Nello scorso mese di luglio si è svolto a Roma un concorso nazionale per 400 posti di ispettore di vigilanza INPS. Avendo sempre denunciato la cronica diminuzione degli ispettori INPS destinati al controllo delle evasioni contributive, abbiamo seguito con interesse questo concorso, pur sapendo che 400 posti sono veramente poca cosa rispetto alla mole di controlli aziendali che sarebbero necessari, a fronte di una evasione contributiva di 40.000 miliardi.
Ed ecco cosa è successo:
• il concorso è stato indetto per le prime ore del mattino a Roma. Questo ha comportato lo spostamento a Roma, fin dal giorno precedente, di migliaia di partecipanti: la qual cosa è costata all' INPS quasi 4 miliardi dovendo rimborsare a tutti le spese di viaggio e di alloggio in albergo, oltre naturalmente ai costi legati allo svolgimento della selezione.
• lo svolgimento della prova , il cui livello di oggettività e imparzialità dovrebbe essere garantito da una serie di norme e controlli, ha avuto un andamento a dir poco paradossale: - non è stato effettuato alcun controllo sui bagagli che venivano introdotti all'interno delle aule, - in aula è stato consentito l'uso dei telefoni cellulari, attraverso i quali alcuni candidati hanno potuto comunicare con l'esterno - al termine della prova, come sarebbe previsto, gli elaborati (insieme allo stampato con le domande, sul quale i candidati avevano riportato i loro appunti, dando la possibilità di fornire elementi identificativi) non sono stati chiusi in apposite buste e ritirati in aula, ma consegnati aperti nei corridoi, con i candidati in lunghe file e la possibilità per molti di confrontare e correggere i testi - infine gli scatoloni con la rimanenza dei questionari in bianco sono rimasti incustoditi, consentendo a chiunque di procurarsene uno nuovo e ripetere la prova.
Lo SLAI Cobas, su invito di molti lavoratori, ha presentato un esposto all'INPS chiedendo subito l'annullamento del concorso e la sua riproposizione in sede regionale, onde evitare ulteriore sperpero di denaro pubblico. A distanza di tre mesi l'INPS, pur avendo istituito una commissione d'inchiesta, non ha ancora provveduto ad annullare il concorso. Un comunicato sindacale unitario di CGIL, CISL, UIL e CISAL ha però informato i lavoratori che la commissione d'inchiesta ha rilevato solo alcune irregolarità imputabili però alla ditta fornitrice degli elaborati (!?) e che, comunque, essendovi stati solo 192 idonei (in base a quali criteri nel caos sopra descritto ?) su 400 posti, verrà bandita una nuova selezione, che, in assenza dell'annullamento del concorso, non potrà essere che per i posti residui.
Contro lo sperpero insulso di denaro pubblico e contro il pressapochismo che serve a coprire le clientele politiche e sindacali, ci schiereremo sempre.
SLAI/Cobas INPS di Milano Nord, Ticino Olona e Torino
Unica logica: tagli occupazionali Un decreto legislativo del luglio 97 ("Ristrutturazione dell'area tecnico-industriale della difesa") apre di fatto la ristrutturazione dell'intero comparto.
In perfetto continuismo con la logica che ha animato la ristrutturazione dell'industria privata, anche questo decreto affronta il problema di una pur necessaria riforma in termini di tagli occupazionali e di privatizzazioni.
Anche in questo settore i Confederali svolgono il ruolo di "persuasori" dei lavoratori, facendo passare la necessità di accettare i tagli occupazionali come " ragionevole e insuperabile criterio di economicità". A Mariperman di La Spezia per anni abbiamo visto con i nostri occhi permettere che l' Ente affidasse impunemente lavori e servizi, normalmente svolti dai lavoratori, a ditte private : e non certo per criteri di economicità o di qualità di prestazioni. Un vizio ventennale diffuso in tutto il comparto e che aveva probabilmente alla base un volgare groviglio di interessi privati. Tutto questo andazzo viene ora utilizzato per giustificare la manovra attuale scaricandone la colpa sui lavoratori. Ed è con l'inganno che i confederali cercano di farci digerire i sacrifici occupazionali che ci imporranno paludandosi dietro la scusa "progressista" che i tagli sono "in rapporto alla globale e incontrovertibile riduzione dello strumento militare". Lo strumento militare al contrario, per adeguarsi al ruolo destinatogli da una politica estera sempre più cannoniera, è in fase di potenziamento. I soldi risparmiati con i tagli occupazionali nell'area tecnico industriale vengono riversati sulle industrie private per l'acquisizione di sistemi d'arma avanzati e per il potenziamento dell'esercito. Lo Slai Cobas continuerà a demistificare questo pesante gioco teso unicamente a espellere 4.800 lavoratori (960 all'anno) sacrificandoli, come sempre, a una stupida e interessata sudditanza alle logiche di mercato.
Cobas Slai - Mariperman (La Spezia) - 0187.713925
la questione amianto a Taranto Il comitato lavoratori della Nuova Siet, i lavoratori che operano in presenza di amianto nell'area ILVA e lo SLAI Co- bas sono in lotta contro le aziende che continuano ad inviare lavoratori nelle aree dove vi è una presenza accertata e riconosciuta di amianto e contro l'INAIL che nega i benefici pensionistici previsti dalla legge 257 del 92 ai lavoratori che hanno operato con esposizione all'amianto (20 casi di morte per tumore da amianto accertati dalla asl nel solo periodo 94-97).
Nell'assemblea autoconvocata che si è tenuta a settembre a Taranto, a cui ha partecipato anche l'on. Mara Malavenda, è stato denunciato il tentativo dell'azienda e degli organi di controllo di minimizzare il problema e l'atteggiamento dell'INAIL che si sottrae ai propri compiti. Sono già state attuate numerose iniziative di denuncia e di lotta ed è stata presentata un'interpellanza in parlamento con richiesta di intervento immediato da parte dei ministeri competenti. Il 25 ottobre, assieme all'Associazione Esposti Amianto, Flmu-Cub, centri sociali e comitati di lotta, è stato organizzato un convegno a cui hanno partecipato medici, forze politiche e sociali, associazioni ambientaliste.