
Il generale. L'Italia è entrata nell'Unione Monetaria Europea a spese
del lavoro: la strage continua di lavoratori e lavoratrici, la
strutturalità dell'alto tasso di disoccupazione, la cancellazione dei
diritti, la precarizzazione generale, i bassi salari, la legalizzazione
delle forme di super
sfruttamento: questo è Maastricht. Non è un caso che
Prodi e D'Alema festeggiano l'Euro, mentre a Carrara si continua a
piangere cavatori.
In questo contesto, con CGIL-CISL-UIL parte essenziale di questo governo
ed ormai proiettati a rivestire il ruolo di gestori dei fondi pensioni e
della deregolazione del mercato del lavoro, ogni conflitto sociale deve
essere represso sul nascere, fatto divenire questione d'ordine pubblico.
Lo abbiamo visto a Napoli ed Acerra, con le cariche contro i disoccupati
ed i successivi arresti. Ma un po' dappertutto disoccupati, giovani,
precari, studenti, immigrati, lavoratori hanno conosciuto i manganelli
di Prodi e Napolitano.
Per il reddito, per il salario garantito non ci devono essere
manifestazioni. Chi le fa è un eversore e va represso. Polizia e
Carabinieri, e quando ce ne sarà bisogno anche i corpi speciali
dell'esercito, della marina, dell'aviazione, hanno questo ruolo.
Firenze. Noi non crediamo casuale che, quando nella città di Firenze si
vanno a toccare nervi scoperti del potere ci si trovi di fronte a
reazioni scomposte e feroci da parte delle forze dell'ordine. In questa
città, dove si sono pure rubati le pietre di Piazza della Signoria, non
c'è stata neppure tangentopoli. Una Magistratura dominata dai massoni ha
messo tutto a tacere. Quando non è riuscita a fermare i processi, è
arrivata a sanare le posizioni in giudizio (Bilancino, PEEP…).
I Tribunali rinviano tutti i processi, tranne quelli agli antagonisti ed
agli immigrati.
I controlli sul lavoro sono affidati ad un Ispettorato pieno di massoni.
Non parliamo dei controlli ambientali: si respira piombo e cancerogeni
ad iosa. Il narcotraffico prospera, ma vengono arrestati solo "cavalli"
nordafricani.
La polizia interpreta come problema di ordine pubblico, se si escludono
le partite casalinghe della Fiorentina, solo l'opposizione politica e
sociale. Pattuglie ed agenti che quotidianamente controllano centri
autogestiti, sedi politiche, case occupate - e relativi telefoni. Questo
il ruolo della Digos: riempire elenchi di nomi fondati sulle
frequentazioni ad assemblee e concerti; riempire di denunce gli elementi
noti. Tanto la Magistratura condanna sulla sola parola degli sbirri …
altro che riscontri oggettivi.
Tutto questo corrisponde ad una precisa logica nella gestione del
potere. Non disturbare il complesso affaristico, di cui il PDS è parte
organica a partire dal polo espositivo e finanziario, le grandi
consorterie, le corporazioni, la lobbie turistico-alberghiera, le banche
e le finanziarie, con la loro conseguenza diretta: l'usura.
Gli avvenimenti dell'altro giorno. La manifestazione di mercoledì 29 ha
avuto uno svolgimento del tutto lineare.
Il presidio di contestazione e denuncia effettuato contro la Manpower, che non richiedeva nessuna
autorizzazione, basandosi sul volantinaggio, ha radunato numerose
persone. A quel punto si è deciso di muovere in corteo per sciogliere
tranquillamente il presidio e concludere con dei comizi volanti.
Aggiungiamo che, come è consuetudine, lo stesso corteo è stato
autorizzato in piazza, trattandosi di un brevissimo percorso (fino a
Piazza del Duomo) da compiersi in breve tempo. Attaccarsi ad un secchio
di vernice tirato sulla vetrata per dare un fantasioso clima da "azione
di guerriglia", anziché di azione diretta con pubblica contestazione,
come è stata, lascia il tempo che trova. Ricordiamo solamente che è del
tutto normale che dai cortei sindacali o studenteschi vengono lanciate
uova e vernice per segnare precise responsabilità o sedi di decisione.
Se poi si vuole equiparare la vernice ad arma da guerra si faccia pure.
La manifestazione si è sciolta, all'angolo di Piazza del Duomo con via
dell'Oriuolo e via del Proconsolo, in assoluta tranquillità. Una parte
dei manifestanti, come succede da circa 20 anni, si è diretta, in forma
sparsa, verso la sede del Centro di Comunicazione Antagonista, posta in
via di Mezzo 46, per riportare il materiale utilizzato nella
manifestazione. Una semplice operazione di rimessaggio a cui, fra
l'altro, sono abituati gli stessi agenti della Digos, che evitano anche
di seguirci, data l'assoluta evidenza dell'attività di rimessaggio.
Quando siamo arrivati mercoledì sera, per togliere strumenti ed addobbi
dall'ape abbiamo visto in fondo alla strada alcune facce di coatti che
ci fotografavano. Chi erano? Nazisti? Narcotrafficanti con cui abbiamo
avuto a scontrarci ripetutamente in passato? O semplicemente sbirri?
Ci siamo mossi per chiedere a costoro chi fossero e vedere eventuali
tesserini. Per tutta risposta sono risaliti sulla loro macchina ed hanno
cercato d'investirci. La macchina è stata fermata, grazie alle
caratteristiche della strada e circondata da presenti e passanti.
Non
abbiamo avuto risposta, gli occupanti se ne stavano barricati dentro. E'
allora che è arrivata una Volante, due agenti sono scesi ma, vista la
folla che si era addensata hanno pensato bene di ripartire, peraltro
tamponandosi con l'autovettura rossa per l'evidente concitazione dei
guidatori.
In Questura i fermati hanno sentito Benedetti, il capo della Digos, dire
che aveva ordinato la presenza di una macchina della polizia scientifica
in via di Mezzo per fotografare i presenti, così da poterli denunciare
per la manifestazione alla Manpower. Passaggio decisivo: l'importante
per Benedetti, che vuole finire la propria carriera con il massimo della
retribuzione, ed aspira quindi a ricoprire il ruolo di Questore in
qualche provincia toscana, magari a Pistoia, è inoltrare denunce - ci
vogliono le foto, quindi, anche se scattate in tempo e luogo diverso.
L'importante è far vedere a Chiti, alle logge massoniche, ai centri di
potere che lui agisce, non è né un lassista, né un mediatore.
Questa delle foto è un altro scandalo. La Questura, ma anche l'Arma dei
Carabinieri non scherza, è piena di foto e filmati che ci riprendono,
questa palese violazione della L. 675/96 avviene in tutte le situazioni.
E' scattata allora un'operazione da stato di polizia. Agli ordini del
Questore Forleo, del vice-questore Luperi, in collaborazione con un
maggiore dei carabinieri, le forze dell'ordine, in tenuta anti-sommossa
hanno isolato via di Mezzo, allontanando giornalisti ed esponenti delle
istituzioni. Senza mandato sono entrati in una sede politica, pubblica,
mitra alla mano, sequestrando per un'ora decine di persone. Solo la
percezione da parte dei presenti della volontà poliziesca di radere al
suolo l'edificio, e chi era dentro, ha permesso di evitare una tragedia.
Il Benedetti è entrato esortando gli agenti a riconoscere un compagno;
altri due sono stati presi a caso.
Il quartiere ha potuto vedere, e denunciare, l'operazione di stampo
cilena contro una sede politica.
Ai tre compagni fermati non è stata rivolta nessuna domanda, essendo già
stati identificati in via di Mezzo nel corso dell'irruzione, come tanti
altri ed altre a cui, puntualmente arriverà qualche altra denuncia. Il
loro parcheggio in Questura è quindi del tutto estraneo a qualsiasi
crisma di legge e si spiega solo con il fatto che stavano decidendo se
era più opportuno arrestarli e tradurli a Sollicciano o denunciarli. Ai
presenti in Questura non è sfuggita la frase, pronunziata da un
funzionario, ora lo mando all'ospedale per procurarci almeno un referto.
Nasce così la storia dell'agente ferito, tre giorni di prognosi!
E qui scatta quello che in questo paese sta diventando un vero e proprio
topos, nei sequestri come sui campi di calcio: il quarto uomo. Visto che
l'operazione di criminalizzazione dei fermati si era fatta difficile
perché non dare alla stampa quest'ulteriore cazzata?
In realtà tutti gli avvenimenti del secondo pomeriggio sono dovuti al
tentativo di coprire l'operazione da banditi effettuata dall'equipaggio
della macchina rossa. Fino alla carica sotto la Questura contro i
manifestanti che, rilasciati i tre compagni, si stavano allontanando.
Non riteniamo casuale che in quest'episodio sia stata malmenata la
consigliera regionale Orietta Lunghi.
Noi riteniamo che, dal momento della uscita da Rifondazione Comunista,
Orietta Lunghi sia oggetto di un linciaggio politico ad opera della
Giunta Chiti che pretende di stabilire come, dove e quando un
consigliere regionale può presentarsi in pubblico.
E' un messaggio preciso: si può essere di destra, centro o sinistra, ma
l'importante è stare nel coro.
Tutt'al più il Parlamento si può spaccare fra chi tifa Inter od Juve.
Noi non regaliamo nessun terreno all'avversario.
E' per questo, e non certo perché crediamo alla neutralità della
giustizia che inoltriamo esposti e denunce. Ed per questo, e non perché
riconosciamo autorevolezza al Parlamento, che il 12 maggio manifesteremo
a Roma. Questo il senso della nostra iniziativa: dare battaglia
dappertutto!
· quasi 300 per il reato di occupazione abusiva ed invasione arbitraria di edificio pubblico e privato; · circa 100 per il reato di manifestazione non autorizzata; · 70 circa per oltraggio a pubblico ufficiale; · 40 per "vilipendio a corpo amministrativo dello stato"; · 40 circa per blocco stradale; · 40 per resistenza a pubblico ufficiale; · 20 per imbrattamento.
Ed ancora: porto d'arma, diffamazione a mezzo stampa, interruzione di pubblico ufficio…
In particolare il Movimento di lotta per la casa è impegnato da 8 anni per garantire il diritto alla casa. Il fatto di essere un movimento che ha fatto propria la pratica dell'autorganizzazione e dell'azione diretta, al di fuori e contro le dinamiche di partiti e sindacati, è la causa di questo attacco giudiziario, come degli altri che colpiscono tutte le lotte e le istanze dell'autorganizzazione sociale. L'azienda partito PdS, assieme ai poteri mercantili, alle finanziarie, alle logge massoniche, alle grandi corporazioni rappresenta il vero governo del territorio. Questa ragnatela di potere economico, politico e giudiziario va smantellata.
BASTA CON I PROCESSI, BASTA CON LE GALERE
Vogliamo anche collegare il nostro particolare al generale: amnistia
generalizzata per tutti i reati connessi alle lotte sociali; abrogazione
del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza; abrogazione della
legislazione d'emergenza e libertà per detenuti/e politici/che;
abrogazione dei reati d'opinione. Ed ancora fuori dalle carceri
sieropositive/i e tossicodipendenti.
Tutto questo in un paese dove legalità è morire nelle cave.