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NESSUNA GIUSTIZIA NESSUNA PACE
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In ordine alle notizie apparse sulla stampa quotidiana l'Assemblea del Centro Sociale Leoncavallo, tenutasi lunedi' 30 giugno, ha deliberato quanto segue:
Ancora una volta i centri sociali milanesi e il Leoncavallo in particolare sono oggetto delle attenzioni delle istituzioni dello stato: ridotti, come sempre, a temi di ordine publico. Straordinari valori di solidarieta' e aggregazione si trovano ancora costretti ad affermare un diritto di esistenza che e' diventato senso comune per larga parte della citta'. Orientamenti e procedure perfettamente in linea con le politiche del nuovo governo uscito dalle elezioni di marzo e volte a smantellare ogni residuo diritto sociale . Era d'altronde ovvio che la Lega Nord e i fascisti una volta divenuti partiti di governo regolassero i conti con l'opposizione. Nessuno stupore in una citta' dove negli ultimi mesi sono state negate fondamentali liberta' di espressione e aggregazione politica: Milano , unica in Europa, dove, da sei mesi, viene sistematicamente negato il diritto a manifestare per un'intera area politica; dove sei/settecento denuncie delimitano ,nell'ultimo anno, per via giudiziaria, l'opposizione reale; dove si parla di non autorizzazione persino riguardo ad iniziative politiche culturali quali il Festival del Parco Lambro in programma, per il sesto anno consecutivo, dal 15 al 24 luglio. Una situazione di eccezionalita' artificiale che sottopone di fatto all'ordine pubblico l'attivita' politica delle associazioni e dei gruppi non rappresentati a Palazzo Marino o benedetti dalla maggioranza; quasi che la vita politica e sociale della citta' potesse esaurirsi nella sua forma istituzionale. Tutto questo mentre chi piu' grida contro queste esperienze e la loro presunta illegalita', Formentini e la sua giunta, e' proprio chi si e' reso maggiormente colpevole, in quest'anno di governo, del degrado delle periferie e del peggioramento generale delle condizioni di vita cittadine. Si straparla ancora di sgomberi di centri sociali, mentre la politica culturale del comune di milano si riduce ad un'estate, gestita in forma esclusiva dall'assessore Daverio, fatta di Mozart a Quarto Oggiaro per 50.000 lire e Bach nella mezzanotte del Parco della Martesana. Un insulto, neanche gratuito, a chi, da decenni, chiede strutture permanenti per il teatro, la musica, le attivita' aggregative in genere, i servizi sociali, la trasformazione delle periferie ghetto. In questi mesi e' esistito tutto il tempo necessario ad una soluzione generale per i centri sociali milanesi. La giunta di Milano ha proseguito invece lungo una linea di contrapposizione tanto piu' ingiustificata da parte di chi non e' stato in grado di presentare alcun serio risultato dei piu' volte annunciati programmi relativi ai servizi sociali e similari. E che dire delle aree dismesse, riconsegnate alla speculazione e alla rendita dei Cabassi e dei Ligresti alla faccia delle rivoluzioni annunciate e di quelle da concludere? Un centro sociale e' un insieme di relazioni inserite in un territorio, e la rottura di queste rappresenta un impoverimento delle sue funzioni e uno svuotamento della sua identita'. Se l'intento e' quello di liquidare un aggregato e una memoria formatasi lungo 19 anni, attraverso un processo di riallocazioni provvisorie e successive e' forse opportuno che tale identita' e memoria, la nostra, vengano riconsegnate a quel movimento di giovani, lavoratori dentro e fuori la fabbrica, disoccupati, senzacasa, da cui origina. Non sfugge a nessuno infatti che l'esito cruento della vicenda del Leoncavallo e' un atto di aggressione rispetto ad un'intera area sociale, non soltanto milanese, e segna una rottura nella convivenza dei sogetti sociali della citta'. Rottura talmente profonda e gravida di prevedibili conseguenze future da renderci plausibile il sospetto che si voglia deliberatamente marginalizzare quest'area politica e sociale allo scopo di radicalizzarne le forme di lotta e favorirne la repressione. Non altrimenti puo' interpretarsi questo primo e significativo atto del nuovo governo contro l'opposizione reale, non altrimenti tanto spreco di intelligenze e risorse contro quello che resta comunque "solo" un centro sociale. Se esiste l'intenzione di fare ulteriormente della citta' di Milano il laboratorio dei futuri rapporti tra il governo e la variegata area dell'opposizione, sara' l'autunno di lotte sociali e il piu' prossimo futuro a dare le adeguate risposte. |
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