MUSICA E COPYRIGHT

   

tratto da NO COPYRIGHT, p. 265-267

   
    Il Tribunale Distrettuale degli Stati Uniti ha emesso il suo primo verdetto inerente al campionamento di musica nel dicembre 1991, vietando al rapper Biz Markie e alla Warner Bros. di utilizzare parti campionate dalla canzone Alone Again (Naturally) di O'Sullivan (Grand Upright Music Ltd. vs. Warner Brothers Records, Inc.; WEA International, Inc.; Marcel Hall conosciuto professionalmente come Biz Markie; Cold Chillin' Records, Inc. e altri). Dopo aver concesso alle istanze dell'accusa un'ingiunzione preliminare, il tribunale girò il caso all'Ufficio del Ministero della Giustizia americano, per il procedimento penale. Il caso fu sistemato prima che una qualsiasi decisione finale fosse emessa.

Usare musica soggetta a copyright

Gli Index Departments sono i due maggiori gruppi che si occupano di licenze nel campo musicale e possono essere d'aiuto nell'ottenere il diritto di impiegare musiche soggette a copyright nei propri video, film o proiezioni multimediali.
Quando vengono contattati, richiedere l'indirizzo dello specifico editore di cui si vuole avere a prestito la musica: ASCAP, 1 Lincoln Plaza, New York, NY 10023; telefono 212-595-3050; oppure BMI, 320 W. 57th St., New York, NY 10019; telefono 212-586-2000.
Qual è il modo migliore per evitare la violazione di un copyright? Acquisire una licenza, oppure comporre, eseguire e registrare la propria musica. Oppure registrare musica scritta più di 75 anni fa. Attenzione a usare registrazioni relativamente recenti di musica composta un secolo o due fa, poiché l'ESECUZIONE nuovamente registrata può essere protetta da diritti d'autore, anche se la composizione non lo è. Se la composizione è soggetta a copyright, le sanzioni penali per la violazione del copyright riguardano la copia illegale di registrazioni sonore.

CAMPIONARE MUSICA
di Stefano Grey Area e Paolino Sigma Tibet

La tecnica del sampling, o campionamento, si è sviluppata in seguito all'evoluzione della tecnologia digitale e alla conseguente riduzione del costo delle memorie. In sostanza campionare un suono significa registrarlo, per poi riprodurlo. Fondamentalmente per fare ciò occorre un dispositivo per convertire il segnale dalla forma originale a quella più adatta a essere memorizzata, un sistema che controlli le operazioni di registrazione e riproduzione e un supporto su cui memorizzare il segnale. Un campionatore può essere paragonato al registratore: un microfono fornisce un segnale elettrico analogico, che viene poi convertito in segnali digitali. Questi sono letti da un microprocessore, che li memorizza e può in seguito rileggerli.
Quindi con un registratore a cassette avremo una registrazione analogica, con un campionatore una registrazione digitale. Il vantaggio del segnale digitale su quello analogico sta nel fatto che è possibile ricostruire un segnale numerico pulito da uno deteriorato, annullandone l'invecchiamento. Questa ricostruzione permette di eseguire infinite copie del segnale digitale senza che aumenti il livello del rumore, come accade col segnale analogico, in cui ogni copia è sempre peggiore della precedente.
Inoltre il segnale digitale consente di sfruttare la potente tecnologia computerizzata del campionatore per "editare" (modificare) a piacere l'informazione (campionamento). Sono cioè possibili filtraggi, montaggi e miscelazioni dei campionamenti, in modo creativo, automatico e senza perdite di qualità.
Va anche detto che recentemente, oltre ai campionatori, sono stati commercializzati dapprima i Dat e ultimamente i Dcc e i Minidisc. Non sono altro che registratori (campionatori) digitali su nastro magnetico (Dat o Dcc) e su mini compact disc (Minidisc). In pratica sono corrispettivi digitali del vecchio registratore a cassette analogico. Hanno, come i campionatori, un'ottima qualità sonora e la possibilità di operare pressoché infinite copie senza perdita di qualità. Sono però sprovvisti del computer dedicato alla modifica e al montaggio dei segnali, altra prerogativa fondamentale, come abbiamo già visto, dei campionatori.

Il campionatore, come visto, può venire dunque considerato un vero e proprio registratore digitale sotto controllo di una tastiera musicale o di un personal computer. Ma a livello pratico come fare, e soprattutto quanto spendere per poter usufruire di queste macchine in una configurazione economicamente accessibile e "creativamente" funzionale? Occorre subito premettere che un campionatore solo non basta: ci vuole una tastiera di controllo Midi e un computer o un "sequencer" per registrare quello che noi suoniamo. Talvolta il sequencer è incluso nel campionatore e ancora, il campionatore è provvisto di tastiera.
Esistono decine di marche e modelli sul mercato e molto spesso riesce difficile orientarsi in quella che sembra un'autentica jungla...
Possiamo però segnare dei punti che aiuteranno a capire ciò che è veramente utile e ciò che nel nostro caso non lo è. Questi punti sono:

  1. Semplicità d'uso
  2. Possibilità di storaggio dati
  3. Multitimbricità e polifonia
  4. Capacità di memoria della ram

Come appare evidente è stata accuratamente evitata la voce "qualità audio" per una ragione: normalmente un campionatore sul mercato ha una qualità audio più che accettabile. Tale qualità viene spesso accostata ai "bit" (8 compressi, 12, 16, 24, ecc) che corrisponde poi a una differenziazione delle macchine in fasce di prezzo che si misurano in considerevoli milioni ma non a una altrettanto evidente differenza qualitativa a un ascolto meno esperto.
Innanzitutto un campionatore dev'essere semplice da usare. Troppo spesso chi lo compra si ritrova poi a non utilizzarne che una parte e con fatica. Straordinaria in questo senso è tutta la gamma dei modelli Akai, forse i più "friendly" in assoluto; intuitivi pure i modelli Ensoniq ed Emu Systems. Abbastanza ostici i modelli Roland, decisamente complicati gli Yamaha.
Una volta campionato, editato e suonato il materiale, se si spegne la macchina, che succede? Sparisce tutto! E' dunque necessario verificare che il campionatore abbia la possibilità di salvare i dati presenti in memoria. Esistono tre sistemi: il vecchio "quick disk" da 1,8" (introvabili, quindi da scartare); l'efficiente floppy da 3,5" e il costoso hard disk (interno o esterno).
Per poter lavorare con più suoni contemporaneamente è necessario che la macchina sia politimbrica e polifonica. In questo modo si avranno più "campioni" disponibili contemporaneamente e la possibilità concreta di creare e ordinare le proprie elaborazioni.
Un "campione" occupa una quantità di memoria pari alla lunghezza del campione stesso e alla frequenza con la quale esso è stato campionato. E' evidente dunque, che più memoria interna (Ram) possiede la macchina, meglio è. E' utile sapere, per calcolare la quantità di memoria del "Sampler", che cinque mega corrispondono pressappoco a trenta secondi di registrazione mono alla massima frequenza.
Poste queste condizioni si potrà con più serenità, rivolgersi al mercato. Dell'usato!
Perché il mercato dell'usato? Per due ragioni ben precise: la scelta è molto vasta e i prezzi sono molto più accessibili del nuovo. Questo perché il settore dell'elettronica è in logaritmica e continua evoluzione e quello che oggi costa dieci, tra un anno costerà due.