[Home][ShaKe][Decoder][DecoderBBS][Network][CyberCulture]

 

La cacciatrice di pathos

   

Tratto da DECODER #10
di Pat Cadigan

   
    "Ehi, bimba" disse il piccolo grande uomo sul divano. "E' una gran fortuna che tu sia una cercatrice di pathos e non una spacciatrice di nevrosi. C'è un sacco di spacciatori di nevrosi in questa città".

Si rotolò sulla schiena e osservò le ballerine sul soffitto. Un anno prima, mi sarei girata anch'io a guardarle, attratta dal suono flebile della musica classica che faceva da sottofondo alla conversazione, ma Jascha mi aveva messo in guardia contro tattiche del genere. Se permetti a un possibile datore di lavoro di distrarti in quel modo, mi aveva detto, finirai per accettare ogni genere di proposta senza neanche rendertene conto: quelli che hanno meno scrupoli usano addirittura suggerimenti postipnotici sintonizzati con i simboli. Oppure si servono di suggerimenti subliminali per convincerti che non vuoi il lavoro, quando invece sono loro che non vogliono te. Lo fanno per risparmiarsi la fatica di discutere con te. Così rimasi dov'ero, chinandomi sul fianco sinistro, con le mani composte di fronte a me, e resistendo all'impulso di mettermi a grattare la tappezzeria di lam‚. Soltanto una persona di successo come Nelson Nelson poteva avere divani rivestiti di lam‚. Morivo dalla voglia di guardare il soffitto; qualunque cosa stessero facendo le ballerine là sopra, di sicuro lui si stava divertendo immensamente. Invece continuai a guardare lui che guardava l'ologramma, finch‚ non si rese conto del mio autocontrollo e tornò a rotolarsi sul fianco per fissarmi.

"Bene" disse, lisciando una piega che si era formata sulla sua tunica larga. Le tuniche larghe erano di gran moda, di quei tempi; anch'io ne indossavo una. "Bene". Toccò un bottone sulla scrivania bassa che ci separava e la musica si attenuò. "Bolshoi, circa settant'anni fa, subito prima che le ballerine diventassero senza peso. Adesso sono tutte alte tre metri. Ti piace la danza classica?"

"Molto". Ero contenta di essere riuscita a evitare di sbirciare l'ologramma. Mi sarei persa nello spettacolo fino al momento in cui Nelson Nelson mi avrebbe sbattuto fuori da un'uscita laterale, con il divano e tutto.

"Anch'io. Sei brava. Ci vuole molto di più di un ologramma a mandare in pezzi la tua concentrazione, vero? Certo. Ma ti sorprenderebbe sapere quante persone rimangono fregate da questa piccola trappola". Si accese una sigaretta. "Ne vuoi una? Roba di importazione. Solo tabacco: non cercherei mai di drogarti. Odio le droghe". Mi gettò il pacchetto, e io lo afferrai a mezz'aria.

"Grazie" dissi, accendendo la sigaretta con l'accendino a fiamma installato nella struttura del divano.

"Ti impressiona? Che io mi metta a distribuire in giro tabacco importato, intendo".

"E' più esatto dire che mi fa piacere, in realtà".

Nelson Nelson rise. "Ce la farai. Bene, puoi lavorare per me. E' un privilegio, bambina: non assumo molta gente. Ho una lista d'attesa di clienti che potrebbe allungarsi fino alla luna, e mi piace così. Cominceremo il tuo addestramento appena ti trasferirai qui".

"Sono già addestrata" replicai, sentendomi come una che non ha niente da perdere. Se mi aveva permesso di arrivare fino a quel punto, adesso non mi avrebbe certo sbattuto fuori. "Il J.Walter mi ha fatto diventare la migliore cercatrice di pathos in città".

"Lo so. Ed eccoti qualcos'altro che so già: i migliori istituti del paese non preparano la gente ad affrontare un lavoro vero. Provvedo io ad addestrare tutti quelli che fanno parte del mio staff. Ti demolirò completamente e poi rimetterò assieme i pezzi. Quando avrò finito con te, sarai la migliore cercatrice di pathos della nazione. Se non lo sarai, potrai denunciarmi e ti pagherò qualunque risarcimento. Allora, qual è il tuo nome legale per intero?"

"Alexandra Victoria Haas".

"D'accordo, Allie: solo un paio di informazioni prima di farti dare un'occhiata in giro. Se non ti piace quello che ho da dirti, alzati e vattene. Ti sembra un patto onesto?" Annuì al mio posto. "E' onesto. Dovrai rinunciare a quegli occhi". Tacque, in attesa della mia reazione. "Ti spaventa?"

"No. Io ..."

"Bene. Non lo sapevo. Non si vedono in giro molte persone che hanno ancora gli occhi con i quali sono nate. Pensavo che potevi essere una fanatica degli accessori fisici naturali, o qualcosa del genere. Un sacco di agenzie te li lascerebbero tenere finch‚ non fossero logori, ma io dico: perché‚ aspettare? Ti capiterà di essere collegata a un sistema più spesso di chiunque altro in qualunque altra professione. Gli occhi organici non sono fatti per essere tirati dentro e fuori così spesso. Ben presto ti troveresti con un paio di uova marce nella testa che danneggerebbero il tuo nervo ottico. Gli occhi che ti darò si riagganciano più facilmente ai muscoli, per non parlare del nervo ottico: di quello ti ho già parlato".

NN prese un altro pacchetto di sigarette dalla scrivania, liquidando con un gesto il mio tentativo di restituirgli quello che mi aveva lanciato prima. "Tienitele. E buon compleanno". Accese un'altra sigaretta e soffiò il fumo verso un angolo lontano della stanza. "Arrivano qui dai migliori istituti del paese, pensando di potersela cavare con qualche trucchetto. Ma non si può imbrogliare, in questioni del genere. L'ultima volta che ho avuto il miglior cercatore di pathos della città sdraiato su quel divano, si trattava di un tipo piccolo e paffuto che pretendeva di agganciarsi al sistema attraverso le orecchie. Mi ha detto che funzionava ugualmente bene. Gli ho risposto: come farai a sentire me che ti dico che stai facendo un lavoro pidocchioso se avrai le orecchie collegate in quel modo? Si è alzato ed è andato a farsi un giro da un'altra parte. Non era il miglior cercatore di pathos della nazione, questo è certo. Poi c'è stato un tizio con una cavità oculare sulla nuca. Gli ho detto: E tu chi sei? Un impiegato federale o soltanto uno zombie freelance? E lui ha risposto che poteva collegarsi direttamente al centro visivo del suo cervello, aggirando persino il nervo ottico. Gli ho mostrato la porta. Non possiedo quel genere di equipaggiamento". NN si protese in avanti e mi guardò stringendo gli occhi. "Tu non hai cavità oculari sulla nuca, vero?"

"No, io ..."

"Solo per sapere. Può darsi che ci sia un metodo migliore del sistema ottico, ma per quanto mi riguarda non è stato ancora inventato. Collegarsi al sistema attraverso le orecchie è complicato, richiede tempo. Hai mai visto l'interno di un orecchio? Che casino! Entrare dall'orecchio è come ricavarsi faticosamente la strada attraverso la giungla quando esiste un'autostrada in perfetta efficienza e senza traffico che può essere usata al suo posto. Collegarsi direttamente al centro visivo del cervello è un metodo più diretto, certo, ma al cervello questo non piace. A lui piacciono le immagini dal nervo ottico, come gli succede normalmente. Cavità oculari sulla nuca! Maledizione, perché‚ qualcuno pensa di doversi intrufolare nel cranio come un ladro quando possiede due entrate regolari perfettamente in regola qua davanti?" Si puntò due dita sugli occhi e per un attimo pensai che stesse per ficcarsele accidentalmente dentro.

"NN, io sono favorevole al sistema ottico" dissi in fretta, prima che quell'uomo riuscisse a tirare un altro respiro. Il sistema del J.Walter era in grado di adattarsi a protesi organiche o a rimpiazzi. Ma io sono venuta qui conoscendo il tuo modo di procedere".

"Allora, nessun problema". NN fece un sorriso beato. "E' così bello quando non ci sono problemi. Odio le situazioni in cui devo mandar via qualcuno a cercarsi un altro lavoro e non c'è modo di intendersi perché‚ gli occhi sono due uova marce, il nervo ottico si è infettato e io devo spendere ancora di più di quello che ci ho rimesso per sistemare tutto quel casino".

"Per non parlare del fatto che la persona in questione deve starsene seduta e perfettamente immobile, cieca per mesi".

"Giusto, Allie. Tu pensa a fare bene la tua parte: io penserò alla mia. E tutti diventeremo più ricchi. Ma non dovrai preoccuparti degli occhi che ti darò se li tratterai sempre bene. Ho un contratto con i migliori fornitori di occhi dell'emisfero. Le retine sono garantite... non si riuscirebbe a distaccarle neanche con una mandria di venti muli. La compagnia garantisce rimpiazzi se gli occhi si rovinano e il tessuto viene sostituito ogni cinque anni. Sono gli occhi migliori al mondo. Se non la pensi così, puoi denunciarmi e io ti manterrò per il resto della vita".

Ridemmo insieme, entrambi sapendo bene che avrebbe potuto tirarsi fuori da quel genere di promesse anche se avessi avuto una registrazione di tutte le sue affermazioni.

"I tuoi nuovi occhi possono essere identici ai vecchi, oppure puoi sceglierti ogni genere di materiale, anche il più assurdo, oppure la biogemma che preferisci: ematite, onice, opale infuocato, biogemme feline speculari..."

"Prenderò le biogemme feline speculari" dissi, anche prima di rendermene conto.

"Come? Buon per te. Mi piace. Farà colpo. Come un marchio di fabbrica. Va bene per gli affari. Avrai un sacco di gente che ti imiterà". La sua vecchia faccia volpina era tutta illuminata. "Già me lo immagino... Allie l'Inespressiva, la donna che vede nel buio come i gatti". Strizzò le palpebre, si tirò fuori gli occhi depositandoli sul palmo della mano e poi li rinfilò nelle cavità oculari senza danneggiare le connessioni. "Vedi? E' così facile. Cosa ne pensi?"

"Penso che questa faccenda potrebbe dare un significato nuovo al proverbio: mi sono caduti gli occhi nel piatto".

NN scoppiò a ridere così di gusto che il suo divano cominciò a tremare. "Niente male, Inespressiva. Prevedo già che ti troverai bene con noi. Vuoi dare un'occhiata in giro?"