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CASA

Autorecupero a Firenze


E’ questa una idea forte del Movimento: che gli stabili abbandonati possano essere recuperati da chi li abita. Le radici di questa pratica si trovano in Inghilterra già agli inizi del secolo, si estende nel Nord-Europa (Germania e Olanda) con gli Squatters, sviluppandosi con il corso del tempo anche in altri paesi. Questa avviene sulla spinta dei movimenti che hanno visto l’autogestione come unica possibilità di risolvere il problema della mancanza dello spazio vitale.
Molte di queste esperienze hanno ottenuto credibilità e riconoscimento presentando dei Progetti che una volta accolti e realizzati hanno dimostrato la validità di soluzioni abitative alternative.
Ci sembra pertanto importante porre al centro dello scenario metropolitano la Questione Autorecupero pensando alla città come ad un posto creato prima di tutto per abitarci, tenendo presente lo spopolamento progressivo dei centri storici, ridotti ormai a lussuose vetrine e sedi di banche, agenzie immobiliari e rappresentanze economiche.
Da questa idea sono nate le esperienze di recupero dell’ex Bice Cammeo - Rifugio del Bambino abbandonato (donazione al Comune per uso sociale, in fase di passaggio di proprietà all’Azienda U.S.L.) del ex Istituto Ritter (donazione al Comune - Ex Opera Maternità e infanzia) e l’Ottavo Reparto di S. Salvi (uno dei tanti padiglioni dismessi dell’ex Ospedale Psichiatrico, proprietà comune).
Le prime due sono state occupate e (in parte recuperate) già da diversi anni, mentre quella di S. Salvi è più recente ma ha già improntato un proprio progetto sullo stabile.

CHE COS’E’ L’AUTORECUPERO ?
E’ una soluzione ecologica ed economica dell’alto costo del bene casa e della cementificazione delle periferie, consentendo il ripopolamento della città, dando una risposta allo svuotamento dei centri storici dai suoi abitanti costretti verso le periferie e i paesi limitrofi da un mercato immobiliare sempre più proibitivo.
LA VALENZA ECOLOGICA DELL’AUTORECUPERO è data dal fatto che si rivolge al ripristino di immobili (o aree) dismessi dal loro uso originale e dimenticate; abbandonate per anni, difficilmente recuperabili dato il loro degrado se non attraverso la demolizione per far posto a nuovi edifici. A questo, l’autorecupero si oppone evitando la cementificazione di nuove porzioni di territorio.
L’Autorecupero si fa forte della constatazione che l’ampliamento edilizio soggiacente al Piano Regolatore Generale Comunale del ‘62 (piano Detti-Quaroni) è largamente sovrabbondante per il numero di abitanti residenti in città, per cui essendo presenti molte aree dismesse potenzialmente recuperabili, è inutile costruire ex-novo.
LA VALENZA ECONOMICA DELL’ AUTORECUPERO nasce dalla compartecipazione ai lavori ed alle spese degli assegnatari con un carico inferiore sui costi di ristrutturazione: suddivisi in ordinari e straordinari, e ciò permette l’abbattimento di una parte considerevole di costi.
LA VALENZA SOCIALE DELL’ AUTORECUPERO. La cosa che ci preme sottolineare è che in questo percorso vengono attivate delle energie dal basso, in cui i portatori di un bisogno (nella fattispecie quello della casa) si autorganizzano, progettano, mettono insieme le loro reciproche conoscenze, “lavorano”, cooperano trasformandosi da utenti passivi a soggetti attivi.
Questo crea relazioni di appartenenza e reciprocità, attiva dei percorsi di solidarietà concreta e la crescita collettiva degli aderenti all’iniziativa.

L’AUTORECUPERO A FIRENZE: una storia di proposte e progetti seguiti da promesse mai mantenute.
A Firenze si iniziò a parlare di Autocostruzione già nei primi anni 80 quando si formarono delle Cooperative per l’ Autoristrutturazione.
La Cavour 82 e la Nuovo Pianeta, sono Cooperative che si formarono a seguito dello sgombero di uno stabile in via Cavour dove fu promesso agli occupanti che avrebbero ottenuto la ristrutturazione di alloggi se avessero evitato di rioccupare, le promesse naturalmente rimasero tali.
La trattativa riguardava una serie di stabili individuati dai potenziali autoristruttoratori tra i quali figuravano l’edificio a ridosso del deposito Ataf di Piazza Alberti, le Murate, San Salvi, via della Carraia, via del Paradiso e guarda caso l’ex Bice Cammeo di via Aldini.
Seguono una serie di Atti delle Giunte Comunali dell’epoca, che approvarono con le delibere n° 2542/1880 del 27/03/1885 lo schema di Convenzione da stipularsi con Cooperative di Autocostruzione, per poi deliberare di nuovo sull’avvio dei Progetti pilota in Piazza Alberti, il Paradiso, via di Carraia.


LA SITUAZIONE ATTUALE
Il giorno 22/11/1997 una delegazione di massa di quattro Comitati di occupazione per l’Autorecupero protocolla il documento “Progetto di Autorecupero nella città di Firenze” e viene ricevuta dall’Assessore all’Urbanistica Bouglex. Viene chiesta la riapertura di una trattativa con l’Amministrazione comunale su quattro punti:
1) Ripresa di un tavolo di trattativa sul PROGETTO PILOTA DI AUTORECUPERO EDILIZIO sui quattro immobili in questione;
2) Ridiscussione della bozza di Delibera regionale del 23/08/97 in cui viene espresso il parere favorevole del Sindaco al trasferimento di beni immobili comunali alla Azienda Sanitaria Locale, (tra i quali figura lo stabile ex Bice Cammeo situato in via Aldini) e che dichiara lo stato di emergenza abitativa per l’area metropolitana fiorentina al fine di accedere agli strumenti legali ed economici che permettono un intervento più incisivo ed efficace.
3) Aquisizione dell’esperienza di Autorecupero romana per individuare soluzioni tecniche , economiche e legislative che consentano l’approvazione di una Delibera simile a quella della Giunta Rutelli.
Dopo più di due mesi di rinvii da parte della Giunta su un incontro allargato agli Assessori competenti per sondarne le disponibiltà sugli argomenti proposti, il 26/1/1998 otteniamo un secondo incontro in cui gli Assessori Bouglex e Grazzini portano le risposte del Sindaco alle nostre richieste, ossia:
a) dei quattro stabili in questione si può avviare un Progetto Pilota solo sull’ex Asilo Ritter (per il semplice motivo che a maggio ci sarà la causa che vede contrapposti Comune ed eredi della donatrice, e che il primo rischia di perdere questo immobile se non viene presentato un progetto per quella data).
b) risposta negativa sulla ridiscussione della Delibera Regionale per quanto riguarda l’ex Bice Cammeo mancando completamente, da parte dell’Amministrazione, ogni volontà politica di mantenere la proprietà su questo ed altri immobili .
c) lo stato di emergenza abitativa non viene neanche menzionato. L’unica risposta telefonica dell’assessore Tirelli ad una giornalista della Nazione è: “siccome a Firenze il Problema casa è perenne non si tratta di emergenza ma di densità abitativa”, dimostrando una retorica a dir poco sofista.
d) sull’acquisizione della Delibera romana la giunta dimostra una confusione totale: viene da domandarsi: “ma l’avete letta quella Delibera ?!? l’avete sfogliata distrattamente pensando che si parlasse di “centri sociali o barrettini autogestiti” ? senza accorgervi che si parlava invece di decine di famiglie...
Pensiamo che questi quattro Progetti possano servire da volano ad un Piano di Autorecupero edilizio che veda la ristrutturazione di una gran parte di stabili ed aree dismesse pubbliche e private, come le Murate, le Leopoldine, S. Gaggio, le ex I.P.A.B. e decine di altri stabili, come le tante aree industriali dismesse, che permetterebbero la realizzazione di centinaia di appartamenti per dare una risposta concreta ai bisogni della gente.

Esistono i Comitati per l’Autorecupero in via Aldini 5, via Reginaldo Giuliani, S. Salvi, via del Ghirlandaio.
Per contatti: MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA tel. 055/241881.



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