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LA TV INTERATTIVA

   

di uvLSI
Tratto da
DECODER #10

   
     La TV interattiva getta un ponte tra il computer e la televisione Anche il lettore distratto ha presente con quale interesse esploriamo sia le modificazioni dei media sia le problematiche della comunicazione interattiva e partendo da questi presupposti abbiamo voluto indagare sullo stato dell'arte di quella tecnologia emergente chiamata "televisione interattiva", per capire se si tratta di una vera rivoluzione o se invece sia solo un'abile campagna di marketing per accompagnare il lancio di un nuovo prodotto. A qualcuno sembrerà strano che noi, dai detrattori etichettati entusiasti della tecnologia, sul passaggio di questa cruciale evoluzione dei media non siamo proprio così "entusiasti". Alla luce dei dati che riportiamo non ci sembra che, nonostante venga strillato da giornali e riviste, la rivoluzione sia così imminente. Molti sono i fatti che mettono in risalto l'assenza dell'elemento più importante: il media, inteso come il complesso di tecnologie che permetta una vera interattività. Tali perplessità non derivano tanto da fumose teorie, ma bensì dall'aver sperimentato sul campo, con un progetto complesso e contraddittorio come quello di Piazza Virtuale, quanto sia difficile ottenere una vera e profiqua interattività. Comunque sia la TV tradizionale è morta travolta dalle spinte concentriche esercitate da una nuova generazione di tecnologie televisive, fibre ottiche, collegamenti via computer, un pò perchè la contaminazione tra i media apre nuovi mercati (multimedialit) e rivitalizza quelli vecchi (teletext). L'informazione è definitivamente una merce pesante. Su questo terreno si stanno riconfigurando alleanze e monopoli ridisegnando gli equilibri tra le compagnie telefoniche, gli studios e i network. Sembra poca cosa ma in una società basata sullo spettacolo (la guerra del golfo e le elezioni presidenziali USA insegnano) la cosa fa la differenza. Questo è il classico caso in cui l'evoluzione tecnologica è più veloce dell'elaborazione delle regole, per cui le leggi se le confezioneranno le aziende vincenti nella battaglia del mercato. Intendendo per regole, non solo gli standard tecnologici, indispensabili per creare un mercato di proporzioni mondiali, ma anche le indispensabili norme giuridiche che regolano la concorrenza tra le imprese e i non meno importanti diritti dei consumatori. Per capire la pericolosità dell'ipotesi in cui le regole vengano dettate dalle imprese vincenti bisogna tornare con la mente alla situazione italiana dove si è determinata una situazione di duopolio, in cui l'operatore privato ha potuto ottenere una legge su misura che gli ha permesso di consolidare ancor di più la propria posizione preminente. Una delle tante aspettative suscitate dal presidente americano Bill Clinton nella corsa verso la presidenza è stata quella di prospettare e garantire appoggio a iniziative tese a creare nuovi mercati in settori di grande impatto sociale, come la comunicazione, allo scopo di rivitalizzare una economia duramente provata da ben tre mandati di presidenza repubblicani, alfieri di una miope politica economica neo-liberista. Sicuramente più attenti e lungimiranti dei loro colleghi europei, le teste d'uovo dello staff clintoniano hanno colto tutte le influenze positive in campo economico e in campo culturale implicite nell'investire sulle comunicazioni. Per valutarne la portata basti pensare che per il progetto, proposto dal vice presidente Al Gore, di un network super-veloce per l'informazione (NREM) prevede uno stanziamento da 5 miliardi di dollari, che l'impatto di mercato è stimato in alcuni milioni di consumatori e che, vista la connaturata pervasività dei media, questo incide sicuramente con i meccanismi di creazione del consenso. La TV interattiva (ITV) getta un ponte tra il computer e la televisione. Si possono scambiare informazioni con un centro di controllo mediante un piccolo computer (conosciuto dagli operatori del mercato come black-box) collegato con la TV. Il computer del centro di controllo reagisce agli input facendo cambiare l'immagine sullo schermo TV. Allo stato attuale si può interagire con diversi servizi. Per esempio, si può competere con i partecipanti di un gioco TV, richiedere più informazioni su un prodotto pubblicizzato, attingere da uno di quei database, con addebito per ogni consultazione, informazioni finanziarie aggiornate in tempo reale o comperare un nuovo computer da un catalogo per acquisti per corrispondenza. I sistemi ITV possono dare notizie su richiesta di informazioni sul tempo e sulla finanza, senza grossi aggravi. Qui nascono le prime perplessità. Alcuni sostengono che questi tipi di servizi, pur essendo tagliati sulle necessità degli utenti di computer, non sembrano riscuotere il dovuto interesse. Altri fanno notare che il debutto della ITV arriva sulla scia di una lunga lista di prodotti del genere non riusciti. "Noi siamo molto interessati ad essere i veicoli di qualunque servizio il mercato volesse pagare", osserva Mike Schwartz, vice-presidente al Cable Labs, il nucleo della R&S dell'industria della TV via cavo, "ma molte delle nostre società sono state danneggiate dalle prime versioni della televisione bidirezionale, semplicemente la gente non le comprava". I proponenti della ITV contrappongono a queste critiche l'ottimistica previsione che la potenzialità di mercato della ITV è ben più grande di quanto lo sia per gli analoghi servizi distribuiti mediante sistemi di computer collegati tra loro. La convinzione è che la gente non vuole imparare a usare un computer, preferisce invece la familiarità della televisione. "E' più facile per la gente entrare in relazione con la TV piuttosto che con un computer", asserisce Paul Sturiale di TV Answer (Reston, Virginia), una società esordiente nella ITV. Per rafforzare l'idea che i loro prodotti sono delle aggiunte della TV, alcune compagnie di ITV si ingegnano per nascondere qualsiasi similarità tra le loro Black-box e un computer. "Il nostro marketing non dirà mai che quello è un computer", dice Laurence Kirsch, il responsabile del disegno dell'interfaccia utente di TV Answer. "Il computer nel vostro ufficio lo DOVETE usare. Una TV la VOLETE usare", ha aggiunto. L'errore di valutazione sta nel fatto che si prende come riferimento, per quanto riguarda l'interazione e l'interfaccia uomo-macchina la preistoria (interfacce a carattere e astrusi comandi mnemonici) e non il presente (interfacce grafiche e interazione vocale o mediante puntatori).

MANDARE SEGNALI
Il primo e maggior ostacolo che gli operatori dei sistemi ITV devono superare è come distribuire il segnale dal loro centro di controllo agli utenti. Sono disponibili tre metodi di distribuzione: trasmissione TV via onde radio, TV via cavo e via modem. Gli operatori possono trasmettere i loro segnali utilizzando varie zone dello spettro: su una sottoportante di un canale radio FM, nella zona di nero tra due quadri TV (conosciuto come intervallo di oscuramento verticale, VBI) o su una ben definita frequenza. In USA il FCC (Federal Comittee of Comunication) ha già allocato la banda dal 218 al 219 MHz per la ITV, in modo che possa essere divisa tra due canali (aventi ciascuno un'occupazione di 0,5 MHz) in ogni città. La trasmissione via radio FM e mediante tecniche VBI generalmente sono limitate a una velocità di 9600 bps (bits per second) per tutte le attività. La concomitanza da un lato della possibile simultaneità di alcune attività e dall'altro della larghezza di banda bassa potrebbe, per piccoli periodi, esaurire completamente l'intera banda passante. Come se non bastasse l'informazione trasmessa via radio o via VBI è limitata solo al testo, alle primitive grafiche e alle informazioni per il posizionamento degli oggetti sullo schermo. Mediante le primitive grafiche, i segnali ITV irradiati istruiscono le black-box dove posizionare sullo schermo un cerchio di una determinata dimensione, posizione e colore. Poi le black-box si prendono cura dei dettagli necessari necessari generando ogni pixel del cerchio. Nessuno dei suddetti sistemi di trasmissione può supportare immagini fotografiche. Grafica e colori sono limitati a semplici oggetti predefiniti. Questa restrizione significa che non si potrebbero far scorrere sullo schermo le immagini del computer di cui siete intenzionati all'acquisto. Molti dei sistemi di trasmissione ITV possono essere distribuiti attraverso collegamenti per TV via cavo. Alcuni operatori posizionano il segnale uscente nello spazio vuoto di 4 MHz posto tra i canali TV 4 e 5. Alcuni dedicano interamente uno o due canali video per trasmettere i dati. Un sistema ITV via cavo con un canale video dedicato è in grado di mandare immagini fotografiche, a patto che la black-box abbia sufficiente memoria per salvare l'immagine. Comunque, immagini in movimento su un canale dedicato sarebbero possibili solo tecnicamente, non in pratica, perché tutti quelli che usassero il servizio ITV sarebbero costretti a vedere la stessa immagine. I vecchi sistemi via cavo sono limitati a 36 canali, a volte anche meno, cosicché non è possibile dedicarne ai servizi ITV. Comunque, chi sponsorizza la ITV punta tutto su nuovi sviluppi tecnologici che, a sentire loro, potrebbero cambiare tutto. Per esempio, molte società di TV via cavo stanno sostituendo i cavi più vecchi con cavi coassiali di banda passante più ampia, che arrivino a supportare sino a 150 canali. Alcune compagnie stanno pianificando di installare cavi a fibre ottiche, i quali teoricamente possono supportare centinaia di canali. Altri ancora sono in procinto di trasmettere programmi a pagamento usando strategie di compressione dati digitale le quali possono supportare dalle otto alle dieci immagini in movimento nella larghezza di banda di 6 MHz ora monopolizzata da un singolo canale TV. Comunque, il costo iniziale dell'hardware di decompressione - si presume si possa aggirare sulle centinaia di dollari - potrebbe fortemente ostacolare la sottoscrizione dei servizi a pagamento. Anche assumendo che ci saranno più canali, come potrà essere utilizzata una tale capacità? Le compagnie di TV via cavo propendono invece per emissioni multiple di film di cassetta, su diversi canali e con orari scaglionati, non per i servizi ITV. Per cui si potrà scegliere un comodo orario di inizio, eventualmente concedersi una pausa e riprendere la visione successivamente. Per una visione interattiva di immagini in movimento, l'architettura di base della TV via cavo deve radicalmente cambiare. Semplicemente stendere cavi in fibra ottica potrebbe non essere sufficiente in quanto, al contrario di come avviene attualmente, il distributore del segnale dovrebbe erogare un segnale video separato per ogni utente interattivo. E' facile prevederere che anche i cavi in fibra ottica potrebbero non avere sufficiente larghezza di banda per supportare migliaia di utenti impegnati in differenti attività. Ne consegue che almeno parte della larghezza di banda deve essere distribuita con una modalità simile a quella del sistema telefonico, cioè con un allacciamento separato da e verso ogni casa. L'impossibilità di questo obbiettivo ci autorizza ad affermare che l'interattività permessa dai progetti sino ad ora proposti non è certo una reale interattività, ma bensi un suo pallido simulacro. Solo quando i cavi in fibra ottica ci interconnetteranno alla compagnia di TV via cavo e i cavi in rame alla compagnia telefonica, solo allora il video multicanale e interattivo sarà praticabile dal punto di vista tecnologico. In USA i cavi in fibra ottica non saranno stesi ancora per alcuni anni a causa degli alti costi e del ritardo causato per l'ottenimento dell'approvazione alle commissioni per la pubblica utilità. "Voglio dire che ci vorranno cinque anni o più prima che si cominci a vedere un dispiegamento su vasta scala di cablaggi in fibra ottica" dice Patty Anderson, editore/analista della McGraw-Hill/DataPro (Delran, New Jersey). "Passeranno altri cinque o sei anni dopo la prima fase prima di vedere la maggioranza delle case e degli uffici cablati con le fibre ottiche" aggiunge Anderson.

RIMANDARE INDIETRO I SEGNALI
Il segnale di ritorno al centro di controllo ITV può essere inviato mediante un modem o un trasmettitore a bassa potenza. Il segnale di ritorno contiene dati minimi, di solito meno di 10 bytes per codificare la risposta e altri 10 bytes per il codice di identificazione. Un classico telecomando si presta bene come interfaccia-utente con la black-box. Il collegamento con il modem è facile da stabilire, almeno in teoria, dal momento che ogni utente, potenziale cliente, ha una linea telefonica, in quanto si potrebbero avere dei problemi nel caso un altro componente della famiglia volesse usare il telefono. I trasmettitori a bassa potenza evitano questo problema. Gli operatori di ITV che potrebbero usare la banda dei 218-219 MHz si aspettano che venga implementata una rete di supporto costituita da una molteplicità di siti di trasmissione/ricezione in analogia con il sistema telefonico cellulare. Così, il trasmettitore contenuto nella black-box, avrebbe bisogno solo di alcuni watt di potenza. Con entrambi i metodi, sono necessari dai 5 ai 10 secondi per stabilire una connessione e per ottenere una risposta sul video. Spesso il software all'interno della black-box fornisce la necessaria interazione locale per mascherare la lentezza nei tempi di risposta.

LA PUBBLICAZIONE DELL'INFORMAZIONE E I CANONI DOVUTI
Un operatore ITV trasmettendo a 9.600 bps invia un volume di dati pari a 90-MB al giorno. Questo è come se venissero consegnati a domicilio 90 giornali. Ecco che sorge il problema del chi e come fare il filtro a una così imponente mole di informazioni. Tutti i sistemi ITV hanno un gateway al centro di controllo che formatta l'informazione per la distribuzione. Gli operatori si comportano come editori e decidono quali informazioni inviare. Le informazioni possono essere inviate a tutti gli utenti, ad alcuni utenti o solo a uno. Si potrebbe programmare la back-box per scandire continuamente questi dati e scegliere solo quello che interessa. Alcuni sistemi ITV, programmando la black-box, possono accendere il VCR perché possa registrare questi dati. I sistemi interattivi puri trasmettono informazioni solo a richiesta, se non vengono richieste né informazioni né servizi interattivi, il sistema manda solo sporadici aggiornamenti al software delle black-box e alle guide dei programmi. Altri sistemi mischiano interattività con la trasmissione dei dati. Con questa modalità, quando la banda non è necessaria per l'informazione interattiva, il sistema trasmette un interminabile flusso di dati, come le quotazioni di borsa, notizie di agenzia, testi di riviste e così via. Avere due modelli, quello interattivo puro e quello mediante radiodiffusione, determina due differenti modi di addebitare i servizi. I sistemi interattivi puri tengono traccia di ogni richiesta fatta e addebitano per ogni transazione. Un fornitore di servizi o un inserzionista pubblicitario possono far pagare per il consumo evitando la necessità di un canone. I sistemi ITV a radiodiffusione generalmente hanno un canone, tipicamente tra i 15 e i 20 dollari al mese. Un sistema a radiodiffusione può anche addebitare per le attività interattive. Più o meno tutti i sistemi impongono un addebito quando si compra qualcosa, come pure un gioco interattivo può avere un addebito aggiuntivo oltre a quello normale. Per esempio, la Interactive Network (Mountain View, California) addebita 15 dollari al mese per il servizio base a 20 dollari al mese per le attività speciali. Oltre agli addebiti per le transizioni e per il canone, molti operatori fanno pagare dai 200 ai 700 dollari per le black-box.

I SERVIZI SONO CONOSCIUTI
Gli attuali operatori ITV offrono servizi come le notizie, le previsioni del tempo, le BBS di comunità, molti dei quali sono già conosciuti agli utenti dei servizi come Bix e Prodigy. Sono possibili la posta elettronica e le operazioni di banca, ma attualmente hanno una bassa priorità per molti operatori di ITV. Alcuni operatori ITV offrono sia informazioni create e distribuite localmente sia a respiro nazionale. Per esempio, una catena di negozi può volere vender solo in una zona di distribuzione. Un indirizzo così è possibile se il sistema conosce la localizzazione di ogni sponsor. Tutti i sistemi permettono una tale penetrazione locale che permette ad alcuni di operare a livello di quartiere. Molti sistemi non sono pronti per sostenere i messaggi destinati alle aree conferenza o alla E-Mail (Electronic Mail) generati dagli utenti. Una ragione sta nel fatto che il telecomando generalmente difetta di una tastiera e bisogna "digitare" usando un joystick o i tasti di movimento cursore. Per cui, una tale complicazione si scontra con la filosofia sottointesa nella ITV: i servizi devono essere facili e di intrattenimento, proprio come la TV.

PROGRAMMARE LE BLACK-BOX
Gli sviluppatori software indipendenti potranno scrivere programmi per le black-box? E' difficile che ci riescano. I sistemi ITV oggigiorno sono chiusi. Le black-box difettano di disk drive, di slot per cartucce o di altri accessi al processore. Gli operatori ITV controllano il software. Ogni operatore cripta i segnali e usa password. Per di più molte black-box accettano solamente software distribuito dall'operatore ITV e i fornitori indipendenti non possono costruire una propria black-box senza l'autorizzazione da parte dell'operatore. I costruttori di black-box autorizzati sono i soliti "grossi calibri" come HP e Zenith Electronics.

LA ITV SOPRAVVIVERA?
La storia dei servizi interattivi è segnata da un fallimento. Nel 1970 il servizio interattivo via cavo creato da Warner e Amex Cable's Qube si rivelò un buco. Negli anni '80 vennero introdotti nuovi servizi quali teletext e videotext. Il teletext offriva notizie e altre informazioni usando l'intervallo VBI del segnale video diffuso dalla TV. Il videotext offriva dati interattivi mediante la linea telefonica, completi di grafica e di colore. Sforzi da molti milioni di dollari sono falliti (es. l'esperimento videotext Knight-Ridder's Viewtron in Florida). Una manciata di servizi in stile teletext sono ancora disponibili su alcuni sistemi via cavo e il servizio Canadian Videoway è stato modellato sulla tecnologia del dopo teletext. Solo Prodigy tiene vivo il concetto del videotext. Non curanti di questo travagliato passato, i sostenitori della ITV ci vogliono convincere che è arrivato il loro momento. "Molte e molte cose nella vita quotidiana sono una miscela di media", egli dice. Cassam, capo reparto nuovi mercati di Tandem Computers (Cupertino, CA), fa come esempio lo standard di Apple per immagini computerizzate in movimento Quick Time, le TV con il picture in picture, i videotelefoni e gli smart-phone. Pur essendo in parte vero che vi è stato uno spostamento nell'accettazione del mercato, quando si prende in considerazione la storia dei servizi ITV e gli sviluppi tecnologici richiesti per portare la ITV in un mercato di massa, è facile concludere che la ITV è destinata alla rovina. "Nella migliore delle ipotesi, ci saranno due o tre anni di effervescenza, che termineranno entro il 1996", dice Gary Arlen, presidente della Arlen Comms (Bethesda, MD), una società specializzata nella ricerca sui media interattivi. Arlen prevede che le major dell'intrattenimento e i fornitori di informazione, come le società di giochi (Sierra Online) e gli editori (McGraw-Hill), staranno alla finestra sino allo scemare dell'effervescenza. "Dopo d'allora comincerà un periodo di serio scontro per l'egemonia sul mercato", dice Arlen. Altri si astengono. "Potrebbe essere un boom o un flop", dice Laurie Frick, product manager di HP per l'hardware di TV Answer. "In cinque anni, o saremo ben oltre i cinque milioni di famiglie, o saremo sotto."