RADIO K CENTRALE - BOLOGNA
UN CONTRIBUTO PERSONALE DI UN REDATTORE DI
RADIO K CENTRALE DI BOLOGNA PER IL DIBATTITO PROMOSSO DA RADIO ONDA
ROSSA
Mi è stato chiesto di parlarvi e di scrivervi in prima persona come singolo compagno di Radio
K Centrale a proposito dell'esperienza della radio che va ricordato è nata oltre 3 anni fa
sull'iniziativa del centro di comunicazione antagonista di Bologna. Ci siamo cimentati su
questa strada con la convinzione della dimensione strategica del terreno della
comunicazione. L' idea forza era la costituzione di un circuito di radio antagoniste che
collegassero i loro sforzi sul terreno della comunicazione a livello nazionale ed
internazionale legandosi alle radio e alle situazioni già esistenti mettendole in fibrillazione tra
di loro. Nella dimensione locale, in assenza di forti movimenti ,individuavamo lo sviluppo di
forme di cooperazione politica e di piccole attività commerciali, come la libreria e lo studio di
fotocomposizione come un passaggio importante. Fin da subito la Radio è divenuta insieme
ai centri sociali ,un punto di raccolta di una vasta area giovanile con gusti e tensioni anche
contrastanti, legata in parte all'emergere del fenomeno delle posse , che di Bologna ha fatto
uno dei suoi crocevia. La nostra area è sociale, e soprattutto legata all' università, ai centri e
alle case occupate. I rapporti con le forme dell'autorganizzazione del mondo del lavoro ,non
sono saldissimi vista la frammentazione dello stesso. Senza la pretesa di essere obbiettivo
cercherò di dare un quadro d'insieme del rapporto che esiste tra la scena e un mezzo di
comunicazione autogestita come il nostro. Esistono ormai dagli anni settanta a Bologna
altre Radio comunitarie o dell'accesso con fenomeni di fluttuazione di persone da una radio
all'altra. In questo senso la Radio è sempre stata vista come strumento dell'area, in parte
soprattutto come "megafono", una cosa che noi consideriamo negativa.
Bologna ha una lunga storia di radio legate al movimento :dal 1976 trasmette Radio Città
103 che ha un rapporto molto stretto con Rifondazione Comunista, e da una sua scissione è
nata Radio Città del Capo che è legata al circuito di Radio Popolare. Molte delle Radio
scomparse, da Radio Alice per passare a Radio a Radio Carolina e Radio Underdog sono
finite essenzialmente per gli stessi motivi che possono minare esperienze come la nostra:
mancanza di soldi, di idee e per contrasti che ne bloccano la continuità e la coerenza
comunicativa ma soprattutto il senso generale. In una città di medie dimensioni come
Bologna, molto centrata sull'università, con un ambiente molto pulviscolare e segmentario a
cui gli sprovveduti spesso attribuiscono un carattere quasi taumaturgico, una sorta di città
medicina per la gente che si considera all'interno del paradiso progressista.
In questa situazione la scena, come sarebbe invece il caso di definire l'area sociale con cui
ci troviamo a fare i conti, vive molto ai margini delle contraddizioni del mondo del lavoro e
della stessa università.
Gli spazi occupati sono divenuti al contempo una sfida non solo per la controparte ma
rispetto alle possibilità di sviluppare una base di vita indipendente in città perché mettono
spesso in crisi la costituzione di strutture stabili. E' il pregio di questa epoca essere
contraddistinta di una compresenza quasi malefica di cose molto positive e molto negative
al contempo.
Nel periodo della fondazione a radio K emersero subito dei contrasti interni e ci fu' una
spaccatura. Il centro di comunicazione cambiò addirittura il nome. Il tutto in realtà sembrava
vertere sulla centralità del centro di comunicazione antagonista rispetto al nascente collettivo
redazionale. Una volta riconosciuta la illegittimità di una decisionalità divenuta "esterna", la
cosa divenne insopportabile. Con un gesto di ribellione che io allora percepii come naturale
un gruppo di compagne\i aveva deciso di navigare senza briglie.
Questo è quanto rispetto alla nascita di Radio K ma probabilmente questo rimanda anche
ad un problema di collocazione e di possibilità tutte da esplorare per un processo di
valorizzazione e liberazione che ci interessa.
In questi anni siamo riusciti a vivere quasi completamente autofinanziandoci con concerti ed
iniziative varie. La Radio non è mai stata ricca, in una situazione di fortissima concorrenza
come a Bologna. Abbiamo in un primo tempo rifiutato in assoluto la pubblicità, tra i pochi al
mondo assieme naturalmente a Radio Onda Rossa. Oggi su queste questioni il dibattito è
piu' diversificato anche se al momento in cui scrivo non sappiamo se la Radio uscirà dal
torpore malefico che la attanaglia da Agosto. Il dibattito in corso a Radio K sta
necessariamente riprendendo a 360 gradi per individuare le energie per un nuovo inizio.
Radio K, si è fatta sempre attraversare dalle differenze ospitando programmi sperimentali
che secondo noi avevano una qualità sperimentale notevole e che hanno fatto della radio un
mezzo abbastanza popolare in città.
C'è da dire che i collaboratori e le collaboratrici sono molto numerosi/e ma si attivano poco
nella gestione del mezzo, delegata ad un piccolo nucleo di compagni che deve fare
praticamente di tutto. La redazione informazione è molto da ripensare probabilmente
accanto ad una discussione sulla radiofonia in generale e intorno alla sperimentazione.
La attuale crisi viene ora oltre che per motivi economici che noi pensiamo per il momento
superabili, dalle forme schizofreniche della vita nelle metropoli, tra chi pensa a delle zone
temporaneamente autonome e chi basa la scommessa su quelle permanentemente tali.
Come penso io il dibattito iniziale che abbiamo cominciato alcuni anni fa non è stato svolto
fino in fondo.
Abbiamo agli inizi considerato l' identitarismo come un epifenomeno ideologico opprimente
e da combattere come una forma religiosa. Ma come diceva un compagno l'altro giorno al
nostro seminario: "Ma in realtà oggi le varie identità qui in città sono tantissime e tutte
fortissime. Il piccolo giro anarchico, la libreria, la radio, il gruppo degli insegnanti. Tutti chiusi
nel loro splendido e narcisistico isolamento". Se la situazione è questa, la radio diventa
molto importante come collante e implicitamente anche come parte del motore politico
cittadino.
La situazione è però confusa in una città nella quale non si muove foglia che PDS non voglia
e la corruzione e l'inclusione politica dell' apparato è fortissimo. Il nostro teorico ma
tremendamente pratico bisogno di indipendenza si scontra con la realtà di concentrazione
del mercato radiotelevisivo e della informazione binaria mentre tremendo è il ripiegamento
identitario e conservatore della comunicazione della "sinistra".
Il codice della cultura di sinistra produce metaboliti tossici e grazie alla sua ridondanza e
impotenza continua a produrre sconforto ed apatia. Abbiamo cercato e cercheremo di
battere delle strade diverse. In questo senso la teoria dei media sovrani che teorizzano o
tentano di praticare alcuni compagni olandesi sembra interessante in quanto propongono
forme di comunicazione anche autonomizzata, al di fuori del circuito binario informazione-
controinformazione. Questi come altri spunti possono essere stimolanti senza però cadere
nella radio rumorista che facendo della caduta di tutti gli schemi il suo unico obiettivo non
riesce a creare delle onde di interazione tra se e gli altri nella costruzione di un mondo
comune.
Any contact and suggestions to tmcrew@mail.nexus.it
TM Crew c/o Radio Onda Rossa - Via dei Volsci 56, 00185 Roma (Italy)
Tel. + 39 6 491750/4469102 Fax. + 39 6 4463616