La FULC neanche quello
Nel mese di giugno la FULC, la federazione unitaria dei chimici CGIL-CISL-UIL, ha presentato in alcune fabbriche l'ipotesi di piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale dei chimici, preparata come al solito dalle segreterie nazionali senza alcuna consultazione della base.
Con la consueta prassi degli emendamenti alla piattaforma hanno ingannato i lavoratori, illudendoli che fosse possibile modificare la piattaforma. Avevano anche assicurato, con la complicità dei delegati di fabbrica, che dopo averla discussa ed emendata nelle assemblee di livello superiore, l'avrebbero ripresentata ai lavoratori per la votazione finale, prima di presentarla alla controparte.
E' stata l'ennesima beffa: mentre i lavoratori aspettano le assemblee per verificare le modifiche apportate alla piattaforma, vengono a sapere che erano già stati effettuati incontri tra la FULC e la Federchimica, entrando nel merito dei contenuti della piattaforma, senza alcun mandato ufficiale da parte dei lavoratori.
In questa piattaforma :
• viene proposta l'istituzione di valanghe di comitati e osservatori nazionali, regionali, provinciali, il cui unico scopo sarà quello di tenere tutto sotto controllo ed far sparire la voce dei lavoratori
• le proposte sulla riduzione d'orario sono truffaldine : essa non solo viene delegata a CGIL-CISL-UIL in accordo col sindacato europeo ma contemporaneamente, per la prima volta, si propone l'introduzione di una banca ore individuale per gli straordinari
• per quanto riguarda l'ambiente, c'è la richiesta che i corsi di formazione dei RLS (rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza) siano gestiti unitariamente da padroni e sindacati (CGIL-CISL-UIL)
• gli aumenti salariali che si avanzano sono strettamente legati all'accordo del 23/7/93 e saranno suddivisi su una scala parametrale di 100-220. Come ormai d'abitudine ai lavoratori non iscritti a favore di CGIL-CISL-UIL sarà chiesta una quota "servizio".
• si propone che le pensioni integrative vengano estese obbligatoriamente a tutti i lavoratori con anzianità contributiva precedente al marzo 1993 attraverso il versamento ai Fondi di Previdenza di una quota annua di TFR uguale per tutti.
• per quanto riguarda l'annoso problema del pensionamento anticipato per i lavori usuranti (previsto dalla legge 335/95 e mai applicato) si rimanda la palla alla trattativa in corso col governo sul welfare state, come a dire che non se ne fa nulla un'altra volta".
• la novità senza dubbio più clamorosa è però la richiesta di istituire un fondo nazionale di assistenza sanitaria integrativa. Una tetra lungimiranza sul futuro che attende la sanità pubblica e in pratica l'avvio di quel percorso che ha portato alla distruzione delle pensioni.
Negli ultimi contratti nazionali i chimici sono stati scelti come battistrada: sono stati i primi a cancellare la scala mobile, a introdurre le pensioni integrative, la flessibilità dell'orario, il cumulo della malattia, il superamento dell'art.13 dello statuto dei lavoratori (quello sulle mansioni).
L'opposizione ai contenuti di questo contratto riveste allora un'importanza strategica che va ben al di là dei semplici interessi dei lavoratori chimici.
Cobas Slai Max Meyer Duco (Mi) - 02.6070931
renderlo legale
Il 25 settembre un nuovo caso di denuncia e di arresto di un padrone di Martina Franca (Taranto) per supersfruttamento di 30 operaie ha riportato alla luce la condizione della maggior parte delle lavoratrici nelle piccole e medie fabbriche tessili: costrette a lavorare anche minorenni con sottosalari da 20-25 mila lire al giorno, firmando buste paga false, rinchiuse in locali spesso con poca luce ed aria per 10 ore al giorno, costrette a subire minacce, soprusi e a volte anche molestie sessuali da parte di squallidi padroncini.
C'è chi di fronte a questi casi inorridisce e lancia strali contro il lavoro nero.
Nella stessa provincia di Taranto, c'è poi il lavoro "legale" del padrone leghista Miroglio. Qui ci sono circa 400 operaie che ricevono 800 mila lire al mese, ma sono "legali", perché assunte in contratto di formazione lavoro e quindi "legalmente" prendono un salario del 40% inferiore alla norma. Qui, sempre legalmente, sono stati cancellati i contratti integrativi, il premio aziendale e la 14 mensilità dati da Miroglio nelle sue fabbriche al Nord. Qui alle operaie, grazie ad un accordo di CGIL, CISL e UIL, non vengono pagate per 6 mesi 40 ore di formazione (circa 200 mila lire al mese). Qui si lavora su 3 turni, anche di notte, e su 7 giorni alla settimana. Qui il padrone leghista che licenzia al Nord perché è più conveniente sfruttare al Sud, ha avuto sovvenzionamenti per 90 miliardi dal governo dell'Ulivo e una serie di agevolazioni da assessori PDS locali.
Ma che differenza c'è tra lo sfruttamento in nero e le gabbie salariali e la precarizzazione a vita, legalizzate dal recente patto per il lavoro del ministro Treu?
Slai Cobas Taranto - 099.374241