EVITARE SCORCIATOIE LIQUIDATORIE

(segue dalla prima)
Il decreto legislativo 59/97 del Ministro Bassanini per quanto concerne le rappresentanze nel pubblico impiego contiene i criteri di riferimento su cui il risorto Governo Prodi vuole andare a parare per tutti gli altri settori lavorativi. Tant'è vero che un comitato ristretto della Commissione Lavoro della Camera stava predisponendo, sulla falsariga di quello Bassanini, un testo generale.

Per la contrattazione nazionale.

I delegati eletti dai lavoratori spariscono letteralmente dalla scena. Ad essa sono ammesse (con tutti i diritti che ne conseguono in permessi, aspettative e distacchi) solo lo OO.SS. che abbiano almeno il 5% di rappresentatività sia nel comparto che in almeno 3 regioni (mescolando le tessere e i consensi elettorali). Ora si vocifera che, per accontentare qualche sindacato di base, per qualche anno, in via transitoria, si utilizzerà la quota del 4%.

Per la contrattazione decentrata

I diritti sindacali (permessi, assemblee ) vengono riconosciuti alle organizzazioni sindacali in quanto tali ed esse li trasmettono localmente agli eletti nelle loro liste. Essere eletti dai lavoratori non costituisce di fatto nessuna fonte di diritto. La vergognosa quota garantita del 33% viene riproposta prevedendo di affiancare le RUP (Rappresentanze Unitarie del Personale) con rappresentanti delle OO.SS. firmatarie del contratto. Le clausole della contrattazione decentrata difformi da quelle concordate nella contrattazione nazionale sono nulle e non possono essere applicate.

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Di fronte a questa aggressione tutte le forme in cui si è espresso il tentativo di distruggere il monopolio di Cgil, Cisl, Uil sono chiamate alla lotta. La spinta forte a ricercare un "fronte unico" da contrapporre non può però, perdere per strada i connotati che hanno segnato, all'origine, la voglia collettiva dei lavoratori di sottrarsi a un dominio sindacale che li sta portando alla disfatta.

E' evidente a tutti che esistono due modi differenti di intervenire e di organizzarsi tra i sindacati extra confederali.

Un modo, che potremmo dire "da pubblico impiego", si legittima attraverso la firma dei contratti al di là dei contenuti, non vota e non passa attraverso l'elezione delle rappresentanze, si sottrae a iniziative unitarie nei luoghi di lavoro ....

L'altro, che potremmo dire "da industria", che proviene dalla storia dei Consigli di Fabbrica e ricerca, dove è possibile, la costruzione di un soggetto unitario dei rappresentanti dei lavoratori, comunque sempre da loro eletto e controllato, a cui conferire i poteri sindacali e non alle sigle sindacali ..... I compagni dello Slai Cobas del pubblico impiego si muovono anche loro in questa ottica e stanno comunque ottenendo significativi risultati.

Questa "forma" organizzativa che lo Slai Cobas da sempre rivendica e pratica costituisce l'antidoto da noi intravisto per superare l'inesorabile burocratizzazione delle rappresentanze, per attivare un reale controllo dei lavoratori su di loro, per farla finita con il sindacalismo ridotto a mestiere. Grazie a questa nostra coerente decisione non abbiamo, in quanto sindacato, nessun diritto. Gli unici spazi sindacali li abbiamo conquistati con il voto dei lavoratori nelle Rsu. Per neutralizzare la nostra presenza le hanno tentate tutte. In molti posti, di fronte alla presentazione di liste Slai Cobas, Cgil, Cisl, Uil non hanno voluto più votare. Costringendoci addirittura a ricorrere ai tribunali per imporre il rispetto di procedure elettorali di favore che loro stessi avevano deciso. Una volta votate, le Rsu sono state svuotate anche dei pochi poteri che avevano o addirittura non sono state riconosciute. La stragrande maggioranza dei nostri compagni fa attività sindacale utilizzando permessi non retribuiti o ferie e sacrificando una mole impressionante di tempo personale. Tutto questo non ha impedito la nostra crescita.

La nuova legge sulle rappresentanze probabilmente costringerà tutti a fare i conti anche col passaggio "elettivo". Lì forse, rispettando le specificità di ogni situazione, si potrebbe sperimentare qualcosa in avanti. Occorrerà trovare modi e forme che permettano l'unità sui contenuti.

Riproporre a tutto il sindacalismo di base il modello "da pubblico impiego" attraverso patti federativi, vorrebbe solo dire affossare il progetto di un'autorganizzazione operaia di classe e di massa.

VITTORIA DEI LAVORATORI CONTRO

LA FIAT HITACHI DI LECCE

Il 3 ottobre 97 il Tribunale del Lavoro di Lecce non si è lasciato intimorire dallo strapotere della fiat Hitachi e ha respinto il ricorso presentato dall'Azienda confermando la sentenza del dicembre 95 che dichiarava nullo il licenziamento di 72 lavoratori.

• nel 95 lo stabilimento della Fiat Geotech diventa Fiat Hitachi con l'acquisto di quote del pacchetto azionario da parte della ditta giapponese

• il cambiamento di sigla serve per ridurre il personale da 1.300 a 650 lavoratori

• i 650 esclusi sono stati circuiti in tutte le maniere dalla Fiat ma un manipolo di loro, sostenuti dallo Slai Cobas, decide di tenere duro e si rivolge al Tribunale

• il pretore chiede il parere della Corte di Giustizia della Comunità Europea che si esprime a favore dei lavoratori

• il 22 ottobre 96 il pretore ordina il reintegro dei lavoratori

• la Fiat Hitachi, strafregandosene della sentenza, non li fa rientrare al lavoro, li paga a casa per un mese e nel gennaio 97 li ricolloca in mobilità. Ottenendo il consenso sindacale. E intanto ricorre in Tribunale contro la sentenza.

Adesso il Tribunale ha respinto questo ricorso. La tenacia dei lavoratori è stata premiata : il primo licenziamento è stato dichiarato definitivamente illegittimo e si procede alla quantificazione delle somme dovute ai singoli lavoratori. Gli avvocati, forti di questa sentenza, depositeranno tra breve il ricorso contro il secondo licenziamento.

Lo strafottente professorone che la Fiat ha ingaggiato per l'arringa in Tribunale ha dichiarato che riassorbire 72 lavoratori per la Fiat sarebbe una quisquiglia, ma che si trattava di una "questione di principio". Un Tribunale coraggioso ha ribadito che i principi non sono solo quelli che la Fiat pretende di imporre.

Questo risultato sta a dimostrare che se i lavoratori, anche se pochi, non rinunciano testardamente a riproporre i loro diritti, possono far esplodere contraddizioni pesanti anche nella potente lobby Fiat - Sindacati.

Lo Slai Cobas è nato anche perchè resistenze di questo tipo continuino ad esistere. E siano di esempio a tutti i lavoratori del Salento. E non solo.

Cobas Slai Fiat Hitachi - 0382.851598

L'Istituto per l'economia tedesca (Iwd) è senz'altro interessato a contrastare la riduzione d'orario di lavoro. Ma i risultati ottenuti da un'indagine commissionata da questo istituto offrono dei dati che occorre prendere in considerazione. Le 35 ore settimanali sono state introdotte in Germania nel 1995. Su 1074 lavoratori intervistati, più della metà dichiarano che il loro stress lavorativo è aumentato perchè devono svolgere in 7 ore giornaliere la stessa mole di lavoro che svolgevano quando lavoravano 8 ore. Molti dei restanti dichiarano poi che la loro azienda ha aggirato l'ostacolo di fare nuove assunzioni aumentando il ricorso agli straordinari.

Ridurre l'orario - Ridurre il lavoro


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