1. La radio deve basare il proprio sostentamento sia economico che culturale e informativo nel rapporto con gli ascoltatori e le ascoltatrici.Questo e' un punto importante, perche' al di la del concetto di radio di movimento o meno, che potrebbe essere dilemma irrisolvibile (movimento, esiste, chi e' etc.), pone delle responsabilità precise alla redazione di confrontarsi con se stessa, ossia con quanto e' in grado di produrre( in termini di ascolto e di qualità - quantità della programmazione). Il sostegno alla radio deve essere richiesto direttamente a chi ascolta in quanto questi ultimi ne sostengono la funzione e la utilità. Si fa quindi una differenza fra compagne-i e ascoltatore - ascoltatrici: i primi sono portati al sostegno a R.O.R piu' per principio, i secondi invece per la funzione che essa effettivamente svolge. Da qui quindi la richiesta di una radio meno "organo" e piu' in grado di fornire informazioni, riflessioni etc.
2. Sulla questione dell'azionariato Manifesto: il problema non e' quello di giudicare l'operazione borsistica di per se' più' che discutibile, ma impostare un discorso fra fruitori del mezzo, i quali ne ritengono necessaria l'esistenza e ne condividono le funzioni, e per questo contribuiscono al proprio sostentamento. In termini semplici oggi molti compagni-e sostengono la radio piu' per affetto(la maggior parte di loro non riesce a sentire la radio) che per il livello di informazione-comunicazione che essa e' in grado di realizzare.
3. La radio e' espressione di chi?. La domanda e' all'interno di un discorso complesso: dieci, quindici anni fa la radio era espressione dei CAO, oggi?, e' riproponibile una radio come e' stata allora?. Proprio per il diversificarsi della situazione politica la risposta e', no!. Quindi la radio deve rappresentare-rappresentarsi con una propria opinione, il che non significa affatto essere una radio di parte(organo di partito),o comunque riconducibile ad una opzione politica. Al contrario proprio partendo dal fatto che questo non e' piu', anche volendolo non sarebbe possibile, la radio dovrebbe essere in grado di esprimere un proprio punto di vista, una propria linea editoriale che possa tranquillamente calarsi e rapportarsi con la frammentazione e la diversificazione dei punti di vista esistenti sul territorio, dandogli voce e rappresentandoli tutti, senza per questo essere solo megafono, ma anche, voce in capitolo.
4. Il punto di cui sopra rimanda ad altre due questioni di grande rilevanza. Una radio fatta in quel modo, presuppone la formazione di una redazione con precisi impegni e quindi di persone che stabilmente si occupino della programmazione( e conseguentemente pone il problema del lavoro e del reddito di queste persone). Il fatto in piu' che si evidenzia e' che comunque di per se' questo non e' automaticamente garanzia del buon funzionamento della radio. Da qui' la seconda questione, ossia una preparazione a saper affrontare le varie tematiche che caratterizzano la programmazione, un problema di formazione, di conoscenza che non puo' essere risolto soltanto dalla presenza fissa di un gruppo di redattori, se a questo non si accompagna una capacità culturale di sapere di che cosa si sta parlando. A tale avviso si pone la necessità di far ricorso a fonti di informazione(centri sociali, cobas, strutture di vario tipo) le quali sul tema siano impegnate, e ancora, alla creazione di un rapporto con altri mezzi di informazione( avvenimenti, lo stesso manifesto) vedendo anche di realizzare contatti con precisi redattori che si occupano di specifiche questioni.
5. Quindi, ultimo, ma non in termini di importanza, il problema della comunicazione musicale, che non può essere relegato a semplice sottofondo del parlato (es." oh, me manni uno stacco! ") e che merita invece una capacità a saper raggiungere le persone anche attraverso una programmazione musicale di per se' significativa di un altro modo di vivere e vedere le cose. Insieme a ciò naturalmente c'e' anche il problema della diversificazione dei generi musicali e della "forma" delle trasmissioni, che secondo i/le compagni/e del Comitato Cuba necessita di un' accurata riflessione.
PUBBLICITA'- FINANZIAMENTO- INDIPENDENZA
Il finanziamento dovrebbe essere attuato attraverso una forma di sottoscrizione
fissa/tesseramento che rappresenti una stabilità di entrate economiche costante da parte di
coloro che si dichiarano disponibili.
Rappresenterebbe ,il superamento della casualità attuale, a cui eventualmente, si puo'
aggiungere un programma di iniziative, anch'esse non casuali, che rafforzerebbe un afflusso
di denaro stabile alla radio.
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