non constatare che anche il Sin-Cobas, buon ultimo, dopo l'esclusione da parte civile, si è buttato sulla stessa strada con l'evidente scopo di propagandare con un po' di firme la propria presenza : prontamente sponsorizzato dalle pagine di Liberazione.

Che la sinistra politica e sindacale non sia seriamente interessata a volere a tutti i costi che Romiti sia condannato, oltre alla non volontà di costituirsi parte civile, lo si può ricavare anche da alcuni fatti emblematici. Le notizie sul processo sono passate, su Liberazione, dalle prime pagine ai trafiletti, addirittura più ridotti di quelli che appaiono sulla Stampa. Nessun sindacato o partito ha detto o fatto nulla perché i vertici Fiat siano processati. Fino all'assurdo di Lega Ambiente che, dopo aver per anni comprato azioni Fiat portando lavoratori e cittadini alle Assemblee degli azionisti, adesso, dopo un accordo con Romiti, non c'è.

La decisione dei P.M. torinesi di chiedere la condanna di Romiti a un anno e otto mesi è sicuramente importante, ma è ben lontana dal rispondere alla reale gravità dei reati. Si sta parlando di oltre 1.000 miliardi di tangenti che hanno unto un sistema di potere responsabile della chiusura di fabbriche, del licenziamento di migliaia di lavoratori, della repressione politica delle avanguardie, della costituzione della Gladio Fiat. Se pensiamo alla condanna in primo grado a 11 mesi subita da alcuni lavoratori di Arese per il semplice fatto di aver gridato ai funzionari Fiat, in una manifestazione sindacale, "servi dei padroni", la sproporzione appare evidente. La valenza politica della nostra battaglia perché Romiti sia condannato è fuori dubbio : lo Slai Cobas la condurrà fino in fondo. Perché Romiti con una condanna sia interdetto da cariche pubbliche e i lavoratori abbiano il risarcimento del danno subito.



Sabato 22 febbraio a Padova
si terrà la riunione della Commissione Legale, con la partecipazione degli avvocati, per approfondire il quadro giuridico che emerge dagli interventi governativi che modificano pesantemente il rapporto di lavoro.

Per informazioni e adesioni :tel. 0331.404645 - 049.8643465

Sabato 1 marzo a Milano
Convegno Pubblico dello Slai Cobas
Come organizzarsi per lottare contro le nuove forme
di caporalato e di lavoro precario


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