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CASA E REPRESSIONE

Dopo il corteo, la piattaforma


Ai Sindacati di base degli inquilini, alle Associazioni degli immigrati e del volontariato, ai Centri Sociali Autogestiti, a tutte le strutture delle sinistra sociale antagonista ed ecologista

Il Movimento dì Lotta per la Casa dì Firenze e provincia propone l’apertura di una vertenza regionale per il diritto alla casa e ad una migliore qualità della vita. Questi i punti sui quali aprire la discussione e la vertenza:

1) Modifica della Legge Regionale 96/96, Questa legge non rispetta le fasce sociali a basso reddito, non rispetta coloro che hanno ristrutturato (pagando milioni) i malmessi alloggi dell’Ater. Chiediamo una modifica che tuteli le fasce sociali economicamente disagiate (pensionati, lavoratori a cassa integrazione disoccupati...) e che tenga conto dello stato di conservazione dell’alloggio e della composizione del nucleo familiare.

2) Controllo e trasparenza sull’utilizzo dei fondi ex-Gescal, recentemente sbloccati. Da quasi due anni infatti i centinaia miliardi dei fondi ex-Gescal sono stati distribuiti alle Regioni, queste preventivainente finanziano unicamente grandi imprese e cooperative edilizie per costruire alloggi in edilizia sovvenzionata. Gli stessi alloggi sono pagati con mutui semi-impossibili da centinaia di inquilini. Riteniamo che i fondi della ex-Gescal debbano essere distribuiti in forme e modi completamente diversi.

3) Controllo e trasparenza sui ricavati economici incamerati dalla recente vendita di centinaia di alloggi di edilizia residenziale pubblica. Altre centinaia di miliardi dei quali sì sono già perse le tracce...

4) Finanziamenti e integrazioni per migliaia di famiglie che vivono in forte disagio economico, vittime dell’iniquo mercato della legislazione sui patti in deroga, Ricordiamo che sono ormai migliaia gli sfratti per morosità nei prossimi anni e, guarda caso, successivi all’approvazione della legge sui patti in deroga.

5) Approvazione di una legge regionale che sancisca la possibilità per giovani coppie, per nuclei familiari e anche per singoli di costituirsi in cooperative e associazioni collettive con il fine di recuperare ed auto-recuperare centinaia di immobili fatiscenti, A Firenze sono già numerosi i tentativi di esperienza di auto-recupero di immobili. Da questo punto di vista lo sforzo effettuato dalla Regione Lazio di prendere, se non altro, in considerazione queste esperienze va riportato con forza anche nella Rcgione Toscana.

6) Immediato impegno della Regione Toscana affinché si applichi immediatamente sull’arca metropolitana fiorentina lo stato di EMERGENZA ABITATIVA. Condizione già posta a Venezia e a Roma e che permetterebbe nell’immediato lo sblocco di finanziamenti pubblici, il parziale blocco degli sfratti, la requisizione di stabili sfitti e altre misure eccezionali.

7) La modifica dei bandi di edilizia residenziale pubblica. A Fírenze ne sono stati stipulati circa settemila, ma decine di clausole vessatorie non Permettono nessuna forma di punteggio a migliaia di giovani coppie, a lavoratori e lavoratrici straniere, a collaboratrici domestiche, a single. Questi bandi e le successive graduatorie nascondono, oltretutto, una realtà precisa: l’assenza totale di alloggi da partc degli enti pubblici.

8) Una diversa politica abitativa per gli studenti fuori-sede. La politica dcll’Azienda per il Diritto allo Studio che si muove con i finanziamenti della Regione Toscana copre un numero ridicolo di posti letto per studenti fuori-sede; per questo chiediamo con forza più alloggi per studenti fuori-sede, nelle città di Firenze, Pisa e Siena.

9) Una diversa politica dell’accoglienza. A Firenze e in altre città toscane i centri di prima accoglienza non esistono e spesso sono organizzati unicamente da strutture religiose e/o centri sociali autogestiti. Oltre le parole servono strutture che garantiscano perlomeno il pernottamento, a migliaia di lavoratori/lavoratrici stranieri. In questo senso servono anche più centri di accoglienza per centinaia di cittadini senza fissa dimora.

10) Più strutture per il diritto alla vita indipendente di disabili e categorie protette. Per ora solo pochissime esperienze di costituzione di forme di vita che sfiorino l’autogestione e l’indipendenza, anche su questo non servono più solo le parole.

11) Controllo sulla mala-gestione degli immobili lasciati dai ministeri: ministero dei tesoro, Inail, demanio, Intendenza di Finanza, migliaia e migliaia di alloggi che vanno verso la privatizzazione e la vendita con consigli di amministrazione che si muovono nell’ombra della mala-gestione e dei malgoverno.

12) Scioglimento dell’Azienda Territoriale di Edilizia Residenziale e gestione diretta dell’edilizia residenziale pubblica da parte dei Comuni.



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