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Stop all'emergenza casa
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L'"emergenza casa" non si risolve con i raid polizieschi giustificati da "motivi di ordine pubblico". Soprattutto in una citta' come Milano dove sono migliaia gli sfratti che attendono di essere eseguiti, sia per finita locazione che per morosita' o abusivismo e dove, di contro, l'assegnazione degli alloggi popolari e' bloccata. Decine di migliaia sono gli appartamenti tenuti vuoti in citta' per favorire la speculazione, con conseguenti fitti e mutui a prezzi di strozzinaggio e una dislocazione sul territorio di agenzie immobiliari assimilabili a un vero e proprio racket delle abitazioni. Viviamo in un paese in cui la politica della casa viene gestita integralmente dall'intervento immobiliare privato (anche in termini legislativi) e il residuo patrimonio pubblico sta per essere completamente privatizzato (ricordiaaaaaaaamo che l'Italia ha una percentuale di patrimonio pubblico rispetto al privato del 5%, una percentuale bassiassima rispetto ad altri paesi a spinta capitalistica). I contributi GESCAL, decurtati ogni mese dallo stipendio di milioni di lavoratori sono bloccati da anni alla cassa depositi e prestiti (a parte le briciole centellinate per interventi di recupero sugli stabili posti in vendita), decine di migliaia di miliardi utilizzati per la cassa integrazione mentre da anni non viene minimamente prospettata la costruzione di nuova residenza popolare. In questo contesto ogni occupazione e' di per se' una scelta politica importantissima ed inderogabile, in un percorso reale di lotta che ci porti a costruire una politicaaaaa per la casa in funzione dei reali bisogni di chi ancora crede che la casa sia un diritto fondamentale per chiunque e non una merce assoggettabile a leggi di mercato.
PER UN CANONE D'AFFITTO IN FUNZIONE DEL REDDITO.
Commissione casa e territorio C.S. Leoncavallo |
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