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28 GENNAIO '95 Arringa della difesa (d'ufficio) Terzo Avvocato: Voglio partire da un termine, che ho appreso in quest'aula, del quale non avevo mai sentito pronunciare il senso in un'aula di giustizia, se non in questo caso. Del termine di "antagonisti" che e' stato attribuito da uno dei testimoni operanti, a questi imputati. Questo termine mi ha impressionato anche perche' non e' un termine del tutto respinto da questi imputati che, a quanto si puo' apprendere leggendo per esempio i loro manifesti affissi per le strade della citta' e anche in prossimita' del Palazzi di Giustizia, a volte si qualificano effettivamente come tali. E' un termine molto interessante per due ragioni, perche' su un piano politico, si colloca in una fascia intermedia di significati tra il termine avversario e il termine nemico; l'antagonista" non e' ne' nemico ne' avversario, ma un qualcosa di diverso; e poi perche' e' un termine che, a quanto mi pare, e' mutuato dalla pratica sportiva. E' nella pratica sportiva che si parla molto facilmente di antagonisti. Questo termine inconsueto puo', se interpretato male, comprendere in se' la sentenza. Potrebbe essere il termine determinante, decisivo per suggerire una conclusione; se sono antagonisti delle forze dell'ordine e si radunano, per cio' stesso la loro radunata e' una radunata antagonista, e quindi e' una radunata sediziosa. Se questa fosse la causa, se fossimo qui oggi a parlare di questo circolo vizioso di significati, saremmo qui per nulla, non avremmo nessuna ragione di stare in quest'aula, perche' il giudizio sarebbe gia' costituito, gia' formato, gia' consolidato in questa triade: antagonisti-radunata-sedizione. Fine del processo. Io credo che no sia cosi', credo che siamo qui, invece, a valutare un fenomeno e dei fatti in tutta la complessita' che i colleghi, che mi hanno preceduto, hanno evidenziato davanti a questo giudice. Quindi io vorrei brevemente cercare di dare a questo termine un significato diverso, calandolo nei fatti. Cosa fa in una situazione conflittuale un antagonista ? Il 20 gennaio e' stato l'ottenere, a fronte di un fatto storico ineluttabile, com'e' l'abbandono necessario e la inevitabile distruzione del vecchio Centro Sociale che si e' occupato per 18 anni, a fronte di questo fatto ineluttabile occorre, di fronte all'opinione pubblica che si sceglie come proprio interlocutore, di dare voce a un dissenso rispetto al fatto materiale che si realizza nel momento dello sgombero. (...). Cosa si celebrava in realta' quel giorno ? Credo che si possa dire che non si celebrava un vero e proprio scontro dal quale dovesse uscire un vincitore fra due antagonisti, le forze dell'ordine e il Centro Sociale Leoncavallo, si celebrava semplicemente la liturgie di una vittoria. Il protagonista era un altro, non erano ne' i ragazzi del Leoncavallo ne' le forze dell'ordine, si celebrava quel giorno la vittoria della ruspa, che era il vero protagonista del 20 gennaio 1994. La ruspa come elemento imponente, meccanico, simbolico che e' in grado, con la potenza dei suoi cingoli, di sfondare finalmente il maledetto portone, maledetto da punto di vista di una parte dell'opinione pubblica di questa citta', all'epoca egemone, la ruspa sfonda il maledetto portone e riporta l'ordine e la legge laddove essi, secondo quell'impostazione, erano stati per anni violati. Se questa era la liturgia della vittoria, gli antagonisti in quella sede svolgevano tutti, ragazzi del Leoncavallo e forze dell'ordine, un ruolo di comprimari; la liturgia prevedeva l'adempimento di una obbligazione altrui, cioe' di una obbligazione che il sindaco si era assunto nei confronti di questa citta', che prevedeva l'eliminazione, quanto meno sul piano simbolico perche' nessuno si era mai illuso e penso neppure il sindaco di procedere a un'eliminazione in senso fisico o politico del termine, ma di un'eliminazione sul piano simbolico di un antagonista principale che aveva determinato uno scandalo con lala sua sola esistenza. Da qui l'incredibile enfatizzazione, fino a livelli paradossali, fino a far diventare questo Centro Sociale il problema principale di questa citta', che di problemi ne ha ben altri, ben piu' gravi e ben piu' difficili da affrontare. Il 20 gennaio del '94 si verifica uno scontro tra comprimari, in cui tutti avevano deciso cosa fare, la resistenza passiva da una parte, di fronte a un portone che doveva essere demolito, e le forze dell'ordine(...).
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