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CHIANNI

Una montagna di rifiuti


A pochi mesi dalla chiusura definitiva, concordata per il prossimo 31 maggio, nella discarica della Grillaia di Chianni rimanevano ancora inutilizzati 150.000 metri cubi dei complessivi 1.500.000 approvati con l’ultimo ampliamento del 1995 (e realizzati con l’acquisto di terreni circostanti).
La società privata di gestione, tale SERVIZI AMBIENTE (di Pacini-Napoli e altri), con sede presso uno studio legale di Pontedera, ha incrementato al massimo la resa economica dell’attività imprenditoriale, stipulando ulteriori accordi con ditte conferitrici di rifiuti in massima parte fuori Regione; dall’inizio del ’98 si è passati così dalle 800 tonnellate giornaliere accordate (1992-1997), prima a 2.300 e ultimamente (ultimi 15 giorni) a 3.400 tonnellate giornaliere, a ben vedere quindi più di 4 volte il normale conferimento; questo ha comportato il transito giornaliero di almeno 400 autotreni carichi di mondezza attraverso i centri abitati di Pontedera, Ponsacco, Capannoli, Selvatelle, Forcoli, La Rosa ed infine La Sterza.
La discarica di Chianni, come peraltro ha sempre fatto, sta concentrando l’afflusso di rifiuti esterni dalle regioni Liguria, Piemonte, Lombardia e provincia di Prato, con accordo peraltro poco chiaro, stante il decretato blocco dell’afflusso di rifiuti dal territorio regionale. Il sito di Chianni predisposto per 360.000 metri cubi nel 1992 per i sette comuni limitrofi, con il primo ampliamento del ’94 è passato a 950.000 metri cubi ed infine ai citati 1.500.000 metri cubi finali. Alla società di gestione va una percentuale al chilo di rifiuti conferiti; rifiuti non sempre uguali a sè stessi, ma piuttosto sempre più redditizi col progredire delle capacità tecniche e politiche di smaltimento dell’impresa: dagli iniziali RSU (Rifiuti Solidi Urbani) e assimilabili si è passati a smaltire quote sempre più consistenti di Rifiuti Speciali.
Da notare infine come dalle tabelle di resoconto dell’ARPAT sono ultimamente sparite le specifiche sulla quota di Rifiuti da Raccolta Differenziata conferita; evidentemente ci si è accorti del paradosso: rifiuti prima raccolti e divisi per tipologia e poi rimischiati insieme e smaltiti in discarica.
Con il triste bilancio di 1.489.365 tonnellate di rifiuti di ogni tipo .si chiude quindi il primo capitolo della discarica più blindata della Toscana: partita nel ’92 per soddisfare le necessità della provincia di Pisa (600 tonn. giornaliere) e passata poi con grande profitto attraverso gli anni dell’emergenza rifiuti, con l’entrata in ballo dei conferimenti Regionali.
Non sembra più roseo il futuro della Valdera: nell’ambito della politica Regionale la Provincia di Pisa ha allo studio la realizzazione di un nuovo inceneritore a Pontedera (loc. Gello) che sostituisca o affianchi l’ormai marcescente impianto di Pisa. Sempre a Pontedera dovrebbe collocarsi un nuovo Centro di Compostaggio (presso la Ecofor).
Si chiude il conferimento di rifiuti ma non il pericolo di inquinamento in Valdera: all’insaputa di tutti (o quasi) la società di gestione della discarica di Chianni ha recentemente realizzato un depuratore del percolato; il percolato, vero concentrato tossico ed incognita chimica tanto per composizione che per destinazione ambientale, viene quindi “depurato” e le acque di processo vengono ributtate tal quali nel fiume Sterza; il percolato già in precedenza aveva gettato in allarme il comprensorio irriguo della Valdera: infatti, finito non si sa bene come nel fiume aveva inquinato le falde acquifere dell’acquedotto, imponendo la chiusura dei rubinetti fino a Pontedera.
La recente mobilitazione del Comitato contro la discarica della Grillaia contro il depuratore ha prodotto almeno la discussione nei consigli comunali di Laiatico, Terriciola e Chianni per il divieto di utilizzo del depuratore, ormai istallato, per percolati provenienti da altre discariche; attualmente tale delibera è stata approvata da uno dei comuni interessati.
Ai comuni è comunque delegata la facoltà di riapertura del sito di discarica sia in termini di afflusso di rifiuti (con un eventuale ampliamento) che di smaltimento di percolato esterno.
Rimangono gli inquinanti esterni: biogas tossico e cancerogeno, trielina e dicloroetilene in tracce nelle acque potabili, oltre a tutta la gamma di inquinanti “sotto soglia” con i quali deve fare quotidianamente i conti la popolazione residente e non, un paesaggio deturpato ed appestato, poco confacente all’immagine di “qualità” Toscana, in un territorio che oggi, dopo la fine dell’illusione del modello Piaggio quale motore garantito dell’economia e dell’occupazione locale, col grande inganno della moderna azienda di avanguardia concertativa, co-gestita in qualche misura dall’amministrazione PDS, preclusi i finanziamenti CEE allo sviluppo industriale, si vede costretto a riversare nel comparto agricolo, tutte le proprie aspettative di redditività.


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