28 GENNAIO '95
Dichiarazioni spontanee degli imputati: LUCA

PRETORE: Possiamo sentire W. Di nome?

LUCA: Luca ( 24 anni)

PRETORE Stessa raccomandazione. Ci parli solo dei fatti del 20 Gennaio.

LUCA: Premetto a questo punto allora che anch'io avevo una breve introduzione che ci riportava un po' indietro negli anni, pero' sembra a questo punto che diano fastidio certe analogie che avevamo preparato sia io che il compagno che ha parlato precedentemente rispetto alla gestione di questo Tribunale con quello che e' stato istituito nel ventennio fascista. Comunque sembra di andare fuori tema anche se qui non ci troviamo a scuola.. Tagliero' quindi tutta questa premessa iniziale e partiro' dai fatti. Comunque dalla situazione politica che si e' creata oggi molto simile a quella del ventennio...

( PARTE OMESSA DAL TRIBUNALE)

Dal 28 maggio al 4 giugno 1928 il tribunale processo' i capi del partito comunista. Gia' nel 1923 erano stati denunciati per complotto, ma il tribunale ordinario li aveva assolti, perche', in base alla legge, il partito comunista aveva il diritto di esistere, di fare propaganda elettorale e di mandare i suoi deputati alla camera. Il 28 agosto 1926 la polizia arresto' 2 persone che portavano corrispondenza della direzione del partito alle sezioni, concernente la distribuzione della stampa e dei libri, il soccorso alle famiglie, la difesa degli arrestati, la raccolta di fondi ecc.. Molti altri arresti furono eseguiti fra persone il cui nome non appariva in quelle lettere.

Il 6 novembre 1926 il partito comunista, come tutti gli altri dell'opposizione, fu dichiarato illegale; il 25 novembre 1926 l'appartenenza ad un partito disciolto fu decretata punibile. In nessun paese civile un tribunale potrebbe applicare una legge emanata il 25 novembre 1926 a persone arrestate prima di quella data. Invece il giudice istruttore fascista incolpo' tutti gli arrestati di "complotto e di insurrezione armata contro lo stato, con l'intento di istituire in Italia la repubblica dei soviet", in base a questi due argomenti:
1- il partito comunista era una partito rivoluzionario
2- gli accusati erano i capi di quel partito.

Per l'accusatore pubblico essere stati membri del partito comunista prima che questo fosse illegale, non solo significava essere responsabili della direzione di quel partito dopo che era stato dichiarato fuori legge, ma anche essere responsabili di aver organizzata una rivolta armata. I membri del comitato che si occupavano soltanto del soccorso alle famiglie degli arrestati furono pure accusati di complotto armato. Perfino gli avvocati incaricati della difesa dei prigionieri comunisti, furono imprigionati sotto la stessa accusa perche' avevano compilato alcuni opuscoli di propaganda.

Durante il dibattimento un avvocato difensore cerco' di spiegare ai bruti che funzionavano da giudici la distinzione che si deve fare tra organizzazione rivoluzionaria incitanti alla ribellione e gli atti concreti di rivolta armata che domando' che i suoi clienti fossero giudicati soltanto come membri di un partito illegale. Il tribunale non solo non accetto la distinzione, ma denuncio', per insulto, i difensori al consiglio di disciplina. condanno' 18 accusati ad un insieme di 293 anni di prigione.

(brano citato dal libro IL TRIBUNALE SPECIALE FASCISTA - edizioni GALZERANO

(FINE OMISSIONE)

... La condanna discriminata che viene fatta oggi nei nostri confronti non poi e' molto diversa dalle persecuzioni fasciste che in quegli anni decretavano un partito fuori legge, come quello comunista, e di conseguenza imprigionavano i suoi militanti solo per l'appartenenza e non per il reato. Ieri come oggi nelle aule dei tribunali si usa l'arma a doppio taglio nei confronti degli avvocati difensori ritenuti complici dei loro assistiti e coinvolti nei loro stessi procedimenti; ovviamente non parliamo di qualsiasi procedimento, ma solo di quelli a carico del movimento dell'opposizione sociale dei centri sociali, procedimenti che affiorano oramai la soglia delle mille imputazioni, tutte scrupolosamente seguite dagli stessi accusatori, per cui mi chiedo se dentro il tribunale di Milano c'e' un pool che lavora, oltre a quello ormai noto a tutti di Mani Pulite, appositamente per noi che a questo punto potremmo ribattezzare per distinguerlo mani sporche. Questo lo noto dal fatto che il sovraffollamento delle carceri e' dovuto ad un elevato numero di detenuti ancora in attesa di giudizio, convinto del fatto che questo sovraffollamento crei comunque ogni sorta di disagio possibile e immaginabile ed un congruo danno economico a carico di tutta la collettivita', resto sempre piu' perplesso da questa corsia preferenziale dedicataci dal tribunale di Milano. Ma entriamo nel merito, Per cosa veniamo oggi processati ? Per un presidio, come i tanti che facciamo, questa volta intriso di significato e di cuore. Si chiudeva la porta di un luogo che ha rappresentato 19 anni di lotte, di resistenza politica e culturale, un posto ricostruito da noi mattone su mattone dopo uno sgombero, quello si illegale, del 1989, accompagnato dalle ruspe dei padroni della citta'.

Quella mattina noi armati di parole, loro armati fino ai denti. Chi stabilisce chi ha vinto, questo tribunale? Ebbene se oggi siamo processati bisogna capire cosa non ha funzionato.

C'era un accordo ben preciso che ha fatto si che ci trovassimo davanti al cancello a mani nude invece che sui tetti del centro sociale pronti a difenderlo con ogni mezzo necessario. Sig. Giudice e Sig Pubblico Ministero perche' non chiedersi chi ha agito nell'illegalita' quella mattina, chi non ha rispettato i patti chi veramente dovrebbe dare giustificazione per questa grottesca farsa.

Sig. Giudice, ogni tanto mi capita di tornare per le strade di quel quartiere, mi si stringe il cuore quando vedo un quartiere senza piu' la sua dignita' di un tempo, un quartiere dove l'eroina e' tornata a regnare come unica proposta di aggregazione giovanile e dove lo sfruttamento della donne nella prostituzione da' la misura tangibile di come vanno adesso le cose.

Si possono spendere molte altre parole per ribadire l'importanza e l'utilita' di un centro sociale, mi sembra che gli esempi sopra citati siano gia' sufficienti per stendere un bilancio su chi elimina o apporta il degrado e l'invivibilita' nei quartieri. Fin dai primi anni dell'occupazione l'impegno dei compagni ha sempre portato migliorie a questo degrado anche ad un costo elevato che ha visto spargimento di sangue, soprattutto nell'impegno e nella lotta contro l'eroina, dove due giovani militanti, Fausto e Iaio, hanno pagato con la loro vita la ricerca della verita'.

Quanti altri giovani dovranno pagare magari con anni di prigionia o addirittura con la loro stessa vita ,per cercare la verita' .

Quale prezzo ha questa verita' '? perche' dobbiamo essere sempre noi a pagare?

Ci condannerete per quello che diciamo, ci condannate per come lo diciamo, ci condannate perche' ci raduniamo, Ci condannate per le case che occupiamo, ci condannate per il lavoro che non abbiamo, ci condannate per le finanziarie che non vogliamo, ma noi non ci sentiamo colpevoli di niente, come colpevoli non erano i militanti del partito comunista italiano, processati dal tribunale speciale istituito da Benito Mussolini nel 1928.