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La TV interattiva getta un ponte
tra il computer e la televisione Anche il lettore
distratto ha presente con quale interesse esploriamo sia
le modificazioni dei media sia le problematiche della
comunicazione interattiva e partendo da questi
presupposti abbiamo voluto indagare sullo stato dell'arte
di quella tecnologia emergente chiamata "televisione
interattiva", per capire se si tratta di una vera
rivoluzione o se invece sia solo un'abile campagna di
marketing per accompagnare il lancio di un nuovo
prodotto. A qualcuno sembrerà strano che noi, dai
detrattori etichettati entusiasti della tecnologia, sul
passaggio di questa cruciale evoluzione dei media non
siamo proprio così "entusiasti". Alla luce dei
dati che riportiamo non ci sembra che, nonostante venga
strillato da giornali e riviste, la rivoluzione sia così
imminente. Molti sono i fatti che mettono in risalto
l'assenza dell'elemento più importante: il media, inteso
come il complesso di tecnologie che permetta una vera
interattività. Tali perplessità non derivano tanto da
fumose teorie, ma bensì dall'aver sperimentato sul
campo, con un progetto complesso e contraddittorio come
quello di Piazza Virtuale, quanto sia difficile ottenere
una vera e profiqua interattività. Comunque sia la TV
tradizionale è morta travolta dalle spinte concentriche
esercitate da una nuova generazione di tecnologie
televisive, fibre ottiche, collegamenti via computer, un
pò perchè la contaminazione tra i media apre nuovi
mercati (multimedialit) e rivitalizza quelli vecchi
(teletext). L'informazione è definitivamente una merce
pesante. Su questo terreno si stanno riconfigurando
alleanze e monopoli ridisegnando gli equilibri tra le
compagnie telefoniche, gli studios e i network. Sembra
poca cosa ma in una società basata sullo spettacolo (la
guerra del golfo e le elezioni presidenziali USA
insegnano) la cosa fa la differenza. Questo è il
classico caso in cui l'evoluzione tecnologica è più
veloce dell'elaborazione delle regole, per cui le leggi
se le confezioneranno le aziende vincenti nella battaglia
del mercato. Intendendo per regole, non solo gli standard
tecnologici, indispensabili per creare un mercato di
proporzioni mondiali, ma anche le indispensabili norme
giuridiche che regolano la concorrenza tra le imprese e i
non meno importanti diritti dei consumatori. Per capire
la pericolosità dell'ipotesi in cui le regole vengano
dettate dalle imprese vincenti bisogna tornare con la
mente alla situazione italiana dove si è determinata una
situazione di duopolio, in cui l'operatore privato ha
potuto ottenere una legge su misura che gli ha permesso
di consolidare ancor di più la propria posizione
preminente. Una delle tante aspettative suscitate dal
presidente americano Bill Clinton nella corsa verso la
presidenza è stata quella di prospettare e garantire
appoggio a iniziative tese a creare nuovi mercati in
settori di grande impatto sociale, come la comunicazione,
allo scopo di rivitalizzare una economia duramente
provata da ben tre mandati di presidenza repubblicani,
alfieri di una miope politica economica neo-liberista.
Sicuramente più attenti e lungimiranti dei loro colleghi
europei, le teste d'uovo dello staff clintoniano hanno
colto tutte le influenze positive in campo economico e in
campo culturale implicite nell'investire sulle
comunicazioni. Per valutarne la portata basti pensare che
per il progetto, proposto dal vice presidente Al Gore, di
un network super-veloce per l'informazione (NREM) prevede
uno stanziamento da 5 miliardi di dollari, che l'impatto
di mercato è stimato in alcuni milioni di consumatori e
che, vista la connaturata pervasività dei media, questo
incide sicuramente con i meccanismi di creazione del
consenso. La TV interattiva (ITV) getta un ponte tra il
computer e la televisione. Si possono scambiare
informazioni con un centro di controllo mediante un
piccolo computer (conosciuto dagli operatori del mercato
come black-box) collegato con la TV. Il computer del
centro di controllo reagisce agli input facendo cambiare
l'immagine sullo schermo TV. Allo stato attuale si può
interagire con diversi servizi. Per esempio, si può
competere con i partecipanti di un gioco TV, richiedere
più informazioni su un prodotto pubblicizzato, attingere
da uno di quei database, con addebito per ogni
consultazione, informazioni finanziarie aggiornate in
tempo reale o comperare un nuovo computer da un catalogo
per acquisti per corrispondenza. I sistemi ITV possono
dare notizie su richiesta di informazioni sul tempo e
sulla finanza, senza grossi aggravi. Qui nascono le prime
perplessità. Alcuni sostengono che questi tipi di
servizi, pur essendo tagliati sulle necessità degli
utenti di computer, non sembrano riscuotere il dovuto
interesse. Altri fanno notare che il debutto della ITV
arriva sulla scia di una lunga lista di prodotti del
genere non riusciti. "Noi siamo molto interessati ad
essere i veicoli di qualunque servizio il mercato volesse
pagare", osserva Mike Schwartz, vice-presidente al
Cable Labs, il nucleo della R&S dell'industria della
TV via cavo, "ma molte delle nostre società sono
state danneggiate dalle prime versioni della televisione
bidirezionale, semplicemente la gente non le
comprava". I proponenti della ITV contrappongono a
queste critiche l'ottimistica previsione che la
potenzialità di mercato della ITV è ben più grande di
quanto lo sia per gli analoghi servizi distribuiti
mediante sistemi di computer collegati tra loro. La
convinzione è che la gente non vuole imparare a usare un
computer, preferisce invece la familiarità della
televisione. "E' più facile per la gente entrare in
relazione con la TV piuttosto che con un computer",
asserisce Paul Sturiale di TV Answer (Reston, Virginia),
una società esordiente nella ITV. Per rafforzare l'idea
che i loro prodotti sono delle aggiunte della TV, alcune
compagnie di ITV si ingegnano per nascondere qualsiasi
similarità tra le loro Black-box e un computer. "Il
nostro marketing non dirà mai che quello è un
computer", dice Laurence Kirsch, il responsabile del
disegno dell'interfaccia utente di TV Answer. "Il
computer nel vostro ufficio lo DOVETE usare. Una TV la
VOLETE usare", ha aggiunto. L'errore di valutazione
sta nel fatto che si prende come riferimento, per quanto
riguarda l'interazione e l'interfaccia uomo-macchina la
preistoria (interfacce a carattere e astrusi comandi
mnemonici) e non il presente (interfacce grafiche e
interazione vocale o mediante puntatori). MANDARE
SEGNALI
Il primo e maggior ostacolo che gli operatori dei sistemi
ITV devono superare è come distribuire il segnale dal
loro centro di controllo agli utenti. Sono disponibili
tre metodi di distribuzione: trasmissione TV via onde
radio, TV via cavo e via modem. Gli operatori possono
trasmettere i loro segnali utilizzando varie zone dello
spettro: su una sottoportante di un canale radio FM,
nella zona di nero tra due quadri TV (conosciuto come
intervallo di oscuramento verticale, VBI) o su una ben
definita frequenza. In USA il FCC (Federal Comittee of
Comunication) ha già allocato la banda dal 218 al 219
MHz per la ITV, in modo che possa essere divisa tra due
canali (aventi ciascuno un'occupazione di 0,5 MHz) in
ogni città. La trasmissione via radio FM e mediante
tecniche VBI generalmente sono limitate a una velocità
di 9600 bps (bits per second) per tutte le attività. La
concomitanza da un lato della possibile simultaneità di
alcune attività e dall'altro della larghezza di banda
bassa potrebbe, per piccoli periodi, esaurire
completamente l'intera banda passante. Come se non
bastasse l'informazione trasmessa via radio o via VBI è
limitata solo al testo, alle primitive grafiche e alle
informazioni per il posizionamento degli oggetti sullo
schermo. Mediante le primitive grafiche, i segnali ITV
irradiati istruiscono le black-box dove posizionare sullo
schermo un cerchio di una determinata dimensione,
posizione e colore. Poi le black-box si prendono cura dei
dettagli necessari necessari generando ogni pixel del
cerchio. Nessuno dei suddetti sistemi di trasmissione
può supportare immagini fotografiche. Grafica e colori
sono limitati a semplici oggetti predefiniti. Questa
restrizione significa che non si potrebbero far scorrere
sullo schermo le immagini del computer di cui siete
intenzionati all'acquisto. Molti dei sistemi di
trasmissione ITV possono essere distribuiti attraverso
collegamenti per TV via cavo. Alcuni operatori
posizionano il segnale uscente nello spazio vuoto di 4
MHz posto tra i canali TV 4 e 5. Alcuni dedicano
interamente uno o due canali video per trasmettere i
dati. Un sistema ITV via cavo con un canale video
dedicato è in grado di mandare immagini fotografiche, a
patto che la black-box abbia sufficiente memoria per
salvare l'immagine. Comunque, immagini in movimento su un
canale dedicato sarebbero possibili solo tecnicamente,
non in pratica, perché tutti quelli che usassero il
servizio ITV sarebbero costretti a vedere la stessa
immagine. I vecchi sistemi via cavo sono limitati a 36
canali, a volte anche meno, cosicché non è possibile
dedicarne ai servizi ITV. Comunque, chi sponsorizza la
ITV punta tutto su nuovi sviluppi tecnologici che, a
sentire loro, potrebbero cambiare tutto. Per esempio,
molte società di TV via cavo stanno sostituendo i cavi
più vecchi con cavi coassiali di banda passante più
ampia, che arrivino a supportare sino a 150 canali.
Alcune compagnie stanno pianificando di installare cavi a
fibre ottiche, i quali teoricamente possono supportare
centinaia di canali. Altri ancora sono in procinto di
trasmettere programmi a pagamento usando strategie di
compressione dati digitale le quali possono supportare
dalle otto alle dieci immagini in movimento nella
larghezza di banda di 6 MHz ora monopolizzata da un
singolo canale TV. Comunque, il costo iniziale
dell'hardware di decompressione - si presume si possa
aggirare sulle centinaia di dollari - potrebbe fortemente
ostacolare la sottoscrizione dei servizi a pagamento.
Anche assumendo che ci saranno più canali, come potrà
essere utilizzata una tale capacità? Le compagnie di TV
via cavo propendono invece per emissioni multiple di film
di cassetta, su diversi canali e con orari scaglionati,
non per i servizi ITV. Per cui si potrà scegliere un
comodo orario di inizio, eventualmente concedersi una
pausa e riprendere la visione successivamente. Per una
visione interattiva di immagini in movimento,
l'architettura di base della TV via cavo deve
radicalmente cambiare. Semplicemente stendere cavi in
fibra ottica potrebbe non essere sufficiente in quanto,
al contrario di come avviene attualmente, il distributore
del segnale dovrebbe erogare un segnale video separato
per ogni utente interattivo. E' facile prevederere che
anche i cavi in fibra ottica potrebbero non avere
sufficiente larghezza di banda per supportare migliaia di
utenti impegnati in differenti attività. Ne consegue che
almeno parte della larghezza di banda deve essere
distribuita con una modalità simile a quella del sistema
telefonico, cioè con un allacciamento separato da e
verso ogni casa. L'impossibilità di questo obbiettivo ci
autorizza ad affermare che l'interattività permessa dai
progetti sino ad ora proposti non è certo una reale
interattività, ma bensi un suo pallido simulacro. Solo
quando i cavi in fibra ottica ci interconnetteranno alla
compagnia di TV via cavo e i cavi in rame alla compagnia
telefonica, solo allora il video multicanale e
interattivo sarà praticabile dal punto di vista
tecnologico. In USA i cavi in fibra ottica non saranno
stesi ancora per alcuni anni a causa degli alti costi e
del ritardo causato per l'ottenimento dell'approvazione
alle commissioni per la pubblica utilità. "Voglio
dire che ci vorranno cinque anni o più prima che si
cominci a vedere un dispiegamento su vasta scala di
cablaggi in fibra ottica" dice Patty Anderson,
editore/analista della McGraw-Hill/DataPro (Delran, New
Jersey). "Passeranno altri cinque o sei anni dopo la
prima fase prima di vedere la maggioranza delle case e
degli uffici cablati con le fibre ottiche" aggiunge
Anderson.
RIMANDARE INDIETRO I SEGNALI
Il segnale di ritorno al centro di controllo ITV può
essere inviato mediante un modem o un trasmettitore a
bassa potenza. Il segnale di ritorno contiene dati
minimi, di solito meno di 10 bytes per codificare la
risposta e altri 10 bytes per il codice di
identificazione. Un classico telecomando si presta bene
come interfaccia-utente con la black-box. Il collegamento
con il modem è facile da stabilire, almeno in teoria,
dal momento che ogni utente, potenziale cliente, ha una
linea telefonica, in quanto si potrebbero avere dei
problemi nel caso un altro componente della famiglia
volesse usare il telefono. I trasmettitori a bassa
potenza evitano questo problema. Gli operatori di ITV che
potrebbero usare la banda dei 218-219 MHz si aspettano
che venga implementata una rete di supporto costituita da
una molteplicità di siti di trasmissione/ricezione in
analogia con il sistema telefonico cellulare. Così, il
trasmettitore contenuto nella black-box, avrebbe bisogno
solo di alcuni watt di potenza. Con entrambi i metodi,
sono necessari dai 5 ai 10 secondi per stabilire una
connessione e per ottenere una risposta sul video. Spesso
il software all'interno della black-box fornisce la
necessaria interazione locale per mascherare la lentezza
nei tempi di risposta.
LA PUBBLICAZIONE DELL'INFORMAZIONE E I CANONI DOVUTI
Un operatore ITV trasmettendo a 9.600 bps invia un volume
di dati pari a 90-MB al giorno. Questo è come se
venissero consegnati a domicilio 90 giornali. Ecco che
sorge il problema del chi e come fare il filtro a una
così imponente mole di informazioni. Tutti i sistemi ITV
hanno un gateway al centro di controllo che formatta
l'informazione per la distribuzione. Gli operatori si
comportano come editori e decidono quali informazioni
inviare. Le informazioni possono essere inviate a tutti
gli utenti, ad alcuni utenti o solo a uno. Si potrebbe
programmare la back-box per scandire continuamente questi
dati e scegliere solo quello che interessa. Alcuni
sistemi ITV, programmando la black-box, possono accendere
il VCR perché possa registrare questi dati. I sistemi
interattivi puri trasmettono informazioni solo a
richiesta, se non vengono richieste né informazioni né
servizi interattivi, il sistema manda solo sporadici
aggiornamenti al software delle black-box e alle guide
dei programmi. Altri sistemi mischiano interattività con
la trasmissione dei dati. Con questa modalità, quando la
banda non è necessaria per l'informazione interattiva,
il sistema trasmette un interminabile flusso di dati,
come le quotazioni di borsa, notizie di agenzia, testi di
riviste e così via. Avere due modelli, quello
interattivo puro e quello mediante radiodiffusione,
determina due differenti modi di addebitare i servizi. I
sistemi interattivi puri tengono traccia di ogni
richiesta fatta e addebitano per ogni transazione. Un
fornitore di servizi o un inserzionista pubblicitario
possono far pagare per il consumo evitando la necessità
di un canone. I sistemi ITV a radiodiffusione
generalmente hanno un canone, tipicamente tra i 15 e i 20
dollari al mese. Un sistema a radiodiffusione può anche
addebitare per le attività interattive. Più o meno
tutti i sistemi impongono un addebito quando si compra
qualcosa, come pure un gioco interattivo può avere un
addebito aggiuntivo oltre a quello normale. Per esempio,
la Interactive Network (Mountain View, California)
addebita 15 dollari al mese per il servizio base a 20
dollari al mese per le attività speciali. Oltre agli
addebiti per le transizioni e per il canone, molti
operatori fanno pagare dai 200 ai 700 dollari per le
black-box.
I SERVIZI SONO CONOSCIUTI
Gli attuali operatori ITV offrono servizi come le
notizie, le previsioni del tempo, le BBS di comunità,
molti dei quali sono già conosciuti agli utenti dei
servizi come Bix e Prodigy. Sono possibili la posta
elettronica e le operazioni di banca, ma attualmente
hanno una bassa priorità per molti operatori di ITV.
Alcuni operatori ITV offrono sia informazioni create e
distribuite localmente sia a respiro nazionale. Per
esempio, una catena di negozi può volere vender solo in
una zona di distribuzione. Un indirizzo così è
possibile se il sistema conosce la localizzazione di ogni
sponsor. Tutti i sistemi permettono una tale penetrazione
locale che permette ad alcuni di operare a livello di
quartiere. Molti sistemi non sono pronti per sostenere i
messaggi destinati alle aree conferenza o alla E-Mail
(Electronic Mail) generati dagli utenti. Una ragione sta
nel fatto che il telecomando generalmente difetta di una
tastiera e bisogna "digitare" usando un
joystick o i tasti di movimento cursore. Per cui, una
tale complicazione si scontra con la filosofia
sottointesa nella ITV: i servizi devono essere facili e
di intrattenimento, proprio come la TV.
PROGRAMMARE LE BLACK-BOX
Gli sviluppatori software indipendenti potranno scrivere
programmi per le black-box? E' difficile che ci riescano.
I sistemi ITV oggigiorno sono chiusi. Le black-box
difettano di disk drive, di slot per cartucce o di altri
accessi al processore. Gli operatori ITV controllano il
software. Ogni operatore cripta i segnali e usa password.
Per di più molte black-box accettano solamente software
distribuito dall'operatore ITV e i fornitori indipendenti
non possono costruire una propria black-box senza
l'autorizzazione da parte dell'operatore. I costruttori
di black-box autorizzati sono i soliti "grossi
calibri" come HP e Zenith Electronics.
LA ITV SOPRAVVIVERA?
La storia dei servizi interattivi è segnata da un
fallimento. Nel 1970 il servizio interattivo via cavo
creato da Warner e Amex Cable's Qube si rivelò un buco.
Negli anni '80 vennero introdotti nuovi servizi quali
teletext e videotext. Il teletext offriva notizie e altre
informazioni usando l'intervallo VBI del segnale video
diffuso dalla TV. Il videotext offriva dati interattivi
mediante la linea telefonica, completi di grafica e di
colore. Sforzi da molti milioni di dollari sono falliti
(es. l'esperimento videotext Knight-Ridder's Viewtron in
Florida). Una manciata di servizi in stile teletext sono
ancora disponibili su alcuni sistemi via cavo e il
servizio Canadian Videoway è stato modellato sulla
tecnologia del dopo teletext. Solo Prodigy tiene vivo il
concetto del videotext. Non curanti di questo travagliato
passato, i sostenitori della ITV ci vogliono convincere
che è arrivato il loro momento. "Molte e molte cose
nella vita quotidiana sono una miscela di media",
egli dice. Cassam, capo reparto nuovi mercati di Tandem
Computers (Cupertino, CA), fa come esempio lo standard di
Apple per immagini computerizzate in movimento Quick
Time, le TV con il picture in picture, i videotelefoni e
gli smart-phone. Pur essendo in parte vero che vi è
stato uno spostamento nell'accettazione del mercato,
quando si prende in considerazione la storia dei servizi
ITV e gli sviluppi tecnologici richiesti per portare la
ITV in un mercato di massa, è facile concludere che la
ITV è destinata alla rovina. "Nella migliore delle
ipotesi, ci saranno due o tre anni di effervescenza, che
termineranno entro il 1996", dice Gary Arlen,
presidente della Arlen Comms (Bethesda, MD), una società
specializzata nella ricerca sui media interattivi. Arlen
prevede che le major dell'intrattenimento e i fornitori
di informazione, come le società di giochi (Sierra
Online) e gli editori (McGraw-Hill), staranno alla
finestra sino allo scemare dell'effervescenza. "Dopo
d'allora comincerà un periodo di serio scontro per
l'egemonia sul mercato", dice Arlen. Altri si
astengono. "Potrebbe essere un boom o un flop",
dice Laurie Frick, product manager di HP per l'hardware
di TV Answer. "In cinque anni, o saremo ben oltre i
cinque milioni di famiglie, o saremo sotto."
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