L'"INVASIONE" DEL PARLAMENTO DI CALIFORNIA

   

Tratto da PANTERE NERE
di Paolo Bertella Farnetti, pp. 53-56

   
    Di fronte a una proposta di legge di un deputato di Oakland, Don Mulford, mirante a restringere la libertà di portare armi dei cittadini privati, un'iniziativa chiaramente diretta a colpire le Pantere, queste decisero di mettere in atto un "evento colossale": andare a manifestare la propria opposizione, in assetto ufficiale, nella sede della legislatura a Sacramento, capitale dello stato di California. La proposta Mulford colpiva la base stessa su cui poggiava il Partito della pantera nera per l'autodifesa: Newton, pur consapevole che l'azione non avrebbe fermato la legge, intravide un'occasione unica per diffondere nell'intera nazione nera il messaggio del partito. Eldridge Cleaver e Bobby Seale si opposero alla partecipazione di Newton alla spedizione, per motivi di sicurezza e perché non aveva ancora finito di scontare il suo periodo di libertà vigilata. Newton, con l'aiuto di Cleaver preparò una dichiarazione, dando a Seale l'incarico di leggerla davanti alla sede del parlamento statale. In caso di attacco le Pantere avrebbero dovuto rispondere con ogni mezzo necessario, ma dopo aver reso pubblico il messaggio del partito avrebbero dovuto allontanarsi e accettare senza resistere eventuali arresti.[13]
Il 2 maggio 1967, giorno della discussione sulla proposta di legge, una trentina di Pantere - sei donne fra loro - guidate da Bobby Seale si presentarono nella sede del parlamento di Sacramento. In formazione sparsa, venti armati di tutto punto, i membri del partito provocarono il frenetico interesse dei giornalisti e dei cameramen presenti e un grande subbuglio fra gli agenti di guardia. Dopo aver letto due volte il messaggio sulle scalinate d'ingresso, Seale prese l'iniziativa di entrare all'interno dell'edificio, pensando di raggiungere la galleria degli spettatori. Le Pantere, mentre si muovevano spaesate all'interno, spinte dalla folla dei cronisti, entrarono per sbaglio nella sala dove l'assemblea stava deliberando. Accortisi rapidamente dell'errore, rientrarono nel corridoio antistante dove le guardie tolsero loro alcune armi; ma poiché non era stata infranta nessuna legge finirono per restituirle.[14] Davanti ai giornalisti eccitati, Bobby Seale fu costretto a leggere una terza volta il "decreto n. 1" di Newton:

Il Partito della pantera nera per l'autodifesa esorta il popolo americano in generale e il popolo nero in particolare a prendere attentamente nota che gli organi legislativi razzisti della California stanno preparando leggi miranti a mantenere il popolo nero disarmato e senza potere proprio nel momento in cui in tutto il paese le agenzie razziste di polizia stanno intensificando il terrore, la brutalità, l'assassinio e la repressione della gente nera. [...] La schiavitù dei neri fin dall'inizio stesso della storia di questo paese, il genocidio degli indiani americani e la relegazione dei superstiti in apposite riserve, il brutale linciaggio di migliaia di donne e di uomini neri, il lancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki e ora il vile massacro perpetrato in Vietnam, tutto dimostra che verso i popoli di colore la struttura di potere razzista di questo paese non ha che una politica: quella della repressione, del genocidio e del terrore, la "politica del grosso bastone". Il popolo nero ha implorato, pregato, inviato petizioni, dimostrato e fatto tutto quello che poteva perché la struttura razzista d'America raddrizzasse i torti storicamente inflitti alla gente nera. A tutti questi sforzi è stato risposto con più repressione, inganno e ipocrisia. [...] Il Partito della pantera nera per l'autodifesa crede che sia venuto per la gente nera il momento di armarsi contro questo terrore prima che sia troppo tardi.[15]

Il disegno di legge fu fatto passare come era prevedibile, ma l'azione delle Pantere ebbe l'eco nazionale desiderata. Le Pantere furono per la prima volta sui telegiornali e sulle prime pagine di tutti gli Stati Uniti, persino sulla prima pagina del londinese "Times"; Newton e Seale apparvero alla radio e furono ospiti di trasmissioni televisive. Ma se molti neri ebbero un moto di ammirazione per il coraggio delle Pantere e conobbero per la prima volta l'esistenza del partito, per gran parte della nazione bianca si trattò dell'evocazione minacciosa di violenza razziale e guerriglia urbana. Per l'establishment la dimostrazione di Sacramento, nonostante si fosse svolta con la consueta attenzione alla legalità, fu una sfida che venne presa terribilmente sul serio. I mass media diedero ovviamente un taglio sensazionalistico alla notizia, definendo la dimostrazione "invasione armata" dell'assemblea legislativa e insistendo sull'atteggiamento di odio nei confronti dei bianchi da parte delle Pantere; Huey Newton fu segnalato erroneamente fra i partecipanti.[16] Sulla strada del ritorno da Sacramento, lontano dagli occhi dei giornalisti, le Pantere vennero arrestate; ventiquattro furono accusate di interruzione e disturbo della seduta legislativa, di porto di armi nascoste e di uso minaccioso di armi. Tutte vennero liberate su cauzione, grazie alla raccolta di fondi organizzata da Newton e Hilliard: un accordo legale, che risparmiava la prigione alla maggior parte dei partecipanti, costò a Seale e ad altri cinque una pena detentiva di sei mesi.[17] Eldridge Cleaver, che aveva partecipato alla spedizione come giornalista di "Ramparts", fu arrestato e subito rilasciato. Nonostante il clamore dell'episodio di Sacramento, che portò comunque nuove iscrizioni, il partito continuava a restare un'entità locale. Nei mesi successivi all'avvenimento il Partito della pantera nera per l'autodifesa poteva contare su un numero di iscritti fra i cento e i duecento, con una quindicina di quadri a tempo pieno, divisi in piccole unità nelle varie comunità nere della Bay Area.[18] Dal momento dell'approvazione della legge Mulford, nel luglio dello stesso 1967, le Pantere cessarono di esibire pubblicamente le armi, anche se l'immagine "armata" restò loro appiccicata addosso. I pattugliamenti erano già stati sospesi poco prima della spedizione di Sacramento; in seguito vennero ripresi in alcune circostanze, ma senza dispiegamento di armi.

  • [13] Bobby Seale, A Lonely Rage, cit., p. 215.
  • [14] Ibid., pp. 216-19.
  • [15] "The Black Panther", 15 maggio 1967, p. 2.
  • [16] Gene Marine, Black Panthers, cit., pp. 75-78.
  • [17] Fra le Pantere nere che andarono a Sacramento c'erano anche alcuni sostenitori non iscritti nel partito, come l'organizzatore di comunità Mark Comfort (33 anni), portati per rimpolpare le fila. Tra i partecipanti alla spedizione: Johnny Bethea (18), Ardell Butler (17), Kenneth Carter (19), Bruce Cockerhan (18), Albert Commo (21), Emory Douglas (23), George Dowell (28), James Dowell (17), Reginald Forte (18), Sherwin Forte (19), Truman Harris (18), Orleander Harrison, Jr. (17), Ernest Hatter (18), Mike Hall (18), Bobby Hutton (17), Lafayette Robinson (17), John Sloan (30), Willie Thompson (20), Lee Torris (22), Warren Tucker (19), Benny Yates (19).
  • [18] Cfr. August Meier, Elliott Rudwick e John Bracey, Jr., Black Protest in the Sixties, Markus Wiener Publishing, Inc., New York 1991, p. 233.