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CAPORALATO

PRECARI DELLA SCUOLA: OVVERO LA STORIA INFINITA


Nella scuola ci troviamo di fronte ad una figura del lavoro precario estremamente frammentata sia dal punto di vista economico che normativo. Infatti siamo in presenza di tre tipologie di precariato:

1. i supplenti annuali su posto libero;
2. i supplenti nominati fino al termine delle lezioni;
3. i supplenti temporanei (supplenze brevi).

Ognuna di queste figure è soggetta a normative di tipo diverso. Ad esempio i supplenti annuali hanno diritto al pagamento dei mesi estivi, mentre gli altri no; inoltre, per quanto riguarda le assenze per malattia, un supplente al primo anno di nomina ha diritto a 30 giorni pagati al 50% dopodiché viene licenziato. Invece un supplente che si trova al secondo anno di servizio continuativo ha diritto al pagamento intero del primo mese di malattia e di due mesi al 50%.
La situazione dei precari della scuola è andata peggiorando proprio in questi ultimi anni a causa dei numerosi interventi legati alla cosiddetta razionalizzazione della scuola e soprattutto ai tagli attuati con la finanziaria del 1997. Più della metà sono passati dalla condizione di supplenti annuali a quella di supplenti temporanei e molti sono diventati disoccupati. Solo per fare un esempio, mentre le nomine per supplenze annuali sono state 71.426 nell’anno scolastico 92-93, si è passati a 34.199 nel 94-95, dopo il decreto “taglia classi” concordato dall’allora ministro della Pubblica Istruzione Rosa Russo Jervolino e CGIL-CISL-UIL-SNALS.
La situazione è ulteriormente peggiorata con la finanziaria ‘97, infatti oltre alla eliminazione di 31.744 posti tra personale docente e non docente, si prevedeva il pagamento dei supplenti mediante un budget assegnato ai singoli istituti, che erano invitati a effettuare risparmi chiamando i supplenti solo in caso di strettissima necessità e dopo aver scandagliato tutte le possibilità di coprire le esigenze di servizio con il personale interno.
Questa questione, apparentemente marginale, dà l’idea di come funzionerà l’autonomia finanziaria di prossima attuazione: risparmi sui precari e aumento dei carichi di lavoro e flessibilità oraria per il personale stabilizzato, il tutto finalizzato alla competizione fra scuole alla ricerca di potenziali “clienti”.
Ancora con la finanziaria ‘97 sono state abolite le Dotazioni Organiche Provinciali, che nel ‘96 ammontavano a 22.176 unità e servivano per rimpiazzare il personale assente per lunghi periodi (fisiologicamente intorno al 15%): quindi minori possibilità, per gli attuali precari, di accedere ad un posto di lavoro stabile.
Non migliore è la situazione dopo la finanziaria ‘98, che prevede risparmi per 2651 miliardi, da realizzare mediante la riduzione del 3% del personale da attuarsi nel biennio 1998-2000 secondo la seguente tabella:
Ulteriori tagli si avranno mediante l’affidamento della pulizia delle scuole a ditte private (4500 unità in meno) e la diminuzione di circa 10.000 posti per quanto riguarda il sostegno ad alunni portatori di handicap.
Un altro elemento grave è costituito dall’introduzione di una sorta di “lavoro in affitto”, mediante la “stipulazione di contratti di prestazione d’opera con esperti in particolari discipline ed insegnamenti”.
Se a questo si aggiunge che dal prossimo anno scolastico sarà possibile lo sfondamento (per ora su base volontaria) dell’attuale orario settimanale di lezione, il quadro è veramente completo. Per contrastare questa situazione sono sorti in questi anni numerosi comitati di insegnanti precari con il fine di rendere visibile e conflittuale la situazione del precariato all’interno della scuola, ma si sono trovati ad operare in una situazione di estrema difficoltà per vari motivi:

1. la dispersione dei precari nelle scuole delle singole province;
2. la differenziazione interna dovuta a diverse condizioni economiche e normative;
3. la difficoltà a costruire rapporti stabili con il personale incaricato a tempo indeterminato.

Un ulteriore elemento di divisione è costituito dalla prossima approvazione del d.d.l 932 (fortemente voluto da CGIL-CISL-UIL) che prevede una tornata di concorsi riservati per il personale che risponde a certi requisiti ( 360 gg. di servizio nel periodo 89/90-97/98 di cui almeno 180 negli anni scolastici 94/95, 95/96, 96/97, e 97/98) e che taglia fuori circa 50.000 degli attuali precari. Concorso riservato che comunque non garantirà niente, visto l’ulteriore blocco dei pensionamenti e i tagli di personale e di classi, buono solo a bloccare sul nascere la presa di coscienza che solo un’azione comune tra personale stabilizzato e non e gli studenti che attualmente occupano diverse facoltà contro l’istituzione dei corsi di abilitazione biennali post-laurea, può essere la chiave per superare quella scomposizione sociale del lavoro dipendente, che anche nella scuola ha prodotto i suoi frutti avvelenati.


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