STORIA MODERNA
 
Indice 

   Uso psicotropo e tentativi di proibizione 
   Gli Assassini 
   Gargantua e Pantagruel 
   Uso medico in Europa 
   Uso medico in Italia 
   La Cannabis in America 
   Uso tessile 
   Napoleone e la Canapa 
   Uso medico nel XIX secolo 
   La letteratura sull'hashish del XIX secolo 
   Diffusione nel XIX secolo 
 

 
     Tra il XIII ed il XIX secolo, l'uso psicotropo della canapa fu proibito temporaneamente, sempre con il risultato di aumentare il numero dei consumatori, in Egitto, Arabia, e Turchia. 
Nel 1533, Enrico VIII, nonostante la Bolla papale emessa 50 anni prima, ordinò di coltivare un quarto di acro a Cannabis per ogni sessanta acri di altre coltivazioni. Nel 1800 in India, colonia Inglese, fu vietato l'uso della resina di canapa, ma la restrizione fu annullata nel 1824. 
Uso psicotropo e tentativi di proibizione
     Nel 1809 Sylvestre De Sacy suggerì per primo la derivazione del termine "assassini" dall'Arabo hashishiyyun, riferendosi ad una setta musulmana dissidente, citata anche da Marco Polo nel Milione,  che terrorizzava in quegli anni le popolazioni della Siria, della Persia, e dell'India. Il nome del gruppo deriva dal fatto che esso agiva, si dice, sotto l'influsso dell'Hashish, ma studi recenti e dettagliati (sarebbe bastato il buonsenso !!!!) hanno chiarito come non ci fosse alcun tipo di relazione tra l'uso di hashish e le violente scorribande.  Gli Assassini 
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     Durante la metà del secolo XVI, lo scrittore francese FranVois Rabelais pubblicò Gargantua e Pantagruel, un ampia ed ilare opera di narrativa ; nel terzo libro troviamo una dettagliata descrizione tassonomica e delle qualità psicoattive della Cannabis, l'erba Pantagruelion, insieme a varie notizie sui suoi vari usi e sulla sua coltivazione. Di certo l'opera rappresenta la prima completa esposizione storico-culturale della Canapa del mondo Occidentale. Allo stesso filone possiamo collegare la nascita di quella cultura popolare che prende l'avvio in quegli anni nell'area marocchina, fatta di situazioni divertenti ed imbarazzanti, che coinvolgono i consumatori di Cannabis, non risparmiando ironia sulla rigidità mentale di chi non la usa. Gargantua e Pantagruel 
 
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     Contemporaneamente i viaggiatori provenienti da Asia e Africa ne introdussero l'impiego in Europa come medicina . Il famoso The Anatomy of Melancholy, del sacerdote inglese Robert Burton (1621) la consigliava per il trattamento della depressione, il New English Dispensatory del 1764 descriveva l'applicazione di radici di Canapa Indiana per infiammazioni della pelle. Fu però il giovane professore indiano W. B. O'Shaughnessey che fece acquistare fama e diffusione alle virtù terapeutiche della pianta in Occidente. In una relazione del 1839 egli descrisse usi e benefici della Cannabis appresi in India. Egli la definì, tra l'altro, "il perfetto rimedio anticonvulsivo", per le sue qualità analgesiche e rilassanti. Ciò portò ad una diffusione molto vasta della Cannabis per uso medico, specialmente in Inghilterra (preparazioni a base di Canapa si potevano acquistare nei Drug Stores e persino il medico della regina Vittoria la usava regolarmente per i dolori mestruali della sua paziente ) e successivamente anche negli USA. Uso medico in Europa 

 

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     In Italia l'uso medico dell'Hashish venne citato per primo dal dottor Nicola Porta del manicomio di Aversa (Annali, Volume CLXVII, 1858 ), ma fu il professor R. Valieri, dell'ospedale degli Incurabili a Napoli, ad impiegarlo diffusamente ed a raccomandarne l'utilizzo. Tuttavia, pare che nessuna traccia di questi usi sia rimasta nella farmacopea e nella cultura popolare del Sud Italia.  Uso medico in Italia
     Cambiando continente, si fissa la data d'arrivo della Cannabis nel nuovo mondo quando i Vichinghi raggiunsero le coste della Nuova Inghilterra nel X secolo, mentre successivamente le spedizioni Spagnole comandate da Diego De Almagro e Pedro De Valdiva (1530-1545 ) la diffusero presso i nativi dell'odierno Cile. Inoltre, nel Traité du Tabac ou Panacée Universelle (Lione 1626 ), il dottor Leander descrive l'uso cerimoniale di alcune erbe da parte dei nativi Nord Americani, "...Erbe che portano all'estasi ed alla comunicazione con gli dei ". Intorno al 1600 il farmacista canadese di Champlain, Mr. Hebert coltivava un vasto campo di Cannabis per i suoi preparati e nel 1611 a Jamestown i primi coloni la piantarono per fibra. In quegli anni, la Virginia (1629) e il Connecticut (1637) emanarono le prime leggi che imponevano la coltivazione della pianta per favorire lo sviluppo dell'industria dei tessuti: la Cannabis si diffuse ovunque rapidamente (George Washington scriveva nel suo diario, 12-13 Maggio 1765 :"seminato Canapa" ed ancora il 7 Maggio "iniziato a separare i maschi dalle femmine ma forse è troppo tardi ").  La Cannabis in America 
 
 
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    D'altronde era un uso ben radicato da secoli anche in Europa  quello di produrre tessuti di Cannabis per vestiti e l'Italia era nota per essere il produttore dei tessuti migliori (erano famose le qualità "Carmagnola", "Bolognese ", "Napoletana" , ecc.). In quegli anni era comunque la Russia a produrre l'ottanta per cento di Cannabis nel mondo, vendendone anche i migliori manufatti (vele, reti, corde, tappeti), e la Gran Bretagna ne diventò presto il principale acquirente.  Uso tessile 
 
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     Nel 1798, durante la campagna in Egitto, Napoleone emanò un decreto che vietava ai soldati francesi di "bere il forte liquore fatto dai musulmani con un erba detta Hashish e fumare le foglie della Cannabis". Al ritorno della spedizione in Europa, l'uso dell'hashish prese a diffondersi in tutta la Francia. Durante la guerra Franco-Inglese, conclusasi con la definitiva sconfitta di Napoleone a Waterloo nel 1815, la Francia iniziò a premere sullo Zar Alessandro I così da bloccare gli indispensabili rifornimenti di Canapa alla flotta Inglese . Costretto a vendere la Lousiana agli Usa ad un prezzo ridicolo (5 cent per ettaro) ed in cerca di finanziamenti, nel 1810 Napoleone decise d'intervenire con le armi nei confronti della tentennante Russia. La flotta USA ne approfittò subito, vendendo allo Zar rum, zucchero, caffè, tabacco, avendone in cambio Cannabis, ceduta prontamente agli Inglesi. Questi ultimi, però trovarono un nuovo accordo con Alessandro I, garantendosi il rifornimento di Canapa a costi più bassi : il congresso USA rispose con l'entrata in guerra al fianco di Napoleone, con l'obiettivo finale di conquistare il Canada. La disastrosa campagna di Napoleone in Russia, però, liberò presto gli Inglesi dagli impegni europei ed i tentativi bellici americani vennero parati con successo. Il trattato di Ghent (1814) chiuse la partita, garantendo definitivamente l'inviolabilità dei confini canadesi da una parte e la libertà di commercio per le navi americane dall'altra.  Napoleone e la Canapa 
 
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     Nel frattempo, gli studi scientifici sui composti chimici della pianta presero a diffondersi e le sue applicazioni in medicina conobbero larga diffusione in tutta l'Europa, grazie soprattutto all'opera di O'Shaughnessey, come più sopra riportato. Nel 1840 il chimico Louis Aubert-Roche pubblicò uno studio sull'efficacia dell'Hashish nel trattamento delle piaghe e della febbre tiroidea. Il medico J. J. Moreau de Tours, intuendone le potenzialità curative nei malati di mente, lo sperimentò su se stesso: "... è vera felicità quel che l'Hashish produce...".  Uso medico nel XIX secolo 
 
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     Queste ricerche porteranno alla nascita del famoso Club des Hachischins, fondato da T. Gautier nei locali dell'Hotel Pimodan, Ile Saint-Louis, Parigi. Il primo resoconto delle riunioni mensili dei membri del circolo, tra cui A. Dumas padre, V. Hugo, H. de Balzac e C. Baudelaire, venne pubblicato nel 1845 su La Presse. Da allora le successive opere di Gautier (Il Club dei mangiatori di Hashish), Baudelaire (I paradisi artificiali) e Dumas (Il Conte di Montecristo ) sui vari aspetti connessi agli effetti della sostanza acquistarono fama ed ego internazionale, diventando presto dei classici della letteratura moderna. Lo stesso accadde con Fitz Hugh Ludlow che, nel 1855, scrisse un'articolo sul tema in  Putnam's Magazine e l'anno seguente pubblicò The Hasheesh Eater, primo classico statunitense sui usi ed effetti dell'Hashish. In realtà, nel 1834 era stato lo scrittore e viaggiatore Bayard Taylor (1825-1878) il primo americano a descrivere gli effetti della resina di Cannabis su di sé, pubblicando i resoconti dei suoi viaggi intorno al mondo. E fu proprio leggendo tra questi scritti che il giovane Ludlow, figlio di un pastore protestante, decise di sperimentare personalmente la sostanza curiosando nella bottega dell'amico farmacista Anderson, nella cittadina di Poughkeepsie, stato di New York, riuscì a scovare una fiala di Tilden Extract Of Cannabis Indica e la uso per i propi esperimenti. Ciò portò ad una grossa diffusione dell'impiego della Canapa sia nei campi tradizionali (tessuti, fibra, carta, oli vegetali, medicina tradizionale ), sia per usi medico-terapeutici "ufficiali", sia per usi psicotropi.  La letteratura  sull'hashish  
del XIX secolo 
 
 
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     Nel 1860 la Ganja Wallah Hasheesh Candy Company lanciò sul mercato dei dolcetti fatti con hashish e zucchero d'acero: vennero prodotti e venduti in USA per oltre 40 anni. Un po' ovunque furono inoltre aperti gli Hashish smoking parlors, sullo stile di quelli turchi. In pratica, alla metà del XIX, la Cannabis era ormai entrata negli usi quotidiani di quasi quattro generazioni di americani, soprattutto per le sue applicazioni terapeutiche, tramandate da pionieri del nuovo mondo.  Diffusione nel  
XIX secolo 
 
 
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