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LAVORO INTERINALE

ManPower: schiavisti sfruttatori



Il corteo ha colto nel segno, la cosa non piace alla polizia, agenti in borghesi effettuano una provocazione davanti alla sede del giornale e scappano di fronte alla reazione delle compagne e compagni che tornano dalla manifestazione. Dopo pochi minuti il quartiere è assediato, le strade transennate da ps e carabinieri in assetto di guerra che, dopo un’ora d’assedio, occupano militarmente la sede, identificano i presenti e portano via 3 compagni. Nella tarda serata, mentre sotto la questura si sono radunati due/trecento manifestanti, i 3 vengono rilasciati con la denuncia di “devastazione di volante” Il supersfruttamento, il lavoro sottopagato ha validi difensori… come i padroni delle cave assassine!

La sede della Manpower dopo il passaggio della manifestazione

CONFERENZA STAMPA DEL 6.5.1998

Fino ad ieri di lavoro interinale, a Firenze ed in Toscana, si parlava poco ed in pochi. Con la giornata di Mercoledì 29 aprile, in cui si è svolta la prima manifestazione contro le agenzie di lavoro interinale, è stato rotto questo complice silenzio al moderno caporalato.
La manifestazione ha colto nel segno indicando queste agenzie di aguzzini, in particolare la Manpower, multinazionale leader del settore, sbarcata in Italia con la concessione da parte del Ministero del Lavoro, dell'autorizzazione necessaria a svolgere questa funzione di supersfruttamento.
Alleghiamo al proposito il volantino distribuito lo stesso mercoledì 29 dalla Confederazione dei comunisti/e autorganizzati e dal Movimento antagonista. Noi crediamo che la vicenda meriti delle considerazioni, sia di ordine generale, riguardo a quello che sta succedendo nel paese, sia nel particolare di quanto sta succedendo a Firenze.

Il generale. L'Italia è entrata nell'Unione Monetaria Europea a spese del lavoro: la strage continua di lavoratori e lavoratrici, la strutturalità dell'alto tasso di disoccupazione, la cancellazione dei diritti, la precarizzazione generale, i bassi salari, la legalizzazione delle forme di super
sfruttamento: questo è Maastricht. Non è un caso che Prodi e D'Alema festeggiano l'Euro, mentre a Carrara si continua a piangere cavatori. In questo contesto, con CGIL-CISL-UIL parte essenziale di questo governo ed ormai proiettati a rivestire il ruolo di gestori dei fondi pensioni e della deregolazione del mercato del lavoro, ogni conflitto sociale deve essere represso sul nascere, fatto divenire questione d'ordine pubblico. Lo abbiamo visto a Napoli ed Acerra, con le cariche contro i disoccupati ed i successivi arresti. Ma un po' dappertutto disoccupati, giovani, precari, studenti, immigrati, lavoratori hanno conosciuto i manganelli di Prodi e Napolitano. Per il reddito, per il salario garantito non ci devono essere manifestazioni. Chi le fa è un eversore e va represso. Polizia e Carabinieri, e quando ce ne sarà bisogno anche i corpi speciali dell'esercito, della marina, dell'aviazione, hanno questo ruolo.

Firenze. Noi non crediamo casuale che, quando nella città di Firenze si vanno a toccare nervi scoperti del potere ci si trovi di fronte a reazioni scomposte e feroci da parte delle forze dell'ordine. In questa città, dove si sono pure rubati le pietre di Piazza della Signoria, non c'è stata neppure tangentopoli. Una Magistratura dominata dai massoni ha messo tutto a tacere. Quando non è riuscita a fermare i processi, è arrivata a sanare le posizioni in giudizio (Bilancino, PEEP…). I Tribunali rinviano tutti i processi, tranne quelli agli antagonisti ed agli immigrati. I controlli sul lavoro sono affidati ad un Ispettorato pieno di massoni. Non parliamo dei controlli ambientali: si respira piombo e cancerogeni ad iosa. Il narcotraffico prospera, ma vengono arrestati solo "cavalli" nordafricani.
La polizia interpreta come problema di ordine pubblico, se si escludono le partite casalinghe della Fiorentina, solo l'opposizione politica e sociale. Pattuglie ed agenti che quotidianamente controllano centri autogestiti, sedi politiche, case occupate - e relativi telefoni. Questo il ruolo della Digos: riempire elenchi di nomi fondati sulle frequentazioni ad assemblee e concerti; riempire di denunce gli elementi noti. Tanto la Magistratura condanna sulla sola parola degli sbirri … altro che riscontri oggettivi. Tutto questo corrisponde ad una precisa logica nella gestione del potere. Non disturbare il complesso affaristico, di cui il PDS è parte organica a partire dal polo espositivo e finanziario, le grandi consorterie, le corporazioni, la lobbie turistico-alberghiera, le banche e le finanziarie, con la loro conseguenza diretta: l'usura.

Gli avvenimenti dell'altro giorno. La manifestazione di mercoledì 29 ha avuto uno svolgimento del tutto lineare. Iniziativa contro il nuovo caporalato Il presidio di contestazione e denuncia effettuato contro la Manpower, che non richiedeva nessuna autorizzazione, basandosi sul volantinaggio, ha radunato numerose persone. A quel punto si è deciso di muovere in corteo per sciogliere tranquillamente il presidio e concludere con dei comizi volanti. Aggiungiamo che, come è consuetudine, lo stesso corteo è stato autorizzato in piazza, trattandosi di un brevissimo percorso (fino a Piazza del Duomo) da compiersi in breve tempo. Attaccarsi ad un secchio di vernice tirato sulla vetrata per dare un fantasioso clima da "azione di guerriglia", anziché di azione diretta con pubblica contestazione, come è stata, lascia il tempo che trova. Ricordiamo solamente che è del tutto normale che dai cortei sindacali o studenteschi vengono lanciate uova e vernice per segnare precise responsabilità o sedi di decisione. Se poi si vuole equiparare la vernice ad arma da guerra si faccia pure. La manifestazione si è sciolta, all'angolo di Piazza del Duomo con via dell'Oriuolo e via del Proconsolo, in assoluta tranquillità. Una parte dei manifestanti, come succede da circa 20 anni, si è diretta, in forma sparsa, verso la sede del Centro di Comunicazione Antagonista, posta in via di Mezzo 46, per riportare il materiale utilizzato nella manifestazione. Una semplice operazione di rimessaggio a cui, fra l'altro, sono abituati gli stessi agenti della Digos, che evitano anche di seguirci, data l'assoluta evidenza dell'attività di rimessaggio. Quando siamo arrivati mercoledì sera, per togliere strumenti ed addobbi dall'ape abbiamo visto in fondo alla strada alcune facce di coatti che ci fotografavano. Chi erano? Nazisti? Narcotrafficanti con cui abbiamo avuto a scontrarci ripetutamente in passato? O semplicemente sbirri? Ci siamo mossi per chiedere a costoro chi fossero e vedere eventuali tesserini. Per tutta risposta sono risaliti sulla loro macchina ed hanno cercato d'investirci. La macchina è stata fermata, grazie alle caratteristiche della strada e circondata da presenti e passanti.
Non abbiamo avuto risposta, gli occupanti se ne stavano barricati dentro. E' allora che è arrivata una Volante, due agenti sono scesi ma, vista la folla che si era addensata hanno pensato bene di ripartire, peraltro tamponandosi con l'autovettura rossa per l'evidente concitazione dei guidatori.
In Questura i fermati hanno sentito Benedetti, il capo della Digos, dire che aveva ordinato la presenza di una macchina della polizia scientifica in via di Mezzo per fotografare i presenti, così da poterli denunciare per la manifestazione alla Manpower. Passaggio decisivo: l'importante per Benedetti, che vuole finire la propria carriera con il massimo della retribuzione, ed aspira quindi a ricoprire il ruolo di Questore in qualche provincia toscana, magari a Pistoia, è inoltrare denunce - ci vogliono le foto, quindi, anche se scattate in tempo e luogo diverso. L'importante è far vedere a Chiti, alle logge massoniche, ai centri di potere che lui agisce, non è né un lassista, né un mediatore. Questa delle foto è un altro scandalo. La Questura, ma anche l'Arma dei Carabinieri non scherza, è piena di foto e filmati che ci riprendono, questa palese violazione della L. 675/96 avviene in tutte le situazioni. E' scattata allora un'operazione da stato di polizia. Agli ordini del Questore Forleo, del vice-questore Luperi, in collaborazione con un maggiore dei carabinieri, le forze dell'ordine, in tenuta anti-sommossa hanno isolato via di Mezzo, allontanando giornalisti ed esponenti delle istituzioni. Senza mandato sono entrati in una sede politica, pubblica, mitra alla mano, sequestrando per un'ora decine di persone. Solo la percezione da parte dei presenti della volontà poliziesca di radere al suolo l'edificio, e chi era dentro, ha permesso di evitare una tragedia. Il Benedetti è entrato esortando gli agenti a riconoscere un compagno; altri due sono stati presi a caso. Il quartiere ha potuto vedere, e denunciare, l'operazione di stampo cilena contro una sede politica.
Ai tre compagni fermati non è stata rivolta nessuna domanda, essendo già stati identificati in via di Mezzo nel corso dell'irruzione, come tanti altri ed altre a cui, puntualmente arriverà qualche altra denuncia. Il loro parcheggio in Questura è quindi del tutto estraneo a qualsiasi crisma di legge e si spiega solo con il fatto che stavano decidendo se era più opportuno arrestarli e tradurli a Sollicciano o denunciarli. Ai presenti in Questura non è sfuggita la frase, pronunziata da un funzionario, ora lo mando all'ospedale per procurarci almeno un referto. Nasce così la storia dell'agente ferito, tre giorni di prognosi! E qui scatta quello che in questo paese sta diventando un vero e proprio topos, nei sequestri come sui campi di calcio: il quarto uomo. Visto che l'operazione di criminalizzazione dei fermati si era fatta difficile perché non dare alla stampa quest'ulteriore cazzata?
In realtà tutti gli avvenimenti del secondo pomeriggio sono dovuti al tentativo di coprire l'operazione da banditi effettuata dall'equipaggio della macchina rossa. Fino alla carica sotto la Questura contro i manifestanti che, rilasciati i tre compagni, si stavano allontanando. Non riteniamo casuale che in quest'episodio sia stata malmenata la consigliera regionale Orietta Lunghi. Noi riteniamo che, dal momento della uscita da Rifondazione Comunista, Orietta Lunghi sia oggetto di un linciaggio politico ad opera della Giunta Chiti che pretende di stabilire come, dove e quando un consigliere regionale può presentarsi in pubblico. E' un messaggio preciso: si può essere di destra, centro o sinistra, ma l'importante è stare nel coro. Tutt'al più il Parlamento si può spaccare fra chi tifa Inter od Juve.

Noi non regaliamo nessun terreno all'avversario.
E' per questo, e non certo perché crediamo alla neutralità della giustizia che inoltriamo esposti e denunce. Ed per questo, e non perché riconosciamo autorevolezza al Parlamento, che il 12 maggio manifesteremo a Roma. Questo il senso della nostra iniziativa: dare battaglia dappertutto!

IN PULLMAN CONTRO L'INGIUSTIZIA!

Il 12 maggio due pullman si recheranno a Roma presso la Camera dei Deputati per presentare un dossier sul "caso Firenze" al Presidente della Commissione Giustizia del Parlamento, Giuliano Pisapia. A lato di quest'iniziativa verrà effettuata una conferenza stampa ed un presidio di fronte al Parlamento. Ecco il riepilogo dei procedimenti penali aperti a nostro carico da polizia e Magistratura:

·  quasi 300 per il reato di occupazione abusiva ed invasione arbitraria 
   di edificio pubblico e privato;
·  circa 100 per il reato di manifestazione non autorizzata;
·  70 circa per oltraggio a pubblico ufficiale;
·  40 per "vilipendio a corpo amministrativo dello stato";
·  40 circa per blocco stradale;
·  40 per resistenza a pubblico ufficiale;
·  20 per imbrattamento.

Ed ancora: porto d'arma, diffamazione a mezzo stampa, interruzione di pubblico ufficio…

In particolare il Movimento di lotta per la casa è impegnato da 8 anni per garantire il diritto alla casa. Il fatto di essere un movimento che ha fatto propria la pratica dell'autorganizzazione e dell'azione diretta, al di fuori e contro le dinamiche di partiti e sindacati, è la causa di questo attacco giudiziario, come degli altri che colpiscono tutte le lotte e le istanze dell'autorganizzazione sociale. L'azienda partito PdS, assieme ai poteri mercantili, alle finanziarie, alle logge massoniche, alle grandi corporazioni rappresenta il vero governo del territorio. Questa ragnatela di potere economico, politico e giudiziario va smantellata.

BASTA CON I PROCESSI, BASTA CON LE GALERE
Vogliamo anche collegare il nostro particolare al generale: amnistia generalizzata per tutti i reati connessi alle lotte sociali; abrogazione del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza; abrogazione della legislazione d'emergenza e libertà per detenuti/e politici/che; abrogazione dei reati d'opinione. Ed ancora fuori dalle carceri sieropositive/i e tossicodipendenti.

Tutto questo in un paese dove legalità è morire nelle cave.



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