28 GENNAIO '95
Arringa del Pubblico Ministero

Per favore silenzio durante le discussioni, perche' se qui non si riesce a sentire dobbiamo sospendere e rinviare per avere un'aula piu' grande, aula grande vuol dire aula bunker di Via Uccelli di Nemi, quindi se vogliamo sperare di chiudere il processo conviene fare silenzio.

PM: Partirei dal concetto giuridico di radunata sediziosa. Con riferimento alla norma incriminante, quindi alla fattispecie, all'imputazione contestata e alla condotta base ravvisata nella condotta degli imputati. La contestazione e' di avere partecipato a una radunata sediziosa. Per quanto riguarda il primo profilo di addebito, tale condotta comporta esclusivamente una presenza, sotto il profilo oggettivo e, sotto il profilo soggettivo, la coscienza e volonta' di prendere parte a una radunata che sia sediziosa (...) Ai fini della configurabilita' del reato di cui all'Art. 655 CP, non va' preso in considerazione il numero delle persone particolarmente attive, e come tali protagonisti della radunata, bensi' quello complessivo dei partecipanti alla riunione, compresi quelli non identificati dalla polizia.

Indipendentemente, infatti, da un preventivo concerto, anche un casuale assembramento assurge a radunata quando le persone riunite agiscono unanimemente e si dimostrano animate da concordanti intenzioni. Al concetto di radunata sediziosa e alla condotta sono estranee forme d violenza tipiche e tipizzabili in altre fattispecie di reato, come per esempio atti di danneggiamento, atti di aggressione alla persona che se fossero stati posti in essere dai partecipanti alla radunata sarebbero oggetto di contestazione a parte. Pertanto il concetto di radunata sediziosa non implica necessariamente un'attivita' violenta sotto il profilo della rilevanza e della messa di atti che rientrano nell'albo di altre fattispecie penali. Il problema giuridico che ha affrontato la giurisprudenza di legittimita' e di merito e' la definizione del concetto di sediziosita', dell'aggettivo "sedizioso". Richiamo due sentenze, entrambe della sezioni sesta della Corte di Cassazione del 19 maggio 1973 e del 20 ottobre 1975, e quali dicono che si considera sedizioso il comportamento che esprime ribellione, sfida, insofferenza verso i pubblici poteri e verso gli organi dello stato cui e' demandato di esercitarli. Comportamento, questo, che si desume dal complessivo inequivoco atteggiamento della folla riunita (...). Il concetto di sediziosita' implica immediatamente come viene tutelato l'Ordine Pubblico che e', nella concezione minima e piu' semplice, il regolare svolgimento del quotidiano civile e quindi la possibilita' per ogni cittadino di poter passeggiare per una strada senza incorrere nel rischio di trovarsi coinvolto in atteggiamenti che potrebbero porre in pericolo l'Ordine Pubblico e di riflesso la sua tranquillita' sociale. (...) Ancora, Cassazione 9 aprile 1977 : "deve ritenersi sediziosa la condotta che rivela ribellione verso i pubblici poteri e verso gli organi dello stato ai quali spetta il diritto e il dovere di esercitarli(...).

Inquadrate le fattispecie di radunata e grida sediziose, occorre esaminare il comportamento dei partecipanti a quella radunata, a quell'assembramento del 20 gennaio 1994, per interpretare da una condotta oggettiva se questa esprimesse sediziosita', cioe' ribellione, insofferenza e sfida verso i pubblici poteri.

Nell'esposizione introduttiva avevo richiamato alcuni temi di prova che volevo portare alla verifica dell'esame dei testi e delle prove assunte del dibattimento e che, se provati, a mio modo di vedere, avrebbero configurato quell'assembramento del 20 gennaio come sedizioso. In particolare volevo provare che quel giorno era stato organizzato un presidio iniziale di 80 persone, poi aumentate fino a 300 unita', e dopo che era stato sgomberato un altro immobile in Via Conte Rosso n.27, per RESISTERE ATTIVAMENTE alle forze di polizia che dovevano assicurare l'esecuzione di una ordinanza del sindaco, di demolizione di opere abusive. Tale affermazione e' stata provata per una serie di riscontri.

Primariamente perche' gli occupanti del centro sociale, intesi come persone che la notte dormivano nel Centro Sociale Leoncavallo e che ne avevano il possesso in momenti di tranquillita', non superavano le 10 unita'.

Secondariamente perche' e' stato rinvenuto del materiale come bottiglie e sassi e altri oggetti destinati all'offesa alla persona, sui tetti del C.S. Leoncavallo.

Poi perche' sono state ammassate o comunque e' stato rinforzato il portone del C.S. Leoncavallo per impedire o comunque rendere difficoltoso l'accesso da parte delle forze della Vigilanza Urbana che dovevano abbattere le opere abusive.

Successivamente si doveva provare, ed e' stato provato, che si e' creato un cordone di persone davanti all'ingresso del centro, per impedire l'accesso al centro stesso. In questo caso la resistenza dei soggetti non e' stata soltanto passiva, nel senso della richiesta di provocare un semplice spostamento delle persone, essendosi verificate anche attivita' di aggressione verso le forze di polizia.

Dopo l'ingresso delle ruspe nel Centro, per circa due ore i rappresentanti delle forze di polizia sono rimasti schierati a ferro di cavallo per impedire un nuovo ingresso e quindi una nuova occupazione della sede del Centro Sociale da parte di soggetti che continuamente tentavano d aprire varchi nel contingente, utilizzando anche oggetti, e vedremo quali, ed essendo parzialmente travisati, almeno alcuni.

Successivamente il responsabile dell'Ordine Pubblico ha concesso l'autorizzazione agli Imputati e ad altre persone non identificate, o comunque non denunciate, di sfilare in corteo da Via Leoncavallo fino alla nuova sede di Via Salomone 71. Autorizzazione data evidentemente, e vedremo che anche questo punto e' stato provato, per non creare ulteriori focolai di disordine e di piazza, visto il clima gia' teso esistente.

Malgrado tale concessione, gli imputati e gli altri appartenenti alla radunata sediziosa non hanno consentito, soprattutto in Piazza Sire Raul, alle forze di polizia di prendere la testa del corteo, secondo le normali strategie di controllo in materia di ordine pubblico.
In tale contesto si sono verificati degli scontri con ferimento di uno dei manifestanti, A.M., come anche provato dal certificato medico prodotto. In tutto questo contesto sono state scandite frasi di natura sediziosa.

Ulteriormente, nei pressi della nuova sede di Via Salomone, mentre le forze di polizia non erano presenti o comunque si erano ritratte, anche qui per una questione di tutela dell'ordine pubblico, venivano indirizzati sputi vari, o comunque si creava un contraddittorio, dove da una parte c'erano i manifestanti e dall'altra c'erano poche persone di mezza eta' le quali manifestavano la loro perplessita' circa la presa di possesso da parte dei simpatizzanti del Centro Sociale della nuova sede di Via Salomone. In questo contesto, Rancati Rocco (uno di quelli che ci voleva impedire di prendere possesso dell'area. N.d.R.) riportava la frattura delle ossa nasali e lesione a un dente.

Le prove "principi" sono le prove testimoniali, che trovano un riscontro negli avvenimenti per quanto riguarda la rappresentazione di momenti essenziali nei rilievi fotografici eseguiti. Io ho proprio effettuato uno specchietto comparativo tra le quattro deposizioni degli operanti dell'ufficio Digos, per vedere se qualcuno possa aver detto qualcosa di piu' o enfatizzato diversi punti rispetto gli altri (...). Se analizziamo queste testimonianze, e lo faremo, punto per punto, con questa comparazione, vedremo che tutti i testi hanno reso dichiarazioni univoche circa la narrazione dei fatti accaduti il 20 gennaio '94. Prima di questo esame dei testi mi sembra essenziale toccare soltanto un punto, emerso dalle dichiarazioni del Dottor Pensa, il quale dice "Fu data l'autorizzazione al corteo per motivi di ordine pubblico, per far decantare la situazione esistente". Il quale ci dice anche "Le forze di polizia non scortarono il corteo fino a Via Salomone sempre per una questione di ordine pubblico, per far decantare la situazione". Lo stesso XXXXX (compagno del Leoncavallo) ci dice che il giorno prima si era verificata una riunione con i rappresentanti istituzionali del Ministero degli Interni, Questore, Prefetto e quant'altri, per scegliere una strategia di sgombero al fine di evitare quegli incidenti che si verificarono nel 1989 e che portarono all'arresto di alcune persone e al ferimento di altre. Nel racconto poi del consigliere di Rifondazione Comunista, Umberto Gay in cui si parla della storia del Leoncavallo, per lo meno con riferimento a queste ultime vicende giudiziarie, direi dall'insediamento della giunta Formentini fino ai fatti del 20 gennaio, traspare u punto essenziale. La scelta di trovare una nuova sede al Centro Sociale da parte dell'Istituzione Governo, parlo del Ministero degli Interni, parlo del Prefetto, parlo del Questore, venne data per due motivi essenziali: uno, evidentemente un profilo di opportunita' socio-politica, una valutazione di merito e di riconoscimento di quanto il Centro Sociale portava alla citta', delle loro iniziative, del loro valore culturale. Ma questo e' un motivo che direi politico in senso ampio che non spetta al Magistrato ovviamente sindacare, di cui noi prendiamo atto. Ma c'e' un altro motivo, sicuramente, che attiene all'ordine pubblico. In sostanza il Governo, i rappresentanti del Governo decisero di requisire la sede e di concedere un'altra sede al Centro Sociale Leoncavallo, e ad alcuni simpatizzanti, ovviamente non a tutti, c'era una potenzialita', una germinazione, tale da crescere turbativa nell'ordine pubblico, con eventuali forme di resistenza e di aggressione. Io ritengo che questo punto essenziale sia stato il punto di forza della fase contrattuale. Ed e' un punto di forza che va' preso in considerazione sotto il profilo giuridico per la valutazione anche di questi fatti. Il riscontro a quello che sto' dicendo, oltre alle testimonianze che ho citato, emerge chiaramente dalla motivazione stessa che il Prefetto ha dato dell'atto di registrazione della sede di Via Salomone, allorche' ha parlato di "gravi motivi di ordine pubblico". E del resto non si spiegherebbe il perche' di un diverso atteggiamento rispetto ad altre associazioni o aggregazioni sociali che pure hanno dignita' di esistere in Milano e che hanno sempre attraversato grossi problemi sotto il profilo del finanziamento da parte delle istituzioni e sotto il profilo del rinvenimento di una sede. Per esempio il Centro Sociale di Villa Amantea che ha avuto una storia differente e offriva un valido servizio di assistenza a extracomunitari.

Continue proteste da parte degli imputati

PM: Dicevo, altre associazioni che pure hanno un riscontro culturale e una valenza sociale in Milano, non hanno ricevuto un trattamento simile da parte dell'Istituzione; allora il problema degli extracomunitari, dei centri di prima accoglienza, dei nomadi, del centro accoglienza famiglia in crisi, del centro bambino maltrattato, ecc. Tutto questo per dire che io ritengo che il punto di forza contrattuale del Centro Sociale poteva anche essere da parte di alcuni, e poi leggendo i resoconti giornalistici si vedra' anche di un partito, all'interno tra "falchi" e "colombe", c'era la possibilita' in sostanza di creare turbativa per l'ordine pubblico. Tornando all'esame dei testi, prendiamo in considerazione i Testi a difesa: noto una genericita' di racconto. Per quanto riguarda il teste Gay, era presente in Via Salomone, ma lui stesso ha parlato in maniera coscienziosa in quanto rappresentante istituzionale, si poneva un problema nel profilo di corteo di Via Salomone e quindi dell'ingresso da parte dei manifestanti per la salvaguardia non solo dei manifestanti, ma anche di quei cittadini di mezza eta' che stazionavano davanti alla sede ex-Krupp requisita dal Prefetto di Milano. La teste M. (giornalista del quotidiano "LA NOTTE", citata dalla difesa-n.d.r.) parla di una situazione di tensione e da' un riscontro di quanto diranno i testi dell'accusa, e cioe' che dal Centro Sociale Leoncavallo sono uscite alcune persone e non gia' che stazionavano fuori. XXXXX (compagno del Leoncavallo, citato dalla difesa in quanto "coimputato in procedimenti connessi") parla di una partita di pallanuoto. Vediamo attraverso il racconto degli altri Testi come si e' svolta questa partita di pallanuoto.

Alle ore 8 abbiamo la prima fase, che e' quella dello SGOMBERO.Il teste PENSA (Vicequestore Aggiunto - N.d.R.) che arriva alle ore 7 ci dice che escono dal centro 50 persone. Il Teste BAFFI (Digos) che arriva alle 8.00 dice che erano 70/80 persone e ci dice anche che di solito sono 10 le persone che stazionano permanentemente nel Centro a dormire e a pernottare... Il Teste COLLU (Digos) ci dice che sono 80 le persone che escono, e il Teste DE ROSA (Digos) ci dice che sono 80 le persone che escono.

(...) Seconda fase: il momento della RESISTENZA, attiva o passiva, vedremo come. Il Teste PENSA ci dice testualmente che le persone ragivano e si divincolavano. Questa fase dura almeno un'ora e si crea una specie di balletto, perche' le persone trasportate che reagiscono e si divincolano, poi tornano indietro. Il Teste BAFFI ci dice che l'attivita' di resistenza e' attiva, "scalciano e sgomitano" e che dura circa un'ora. Il Teste COLLU ci dice che la resistenza e' attiva, "danno spintoni, calci e si dimenano". Il Teste DE ROSA ci dice che la resistenza e' attiva "sgomitavano e davano calci". Questa situazione, dicono tutti i Testi, dura almeno un'ora. Abbiamo una situazione dei luoghi riscontrata. Situazione del portone. Dice il Teste BAFFI: "abbiamo trovato delle sedie accatastate dietro al portone per impedire l'accesso delle ruspe". Circostanza che conferma anche il Teste DE ROSA, "sedie accatastate per impedire l'accesso alle ruspe". Sia BAFFI che DE ROSA dicono che sul tetto del Centro Sociale sono stati trovati carrelli pieni di sassi e altri oggetti contundenti atti all'offesa.

Quindi, la seconda fase della resistenza che abbiamo visto essere attiva, dura almeno un'ora; c'e' questo balletto, alla fine gli occupanti vengono spostati e viene creato un cordone posto a protezione del Centro per impedire la nuova occupazione. Dice il Teste PENSA "l'azione dei militanti prevedeva un continuo spostarsi per tentare di sfondare il cordone protettivo. Due Carabinieri hanno riportato delle ferite, delle contusioni, questa onda si spostava con violenza e tentavano di aprire varchi". Dice il Teste COLLU "i tentativi do sfondare il cordone non sono stati isolati, ma continui. Venivano sferrati calci e pugni, e si muovevano tipo onda continua, era il tentativo di sfondare il cordone protettivo. Volevano rientrare nel centro. Il Teste BAFFI ci dice che l'attivita' di resistenza e' attiva "scalciano e sgomitano" e che dura circa un'ora. Il Teste COLLU ci dice che la resistenza e' attiva, il Teste DE ROSA ci dice che la resistenza e' attiva, "sgomitavano e davano calci". (...) Dice il Teste DE ROSA "tentativi di sfondare anche con bastoni, noi abbiamo delle foto e si puo' valutare la fondatezza di questa affermazione". Ci riferisce anche che un carabiniere, in questo contesto, viene rapinato di un orologio, e durante tutto questo i Testi riferiscono che vengono lanciati oggetti. PENSA dice "monete, accendini tipo uso e getta e lattine", BAFFI dice "soltanto monete", DE ROSA dice "monete". Ci confermano tutti, e lo confermano anche le foto, che durante questa fase ci sono persone travisate con sciarpe e cappelli. (...)

Abbiamo la terza fase del corteo. Gia' in queste prime fasi e per tutta la durata della giornata, della manifestazione, dell'assembramento del corteo vengono scanditi slogan del tipo di quelli contestati al capo di imputazione. Questo ce lo dicono non solo gli operanti, ma abbiamo sentito anche i Testi della difesa. Il corteo: dice il Teste PENSA "doveva avvenire il trasloco, la sede era gia' stata assegnata in mattinata all'Associazione Mamme del Leoncavallo". Circostanza che conferma BAFFI , allorche' dice che lui personalmente alle ore 10.00 si e' recato insieme ad altri funzionari della Digos, credo al Dirigente DOTTOR FINOLLI, a consegnare ufficialmente la nuova sede all'Associazione Mamme del Leoncavallo. Dice il teste PENSA "viene data autorizzazione dal responsabile dell'Ordine Pubblico per far decantare la situazione del Leoncavallo".

Quindi con questa affermazione dice in sostanza che questa autorizzazione che viene data allo spostamento della massa di soggetti, viene data perche' in quel momento c'era un pericolo concreto per l'ordine pubblico, pericolo che sussisteva a seguito di questa attivita' che ho appena descritto. PENSA dice inoltre "improvvisamente data questa autorizzazione corrono verso Piazza Sire Raul, non riuscivamo a fermarli. I dimostranti non volevano che la polizia prendesse la testa del corteo, tant'e', vedremo, la polizia non riesce a prendere la testa del corteo, che si incammina con alla testa il dirigente di servizio, piu' agenti in abiti civili. I reparti di polizia, quelli in divisa, rimangono in coda. Il teste BAFFI ci dice che durante questa situazione di tensione vengono addirittura utilizzate delle aste di bandiere, che ricorrono come riscontro fotografico nel momento antecedente, poiche' vedremo che alcuni Imputati e alcuni manifestanti hanno con loro delle aste di bandiera. In Piazza Sire Raul, dice BAFFI, si verifica uno scontro, nel senso che i manifestanti volevano impedire la presenza della polizia davanti alla testa del corteo. Si crea una forma di resistenza verso la polizia, e in questo contesto si ferisce AAAAA; questo o parapiglia termina in Piazza Sire Raul dopo una decina di minuti. Il Teste COLLU conferma dicendo "i manifestanti non consentono alla polizia di prendere la testa del corteo". Anche il teste DE ROSA conferma "la polizia non riesce a prendere la testa del corteo. In Piazza Sire Raul si verificano gravi momenti di tensione." (...).

(...) Abbiamo la terza fase, quella del raggiungimento di Via Salomone, nella nuova sede del Centro Sociale. Qui PENSA ci dice ancora una cosa che e' significativa dellolo stato di tensione e di pericolo per l'ordine pubblico, che esisteva quella mattina, ci dice testualmente "per far decantare la situazione si e' ritenuto opportuno fermare le forze di polizia all'altezza di Piazza Ovidio". Per cui il corteo da Piazza Ovidio fino a Via Salomone procede senza l'assistenza delle forze di polizia. PENSA ci dice che nota la presenza di queste persona di mezza eta' all'ingresso di Via Salomone e che personalmente tenta di anticipare il corteo per evitare questo scontro, questa frizione, che inevitabilmente si sarebbe creata tra i manifestanti del Centro Sociale e quelle persone di mezza eta' che stazionavano davanti alla nuova sede del Centro Sciale Leoncavallo e ci descrive che innanzi tutto ,lui ha una grossa difficolta' a prendere la testa del corteo perche' piu' volte viene strattonato, parla di un parapiglia di manie e di piedi e dice che in questo contesto si verificano le lesioni a RANCATI Rocco. La normalita' in Via Salomone, PENSA e' presente, si verifica soltanto dopo mezz'ora, un'ora dopo, con l'ingresso dei manifestanti nel Centro. BAFFI, D E ROSA e COLLU non sono presenti e direi onestamente che omogeneamente non rendono dichiarazioni sugli episodi di Via Salomone. Direi quindi che da questo esame comparativo emerge una piena attendibilita' dei Testi nella narrazione essenziale degli avvenimenti e dei gravi problemi di ordine pubblico che quel giorno si erano creati. (...) in piu' c'erano 5 o 6 donne, saranno state 10 o 20, non importa, comunque abbiamo visto che erano persone di mezza eta' e che potenzialmente, anagraficamente e strutturalmente c'era una diversita' tra forze contrapposte, fra ragazzi che avanzavano e persone di mezza eta' che forse volevano impedire a loro di entrare. XXXXX (compagno del Leoncavallo - n.d.r.) ci dice, fra l'altro, per giustificare questo atteggiamento "be', insomma, quando uno vede delle persone che ostacolano l'ingresso a casa sua, vuole entrare", sembra giustificarlo e richiama il rispetto della legalita', in questa frase. Dicevo, aggressione a RANCATI Rocco: dice il Teste RANCATI "c'erano 5 o 6 donne e dei ragazzi del Leoncavallo, si sputavano e dicevano parole ingiuriose reciprocamente. Dice che lui e' intervenuto e ha detto "non mi sembra un bel gesto", testualmente, cito la sua narrazione: "quelli mi si sono scagliati contro in un attimo, 4, 5, 6, come una valanga che mi ha investito; ho riportato la rottura del setto nasale, la rottura di un dente, una contusione al torace, due mesi di malattia".

A me pare, riprendendo il concetto giuridico, che quella ostilita', quella ribellione, quel disprezzo che la norma richiede per sanzionare un comportamento che oggettivamente e' tale (cioe' sedizioso - n.d.r.), lo si desume anche da un punto di vista psicologico dall'assenza di motivazioni vere. Punto primo : XXXXX, portavoce del Centro Sociale, ci dice che tutto era stato concordato, c'era stato un incontro con la Questura e che tutto doveva svolgersi normalmente. E allora perche' questo debordamento degli accordi? Era stata assegnata al Centro Sociale, attraverso vicende travagliate, una sede che era forse a loro gradita e comunque una sede, comunque avevano ricevuto un trattamento che altre aggregazioni sociali, piu' o meno importanti, non sta' a me dare il giudizio, non avevano mai avuto. Comunque, e questo lo si sapeva, sia perche' riportato dai giornali, sia perche' conosciuto dai legali del Centro Sociale, la sorte del Centro era segnata, perche' esisteva un decreto di sequestro preventivo dell'intera area, che io ho prodotto agli atti, del Tribunale di Milano, con cui si disponeva, per una serie di motivazioni, il sequestro dell'intera area. Quel provvedimento non era esecutivo, perche' era stato interposto ricorso per Cassazione dagli interessati, che era all'epoca pendente; ricorso che poi e' stato rigettato ed e' divenuto esecutivo successivamente, cioe' dal 20 gennaio '94 e quindi all'insediamento del Centro Sociale in altra sede. Se lei avra' la bonta' di leggere le motivazioni di questo provvedimento, vedra' che il Tribunale si stupisce dell'inerzia delle autorita' che per tanti anni hanno tollerato una simile situazione. Attenzione, il Tribunale e noi giuristi ci muoviamo unicamente sotto un profilo di condizioni che rilevano penalmente, quindi esula dal fare considerazioni di tipo sociale, storico, opportunistico, ma dice solamente che c'era una situazione parametrata con delle violazioni di legge che andava rimossa gia' da tempo. Allora, ripeto, in assenza di questa situazione, quali sono stati i motivi di questa manifestazione sediziosa? Perche' c'e' stata una resistenza attiva verso le forze dell'ordine? Perche' un tentativo di rompere quel cordone e di rioccupare il Centro Sociale Leoncavallo? Perche' quegli insulti continui verso le forze dell'ordine che in quel momento rappresentavano una istituzione a loro favorevole? Perche' se fossero andati i vigili urbani di Formentini a sgomberare il Centro Sociale Leoncavallo, visto che l'antagonista era Formentini, allora forse qualche motivazione avremmo potuto trovarla, o cercare di fare uno sforzo in questo senso. Per quanto riguarda le singole responsabilita' tutti i 72 partecipanti sono stati riconosciuti, sia dall'esame dei Testi, sia sulle fotografie a loro mostrate. Il singolo ruolo che hanno avuto i partecipanti non rileva per la configurabilita' del reato, perche' abbiamo visto che la contestazione e' far parte di una manifestazione sediziosa. Pertanto la presenza, soltanto la presenza, caratterizzata sotto il profilo psicologico da quegli altri elementi che ho evidenziato, e' sufficiente per far ipotizzare la responsabilita' delle persone presenti. Posto che comunque la radunata sia articolata dalle ore 8.00 della mattina fino al pomeriggio verso le ore 16.00, posto che tutti si sono mossi in un certo modo, posto che tutti quelli riconosciuti erano presenti di fronte al Centro Sociale Leoncavallo, sono sfilati in corteo in Via Salomone, quindi unanimita' di condotta e intenti. Sotto il profilo casomai della maggiore o minore partecipazione, tale profilo puo' appunto rilevare nel momento in cui si quantifichera' l'irrogazione di una pena, pero' rileggendo sempre le testimonianze non ci sono state grosse diversita' in relazione al comportamento dei singoli. Allora, i Testi; PENSA ci dice che questo lavoro di riconoscimento e' un lavoro di squadra fatto da una primaria visualizzazione che viene avvalorata da un confronto fotografico fatto dopo che ovviamente vengono sviluppati i rilievi della scientifica, negli uffici della Questura. Personalmente il Dottor PENSA ha riconosciuto : X . CARLO, X. MARIO, X. RICCARDO, X. SANDRO, X. ENZO, X. SANTO, X. CARMEN, X. ADRIANA, X. ALFREDO, X. MARIO, X. TOMASO, X. ELISABETTA. Testimonianza del Dottor BAFFI "su 300 persone, abbiamo denunciato le 72 piu' vivaci, anche perche' le altre non si conoscevano" e quindi valore della visualizzazione. La visualizzazione e' un qualcosa di immediato, personale che ha esperienza di Digos, COLLU 5 anni, DE ROSA 7 anni, conosce piu' o meno simpatizzanti o gli appartenenti a certe realta', ed e' ovvio che nel momento in cui si forma un corteo, riconosce immediatamente l persona. Allora, BAFFI riconosce tutte le 72 persone oggi Imputate. E dice "erano presenti dall'inizio alla fine" e BAFFI, attenzione, si e' assentato soltanto verso le ore 10.00, come abbiamo visto, unitamente al Dottor FINOLLI per consegnare la sede all'Associazione Mamme del Leoncavallo. BAFFI differenzia la posizione, quanto a particolare attivita' quel giorno, per X. ROBERTO, X. SANDRO, X. MARIO, X. ANGELO, X. GIUSEPPE, X. LUCA. COLLU riconosce 49 imputati su 72. Vedra', signor Pretore, che quando io ho esaminato COLLU ho fatto delle domande, proprio per verificare la sa attendibilita', sull'eta' anagrafica della persona; ho chiesto se la persona che lui man mano ci diceva di aver riconosciuto, era giovane o aveva una certa eta'. Non ho fatto le domande solo quando la persona aveva una certa eta', come se fossero suggestive, ma l'ho fatto anche quando le persone erano giovani, e vedra' che COLLU esattamente ci dira' se questa persona, da lui visualizzata e riconosciuta, era di giovane o media eta', questo per verificare l'attendibilita' di COLLU, il quale, come ho detto, riconosce 49 imputati su 72, cioe' X. GIULIANO, X. ANGELO, X, SANTO, X, ROCCO, X. ENZO, X. MARIO, X. MICHELE, X. ADRIANA, X. CARMEN, X. MARIO, X. CARMELA, X. GRETA, X, LORENZO, X. LUCA, X. CLAUDIO, X. MATTEO, X. PAOLO, X. MASSIMO, X. STEFANO, X. ROCCO, X. WALTER, X. FRANCESCO, X. LUIGI, X. IDA, X. RICCARDO, X. ALFREDO, X. MARA, X. ANNA, X. JACOPO, X. ROBERTO, X. LUCA, X. ALDO, X. SERGIO, X. TOMASO, X. CARLO, X. MASSIMO, X. ARTEMISIA, X. GENNARO, X. MASSIMILIANO, X. ELISABETTA, X. ALBERTO, X. SANDRO, X. GIORDANA, X. STEFANIA, X. ELENA, X. ELISA, X. SIMONE.

Da ultimo, lo ricorderete, abbiamo sentito il Teste DE ROSA il quale sembrava a una trasmissione del tipo "Scommettiamo che ?", tant'era la sua sicurezza e la sua certezza nel riconoscere con le modalita' richieste, giustamente, dalla difesa, quindi senza apposizione di bollini o di segni che potevano in qualche modo suggerire la risposta al Teste, riconosceva tutte le persone in maniera genuina, valida, efficace, addirittura spiegando come vengono riconosciute l persone travisate, dall'attaccatura dei capelli, dal colore dei capelli, mi pare, che per ciascuna persona riconosciuta dia dei riferimenti anche personali: soprannome, il fatto che uno degli Imputati sia deceduto e quant'altro, anche lui ci dice che sono state denunciate queste 72 su 300, perche' le piu' agitate. Direi quindi che sotto il profilo del riconoscimento abbiamo una serie di testimonianze tranquillanti, riscontrate da riconoscimenti fotografici avvenuti in aula, per cui abbiamo la certezza che tutti e 72 gli Imputati erano presenti a quella radunata del 20 gennaio '94. Ritengo pertanto che debba essere quantificata la pena, e i parametri di riferimento della pena sono quelli dell'Art. 133 del Codice Penale.

Chiedo quindi una DIFFERENZIAZIONE di pena, per il comportamento particolarmente attivo, soltanto per alcune posizioni riferite non da un Teste, ma da piu' Testi, che io ho individuato in X. MARIO, X. ROBERTO, X. SANDRO, X. ROCCO, X. GIUSEPPE, X. LUCA.
I parametri di individuazione sono il comportamento antecedente, quindi l'esistenza di precedenti penali, la partecipazione come valutazione del comportamento susseguente al 20 gennaio, cioe' la denuncia di quei fatti gravissimi de 10 settembre 1994 a seguito dei quali la citta' di Milano venne messa piu' o meno a "ferro e fuoco". Altro parametro e' il comportamento processuale...

Allora, singolarmente queste sono le richieste :
Per 6 imputati : mesi 4 di arresto.
Per 3 imputati : mesi 3 e giorni 10 di arresto
Per 64 imputati : mesi 3 di arresto