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- INTRODUZIONE
Dopo il grande boom sui media c'è chi dice
che il Cyberpunk è morto, che è diventato una
parola senza senso. Grandi compagnie si sono
occupate del problema e ne hanno svilito i
contenuti, pubblicandoli su riviste patinate e
piene di banalità. Molti vecchi personaggi della
cultura si sono riciclati, appiccicandosi addosso
l'etichetta di cantanti cyberpunk, artisti
cyberpunk, intellettuali cyberpunk e, di sicuro,
la moda cyberpunk ha fatto vendere molto
hardware, il più delle volte inutile. Ma, in
realtà, la filosofia del cyberpunk è tutt'altro
che morta e sono i comportamenti della gente che
lo dimostrano. Comunità virtuali e reali,
ricercatori geniali, riviste originali su carta
ed elettroniche, musicisti creativi, usi
disinibiti delle tecnologie, nuovi modi di vita e
di cultura. C'è un feeling comune, una tensione
verso la concretizzazione del villaggio globale e
per l'abbattimento di tutte le frontiere e i
confini che limitano la sperimentazione e la
conoscenza sulle cose e tra gli uomini. Una
rivoluzione pacifica e subliminale per l'apertura
degli accessi verso le macchine e gli uomini.
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- IL GENIO
CREATIVO
Mentre la multinazionale Thompson si è
impadronita di tutti i brevetti della VPL e la
ricerca ufficiale sembra essersi concentrata su
applicazioni industriali di scarso interesse
sociale e comunicativo, il sogno dei pionieri
delle realtà virtuali perché queste siano
condivise da più persone ed economicamente
accessibili a tutti sembra allontanarsi. Ma la
sperimentazione indipendente non si è fermata e
oggi, grazie ad alcuni geniali creativi, è
possibile accedere a dei sistemi di realtà
virtuali a basso costo e condivisibili.
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- REALTA'
VIRTUALI A BASSO COSTO
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- EPS: LA
DEMOCRAZIA DELLE REALTA' VIRTUALI
Sulla vostra fanzine parlate di democratizzare e
demistificare una certa immagine delle realtà
virtuali. Cosa volete dire?
Democratizzare vuol dire generalmente
spiegare alla gente cosa siano le realtà
virtuali e sbarazzarsi del sensazionalismo.
Spiegare che è una tecnologia giovane,
principalmente sperimentale, cioè che potrà
avere in futuro delle applicazioni potenti e non
che "booom" ti lancia in un altro
mondo, un'immagine, questa, creata dai media.
Vogliamo anche diffondere le realtà virtuali
incoraggiando la gente a provarle e far sì che
le compagnie le producano a basso costo e di
facile utilizzo, per farle usare da più persone.
Abbiamo molti membri che lavorano su sistemi
fatti in casa, roba che puoi mettere insieme a
poco prezzo col tuo personal computer. Siamo
anche interessati a diffondere software, del buon
software di "dominio pubblico", che
generalmente arriva dall'America.
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- PONTON MEDIA
LAB
Un altro filone fondamentale della ricerca
sulla comunicazione è quello
dell'interattività, ossia la possibilità di
intervento umano sul funzionamento dei programmi
e delle macchine, per controllarne a piacimento
il flusso comunicativo. La televisione e il
computer sembrano essere il nuovo terreno
d'azione sul quale si stanno scatenando le
maggiori aziende del settore. Ma molto spesso i
risultati sono scadenti. Anche su questa
frontiera le più grandi speranze perché sia
l'uomo e non la macchina a dirigere il gioco
della comunicazione sembrano provenire da gruppi
indipendenti.
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- LE
PUBBLICAZIONI DEL FUTURO
Gli anni Novanta hanno conosciuto una
riesplosione delle pubblicazioni underground e
controculturali, intrise dello spirito della
nuova frontiera. Ci sono al momento nel mondo
centinaia di riviste elettroniche, migliaia e
migliaia Bulletin Board System, ossia quotidiani
indipendenti e interattivi in formato digitale.
Ma anche la carta stampata ha ripreso importanza
e i suoi contenuti e la sua grafica sono stati
senza dubbio influenzati dalle nuove istanze
delle diverse comunità cyberspaziali.
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- IF COMIX &
UNDERGROUND
Quali sono le correnti culturali che ti hanno
influenzato?
Tra le altre il Cyberpunk e il
situazionismo. Ne ho letto parecchio. Ho cercato
di creare un'estetica cyberpunk. Tutte le cose
cyberpunk che ho visto erano disegnate a mano e
non sembrava che fossero fatte con il computer o
realizzate attraverso un punto di vista
tecnologico. Quello è il motivo per cui ho
sviluppato il programma per elaborare le
immagini: per essere sicuro di dargli un aspetto
veramente cyberpunk... Adesso sto lavorando a un
software di cui hai visto i risultati. Sono in
grado di rimanipolare queste immagini. Ho fatto
un'immagine della regina in decadenza fisica che
si trasforrna in un cane. E' veramente divertente
perché tutte le distribuzioni hanno messo al
bando tutte le mie pubblicazioni. Se fossero dei
quadri non ci sarebbero problemi ma se usi una
fotografia, una vera immagine, è come se tu li
insultassi.
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- BAD TRIP COMIX
Anche in Italia esistono fumettisti e
disegnatori ispirati da queste atmosfere.
Ecco a voi il Professor Bad Trip
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- BLACK ICE
Ci sono anche riviste molto critiche nei
confronti del business dell'informatica
Black Ice è nato dalla volontà di scrivere
del lato estremo dell'alta tecnologia... Black
Ice parte da un angolazione tecnologica e
tenta di tirar fuori tutta l'informazione
interessante dall'underground mentre, allo stesso
tempo, guarda a quelle zone di cui la stampa
"ufficiale" non si occupa perché sono
fuori moda o non sono di punta... Ci piace anche
l'idea di appropriazione, di rubare informazione
e pubblicarla, oppure di tenere diverse fonti di
informazione sulla stessa rivista, ma mantenendo
sempre una solida base giornalistica.
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- LA SCENA HACKER
Ma le critiche e le pratiche più radicali
continuano a provenire dalla scena degli hacker,
che almeno nell'Europa del Nord si stanno
costituendo in comunità che non sono più solo
virtuali. Una comunità con una propria
coscienza.
L'hacking aiuta a mostrare quello che succede.
Per me è molto semplice entrare in un sistema e
prendere dei numeri della "social
security" o qualsiasi dato riguardante la
sfera privata di qualcuno. E li posso rendere
pubblici. Li posso anche dare ai giornalisti o a
qualcun altro. E' molto semplice. Io aiuto a
mostrare i problemi, non sono quello che li crea.
C'è una bella differenza. Il problema sono i
dati privati depositati in una macchina. La gente
crede che le macchine siano assolutamente sicure
e che tutto vada bene così. La stessa cosa vale
per i computer che controllano le bombe atomiche.
La gente ha fiducia nelle macchine. Ma io che
sono un hacker mostro che queste sono tutte
stronzate e che le macchine non sono sicure. Sono
solo bit e bite che girano qui e là.
Questa comunità prende le proprie
responsabilità, ed è composta di soggetti molto
diversi da quegli hacker nichilisti e
"supercattivi" che Bruce Sterling con
ironia stigmatizza in "Giro di vite contro
gli hacker". Andiamo allora a scoprire
queste comunità di hacker che hanno intenzione
di costruire, invece che distruggere:
Tra Olanda e Germania si sta costituendo quella
che è da considerarsi probabilmente la
situazione collettiva di hacker più forte del
mondo. Il tutto ruota intorno a pubblicazioni
come "Hacktic",
"Datenschlauder",
"D'hacketse", e a reti come Zerberus
che contano centinaia di nodi. Nel giro di soli
sei mesi si sono tenuti, vicino ad Amsterdam e ad
Amburgo, due grandi congressi internazionali di
hacker, che hanno mostrato come esista una
tendenza alla costruzione di comunità non solo
virtuali di hacker, phone e computer phreax,
tanto che il convegno olandese è stata definito
una "Woodstock digitale".
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- LA LEGGE
Le soluzioni repressive non sembrano
soddisfare la platea, nemmeno quegli addetti alla
sicurezza, ovvero gli antihacker, che hanno
trovato il coraggio di partecipare al meeting.
Nel 1989 sono riuscito a conoscere Kevin
Mitnick, il protagonista del libro
"Cyberpunk". Mi ha molto impressionato.
Era riuscito a entrare nella Digital Equipment e
a rubargli da sotto il naso i sorgenti del
sistema operativo BMS, farli viaggiare attraverso
tutto il paese, copiarseli e portarseli a casa.
Grande. Un profilo professionale eccellente. Ho
pensato che la comunità avesse molto da imparare
da lui. Si è presentato a un convegno di
"user" di computer Digital, il gruppo
Decus, con l'intenzione di venire a parlare agli
assistenti legali, con l'intenzione di venire a
parlare a chiunque volesse fare ricerca su queste
tecniche.
Ma nel tuo lavoro, quando scopri problemi
relativi alla sicurezza, cosa fai? Chiami la
polizia?
Quando lavoro sulla sicurezza non faccio
investigazioni o cose del genere. Parlo con
qualcuno che vuole costruire dei sistemi sicuri e
dico loro come prevenirli. Chiamare la polizia
non fa parte dei miei compiti e non è neanche il
problema principale. Bisogna pensare alla
prevenzione: almeno secondo me.
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- PHONE PHREAKING
Una parte consistente del dibattito verteva
sul phone phreaking cioè sull'utilizzo creativo
e a basso costo delle linee telefoniche... Ma ora
molti tra di voi si chiederanno cos'è il phone
phreaking. Ne parliamo con Bill Squire, un noto
esperto della materia.
GOMMA: Pensi che si sia formata una specie di
comunità tra i freakers?
E' sempre stato qualcosa come un culto. E finché
rimane così continuerà a sopravvivere. Quando
le persone lo fanno per telefonare gratis, le
compagnie telefoniche fanno di tutto per renderlo
più difficile, il che riporta il tutto a un
numero esiguo di persone. Ci saranno sicuramente
decine di migliaia di dilettanti, i quali non
vanno oltre al fatto di comprare un trucco,
pensando in questo modo di poter risparmiare
sulla bolletta telefonica sfruttando i metodi di
qualcun altro. Tutti quelli che ho conosciuto che
hanno comprato un metodo, sono finiti con lo
sborsare più soldi per il trucco che per le
chiamate che non hanno pagato.
NARRATORE: Ma torniamo al convegno...
qualcuno tra il pubblico sembra non concordare
sulla pratica della pirateria telefonica.
Se consideri il tempo della telefonata un
qualcosa che le compagnie telefoniche vendono,
qual è la differenza di base tra usare una blue
box e rubare in un negozio?
(Andy) Per me chiedere soldi per la comunicazione
è come privatizzare l'aria
Le compagnie telefoniche installano i
commutatori, pagano le linee, mettono in opera i
satelliti e fanno tutti i collegamenti, perché
vorresti accedere gratis al sistema?
(Bill) Sei uno di quei tipi che dicono che non è
giusto perché col fatto che pochi lo usano
gratis, tutti devono pagare? Suona molto
americano...
Non mi sembra molto differente che fregare
roba in un supermercato...
(Bill) Perché lo chiami rubare?
Perché si usa qualcosa che non si è pagata
(Andy) Ma non si porta via niente, tutto resta
lì dov'è. Usiamo solamente qualcosa che
altrimenti resterebbe inutilizzata...
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- RETI
I network di computer e i loro problemi sono
sempre al centro dell'attenzione degli hacker e
degli attivisti della comunicazione sociale.
Sentiamo Maya che sta lavorando per un network
informativo nei campi occupati della Palestina:
Quando parlo di un network, parlo di gente che si
incontra, che mette in comune discutendo,
incontrandosi, scambiando idee, ottenendo
informazioni, usando la propria immaginazione. E
questo a volte è completamente diverso dalla
tecnologia che vediamo intorno a noi.
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- PGP
Un dibattito molto attuale per chi frequenta
Internet, ma che coinvolge problemi importanti
come quella della privacy della posta elettronica
è stato quello sulla criptazione. Sentiamo cosa
ne pensavano ad Amsterdam:
Attualmente stiamo incoraggiando la gente a
farlo, anche se le leggi in Germania sono
contrarie. Tutte le banche criptano i loro
trasferimenti di dati, così anche noi dovremmo
avere lo stesso diritto. Nel nostro programma di
gestione della rete ogni casella postale
personale è criptata così neanche io, con la
più alta priorità del sistema, posso leggere
cosa c'è nella casella postale personale di
chiunque.
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- TRAVELLER
Probabilmente Margareth Thatcher pensava di
risolvere definitivamente il problema dei
traveller quando, nel 1985, organizzò la più
violenta spedizione contro i viaggiatori cosmici
mai vista nella storia d'Inghilterra. Dopo 13
anni di pacifici raduni intorno a Stonehenge, in
un periodo di relativa stasi dei movimenti,
questo massacro rappresentò simbolicamente una
rottura con il passato e coincise con la nascita
di una nuova controcultura fatta di memoria e di
slancio verso il futuro. Purtroppo per le
istituzioni inglesi, da quel giorno il popolo dei
traveller si è trasformato in qualcosa di
diverso e di moderno e, sorprendentemente, la
dimensione e l'impatto che questa onda hanno
assunto sono stati enormi. Ormai in Gran Bretagna
si parla di una cifra di mezzo milione di nomadi,
gente senza fissa dimora che a bordo di camion,
furgoni e altri mezzi di trasporto si sposta
continuamente sulle strade, creando nuove mappe e
zone temporaneamente autonome, un flusso
clandestino di informazione e logistica, un
network umano alla ricerca di avventura e nuove
esperienze. La situazione è diventata ancora
più complessa, per il potere, da quando la
cultura traveller, che è una diretta discendente
di quella hippy, si è incontrata con la scena
techno-rave e acid, formando in diversi casi una
miscela esplosiva di anarchia controculturale...
Luoghi di massima concentrazione di queste
energie sono i free festival. Il festival
riunisce migliaia di persone in una gigantesca
comunità e c'è gente con i furgoni che si
accampa anche tre giorni prima per non perdersi
le situazioni migliori.
La cosa che sicuramente stupisce di più è la
compresenza di tipi di cultura molto diversi tra
loro, il pubblico è estremamente vario, si passa
da vecchi hippy di sessant'anni, o giù di lì,
fino ad arrivare a raver di 14 anni e sono
presenti un po' tutte le razze e le possibilità
espressive. C'è molta techno e c'è la musica
tribale. In questo caso le diversità culturali
si fondono in un nomadismo cosmico: questa
è una parola chiave, che rappresenta tutto
l'universo delle controculture, come recita il
giubbotto di un fratello:
-
- "tribù
dell'underground unitevi!"
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