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28 GENNAIO '95 Dichiarazioni spontanee degli imputati: ALFREDO PRETORE: Non si applaude. Y. Alfredo. ALFREDO (38 anni). Certo che' e' un po' difficile riuscire in quest'aula a dire ancora di piu' di quello che i miei compagni hanno gia' detto prima. Certo, sarebbe stata un'udienza molto lunga che se anche solamente i 72 imputati avessero parlato cinque minuti, senza dire niente in cinque minuti, sarebbe durata all'incirca sei ore in piu' di quella che e' stata la discussione tra le parti. Seconda cosa, rendere una dichiarazione e parlare di quello che e' successo il 20, fuori da un contesto che dura un anno e6 mezzo. tra prima e dopo, e' altrettanto difficile, non si puo' estrapolare, io ho il senso della storia, non riesco a stare fuori di questo e parlare di un fatto specifico, di una giornata specifica senza riuscire a contestualizzarla mi sembra privo di senso, comunque ci provero'. PRETORE: E' ammessa la contestualizzazione in un anno e mezzo, non in trent'anni. ALFREDO: Un anno e mezzo, io ho detto un anno e mezzo, non ho detto 30 anni. Allora, la contestualizzazione e' questa, e non dico che altri tipi di contestualizzazioni sono sbagliati, pero' limitarla del tutto e parlare del 20 e' limitativo. Allora, la contestualizzazione e' molto breve chi non ha vissuto in Polinesia o nei ghiacciai dell'Antartide sa che cosa e' successo a Milano da alcuni mesi prima dello sgombero del 20 e, lo sa benissimo, i giornali lo hanno ampiamente detto, stravolgendolo molto spesso e, mi sembra di ricordare che persino la Presidente di questa corte ha detto che non sempre i giornali dicono la verita'. In questo caso non l'hanno detta quasi mai. Allora, cosa e' successo: i balletti che ci sono stati, gli atteggiamenti del Sindaco Formentini che non solamente ha fatto campagna elettorale su questa cosa, ma ha proseguito e si distingue e continua a distinguersi, mi pare, anche in questi giorni per dichiarazioni che tendono a risolvere qualsiasi problema, anche la morte di quattro bambini zingari, con lo sgombero. Questo e' uno dei personaggi, uno degli attori di questa vicenda che data, sappiamo, alcuni mesi prima almeno nella sua fase piu' acuta, ma data tanti anni di minacce di sgombero ben piu' protatte nel tempo. Comunque arriviamo qui, arriviamo a quel periodo, arriviamo a questo sindaco che dice queste cose, alza artificiosamente, strumentalmente e volontariamente la tensione; mi verrebbe da dire, come ha detto il suo leader politico parlando dei suoi vecchi alleati di partito: e' sedizioso, se vogliamo usare un termine di questo tipo, ed e' sedizioso anche il Sindaco sicuramente. Comunque, al di la' di questo in quel periodo contestualizziamo che dall'altra parte (che non siamo noi), in quella che viene definita una piccola guerra o un balletto o il gioco delle parti fra le istituzioni, ci sono tutte le altre procedure. Si arriva a promettere posti, a darli, ai sequestri, ai sequestri di un capannone, si arriva comunque a quel 20 e, tutto questo, io credo che tensione e rabbia l'avrebbe creata a chiunque, chiunque non sia morto dentro, almeno questo insomma. Io la faro' molto breve, non sto li' a "menarla" piu' di tanto su queste cose, arriviamo pure al 20. Il 20, quella mattina il presidio e il corteo non e' che erano stati autorizzati, i cortei e i presidi da quando mi ricordo io, non si autorizzano o come si diceva qualcuno prima (che non siamo noi e non sono i nostri Avvocati) per gentile concessione si da la possibilita' di portarsi in gruppo verso via Salomone, al limite non si vietano. Veramente io non so, dal punto di vista formale, da un punto di vista sostanziale, non c'e' autorizzazione o gentile concessione o c'e' il divieto o non c'e', parziale o totale e il divieto non c'era sia del presidio e sia del corteo, questo e' un dato di fatto, pacifico, lo sappiamo tutti. Allora che cosa succede che quel corteo e quel presidio non sono stati muti e rassegnati; allora questa e' la colpa perche' a uno sgombero (perche' anche se c'e' un trasferimento di sgombero si trattava, per il significato politico, sociale, anche culturale e umano di chiunque pratica l'autogestione, l'autorganizzazione in questa citta' come in tutte le citta' d'Italia e, io penso, anche in buona parte delle citta' d'Europa, poi nel mondo non so, puo' anche darsi), non abbiamo opposto il silenzio. Allora questo era uno sgombero e come tale era la visibilita' della nostra opposizione allo sgombero, di tutti quelli che erano li' (che non erano solo il Centro Sociale Leoncavallo, ma di tutte le situazioni autogestite di Milano),1 che voleva essere negata. Perche' se qualcuno si oppone e si oppone visibilmente, fa sentire le sue ragioni, (perche' mutismo e rassegnazione io credo che non dovrebbero essere le caratteristiche di nessuno, ma non sono sicuramente le nostre), allora diventa fattispecie di reato. Questo si chiama fattispecie di reato, un termine di una freddezza e di una, potremmo dire violenza, ma non uso questo termine, un termine proprio che sfronda da qualsiasi contesto, da qualsiasi sostanza; fattispecie di reato, vi rendete conto? Anche storicamente... fattispecie di reato, mi lascia veramente perplesso, comunque diventa fattispecie di reato. Allora, che quel presidio che non era un presidio muto e rassegnato e, che quindi diceva delle cose, non era esattamente li' a guardare piangendo e, quindi non e' stata una veglia a guardare qualcosa che se ne va, qualcosa che si sgretola, magari portandosi il ricordino; e' che l'andare verso il luogo del trasferimento non sia stata una mesta processione verso il luogo dell'esilio diventa fattispecie di reato, perche' questa e' la realta', perche' questo si sta processando oggi e in tutto questo periodo qua, esattamente e solamente questo, perche' e ripeto; non autorizzazioni, ma divieti, non c'erano. Allora, arriviamo a qualcosa che io mi sono segnato (poi non parlero' di tutto, per carita'), si parla della piena attendibilita' di tutti i Testi dall'esame comparativo. Allora sinceramente io ho assistito a qualche interrogatorio e di inciampi ne ho visti tanti, ma poi il discorso e' che quando qualcuno domandava: "Ma e sicuro?" Lui diceva: "E' mestiere". Bastava questo, qualunque cosa non risultava bastava dire: e' mestiere (almeno due testi hanno detto questa cosa), mestiere di imparare le liste a memoria, mestiere di tutto quello che vogliamo, e' mestiere! E allora con il discorso e' mestiere si metteva da parte qualsiasi inciampo, qualsiasi incongruenza e poi pensare, a me sembra che un Teste qui abbia detto: "E' tradizione", (spero di citare bene a memoria), "E' tradizione che nelle manifestazioni fra le Forze dell'Ordine e i manifestanti non ci si scambi dei fiori". Credo che qualcuno abbia detto questa cosa. Allora, prima cosa: sicuramente e' cosi' e' sempre stato cosi' per tutte le manifestazioni, seconda cosa, e' nel termine "non ci si scambi dei fiori" che io voglio dire oltre al fatto che delle incongruenze ci sono state e sono state risolte in questa maniera. Lo scambio prevede il fatto che nelle manifestazioni non ci sia scambio di fiori, anche dall'altra parte non crediate mica che sia la neutralita'. Poverini! La neutralita'? Non esiste questa "neutralita'", e che questa neutralita' nella piazza, come nello stendere i verbali e fare le identificazioni, diventi magicamente grande attendibilita'. Come se per motivi caratteriali, per motivi di troppa introiezione nel proprio ruolo in termini autoritari, per motivi anche politici non si facciano, (secondo me anche alcune falsita'), ma forzature, aggiunte. No queste non ci sono, i Testi sono sempre e comunque attendibili anche quando riescono a recuperare i propri inciampi semplicemente appellandosi al fatto che quello e' il loro mestiere e, che quindi, comunque vada e' sicuramente vero quello che stanno dicendo. Io penso che non sia cosi', e penso che in questo processo gli inciampi vanno recuperati in questo modo. Addirittura si arriva a dire: "Quanti ne riconosce? Tutti e 72?" Alla domanda del Pretore: "Ma come tutti e 72?", risponde: "io si (non sono mica quello di prima che ne ha riconosciuti di meno, io sono molto piu' solerte, studio molto di piu'), questo e' sinceramente quello che si vede e questa e' la grande attendibilita' dei Testi, come se i Testi fossero neutri, non avessero nessuna emozione, nessun odio, nessuna troppa solerzia nel ruolo. Attendibile. Io credo una cosa, pero' e qui finisco, ne avrei tante di cose da dire, la altre cose le hanno gia' dette i miei compagni e mi trovano concordi su quello che e' il significato, almeno sinteticamente, dei centri sociali ecc. Ma si e' voluto annullare tutto questo patrimonio e tutta questa storia, e come? In un procedere che va dal danno (e il danno e' stato lo sgombero, il trasferimento forzato), alla beffa (e la beffa e' lo sgombero peloso, brutto, molto peloso, portato avanti dalle istituzioni e, io credo, da tutte le istituzioni di questa citta' effettuato questo Agosto , buttato in mezzo alla strada con dichiarazioni che lasciavano il tempo che trovavano pero' non importa, hanno lasciato il segno in questa citta' come tutti gli sgomberi precedenti) e, adesso , dopo il danno e la beffa si arriva attraverso l'intimidazione delle denuncie, alla ritorsione, perche' quello che si sta cercando di fare e' la ritorsione contro chi non ha voluto essere muto e rassegnato. |
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