art718
Articolo precedente Articolo seguente Sommario Home page

PROCESSI E REPRESSIONE

Montecatini - Lo "Spettro" in tribunale


Il 28 di Aprile si sono tenuti altri due processi nei confronti dell’esperienza del C.S.A. lo Spettro. A più di un anno dall’ultimo sgombero (luglio 1996) una moltitudine di procedimenti penali continua ad abbattersi su chi ne ha fatto parte, con lo scopo di criminalizzare, non tanto il bisogno che il Centro Sociale ha rappresentato (ipocritamente riconosciuto da quasi tutti), ma il mezzo usato per ottenerlo: azione diretta. Azione diretta che, partendo dal bisogno stesso, si è concretizzata in quello che è stato giudicato come “il terribile reato” dell’occupazione e dell’autogestione.
In altre parole le richieste sono tutte legittime, basta però rimanersene tranquilli e attendere che il comune o il partito di turno diano la “loro” soluzione (quasi sempre sterili parole fini a sé stesse); delegare, aspettare, dimenticarsi tutto. A noi questo quadretto non torna e vorremmo dare un’altra versione. Ci domandiamo, infatti, come mai la tradizionalmente “rossa” Valdinievole non abbia saputo reggere l’impatto con un Centro Sociale che portando avanti istanze come l’antirazzismo, l’antifascismo, la solidarietà, la lotta all’eroina ed altre ancora, non poteva certo essere ridotto ad un mero problema di ordine pubblico. Secondo noi è naturale che si siano saputi usare solo mezzi repressivi nei confronti di un modo diverso di fare politica (che parte dai bisogni reali), in una zona dove le contraddizioni, più che palesi, come lo sfruttamento della prostituzione, il narcotraffico, la disoccupazione, il disagio giovanile (testimoniato dal fiorire di gruppuscoli neofascisti) e molti altri, vengono occultati nel nome di una “pace sociale” funzionale ad un’immagine di vetrina costruita ad hoc per i poteri economici locali (aziende, bottegai e pubbliche amministrazioni)
Così mentre le parole spese, da chi aveva riconosciuto l’utilità sociale dell’esperienza, sono rimaste tali, il Centro Sociale continua ad essere processato. Giudicato oltretutto da chi ha ammesso un “…obbiettivo venir meno delle condizioni di serenità ed imparzialità di giudizio…” tale “…da menomare l’insospettabilità del decidente e comunque la propria libertà di determinazione…”. E’ stato, infatti, ancora il pretore Alessio Scarcella a tenere le udienze, dopo che le sue dichiarazioni di astensione sono state respinte dal Tribunale di Pistoia. Lo stesso Alessio Scarcella che nel primo processo per l’occupazione di Traversagna aveva quadruplicato la pena minima richiesta dal P.M., e che si è visto ribaltare il 20 aprile la sentenza dalla corte d’appello di Firenze - che ha ridotto la pena al di sotto della stessa pena minima, dopo che l’accusa aveva addirittura chiesto l’assoluzione. Le udienze del 28 sono state 2 udienze fiume: la prima (occupazione ex “Vaquero”) costituita da 6 ore della farsa dei riconoscimenti degli imputati da parte dei balbettanti agenti della DIGOS di Pistoia, prontamente soccorsi e imbeccati dalla P.M. nei momenti delle più grossolane contraddizioni; la seconda, conclusasi alle 21, che ha offerto le buffe ed imbarazzate dichiarazioni dei vigili di Massa e Cozzile, autori delle denunce anche nei confronti di chi si trovava all’estero.
Tutto questo in un clima processuale grottesco con il Pretore Scarcella che mentre da un lato diceva di capire bene le dichiarazioni di un’agente di polizia incalzato dalla difesa, essendo stato anche lui un poliziotto, dall’altro non ammetteva al dibattimento i testimoni della difesa stessa.

Le prossime udienze di entrambi i procedimenti sono state fissate il 27 Maggio alle ore 9, ed invitiamo tutti al presidio di solidarietà davanti alla pretura di Monsummano T.


Articolo precedente Articolo seguente Sommario Home page Scrivi alla redazione