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RIFIUTI

Lo smaltimento dei rifiuti nella provincia di Siena


Il piano provinciale per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (P.P.S.R.S.U) nella provincia di Siena prevede un tasso di crescita medio della produzione dei rifiuti solidi urbani da qui al 2004 dello 0.5% annuo, passando dalle attuali 103.055 tonn/anno (verificate a consuntivo da Siena Ambiente) alle 129.894 tonn/anno nel 2004. Il tutto verrà “smaltito” per il 31% dalla raccolta differenziata, di cui il 21% verrà compostato (cioè riciclare rifiuti organici tramite fermentazione e successiva trasformazione in concime) negli impianti appositi delle Cortine (Asciano), il Termine (Montepulciano) e a Poggio a Billa (Abbadia S.Salvatore), 1.9% recuperato meccanicamente, il 45.1% destinato alla termovalorizzazione (in tal modo viene definito l’incenerimento dal Decreto Ronchi) nell’impianto situato a Poggibonsi, il 22% andrà nelle discariche di Poggio a Billa e delle Macchiaie (Sinalunga) assieme alle ceneri e ai rigetti della raffinazione del composto.
La scelta della provincia di Siena, su direttive della regione Toscana e in particolare dell’assessore “verde” Del Lungo tenta ancora una volta di risolvere il problema rifiuti con la vecchia logica dell’incenerimento e della discarica, invece di privilegiare metodi alternativi, come la raccolta differenziata al fine del riciclaggio. Una scelta che tende sicuramente a favorire grosse imprese che si occupano della costruzione e manutenzione degli inceneritori (spesso legate al gruppo Fiat e altrettanto spesso intricate in storie di tangenti) e che non da alcuna garanzia in termini ambientali e salutare per il cittadino.
A Poggibonsi invece tutti gli amministratori continuano a ripetere alla cittadinanza che l’ampliamento dell’inceneritore dei Fosci (dalle attuali 20.000 tonn. che annualmente brucia si passerà a 60.000 tonn/annue), così come è previsto dal piano provinciale, non potrà che “migliorare la qualità della vita e dell’ambiente”, dimenticandosi che gli inceneritori altre a produrre fumi e ceneri che inquinano aria e falde acquifere, ci “regalano” anche furano e diossina (considerati dall’agenzia per la protezione dell’ambiente USA i più potenti sregolatori della crescita che si conoscono).
Corteo contro l'inceneritore a FirenzeL’inceneritore è visto dall’amministrazione sia come un investimento economico che come un impianto tecnologicamente avanzato.
Infatti sarà affiancato da un nuovo impianto di recupero energetico in grado di produrre una quantità minima di energia elettrica (termovalorizzazione).
Questa nuova tecnica si basa, essenzialmente, sul decreto Ronchi che favorisce sì la termovalorizzazione degli R.S.U. per il recupero energetico, ma prevede anche che il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materie prime debbano essere considerati preferibili rispetto alle altre forme di recupero.
E’ evidente, comunque, che si recupera molta più energia riciclando i rifiuti anziché bruciandoli. Siamo di fronte dunque ad una lettura a dir poco manipolata della legge stessa, infatti il recupero energetico da incenerimento è messa come quinta priorità del decreto. L’adattamento dell’impianto di incenerimento di Poggibonsi rappresenta una scelta senza ritorno da parte delle amministrazioni comunali aderenti al consorzio CISA (Poggibonsi, Colle Valdelsa, San Gimignano), gestore dell’inceneritore.
Difatti per conseguire i suoi scopi l’impianto necessiterà costantemente di una grossa quantità di rifiuti da bruciare che dovranno essere garantiti (magari “prelevandoli” da altre province...) e di conseguenza anche l’ampliamento dell’inceneritore appare inevitabile, nonostante che Ceccherini, Sindaco di Poggibonsi, sostenga il contrario.
Intanto il consorzio CISA ha già ottenuto nel novembre ’97 un finanziamento di quasi 5 miliardi (fondo CEE) per la costruzione dell’impianto di recupero energetico, la cui energia elettrica prodotta non sarà un bene collettivo, poiché l’ENEL acquistandola dai comuni ad un prezzo 6-7 volte superiore a quello di mercato, appianerà l’aumento dei costi scaricandoli sulla collettività. L’amministrazione si fa impresa, guadagna sul mercato dei rifiuti e i cittadini pagano 3 volte:
i costi di adattamento dell’inceneritore (30 miliardi per il suo ampliamento e 6 miliardi di gestione annua), l’aumento dei costi di produzione dell’energia elettrica e un peggioramento della qualità dell’ambiente e della salute. Un altro grosso cambiamento è la parziale privatizzazione della gestione rifiuti: Siena Ambiente S.p.A., dopo aver inglobato il consorzio CISA, ne diventerà l’unico gestore e nel consiglio di amministrazione, oltre a una presenza pubblica (amministrazione comunale) del 60%, si vedranno anche i privati, che sicuramente metteranno al primo posto il loro profitto a scapito della salute ambientale.
Salute ambientale gravemente a rischio, come confermatoci dal prof. Paul Connett, Biochimico della Lawrence University di New York, che il 13 marzo, insieme ad alcuni rappresentanti dei comitati ambientalisti locali ha visitato l’inceneritore di Poggibonsi.
Infatti dai controlli delle caldaie e dei filtri è emersa l’emissione di mercurio e diossina, i dati forniti dai computers dell’impianto hanno rilevato una presenza di azoto nell’aria abbondantemente al di sopra del limite consentito e, dulcis in fundo, nelle ceneri prodotte dall’incenerimento (1/3 dei rifiuti bruciati tossiche-nocive e da conferire in discariche speciali) sono state trovate bottiglie di plastica ancora intatte.
Alla faccia dell’incenerimento sicuro ed efficace! In questo scenario in cui tutti le amministrazioni comunali della provincia di Siena, molti circoli di Lega Ambiente (ad eccezione di casi isolati), pseudo-Verdi, partiti politici, ad eccezione di Rifondazione Comunista (che comunque spesso, come è accaduto a Poggibonsi e Siena, in un gioco di contrattazione, proprio dell’ambito partitocratico si astiene o vota a favore del piano, cercando di far passare come una vittoria l’innalzamento della percentuale della raccolta differenziata dal 35% al 50%, senza fermare però l’ampliamento dell’inceneritore), sono a favore di questo piano provinciale, gli unici ad opporsi in maniera forte a questo scempio ambientale ed economico sono i comitati cittadini, Lega Ambiente Val D’Elsa, WWF e Collettivo “la Realidad” di Poggibonsi.
I vari comitati ambientalisti da più di un anno stanno facendo un lavoro di contro informazione e di sensibilizzazione dando valide alternative agli inceneritori e alle discariche:
una raccolta differenziata al fine del riciclaggio spinta almeno al 60-70%, che inoltre da un punto di vista occupazionale è sicuramente più proficua (secondo uno studio di due istituti di ricerca americani per ogni milione di tonnellate di R.S.U. smaltiti si creano 80 posti di lavoro se si sceglie l’incenerimento, 600 con il conferimento in discarica e ben 1600 con la raccolta differenziata), una moratoria di almeno 10 anni per la costruzione di nuovi inceneritori e discariche, il blocco del finanziamento per l’adattamento degli impianti di incenerimento al fine del recupero energetico e la sospensione di ogni progetto di ampliamento dell’inceneritore di Poggibonsi.
Per ribadire con maggiore forza queste rivendicazioni i comitati ambientalisti hanno indetto per sabato 9 maggio un corteo presidio a Siena, preceduto da presidi in tutti i luoghi dove sono situati inceneritori e discariche contro il piano provinciale e regionale sullo smaltimento dei rifiuti.



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