Editoriale numero cinque
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OP/POSIZIONE



Una delle principali caratteristiche dei mezzi di comunicazione di massa è la loro capacità di consumare informazioni, alimentandole a getto continuo.
Questo, oltre ad essere causa di numerosi processi di manipolazione, ha come effetto immediato quello di impedire l’uso delle informazioni per comprendere la struttura sociale in cui viviamo.
Quando leggiamo, su tutte le prime pagine dei giornali e dei TG “cresce la produttività, diminuisce l’occupazione” non siamo di fronte ad un dato contingente, o , come lo amano chiamare gli economisti, congiunturale, destinato a cambiare alla prossima rilevazione ISTAT. E’ un dato fondante, viene prodotta più ricchezza con meno, molta meno forza lavoro, che testimonia la precarizzazione generale del lavoro come dato strutturale.
Questo riguarda sia i non occupati, su cui si allungano le mani del moderno caporalato, con le agenzie di lavoro interinale, che gli occupati. L’accordo Piaggio contiene la medesima filosofia, con il ricorso ai contratti a termine, ai part-time, allo sfruttamento stagionale. La Regione Toscana è all’avanguardia nella gestione di questo processo, tutta volta a soddisfare le esigenze dell’impresa, sulla cui centralità si è costituito il governo dell’Ulivo. All’impresa tutto si deve.
Lo si vede altrettanto bene nel governo del territorio: infrastrutture (alta velocità; aeroporti; autostrade, inceneritori…) capaci di mettere in moto maxi investimenti e di soddisfare le esigenze di circolazione delle merci e dei capitali. E’ su questa “necessità” che avviene la riorganizzazione funzionale delle città e della campagna, di tutte le attività, a partire dall’Università e dall’intero sistema formativo.
Non c’è spazio nelle istituzioni dove si decidono queste scelte per chi avanza rivendicazioni altre, siano esse il diritto alla casa, il riuso sociale delle aree dismesse, lo smantellamento di impianti nocivi, per chi, in ultima analisi, denuncia l’insostenibilità di questo sviluppo.
“Comunicazione antagonista” non si accontenta di svolgere un ruolo di informazione contro su quanto avviene nella nostra regione. Il nostro giornale è impegnato a costruire delle risposte politiche e sociali, un’alternativa pratica.
E’ per questo che dedichiamo la prima pagina alla manifestazione regionale del 21 marzo che, a partire dagli obbiettivi e dai bisogni maturati nella lotta per la casa, costruisce una piattaforma, una vertenza contro la Regione per soddisfarli. Riteniamo quello delle vertenze regionali un terreno da sviluppare.
Opporre la democrazia diretta, dei movimenti, dei comitati, delle assemblee popolari, dell’autorganizzazione sociale ad istituzioni che lavorano solo per accontentare industriali, grossi commercianti, lobbies di pressione e logge massoniche; opporre scelte ad altre scelte, opporre programma a programma.


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