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Berkeley, California Perché
il tuo nome?
È una sorta di gioco di parole, non so se conosci
la mitologia che si è creata intorno alla stella
Sirio. Aleister Crowley e Robert Anton Wilson
dicevano che la stella a forma di cane emetteva
messaggi esoterici. Quindi era una sorta di invito a
guardare là fuori nello spazio per vedere se ci sono
"cani" che ti parlano. Mi piaceva comunque
il suono della parola, ma ho avuto dei problemi con
una compagnia che produceva frisbee con lo stesso
nome.
Quale la storia del vostro gruppo e come è
iniziata l'esperienza di "Mondo 2000"?
All'inizio vivevo nello stato di New York,
scrivevo fiction e facevo il cantante in un gruppo
punk che si chiamava Party Dogs. Eravamo nel 1979, e
ci sono rimasto nel gruppo fino al 1982. Poi ho preso
un master all'università in fiction. Lavoravo a un
romanzo chiamato Doctor Fuck, Flesh, Blood and the
DNA Age che trattava di personaggi in una California
postnucleare, i quali tentavano di mutare per
adattarsi all'ambiente circostante. Però non avevo
abbastanza informazioni per definire la natura dei
personaggi e così sono andato in California per
cercare materiale umano. Quindi sono piombato in una
crisi creativa che mi ha costretto a cambiare
progetto. Ho visto che proprio lì in California si
assisteva a un processo di contaminazione tra
coscienza psichedelica, technocultura, attitudine
punk del "do it yourself", irriverenza
politica e una certa sofisticazione hippy nell'ambito
della comunicazione. All'inizio ho fatto una rivista
psichedelica, poi ho conosciuto Queen Mu e, a un
certo punto, è entrato Morgan Russell. Mano a mano
il progetto si è evoluto, fino ad arrivare
all'esperienza di "Mondo 2000", che è
stata un modo di rendere pubblico un certo movimento,
di creare connessioni, di espanderlo tra la gente,
costruendo un vero e proprio senso d'identità in
California e speriamo anche in tutti gli State.
"Mondo 2000" ha creato una cultura, ha
seguito fin dagli inizi quella che oggi viene
percepita come cyberculture. È comunque un processo
in larga parte casuale, che si alimenta della gente
che entra in contatto con la rivista. Per esempio col
numero due siamo entrati in contatto con
Negativeland, Survival Research Laboratories (vedi
intervista nel n.6 di "Decoder"), World
Entertainment War e abbiamo con loro dato voce a un
segmento che propone un certo atteggiamento radicale
rispetto ai media. "Mondo 2000" è un
organismo che seleziona dall'ambiente esterno gli
input per la propria sopravvivenza. Ora vi lavorano
circa dieci persone, pagate a tempo pieno, non c'è
ancora profitto ma è garantito il mantenimento di
queste persone.
Come è la scena cyber in California, negli States
e, perché no, anche nel mondo?
Siamo giunti a uno stadio in cui c'è molta
entusiasmo intorno a particolari tecnologie e alle
potenzialità che queste rappresentano agli occhi
della gente, la realtà virtuale ne è l'esempio più
eclatante, sono state scritte tonnellate di stronzate
su questo argomento e a un certo punto anche il mondo
accademico se ne è interessato, con seminari ecc.
L'idea che se ne poteva fare un uso ricreativo, unito
alla diffusione delle smart drug ha fatto sì che il
termine cyber diventasse un media hype. Penso che
ormai siamo giunti a una fase in cui questo
atteggiamento naif stia per essere superato. Penso
che ora che la gente si trova in un momento in cui
l'economia sta subendo una fase di recessione molto
forte si chieda cosa fare della tecnologia. Sono
stato recentemente a una mostra di cyberart, la
frequenza era molto bassa e tutti hanno perso dei
soldi. Penso che stiamo entrando in una fase critica
in cui ci sarà un elemento di rottura, forse
rappresentato dalle biotecnologie o dalle
nanotecnologie, argomenti su cui stiamo lavorando a
"Mondo". Penso tuttavia che i conflitti
sociali e politici, sessuali siano destinati a
intensificarsi, così come pure l'indifferenza per la
politica istituzionale. Il progetto come quello della
diffusione di massa del multimedia subirà un
rallentamento, perché la gente non ha soldi per
acquistare nuovi beni di consumo. Quindi
"Mondo" dovrà riorientare la propria
attenzione dalle macchine costose al bricolage
tecnologico. È una situazione strana perché la
sottocultura a S. Francisco è profondamente radicata
e integrata, tanto da ricevere un'attenzione
particolare da parte dei media locali ("S.
Francisco Chronicle" ecc.), però questo è un
handicap perché non incoraggia le persone a rompere
gli equilibri consolidati mentre diversamente
"Mondo" vuole assumersi questa funzione di
rottura. I media oggi riguardo al sé svolgono quella
funzione che una volta aveva il territorio e per
questo si assiste a una specie di adorazione delle
nuove tecnologie.
Ho visto che su Mondo 2000 è pieno di pubblicità,
come vi gestite questo rapporto? È senza conflitti?
Non penso ce ne sia così tanta. Comunque il
business fa parte della nostra società e dal mio
punto di vista più grande è l'impresa che paga le
inserzioni, meglio funziona il nostro lavoro. Penso
che sarebbe veramente una bella storia se la Pepsi
pagasse pubblicità su "Mondo 2000". Devi
tenere conto che in questo momento questa rivista ha
un impatto tremendo sulla comunità del computer. Dal
top manager al programmatore di più basso livello,
tutti amano "Mondo", perché vi trovano
quell'energia, quel senso dello humor che non trovano
nelle proprie vite. Anche per le persone più
conservatrici Mondo rappresenta una boccata d'aria
fresca. Tuttavia, malgrado la popolarità di
"Mondo", c'è sempre qualcuno che si tira
indietro dal finanziamento pubblicitario, perché vi
sono contenuti giudicati offensivi del pudore comune
quali sesso, parolacce ecc. Il mio mondo di
riferimento è comunque altro dal loro. interessante
comunque che la controcultura sia arrivata al punto
da poter essere al corrente, in tempo reale, delle
mutazioni in corso e delle forze economiche che
modificano le nostre vite. molto importante per una
rivista come la nostra trovare pubblicità nelle
aziende di mainstream pubblicitario e così siamo
stati recensiti anche da "The Face". E devo
dire che c'è una certa utilità a essere recensiti
da altre riviste, perché è anche una forma di
pubblicità. Alcune volte succede che però nel
momento in cui sono considerati oltre ai tuoi
articoli anche ciò che pubblicizzi, tutto diventa
immediatamente riduttivo di ciò che stai facendo.
Facile per voi trovare pubblicità?
No, è molto difficile trovare un margine di
profitto con le inserzioni pubblicitarie. Sì, ci
sono alcune aziende che si sono presentate al
giornale e che tramite le inserzioni pubblicitarie si
associano al nostro progetto, quali a esempio la VR
Software Company, che è stata una nostra grande
sostenitrice.
Vedo che nella rivista è riservato grande spazio
alla posta e alle opinioni dei lettori.
Ovviamente riceviamo tanta posta, molta di questa
è mandata solo per chiaccherare. Invece teniamo in
particolare a pubblicare quelle di critica più
acida, quelle più sarcastiche o più pesanti,
perché sono molto più divertenti. Le lettere
negative sono molto importanti, perché hai così un
grande input da gente che vede le cose in maniera
molto diversa. Anch'io, se vedessi le cose dal di
fuori, avrei probabilmente una prospettiva
estremamente critica. In realtà le reazioni
specifiche sono molto poche, molta corrispondenza è
fatta solo per parlare.
In America c'è una separazione tra politica e
tecnologia?
In America ti trovi tra gente che è critica
rispetto all'idea di avere una posizione comune nei
confronti della politica, eccetto probabilmente per i
postmarxisti o, comunque, per quelle forme libertarie
o ideali, che in realtà non si sono pienamente
evolute negli USA. Ci sono specifiche preoccupazioni
riguardo agli attacchi contro la libertà e contro
gli hacker, gente molto più radicale dell'EFF, ma
non credo che ci sia una reale visione politica
unitaria tramite questa cultura. Forse l'unica linea
di fondo comune a tutti è quella di rendere la
tecnologia più accessibile, e anche l'informazione.
La seconda cosa è che ti trovi a che fare con gente
che scrive software e che magari ha delle idee molto
precise e rigide, che è coinvolta nel mondo degli
affari, con delle idee molto precise e forti
sull'appartenenza dell'informazione e dall'altra
parte hai cracker di programmi, che si fumano joint:
questa è l'America! Per cui diventa tutto
estremamente complesso, un crogiuolo di punti di
vista. E poi c'è tutta una fetta sensibile che non
parla di politica, ma che è semplicemente
affascinata dalla tecnologia. E "Mondo" si
inserisce nel loro universo perché parla di
liberazione culturale accanto ad alcuni temi
politici, anche se pone al centro della propria
attenzione la tecnologia, più che la politica in
senso stretto. C'è un sacco di gente che ha il
fascino del giocattolo e che non è pienamente
responsabile.
Ci sono però dei gruppi che hanno una
consapevolezza politica. Michael Sinergy non si professa
anarchico?
Penso che Michael sia piuttosto un lupo
solitario... certo ha una filosofia più o meno
anarcoide. In realtà esistono certi nuovi gruppi
nell'universo del computer underground, come alcuni
personaggi che ho conosciuto di New York, che
potrebbero essere i portavoce della realtà hacker e
certi ragazzi, possiamo definirli "solari",
per certi versi, che hanno questo vago senso
antitotalitario, un'attitudine e un'ideologia
posthippy, che giustifichi la loro intrusione nei
sistemi. Quando comunque la faccenda si fa più
spettacolare il loro atteggiamento diventa
mercenario. Soprattutto quando si tratta di questioni
relative alla sicurezza e alla polizia e non si
preoccupano eccessivamente per le perquise della
polizia e se della gente viene beccata. Non c'è un
senso di unità tra loro. La cosa migliore che puoi
fare è pensare per te stesso, Si comportano come dei
cybercowboy, solitari, dei phonetapper. Alcuni poi in
realtà si riciclano in press release, offrendo
interessanti articoli sulla questione della
sicurezza. Quando la situazione si fa bollente,
allora si comportano da solitari.
Credi esista una cybercommunity?
Esiste della gente che si ritrova in occasioni di
party o eventi, stringendo amicizie, conoscendo
gente, facendo incontri. Ci sono probabilmente due
tipi diversi di cybercommunity: la prima è una sorta
di hardcore computer e techno community, che mantiene
continuità tramite le Siggraph Convention e le Video
Convention. Poi la generazione dei venti
venticinquenni, nutrita di sensibilità industriale,
fatta di incroci trasversali tra due separate
comunità, la rave-community e una cyberculture
community. Poi c'è quella cyberpunk che oscilla tra
le due. E questo mondo underground di computerhacker
si relaziona con questo network trasversale. Comunque
è vero che ci sono delle comunità che si pongono
sulla soglia del nuovo mondo. È una combinazione di
tecnologie della comunicazione, viaggi, espressione
di forze proveniente da famiglie di comunità
tribali, gente che si muove velocemente da un posto
all'altro, e che trae il proprio piacere con
l'informazione ma che mantiene al contempo il proprio
isolamento. Se ci dovrà essere una comunità,
avverrà con un processo di nuova tribalizzazione,
una ricontestualizzazione che dovrà tener conto
degli spostamenti continui della gente, del loro alto
senso di adattamento. Saranno delle forme di
trans-community. Idealmente è una cosa che potrebbe
succedere.
In realtà il cyber sta diventando un fenomeno di
moda...
una grande cosa che la gente stia diventando così
sofisticata riguardo la tecnologia, che pensi a tutto
questo significato delle tecnologie della
comunicazione dei media, in un contesto sociale.
Stiamo diventando cyborg tramite la tecnologia,
abbiamo già pacemaker, chirurgia plastica, mutazioni
transessuali. Siamo in una fase di transizione.
Se fossimo in una cultura che ignori tutto questo
verrebbe a profilarsi un paesaggio di merda...
Pensiamo alle persone che sono ai più alti livelli
del mondo economico e poi al danaro sfuggito al
controllo nazionale, che si muove alla velocità
della luce, si stannomanipolando questi fattori ma la
gente non se ne rende conto. Credo che in questo
senso lo sviluppo della cyberculture riconosce come
proprio questo sofisticato territorio e ne diventa
cosciente. Questo è un passo avanti.
Siamo all'inizio di una nuova era?
Certo vi è il collasso del sistema est, basato
sul modello sovietico, e dall'altra parte
un'organizzazione illogica dove un pugno di banchieri
regge nelle proprie mani il destino di intere
nazioni, anch'essa destinata a crollare molto presto.
La nuova era mi aspetto sarà caos. Il vero caos.
Se c'è sarà comunque grazie a questa generazione di
venti-venticinquenni, che sta imparando a danzare a
un ritmo molto più veloce, e che può adattarsi a
questo nuovo ritmo di tempo accelerato, a questo
livello molto alto di tecnologia mai esistita prima.
La gente potrà abbracciare questa esperienza di
felicità hippy, ma allo stesso tempo tenere tutto
sotto controllo. come un flusso di energia che si sta
muovendo attraverso il mondo, in particolare nei
centri urbani, e che ci porta all'era acquariana. Si,
ci saranno globali trasformazioni. Ma ci sono anche
esigenze fisiche diverse, strutture psicologiche
individuali che rendono difficile l'ingresso a una
nuova era. Si richiede una trasformazione molto più
globale. E oggi penso sia più facile far leva su di
una prospettiva che parta dal singolo, più in un
senso di movimento, diverse menti che si riuniscono
insiene attorno a questa cosa, che si risolve in
un'esplosione di messaggi e segnali inviati agli
altri. Rispetto agli anni Sessanta i giovani di oggi
sono una variazione di quella generazione, i B.B.
King e i Jefferson di ieri sono diventati coloro che
vanno ai concerti di oggi, ma al contempo vi sono
delle differenze. I gruppi sono meno omogeneizzati
tra loro di quanto accadesse negli anni Sessanta.
Esistono delle differenze in questa generazione di
ventenni, allora invece i Beatles erano un gruppo che
andava bene a tutti. Stiamo andando verso un
paesaggio fatto di molte tribù, diverse
sensibilità, anche di differenziazione.
Tutti parlano di un mondo, di una mappa che si sta
definendo, e non è quello che sta succedendo; c'è
più una rottura, una separazione verso discipline
autoreferenti e differenti tra loro.
La tua attività si pone l'obiettivo di unificare
queste diverse tribù?
In un certo senso sì, un media come il nostro
può funzionare come una specie di tracciato
alternativo, come un buco nero dove si raccolgono
tutte le cose, e le diverse sensibilità e che poi
risputa fuori. La nostra attività si è allargata a
tanta gente, potremmo arrivare alla comunità nera o
hip hop, rap o alla cyberpunk culture.
Ho saputo che nei riot di Los Angeles dell'anno
passato non sono stati utilizzate le Bbs per comunicare
informazioni. Questo vuol dire che nella comunità nera
questa cultura cyber non risulta assolutamente diffusa, e
anche negli ambienti femminili lo è pochissimo. Cosa ne
pensi?
L'hip hop è una grande espressione della
sensibilità cyberpunk, un gruppo di gente che pur
vivendo a un livello economico molto basso è
riuscita a procurarsi della tecnologia e a usarla per
proiettare la propria cultura anche all'esterno. In
termini politici questi gruppi stavano veicolando
questi contenuti ben prima che scoppiassero gli
scontri. Comunque in realtà questa comunità
mancando di tecnologia, non riesce a coordinare la
propria informazione. Per quanto riguarda la cultura
cyber, se ci riferiamo all'hacker computer community,
questa è fatta di maschi bianchi. Magari un po' meno
uomini, ma sicuramente bianchi. Mentre la Arts
Computer Community è già più multirazziale, meno
specificamente bianca. Il problema però dell'accesso
alla tecnologia è comunque strettamente connesso
alle disponibilità economiche. Anche se è da dire
che certa tecnologia può avere lo stesso costo delle
sneaker di un ragazzino. Anche se l'hip hop ha questa
sensibilità cyberpunk, in realtà non ha stabilito
comunicazione con questa comunità del computer. Sono
linee parallele.
Puoi dare una percentuale sulle professioni del
pubblico di "Mondo 2000"?
Per la maggior parte sono occupati, settanta per
cento degli uomini tendono a essere impiegati nel
mondo dei computer o in attività nel mondo dei
media. Ci sono però anche degli hippie di strada.
Pensi che funzionino veramente le nuove smart drug?
Non sappiamo ancora abbastanza sul cervello. Posso
dire con sicurezza che stimolano, comunque la tua
intelligenza rimarrà uguale. Per conto mio ho dei
problemi allo stomaco.
Esistono collegamenti tra mondo accademico delle
scienze e la cultura cyber?
una domanda estremamente complessa, perchè
riguarda mondi diversi, ivi compreso il mondo
dell'industria. Ci sono state travolgenti invenzioni,
che stanno accelerando processi. Quelli del M.I.T e
dei video Lab sono probabilmente dei non democratici.
Stanno tentando di veicolare una concezione di
postumanità non gioiosa, ma di sicuro questi
personaggi sono estremamente affascinanti, come i
phanta movie e i film di fantascienza degli anni
Cinquanta, dei tipi alla Frankeinstein.
Cosa ne pensi del copyright?
Essenzialmente penso che sia merda. Nella
situazione attuale però la gente deve procurarsi da
vivere, per produrre le proprie cose. Per degli
artisti credo sia scusabile se usano il copyright.
"Mondo 2000" d'altro canto ha il copyright
sui propri articoli ma se "Decoder" viola
il copyright penso sia fantastico, la vostra rivista
è massiccia. Ma è anche vero che se le riviste tra
di loro cominciano a violare i diritti di copyright,
allora diventa una guerra tra poveri; l'importante è
che cerchi di proteggerti dall'appropriazione delle
grandi compagnie o delle grandi aziende. Adesso ho
due questioni sottomano, due grosse compagnie, delle
quali una sta producendo un succo di frutta che ha un
logo uguale al nostro (Mondo Fruit), e quindi stiamo
cercando di scroccare un po' di soldi da loro. Ma è
una cosa che non faremmo mai con un piccolo gruppo.
Sostanzialmente penso che comunque il copyright sia
un modo di proteggere il piccolo dalle grosse
organizzazioni, ma non sono d'accordo quando queste
compagnie colpiscono dei gruppi come i Negativeland.
(gruppo sperimentale che ha fatto un disco
"Helter Stupid" composto quasi interamente
da jingle televisivi pubblicitari, N.d.R.)
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