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Fraser Clarke è l'editore della rivista
"Enciclopædia Psychedelica", edita a Londra,
in circa 3.000 copie trimestrali. Rivista questa nata con
l'obiettivo di tratteggiare tutto il sapere psichedelico
conosciuto, in esattamente 100 numeri, da pubblicarsi
tutti entro l'anno duemila: l'anno della nuova era! Il
primo numero della sua rivista non a caso delinea un
manifesto della nuova umanità. La stessa parola Umanità
viene trasformata in WoMan, a sancire anche dal punto
linguistico l'avvenuta parificazione dei due sessi. E'
un'umanità più consapevole, tollerante, in armonia col
flusso del tutto, che evita attentamente di agire con
violenza. Lo stesso Fraser Clarke non a caso è uno dei
principali organizzatori del Convoy che, in occasione del
solstizio d'estate, muove da Londra verso Stonehenge. Due
anni fa sono però accaduti violenti scontri tra la
polizia e i giovani zippies, freaks, punks e cyberpunks
che erano accorsi all'appuntamento. Il divieto della
Thatcher di avvicinarsi al tempio, che quindi venne
recintato, diede esca a una notte infuocata, dove
numerosi "fratelli travellers" si sono distinti
per la loro tenacia nel difendere il diritto a praticare
il rito propiziatorio. Noi non sappiamo come siano andati
in realtà i fatti, quale sia stato il motivo scatenante
e quale il comportamento dei giovani freak-punk, fatto
sta che nell'ottobre di quell'anno è girata per l'Europa
una lettera di Fraser Clarke, in cui spingeva per
raccogliere firme contrarie a qualsivoglia uso della
violenza. Un approccio quindi politicamente molto simile
all'atteggiamento di Leary intorno ai diritti civili. La
rivista, del resto, più in generale è omologa alla
produzione intellettuale di Leary, essendone del resto
una parziale derivazione. Il soggetto che spingerà verso
la nuova umanità, e che parzialmente
l'anticipa, è lo zippie: strano, ma non troppo,
miscuglio di hippismo e tecnologia. La rivista per il
resto si occupa pariteticamente di annunci sulla nuova
epoca, consigli tecnici sul come industriarsi in casa
l'Ecstasy, premonizioni astrologiche sul prossimo futuro
e in particolare sulla positività a livello sociale del
1994, ecc. Da rimarcare il quarto numero dedicato
interamente all'origine dei festival e a Stonehenge, e
l'ottavo e nono volume interamente dedicati agli eroi
psichedelici. Anche in questi due ultimi numeri si può
notare il tributo verso Leary, in quanto edizione
accresciuta degli editoriali biografici inclusi nel libro Flashbacks,
sempre dello stesso Leary. |
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Elemento però coagulante l'intera produzione di
"Enciclopædia Psichedelica" è sempre il
misticismo, che trae alimento da una parte, sicuramente,
dall'esoterismo mistico e dalle potenzialità
immaginative che il computer scatena e dall'altra
dall'importante influenza fortemente neoplatonica che è
sempre stata presente in questo tipo di controcultura.
Che il computer difatti induca a un approccio
sostanzialmente mistico, lo si deduce del resto anche
dalla numerosa bibliografia presente sull'argomento.
Valga per tutti ad esempio l'atteggiamento di Peter
Glaser, nome d'arte Poetronic, uno scrittore
programmatore di Amburgo legato alla scena ben più
politicizzata degli hacker tedeschi, il quale in una
lunga intervista riportata in Hacker für Moskau
così si esprime: "Quando io programmo spesso mi
vedo seduto come una specie di mago Merlino con cappello
a cono in testa, allora lo schermo si trasforma in una
specie di sfera di cristallo, nella quale appaiono
visioni che si possono capire, divinare attraverso
formule magiche divinatorie incomprensibili. E' veramente
una specie di magia scrivere un programma lungo sei
pagine, che quando si schiaccia un bottone sullo schermo
sviluppa una sfera magica che getta un'ombra, un'ombra
strana. (...) Un elemento tipico di questa lirica arcaica
dei riti magici che si ritrova anche nel computer è
proprio la ripetizione, (...) a volte posso sentire
questo come una specie di tam-tam che ossessivamente
ripete 01010101." Un atteggiamento quello di Glaser
che non può essere definito come semplicemente
episodico, ma molto più profondamente coerentemente
mitico, sprofondato nelle radici del tempo. "Io
programmo per ore, per giorni e per notti, e nel tempo di
un fulmine attraverso i secoli e mi vedo, senza volerlo,
portare avanti le opere degli antichi sacerdoti, dei
signori del culto del fuoco, della divinità indiana, dei
parsi persici che curavano il fuoco per Zarathustra e mi
vedo come custode della luce eterna. Io so quale è la
ricerca della perfezione: il programma senza errori e
quello che io sacrifico è il tempo." |