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COS'E' L'ECSTASY

   

di FrattAlex
tratto da
DECODER #7

   
    "L'MDMA (Ecstasy, N.d.R.) crea stati di coscienza facilmente controllabili", così Alexander Shulgin descrive la sua creazione. Shulgin è un neurochimico la cui fama nella ricerca psichedelica è seconda solo a quella di Albert Hoffman. Dice riguardo alla sua attività: "Inventare una molecola è come comporre una sonata. Prendo un tema, ad esempio la molecola di mescalina, e gioco sulle variazioni. Niente mi permette di predire il loro effetto sul cervello, ma i composti che esteticamente mi piacciono di più si rivelano spesso i più riusciti." Più riusciti nel senso che "suscitino un'illuminazione imprevista, sciolgano una situazione intricata, facciano emergere un ricordo sopito, vi rivelino un talento nascosto. Che producano tutto il loro effetto in un'unica assunzione e che non si senta il bisogno di ritornarvici."
L'MDMA discende da un'alterazione della molecola dell'MDA, un appetito-inibitore brevettato in Germania pochi mesi prima dell'inizio della prima guerra mondiale con lo scopo di aumentare l'efficienza bellica delle truppe del Kaiser. Dopo la seconda guerra mondiale, nel pieno del clima di paranoia anti-sovietica, la CIA riprese le ricerche sul composto allo scopo di verificarne l'utilizzo come siero della verità. Partecipando a tali ricerche, Shulgin sintetizzò una variante dell'MDA, l'MDMA appunto, che presentava assai minori effetti secondari, anche perché permetteva una forte riduzione della dose attiva. L'MDMA è una metossiamfetamina con una struttura simile a quella della mescalina, lo psichedelico contenuto nei bottoni di Peyotl. Le metossiamfetamine hanno come precursori chimici in natura la miristicina, l'elemicina e il safrolo contenuti nelle piante appartenenti alle Myristicaceae, il cui seme è banalmente noto come noce moscata.
Già negli anni Sessanta Shulgin descrive gli effetti dell'MDMA sul cervello umano in base alla sperimentazione su se stesso. Egli ne consiglia l'uso in psicoterapia, in virtù delle proprietà psicotrope sinteticamente descritte all'inizio dell'articolo. Riprodotta in grande scala in laboratori clandestini, durante gli anni Ottanta l'Ecstasy acquisisce crescente popolarità presso i giovani occidentali in correlazione alla diffusione della "house-music". Ancora una volta un movimento musicale giovanile funge da veicolo per la diffusione di una nuova droga. Si scatenano ben presto i furori censori della DEA (l'anti-droga americana) che portano all'interdizione totale di uso dell'Ecstasy. I ricercatori e gli psicoterapeuti che lavorano con l'MDMA si costituiscono parte civile per impedirne la messa fuori legge e per ottenere di converso fondi federali per la ricerca tossicologica sul composto. La DEA basa infatti il procedimento di interdizione legale unicamente sulla base del danno neurale rinvenuto nei ratti a seguito della ricerca vecchia di trent'anni sull'MDA; nessuna evidenza empirica contraria all'MDMA viene addotta.
Bisogna tuttavia dire che ancora nel 1984, quando il consumo di Ecstasy negli USA era già un dato macroscopico ed il suo uso in psichiatria relativamente diffuso, solamente uno psichiatra, il dottore George Greer, si era preoccupato di mettersi a tavolino per impostare un formale progetto di ricerca sull'argomento. Tale dato emerse dal panel sui nuovi psichedelici promosso dal congresso di Psichiatria Umanistica di quell'anno.
Secondo Greer: "l'MDMA, acronimo scientifico per 3,4 - metilenediossimetamfetamina, è una sostanza con un considerevole potenziale per lo sviluppo umano e per la ricerca sugli stati di coscienza. Può rafforzare il processo psicoterapeutico così pure come lo sviluppo personale; in alcuni casi si è rivelato utile per il trattamento di sintomi psicosomatici. Tutto ciò si verifica se esso è assunto in uno stato mentale aperto e positivo e in ambiente favorevole... In dosi comprese fra i 50 e i 200 milligrammi, non si sono rilevati seri effetti secondari. Ad ogni modo il dosaggio massimo non deve superare i 150 mg in caso di soggetti giovani ed in buone condizioni fisiche. l'MDMA non deve essere assunto da persone nelle seguenti condizioni fisiche: ipertensione, disturbi cardiaci, ipertiroidismo, glaucoma, diabete da zuccheri (mellitus), diminuito funzionamento del fegato, gravidanza. Né deve essere assunto insieme ad altre sostanze simpatico-mimetiche quali caffeina, pillole per la dieta, agenti di distensione bronchiale usati per asma o allergie, farmaci contro il raffreddore o l'influenza, e soprattutto mai insieme a sostanze beta-inibitrici (oppiacei, cocaina)."
In relazione agli stati psicologico-emotivi generati dal suo uso, è stata coniata per l'MDMA una nuova classe di sostanze psicotrope, gli empatogeni, che vengono così distinti dagli psichedelici, classe a cui appartengono LSD, mescalina e psilocibina. Empatia è infatti l'espressione più frequentemente associata agli stati psichici indotti dalla droga. Secondo molti psichiatri l'Ecstasy facilita una più diretta comunicazione fra persone coinvolte in un significativo rapporto emozionale. L'MDMA rimuove in particolare la paura di apparire emotivamente maldestri o ingenui. Secondo Ralph Metzner, uno dei più insigni seguaci di Leary, l'effetto suddetto è più frequente nei soggetti maschili, che si sentono liberati dagli imperativi sociali che impongono al ruolo maschile controllo di sé e neutralità emotiva; le donne viceversa sperimenterebbero un'acettazione piena della propria femminilità, vedendo nella propria sensibilità emotiva una risorsa e non un handicap. Anche l'affiorare di materiale inconscio sembra essere caratteristica dell'Ecstasy. Tale esperienza avverrebbe in modo non traumatico, tale da facilitare un'autoanalisi terapeutica.
Per la mitezza e per la benignità pressoché univoca dei suoi effetti, alcuni ricercatori ritengono che l'Ecstasy possa svolgere l'utile ruolo di "learner drug" che possa preparare gli individui alle più impegnative e pericolose, ma anche più illuminanti, esperienze psichedeliche.

ATTENZIONE:
RECENTI RICERCHE HANNO DIMOSTRATO CHE L'USO DI ECSTASY MOLTO FREQUENTE (PIÙ DI UNA VOLTA AL MESE) PRODUCE GRAVI DANNI NEUROLOGICI E FISICI.