SPIONAGGIO FIAT

"VEDIAMO DI NON SCHERZARE"

 

Per conoscenza la informiamo di aver rinvenuto all'interno della scrivania del sopra citato dipendente, circa 30 volantini come in allegato. Ora, visto che i volantini riguardano la Fiat, abbiamo ritenuto opportuno renderla edotta.

 


 

Nei giorni scorsi sono saltati fuori i verbali interni alla Fiat in cui capi turno della sorveglianza e dirigenti erano a conoscenza di apertura di scrivanie e armadietti personali dei dipendenti (vedi un esempio nel riquadro).

Se sul verminaio di spioni e servizi segreti che da decenni agiscono in Fiat il tombino non è stato ancora definitivamente chiuso ciò lo si deve solo allo Sali Cobas che ha aperto due anni fa, con una denuncia, l'attuale inchiesta.

Oggi di fronte alla scoperta delle "schedature" di massa praticate dalla Fiat, hanno tutti la conferma che non si trattava di "dietrologismi" ideologici di cui il Cobas era infetto : spiare, aprire cassetti, fotografarne i contenuti, schedare i lavoratori è una pratica illegale che continua ad essere normalmente svolta nelle fabbriche Fiat, da personale assunto espressamente per questo e pagato con fondi neri, sotto diretta responsabilità di uomini dell'Azienda. Molti dei quali ricoprono ancora ruoli importanti e delicati nell' organizzazione aziendale (vedi riquadro).

Non si può dimenticare che :

La magistratura di Torino, dopo aver estromesso i carabinieri dalle indagini e averle passate alla Digos, sta mettendo finalmente i piedi in un piatto che scotta. Le roboanti dichiarazioni sindacali si perderanno presto nel nulla. Già mani anonime fanno circolare lettere provocatorie tese a depistare le indagini : sintomo comunque che lassù qualche sfintere comincia a tremare. Il tentativo di ridicolizzare questo illegale apparato di controllo limitandone l'operato a scoperte di oggettistica pornografica, scatole di preservativi o schedine totocalcio perditempo, evidentemente non tiene.

 Se si avrà il coraggio di andare avanti, di ben altro spessore politico saranno le nefandezze che sgorgheranno da questo tumore che la Fiat ha strutturalmente innestato nel suo tecnologico organismo produttivo. Di questo sono tutti convinti.

Sicuramente i vertici sindacali sono conoscenza di questa pratica Fiat. Non è altrimenti spiegabile il loro assoluto disinteresse a mobilitare i lavoratori in fabbrica invitandoli a raccontare quello che sanno e quello che vedono, e limitandosi a qualche comunicato stampa.

 Lo Slai Cobas, come ha fatto per il processo a Romiti e Mattioli, continuerà invece testardamente a coinvolgere e organizzare i lavoratori contro le illegalità della Direzione Fiat. 


ULTIMORA : una non troppo strana visita è stata fatta nella sede dello Slai Cobas all'interno della Fiat di Arese. Lunedì 18.5 le porte del locale Cobas in Consiglio di Fabbrica sono state trovate scardinate e i raccoglitori aperti con i documenti sparsi per terra e sulle scrivanie. Questo fatto, prontamente denunciato ai carabinieri che sono arrivati sul posto con un fotografo, va indubbiamente ricondotto all'inchiesta in corso a Torino, su nostra denuncia, per il controllo illegale del personale. Un'inchiesta che forse sta cominciando a preoccupare qualcuno che non esita a reagire con i soliti metodi.

 


SONO ANCORA LI'

Pagella, uomo dei servizi segreti e ex capo delle guardie Fiat, è a capo della Sepim, società che controlla i dati personali di 150.000 dipendenti Fiat.

Castagnola, uomo di Gladio, dirige il Consorzio Orione addetto al trasporto valori e servizio scorta dei dirigenti

Ambroso, uomo dei servizi segreti, è capo della sicurezza Fiat

Iandiorio e Galafassi, ex capi della sorveglianza Fiat, sono titolari della Osirc, società di recupero crediti creta dalla Fiat, con infiltrati nelle questure, nei tribunali, con accesso ai terminali Montedison dove lavorano Gallo Modena e Bosso ex capi delle guardie Fiat .

 



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