IL PRESENTE VOLUME |
|||
Tratto da SENZA
ILLUSIONI
|
|||
Questo libro è diviso in quattro
sezioni. La prima reintroduce sinteticamente per il
pubblico odierno il quadro di partenza - soprattutto gli
anni Sessanta, ma non solo - facendo riferimento ai
termini essenziali delle questioni del periodo fondante
del movimento nero e alla loro evoluzione nel tempo. La
prospettiva è valutativa, oltre che informativa. I saggi
raccolti offrono, ognuno in modo diverso, letture e
descrizioni che appartengono agli ultimi dieci anni e che
sono tutte caratterizzate dall'essere state destinate in
partenza a un pubblico non più in "presa
diretta" con gli avvenimenti e i contesti discussi,
ma interessato ai problemi e convinto della loro
importanza nella discussione del momento. Vengono
presentati ai lettori italiani Manning Marable e Cornel
West, che sono tra i più acuti osservatori, critici e
pensatori politico-culturali afroamericani d'oggi. In
altri tempi, le loro opere saggistiche sarebbero state
rapidamente tradotte dai nostri editori maggiori; il
fatto che non lo siano indica la caduta di popolarità di
certi temi e soggetti presso l'editoria italiana. La seconda sezione, introdotta da Paolo Bertella Farnetti - che da anni si occupa del problema, come testimonia il suo saggio del 1981 qui ripubblicato - tocca la questione cruciale della repressione delle organizzazioni d'avanguardia del movimento di liberazione nero agli inizi degli anni Settanta. Abbiamo sempre guardato alle crisi di organizzazioni e movimenti, storici e contemporanei, cercando di individuare soprattutto gli errori, i passi falsi, i limiti teorici e organizzativi interni ad essi, nella convinzione o speranza che la riflessione in certo senso autocritica diventasse patrimonio generale e permettesse di evitare il ripetersi delle sconfitte. Tuttavia, è del tutto evidente che sarebbe uno sbaglio assai grave non puntare l'attenzione sui metodi impiegati dalle amministrazioni statunitensi e dai loro organi di spionaggio e polizia per liquidare le opposizioni afroamericane. Sono stati metodi sporchi, che hanno combinato l'infiltrazione e lo spionaggio, la corruzione, la falsificazione e la violenza deliberata e illegale. Le divisioni interne alle organizzazioni, da far nascere tra l'altro attraverso la diffusione di notizie e documenti falsi, sono state pianificate e perseguite dall'FBI con logica spietata (e si sono ripetute ancora a Los Angeles nel 1992, come ricorda Mike Davis). Ma anche l'eliminazione fisica diretta dei "nemici" rientrava nella stessa logica. Abbiamo mantenuto al minimo l'esemplificazione, ma questo non deve in alcun modo far pensare che la casistica sia circoscritta ai casi ricordati. Negli ultimi anni - questo è il tipo di cose che si viene a conoscere, se tutto va bene, solo con il debito ritardo - sono stati scoperti molti particolari relativi ai programmi di spionaggio e persecuzione ai danni di figure di rilievo nazionale, da Martin Luther King a Malcolm X.25 Un certo numero di militanti sopravvissuti, in particolare appartenenti al Partito della pantera nera, ha preso a raccontare in testimonianze di vario genere e in autobiografie gli avvenimenti dal loro punto di vista.26 E dopo la morte di J. Edgar Hoover, i suoi metodi di gestione dell'FBI, i suoi obiettivi e la sua stessa personalità sono diventati oggetto di ricerca e disvelamento. Qui, in definitiva, abbiamo voluto rimarcare l'importanza di quella fase, dare esempi di come sono andate le cose e ricordare che nello scrivere la storia della società e dello stato contemporanei i sistemi occulti e palesi di soppressione degli antagonisti non sono espungibili. Nel nostro caso si tratta degli Stati Uniti, ma l'indicazione vuole essere di metodo - ciascun paese, ciascuna situazione fanno caso a sé. Nelle ultime due sezioni si toccano le questioni più recenti: nella terza si cerca di guardare agli anni Ottanta soprattutto ricordando e analizzando gli unici successi significativi della politica afroamericana sulla scena nazionale; nella quarta si mettono invece in evidenza la gravità ed estensione dei problemi economico-sociali resi drammatici dal reaganismo e sfociati nella sollevazione di Los Angeles di fine aprile-inizio maggio 1992. Implicito nel discorso è il fatto che si tratta di aspetti diversi e contemporanei di un'unica realtà, che la separazione è dovuta soltanto a ragioni di ordine e focalizzazione. Nella terza sezione si indicano le grandi speranze sollevate da fenomeni politici quali le campagne di Harold Washington, per la conquista del posto di sindaco di Chicago nel 1983 e '87, e di Jesse Jackson, nelle elezioni presidenziali del 1984 e '88. L'ottica è, per così dire, interna alla comunità. Si guarda alla specificità di quei fenomeni e alle potenzialità da essi rivelate. Inutile dire ora che forse, se quei successi ci sono stati, allora era possibile ottenere "di più" in quegli anni, che un nuovo movimento afroamericano era possibile, nonostante Reagan e contro Reagan. In realtà, proprio quei successi furono superiori a ogni aspettativa. Non si sarebbe potuto dare altro esito, non solo per la morte di Washington nel 1987 e per i limiti intrinseci all'uomo e a una campagna elettorale presidenziale nel caso di Jackson, ma perché un movimento sociale e politico necessita di una base che si muove in contesti di allargamento dei propri diritti e di crescita economica. Quello, cioè, che erano stati gli anni tra il 1955 e i primi Settanta, che avevano dato forza all'"immagine nera" e che avevano fatto circolare per il mondo la prorompente rappresentazione collettiva di sé degli afroamericani. Mentre invece gli anni tra il 1981 e il '93 sono stati caratterizzati dal peggioramento delle condizioni di vita delle masse afroamericane (in un contesto di impoverimento generale), dal restringimento degli spazi per l'azione politica di base, dall'autonomizzazione della leadership nera dalla base stessa e da una crescente ostilità diffusa nei confronti dei neri e delle altre minoranze povere. La quarta sezione, sullo sfondo - appunto - del disastro economico e sociale prodotto dal reaganismo, cerca di fornire alcune chiavi di lettura della realtà afroamericana fino alla rivolta di Los Angeles e oltre. Enormi contraddizioni attraversano la comunità nera impoverita, allontanata sempre più sia dall'occupazione, sia dall'assistenza e investita dalle ondate successive del razzismo istituzionale e della repressione poliziesca dall'esterno, della criminalità interna e della diffusione della droga. Questa sezione è la più ampia del volume. In essa, i fatti di Los Angeles diventano l'occasione per fare il punto sull'oggi. |
|||