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1993 |
Tangentopoli, ovvero l'equivoco di Mani Pulite
Le rivelazioni di Mario Chiesa, del Psi, danno avvio all'inchiesta sulle tangenti.
Nel '92 l'insorgere di una nuova forza politica, la Lega, e il collasso del sistema dei partiti,
che portera' alla scomparsa della Dc, alla trasformazione del Pci e alla dissoluzione del Psi,
rendono possibile alla magistratura - la quale gia' con l'emergenza antiterrorismo ha
acquistato un ruolo di supplenza al vuoto del potere politico e un protagonismo via via
crescente - di evidenziare con le sue inchieste quanto sia diffuso e pervasivo il livello
di corruzione e di clientele.
Non e' l'inchiesta in se', il suo valore storico, ma il metodo applicato che occorre mettere in discussione.
"... Pubblici ministeri e, quel che e' piu' grave, giudici non perdono piu' tempo a stabilire
la individuale responsabilita' dell'imputato, hanno abbandonato il ruolo tecnico di "risolutori del conflitto"
per attribuirsi il peso gravoso (pubblicamente gratificante, politicamente forte) di "una missione":
la difesa sociale."
Il magistrato-eroe di tangentopoli diventa Di Pietro, aspirante Bonaparte.
La spettacolarizzazione dei processi crea nel paese un'ondata di giustizialismo.
Il furore popolare, deluso per le ricorrenti promesse mai mantenute dalla politica,
si raccoglie al seguito di magistrati giustizieri che appaiono come protagonisti di una rivolta
trasformatrice contro il vecchio sistema di potere e i suoi intoccabili potenti.
"D'altra parte gli episodi di malcostume anche recenti ... dimostrano che scandali e processi,
lungi dall'eliminare la corruzione, in molti casi hanno soltanto reso le tangenti piu' rischiose
(e quindi piu' cospicue), la corruzione piu' sofisticata ..."
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