DENTRO IL SISTEMA MICROSOFT
di Gomma, pubblicato originariamente da "il manifesto"
    Sembra che la voglia di critica nei confronti dell'industria informatica crei identità e paghi anche a livello commerciale. Se così non fosse il signor Andrew Schulman sarebbe considerato solo un topo da biblioteca del software e non riuscirebbe a vendere, nei soli USA, 150.000 copie dei suoi testi e a essere tradotto in tutto il mondo. Il suo ultimo libro Windows 95 - Dentro il sistema, pubblicato in Italia da McGraw Hill, pp. 532, lit. 75.000 (con incluso un dischetto per penetrare nei "segreti" di Windows 95), è un atto d'accusa contro l'industria di programmi più potente del mondo, che trae spunto da una minuziosa critica tecnica al nuovo sistema operativo (effettuata sulla beta-version, in quanto la definitiva non era stata ancora stata messa in commercio), per diventare analisi economico-strutturale dell'intera industria del software.
Schulman è una persona dall'intelligenza moderna che ha colto le tensioni presenti nell'immenso target degli utilizzatori di programmi e le diverse imposizioni che costoro sono costretti a subire dalla grande industria. La prima imposizione avviene, all'atto dell'acquisto, nei confronti degli utilizzatori meno accorti dal punto di vista tecnico: il software si compra sempre a scatola chiusa, ma purtroppo la sua qualità raramente corrisponde alle aspettative generate dai media del settore, troppo influenzati dalle veline pubblicitarie delle società produttrici. La seconda avviene alle spese dei tecnici e dei ricercatori che si trovano nelle mani non più una tecnologia ma un prodotto di consumo, assimilabile a qualsiasi altra merce da supermercato. La terza forzatura viene esercitata contro i produttori più piccoli, ditte formate da pochissime persone, una volta il "sale" di softwarelandia, schiacciati dall'imposizione di standard e programmi "tuttofare" che difficilmente lasceranno loro abbastanza spazio per lavorare senza continue difficoltà di progettazione creativa e ricerca di nuovi spazi di mercato.
Ciò che viene messo a nudo da questo manuale è l'oscuro processo che sta dietro a una delle industrie più promettenti del momento (per i grandi capitali). Perché Wall Street ha premiato Microsoft all'annuncio che "Windows 95" sarebbe uscito con cinque mesi di ritardo? Perché questo prodotto, è stato annunciato come "il più sensazionale programma mai creato". Perché un software viene spacciato come "integrato" (dovrebbe nelle promesse sostituire totalmente DOS) quando invece utilizza ancora ampiamente funzionalità del buon vecchio DOS e s'"accresce" solamente di utility e programmini che finora abbiamo comprato separatamente? E cosa produrrà tutto ciò sul mercato? Perché con "Chicago", il nome in codice del nuovo prodotto, avremo a disposizione "compresi nel prezzo" strumenti per scrivere, per mandare posta elettronica e fax, compiere semplici operazioni sui file, insomma tutto ciò che la "maggior parte dei clienti" aspettava per poter usare semplicemente e al primo colpo il proprio computer. Peccato che ogni utility che Microsoft aggiunga ai suoi sistemi operativi (vedi la compressione nel DOS 6) faccia scattare licenziamenti presso le società che prima producevano quelle stessa utility.
Ciò che si configura è, nelle stesse parole di Bill Gates, l'"uomo dei codici" in tutti i sensi, la "creazione di una sorta di monopolio naturale", in cui la Microsoft impone quasi tutte le regole del gioco, anche le più banali, come quelle relative alla possibilità di utilizzare il logo Windows da apporre sulle scatole di software prodotto da altre case a segnalazione della compatibilità. Secondo Schulman la maggior parte dei requisiti richiesti per utilizzare il logo sembra aver a che fare più con i desideri di Gates che non con quelli del potenziale utente finale. E riguardo alla tendenza monopolistica sembra che di "naturale" ci sia ben poco. L'autore critica a questo riguardo l'operato della Federal Trade Commission che si è occupata per quattro anni di indagare sulle presunte violazioni della legge antitrust da parte di Microsoft. Ciò che la sentenza ha imposto è stato il blocco di una pratica che legava le mani ai produttori di computer i quali, per anni, hanno dovuto pagare una sorta di gabella a Gates per ogni processore installato sulle macchine con processori Intel x86. Questo ha costituito il 25% del fatturato Microsoft e una sorta di ipoteca per i produttori di hardware sulla possibilità di poter scegliere di utilizzare sistemi operativi diversi e una chiusura delle possibilità per i creatori di altri sistemi operativi. Ma per Schulman l'intervento della FTC è stato troppo blando. Infatti una consuetudine di Gates, tuttora esistente e non rilevata dalla Commissione, è quella di mantenere segrete le "funzioni non documentate" ovvero parti di codici alla base del funzionamento del sistema operativo la cui conoscenza permette la progettazione dei programmi che girano sul sistema stesso: questo comporta che solo Microsoft, o chi vuole Microsoft, possa scrivere il software che abbia una vera compatibilità.
Schulman, che già rivelò al pubblico il baco del chip del Pentium Intel e di un altro baco di Windows 3.1, non solo rinforza la buona tradizione, purtroppo inesistente in Italia, della critica del consumatore nei confronti del produttore, ma grazie a 400 pagine di disamina analitica del codice di un sistema operativo, entra anche nel "sistema" economico e strategico alla base dell'industria informatica. Dice di esser stato, una volta, marxista e di essere ora solo un liberal... le sue precise analisi dei "processi" ci lasciano qualche piacevole dubbio in proposito.