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1978 |
Dov'e' il cuore dello Stato?
16 marzo: le Brigate Rosse rapiscono Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana
e regista dell'ingresso del Pci nella maggioranza di governo. I 55 giorni di sequestro
segnano una svolta fondamentale nella storia del paese.
La Dc, dilaniata dagli scontri di potere interni e protagonista di tutti gli intrighi italiani,
e' incapace di continuare la sua funzione di partito-Stato.
Il Pci diviene il piu' deciso assertore del partito della fermezza; rifiuta ogni trattativa con le BR;
risulta determinante per il mantenimento della Dc al potere, per il rafforzamento del ruolo
della magistratura e delle forze di polizia, per il blocco della conflittualita' sociale.
Il Psi, che accenna a una possibilita' di trattativa, cerca spazio tra i due partiti, spazio che occupera'
saldamente come ago della bilancia di ogni potere negli anni Ottanta.
I movimenti sono intrattenuti in una morsa che li soffochera' dolorosamente.
Le stesse Brigate Rosse imboccano politicamente la strada della loro fine proprio
con il sequestro Moro. Il processo farsa ad Aldo Moro anticipa paradossalmente tutti quelli che
avranno luogo nei tribunali.
Lo Stato, contro cui le BR si sono scagliate, non aveva neanche un cuore, ma innumerevoli tentacoli
che anziche' indebolirsi si rafforzano.
Quanto all'anima dello Stato, e' un'ulteriore conferma che con i processi, i tribunali, la lotta armata
e la conquista del potere, non si fa che esaltarne l'elemento diabolico.
Quando Moro viene trovato morto nel bagagliaio della Renault rossa nel centro di Roma,
tra la sede del Pci e quella della Dc, sono in tanti a emettere un sospiro di sollievo:
la dissoluzione della Dc e' rinviata, il Pci puo' ergersi a massimo garante dello Stato,
gli organi repressivi hanno mano libera. |