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Liberi
1962

Otto ore moltiplicate per tutta la vita

Il 1962 e' l'anno del rinnovo del contratto dei metalmeccanici. La piattaforma sindacale e' caratterizzata dalla rivendicazione della riduzione dell'orario di lavoro da 44 a 40 ore e dalla riduzione delle differenze salariali.

Il conflitto sindacale ha un suo punto chiave a Torino, dove alla testa della lotta sta emergendo un soggetto nuovo: i giovani operai meridionali, sradicati, spesso non ancora sindacalizzati, ma portatori di una rabbia che nasce anche dalle condizioni di vita fuori dalla fabbrica.
Nelle piccole fabbriche essi sono i protagonisti. Ma la lotta non si puo' vincere senza la Fiat, dove il 13 giugno, prima giornata di sciopero nazionale, gli operai lavorano regolarmente. Solo il 23 giugno la Fiat, spinta dalle avanguardie piu' politicizzate, si muove.

Il 7 luglio si diffonde la notizia che la Uil e il sindacato autonomo Sida hanno raggiunto un accordo separato con l'azienda. I lavoratori assediano la sede della Uil in piazza Statuto. Gia' nel pomeriggio vi sono incidenti fra polizia e dimostranti. Verso sera, quando il grosso dei manifestanti si e' ritirato, gruppi di giovanissimi caricano i cordoni della polizia. Gli stessi dirigenti sindacali non sono riusciti a fermare i giovani operai e parlano di provocatori. Gli scontri si ripetono ancora lunedi' 9 luglio. In piazza vi sono, richiamati da un non estinto spirito rivoluzionario, alcuni partigiani che aiutano i dimostranti ad organizzarsi. La tradizione della resistenza si e' incontrata con un nuovo soggetto.

Otto ore moltiplicate per tutta la vita
che copre il coraggio degli eroi e di tutti i santi
uomini intercambiabili e danzanti
uomini per la costruzione della macchina
la macchina e' l'anima nostra
nel cartellino delle timbrate sono le date della nostra storia
la produzione e' il diario nostro
...
e non vi e' nulla di piu' incantato di quando questo furore si arresta
colta da paralisi mortale la macchina ferma
lo sciopero votato nelle riunioni dei sindacati
...
e se oggi timbrare e' il verbo
sulle teste vostre e' sospeso il giorno della vittoria nostra
per questo giorno viventi
viventi per questa attesa.

Luigi Di Ruscio, operaio-poeta