art708
POSTE
DAL SINDACATO CHE COGESTISCE AL SINDACATO GIALLO !!
Anche in Toscana i “signori delle tessere” (sono Cgil, Cisl, Uil, Sailp, Ugl ecc..), continuano a cogestire e a concertare con la sede (è l’organizzazione territoriale a livello decentrato, regionale delle Poste s.p.a), senza fare le assemblee con i lavoratori e la lavoratrici, nuovi strumenti per le relazioni industriali.
Il documento del 19/02/1998- riproposto integrale qui a lato - relativo alle possibili assunzioni temporanee nel recapito costituisce l’esempio più lampante del deterioramento - ormai irreversibile - dei rapporti relazionali tra lavoratori/ici e i loro rappresentanti sul lavoro. Infatti questo documento costituisce una pietra miliare (piena di fango) gettata sulle sorti future dell’unica mansione, il portalettere, ad oggi 1° maggio 98, che non si presta ad essere flessibile (flessibilità: è stata in questi anni richiesta insistentemente dalla Confindustria e accettata dal governo, dall’ente e dai “signori delle tessere”. Rappresenta per le imprese uno dei fattori cardine, insieme alla richiesta di un basso costo del lavoro, che gli permette di usufruire di tutti i vantaggi di una economia di scala (sono i risparmi [sui costi di produzione e quant’altro] ottenibili dall’impresa, sia pubblica che privata, che opera in economia di mercato) interna.
I “ signori delle tessere “ vogliono rendere ancora più flessibile, in sintonia con Poste S.P.A, anche il/la postino/a e per questo oltre all’attuazione vera (non più sperimentale) delle areole (areola: è composta da 4 zone di recapito [4 quartieri] - la zona di recapito corrisponde ad 1 quartiere) fino al modulo (è composto da 2 areole o 8 zone di recapito) inventano la possibilità dell’impiegatizzazione (è la nuova flessibilità sul lavoro per i lavoratori/ici del recapito) dei portalettere.
Di fatto vogliono introdurre una nuova organizzazione del lavoro nel recapito, che con l’areola (con gli spicchi di zona da fare in caso di assenza di uno o più portalettere) e il modulo rende inutile quel 25% del personale di scorta (è il personale di ruolo [non titolare di zona] assunto a tempo indeterminato che sostituisce il titolare di zona assente) e che rende strutturale l’obbligatorietà del lavoro straordinario e sotto pagato. Cosi l’impiegatizzazione prevista da lor signori (quelli delle tessere) costituirà il primo passo cui l’azienda farà seguire la perdita di titolarità di zona di tutti i/le portalettere.
Infatti, passare da titolare di zona (un quartiere e solo quello) a titolare di areola/e (più quartieri ) vuol dire rendere sostituibile in ogni momento, la figura unica e specifica del portalettere.
I “ signori delle tessere “di Toscana, unici titolari a condurre le trattative su questo documento con la controparte, hanno la spudoratezza di scrivere all’azienda che ci sono alcune rigidità per attuare la direttiva n° 2 (è relativa alla ristrutturazione del recapito) nel recapito e tra esse vi è la tradizionale mentalità ostile dei portalettere ecc.
Risulta cosi palese il tentativo di offesa al senso comune dei lavoratori e delle lavoratrici del recapito , dimostrando ancora una volta, oltre all’inaffidabilità sul piano sindacale anche la loro malafede nei confronti di tutti i lavoratori postali.
In malafede al punto di far pervenire alla controparte aziendale quel documento con il quale la sede potrà iniziare immediatamente la costituzione del nuovo ” sindacato giallo” (sindacato giallo: è il sindacato costituito nel tempo dalle aziende con le spie, gli informatori nei reparti ecc.).
In Toscana l’areola ha avuto alcune possibilità di sperimentazione (Pistoia ne è un esempio) ma è fallita in Italia , per i continui sacrifici cui erano soggetti i lavoratori/ici del recapito.
Nel documento il nuovo sindacato giallo è allineato alle politiche aziendali in quanto non ci sono aumenti numerici di nuove zone per il recapito ma c’è solo la perequazione (perequazione zone: le zone rimangono numericamente quelle che sono (non vengono aumentate semmai diminuite)e vengono riequilibrate in relazione al maggior lavoro da fare) di esse privando il settore della possibilità concreta di nuovi sbocchi occupazionali.
Con l’introduzione del capo squadra (caposquadra: è il dipendente partecipe e responsabile degli adempimenti affidati alla squadra e rappresenta una posizione operativa di “eccellenza”. Nella sostanza avrà un salario aggiuntivo [pur facendo lo stesso lavoro] in conseguenza dell’obiettivo fissato e raggiunto dalla squadra) nel recapito, pare che l’azienda ne individui uno ogni 30/33 zone di recapito , i “signori delle tessere” pensano anche ad un progetto obiettivo (costituisce uno studio di fattibilità aziendale che, adeguato ad un settore e/o area produttiva specifica, deve essere raggiunto nell’unità di tempo [uno o due mesi, un anno, ecc.]) per fare digerire a tutti i lavoratori il lavoro di squadra. Lor signori con l’obbligo della prestazione aggiuntiva (sullo spicchio di zona) reintroducono di fatto l’abbinamento (servizio di recapito su due zone o quartieri o parti di essi) - remunerato a cottimo (prestazione lavorativa basata sulla quantità del prodotto lavorato nell’unità di tempo [l’ora]) - che l’azienda poste non ha riproposto sui documenti aziendali.
Il lavoro del portalettere è il più sacrificato e quindi sacrificabile sia per l’azienda che per “i signori delle tessere”.
Con un progetto obiettivo specifico, comprensivo di areole, moduli, spicchi di zona, prestazioni aggiuntive viene tentato di dare tanto ,ma tanto lavoro aggiuntivo e pochissimo salario aggiuntivo ai lavoratori/ici che oltre a condividere i concetti di flessibilità sul lavoro si renderanno disponibili ad attuarli completamente con l’incondizionata obbedienza all’azienda poste S.P.A.
Tutto questo i “signori delle tessere” lo barattano con l’impiegatizzazione che vuol dire fare lo sportellista (è il lavoratore/ice addetto allo sportello dell’ufficio postale le cui molteplici mansioni variano dai servizi postali [conti correnti, vaglia, ecc.] ai servizi finanziari [BOT, CCT ecc.] solo quando l’azienda ne avrà bisogno e solo temporaneamente e con le nuove responsabilità riconosciute con un livello salariale inferiore.
Allora i lavoratori e le lavoratrici del recapito della Toscana che finora sono stati irresponsabilmente apatici e indifferenti nei confronti di quanti (altri singoli lavoratori/ici o gruppi di lavoratori/ici autorganizzati ) li hanno invitati ad una preventiva e sacrosanta mobilitazione sulla sciagurata fase di ristrutturazione aziendale sperimenteranno sulla loro pelle un peggioramento del tutto inedito delle proprie individuali condizioni di vita e lavoro .
Per tutto quanto detto fin qui giunga a tutti i lavoratori/ici del recapito della Toscana (da questo giornale) un invito alla mobilitazione nei rispettivi posti di lavoro e ad iniziare a dire chiaramente:
No al conferimento del mandato a trattare sul recapito in Toscana ai “signori delle tessere”; basta con la continua sperimentazione in Toscana; no alla perdita della titolarità di zona; no al concetto di squadra; no agli spicchi di zona; no alla flessibilità.
Sì al riconoscimento della figura unica e specifica - non polivalente né flessibile - del/della portalettere; sì alla titolarità di zona e solo di quella; sì al riconoscimento salariale della specificità del/lla portalettere (ad oggi non riconosciuta dal contratto di lavoro); sì alle assemblee sui luoghi di lavoro per decidere prima, durante e dopo con tutti i lavoratori/ici qualunque accordo con la controparte poste S.P.A.