Ud. del 22/05/96
A CARICO DI GIULIO ANDREOTTI
Prima Parte | Seconda Parte | Terza Parte | Quarta Parte |
PRESIDENTE:
E allora, con chi cominciamo P.M.?
P.M. SCARPINATO:
Salvatore Bonferraro.
PRESIDENTE:
E allora, lei consente ad essere ripreso dalle telecamere?
MONTALBANO S.:
No.
PRESIDENTE:
Si accomodi e legga la formula di giuramento.
FORMULA DI GIURAMENTO
PRESIDENTE:
Dia le generalità.
BONFERRARO S.:
Ispettore della Polizia di Stato Salvatore Bonferraro nato ad Agrigento il 12/01/1963, in servizio presso la Direzione Investigativa Antimafia di Palermo.
PRESIDENTE:
Il P.M. può procedere.
P.M.:
Ispettore, in relazione alle dichiarazioni rese del collaboratore Tommaso Buscetta le sono state delegate indagini su alcuni punti. In particolare, in relazione alle dichiarazioni di Buscetta secondo cui il padre dell'onorevole Lima apparteneva alla famiglia di Palermo Centro, le è stata delegata l'indagine su questo punto: le generalità complete del padre dell'onorevole Lima Salvatore, nonchè la di lui attività professionale lavorativa, i luoghi di abituale dimora e ogni altra notizia reperibile sul suo conto e su eventuali rapporti dello stesso intrattenuti con La Barbera Salvatore e La Barbera Angelo, analogo accertamento su eventuali rapporti con detti fratelli La Barbera.
PRESIDENTE:
Non è meglio a poco a poco, P.M.?
P.M.:
Questo è il punto.
PRESIDENTE:
Ah, questo è il punto. Va bene.
P.M.:
Analogo accertamento verrà esteso allo stesso onorevole Lima Salvatore, questo era il punto da accertare. Vuole riferire quali indagini ha svolte e quale è stato l'esito di queste indagini?
BONFERRARO S.:
Allora, ho svolto accertamenti su questo punto che ci era stato delegato, appunto, dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e ho identificato il padre dell'onorevole Lima Salvatore per Lima Vincenzo di Giuseppe e Pergola Maria.
P.M.:
Vuole chiedere l'autorizzazione a consultare gli atti, se ne ha necessità?
PRESIDENTE:
Il Presidente autorizza il teste a consultare atti a sua firma. Prego.
BONFERRARO S.:
E allora, ripeto il padre dell'onorevole Lima Salvatore si identifica per Lima Vincenzo di Giuseppe e Pergola Maria nato a Palermo l'08/02/1894 deceduto il 03/06/1979. Lo stesso si è coniugato in prime nozze l'1/07/1922 con Rao Vittoria di Salvatore e Taormina Domenica nato a Patti l'1/07/1906, deceduto a Palermo il 06 agosto 1972; entrambi erano già residenti in questo viale Lazio. Il 02/10/1972 Lima Vincenzo si è risposato con Chiarello Anna fu Francesco e fu Milazzo Rosalia nato a Palermo l'11 gennaio 1926. Gli stessi, dopo le nozze andavano a risiedere in questa via Tascalanza; via Tascalanza sarebbe una, diciamo parallela della via Regione Siciliana. Chiarello Anna, alla morte del coniuge, invece andava ad abitare in via Carmelo Trassello, una traversa di Corso Calatafimi. Dall'unione con la prima moglie, quindi Rao Vittoria, sono nati Lima Giuseppe il 26/04/1923 ivi residente in via Pignatelli D'Aragona, già direttore e sanitario dell'ospedale Civico di Palermo, pregiudicato per furto, coniugato lo stesso in prime nozze con Bergomi Caterina di Bartolo e Sidoti Giuseppa, nata a Palermo l'11 febbraio del 1925 che è deceduta nel 1989. Alla morte di questa il Lima Giuseppe si è rispostato nel 1922 con Gucciardo Giuseppa nata a Termini Imerese il 02/12/1938. Poi abbiamo Lima Maria....
PRESIDENTE:
P.M., tutte queste notizie sui fratelli eccetera, non penso che siano necessari.
P.M.:
Le notizie sui fratelli, come si dimostrerà nel corso della gestione dibattimentale hanno un rilievo, comunque possiamo andare in sintesi sulla genealogia familiare, andiamo in sintesi.
PRESIDENTE:
Sì, sì.
BONFERRARO S.:
E allora, poi abbiamo Lima Maria che è nata a Palermo il 20 giugno 1925 insegnante; poi abbiamo Lima Domenica che è nata a Palermo nel '31 coniugata con Mastropaolo Salvatore che è deceduto nel 1988 ex dipendente dell'Azienda Municipalizzata del Gas. Infine abbiamo Lima Salvatore Achille Ettore detto Salvo nato a Palermo il 23 gennaio del 1928, eurodeputato residente a Palermo in viale Daneu n.19, ucciso in questo capoluogo il 12 marzo del 1992. Lima Salvatore il 20 luglio del 1959 si è sposato con Lo Valvo Giulia Maria di Vittoria e Leone Maria Elena nata a Palermo il 5 settembre del 1936. La stessa tuttora risiede in via Alfredo Antonio Di Dio. Da premettere che i coniugi Lima e Lo Valvo Giulia da alcuni anni vivevano separati, di fatto erano separati. Testimoni del loro matrimonio celebrato presso la chiesta Regina Pacis di Palermo dal Cardinale Ruffino sono stati Gioia Giovanni, Savignoni Giusto e Leone Giusto -Gioia Giovanni era il deputato. Allora, ritornando al Lima Vincenzo, al padre Lima Vincenzo, diciamo che dall'unione con la seconda moglie quindi Chiarello Anna.....
P.M.:
Possiamo passare direttamente agli incarichi, all'attività professionale del padre.
BONFERRARO S.
E allora, il Lima Vincenzo ha lavorato presso il Municipio di Palermo dal 1911, quando è stato assunto quale commesso per il V^ censimento e successivamente quale avventizio con la qualifica di sorvegliante per la disinfestazione, ha ricoperto vari incarichi presso il Municipio di Palermo fino al 1964, data in cui è stato collocato a riposo. E' stato impiegato presso Ufficio Atti Notori, Ufficio Tasse, ufficio GENAU, Ufficio Stato Civile, l'Annona, l'Ufficio Statistica, Ufficio Igiene, le borgate, Quartiere Pallavicino, infine al Patrimonio. Ho svolto anche degli accertamenti per inquadrare la biografia, un po' il curriculum vitae del Lima Vincenzo, e ho visto che presso l'Archivio della Questura di Palermo è intestato a suo nome, Lima Vincenzo, un fascicolo, un voluminoso fascicolo. Diciamo, i precedenti che risalgono fin dal 5/02/1910 allorchè venne denunciato per minacce. Il 12/07/1911 è stato condannato dal Tribunale di Palermo alla pena di giorni dieci di reclusione per il reato di lesioni personali, la pena poi è stata condonata. Il 12/02/1913 è stato denunciato dal Commissariato Castellammare per furto aggravato unitamente a tale De Luca Luciano e Santangelo Attilio. Il 02/06/1913 è stato assolto dal Tribunale di Palermo per non provata reità e quindi scarcerato. Il 06/10/1913 è stato denunciato dalla Squadra Mobile di Palermo per favoreggiamento e porto di rivoltella senza licenza. Il 27/09/1914 è stato denunciato dalla Questura di Palermo per gioco d'azzardo. Il 30/04/1915 è stato condannato dal Tribunale Militare di Torino a mesi tre di carcere militare per distruzione e danneggiamento di edifici militari. Il 03/02/1917 è stato denunciato nuovamente dal Commissariato di P.S. Castellammare per gioco d'azzardo. Il 21/07/1922 è stato dichiarato esente da pena dal giudice istruttore presso il Tribunale di Palermo per avvenuto matrimonio del reato di ratto violento. Da una nota che ho rinvenuto all'interno del fascicolo, sempre della Questura di Palermo, si legge: "Lima Vincenzo veniva indicato come un pericoloso delinquente facente parte di un'associazione per delinquere dedita alla consumazione di reati in genere. Era accusato di spacciare denaro falso, di possedere due automibili, a quell'epoca di possedere due automobili e che deteneva presso un garage di cui si serviva per commettere delle scorribande unitamente ad altri pregiudicati". Poi, il 21/08/1928 è stato denunciato per truffa, perchè si era fatto consegnare del denaro promettendo lo sgravio di tasse di esercizio in tale Paoniti Gaetano. Il 15/12/1929 è stato fermato da personale della Squadra Mobile perchè trovato associato ad altri pregiudicati. Il 16/12/1929 e quindi l'indomani è stato tratto in arresto per oltraggio ad agenti di custodia. Il 23/12/1929 è stato condannato dal Pretore di Palermo a L.300 di multa e scarcerato. L'11/03/1930 è stato denunciato dal Pretore di Palermo perchè sorpreso a condurre automobile, per guida senza patente. Il 23/07/1930 è stato fermato per indagini da personale della Squadra Mobile e il giorno successivo venne rilasciato. Il 07/02/1931 è stato denunciato dal Commissariato P.S. Castellammare per lesioni. Il 03/03/1931 è stato assolto dal Tribunale dal reato di concussione. Il 15/09/1931 è stato fermato per indagini dalla Squadra Mobile e il 30/09/1931 è stato denunciato all'Autorità Giudiziaria per rispondere del reato di tentanto omicidio in persona del vigilato speciale Mingoia Arturo, di varie estorsioni, nonchè di associazione per delinquere finalizzata alla consumazione di reati contro il patrimonio e la persona. E ancora di favoreggiamento nei confronti dei latitanti Scrima Salvatore e Ingrassia Giuseppe. Tra gli altri, imputati in questo processo, figurava Pennino Gaetano classe 1903 e Pennino Gioacchino classe 1864, rispettivamente padre e nonno dell'attuale collaboratore di giustizia Pennino Gioacchino. Occorre però evidenziare che il 30/09/1931 lo stesso è stato sospeso dal servizio; è stato sospeso dal servizio quando lavorava al Municipio di Palermo.
PRESIDENTE:
Quando è stato sospeso?
BONFERRARO S.:
E' stato sospeso il 15/09/1931 a seguito del suo arresto ed è stato riammesso in servizio l'11/10/1938, quindi per ben sette anni è stato sospeso dal servizio. Cos'era successo? Ritornando al discorso, appunto, di questo suo arresto per il reato di tentanto omicidio e così via, era successo che era stato commesso, diciamo, questo delitto per vendetta da parte dei latitanti, Scrima Salvatore e Ingrassia Giuseppe.
PRESIDENTE:
Nei confronti di chi era il tentato omicidio vuole ripeterlo?
BONFERRARO S.:
Per vendetta nei confronti del vigilato speciale Mingoia Arturo. Perchè per vendetta, lui diciamo che aveva fatto parte di questa organizzazione criminale unitamente a questo Scrima Salvatore e Ingrassia Giuseppe e avevano attentato alla vita di questo Mingoia Arturo. Fallito questo tentativo, diretto quindi alla soppressione del Mingoia Arturo, lo Scrima con la complicità del Lima, del Marrone Vincenzo ed altri, pensò di ricostituire una nuova organizzazione criminale che si andava formando in quegli anni con la denominazione di nuova Sicilia, che si riproponeva la ricostituzione della mafia che già era stata debellata, diciamo dalle energiche azioni di Polizia di quegli anni del Prefetto Mori.
PRESIDENTE:
L'esito giudiziario di questo procedimento?
BONFERRARO S.:
E allora, il 30/06/1932 è stato rinviato a giudizio dal giudice istruttore presso il Tribunale di Palermo per rispondere delle imputazioni quindi di tentato omicidio, distorsioni ed altro. Il 15/05/1933 è stato assolto dalla Corte di Assise di Palermo per non avere commesso il fatto di estorsione in danno di D'Alba Tommaso e per amnistia del reato di favoreggiamento e del reato di associazione per delinquere. Però il Lima rimaneva in carcere per disposizione dell'Autorità di Pubblica Sicurezza, dovendo essere proposto per il confino di Polizia.
PRESIDENTE:
E per il tentato omicidio?
BONFERRARO S.:
E' stato pure assolto.
PRESIDENTE:
Pure assolto.
BONFERRARO S.:
Il 18/05/1933 la Commissione Provinciale per l'assegnazione al confino di Polizia dichiarava non luogo a procedere all'assegnazione in relazione al procedimento di cui sopra. Il 30/06/1933 è stato ammonito dalla Commissione Provinciale per anni due. Il 18/08/1958 è stato denunciato per insolvenza fraudolenta.
PRESIDENTE:
Ha detto '58?
BONFERRARO S.:
Sì. 1958 è stato denunciato per il reato di insolvenza fraudolenta.
PRESIDENTE:
P.M. deve continuare?
P.M.:
Sì. Vediamo questo provvedimento di ammonizione?
BONFERRARO S.:
Sì, l'abbiamo detto P.M..
P.M.:
Che cosa veniva evidenziato in questo provvedimento di ammonizione?
BONFERRARO S.:
E' stato ammonito dalla Commissione Provinciale per anni due. E allora, circa i rapporti tra il defunto onorevole Lima Salvatore con i fratelli Angelo e Salvatore La Barbera, elementi diciamo di notevole importanza, sono contenute da una informativa datata 04/02/1963 dalla quale risulta che La Barbera Salvatore dal 09/01/1963 al 12/01/1963 in Roma ha preso alloggio presso l'Hotel Mediterraneo. Negli stessi giorni presso lo stesso albergo risultavano alloggiati Sala Claudio nato a Palermo il 06/07/1902, Guccione Carmelo nato a Palermo il 29/11/1923, Lima Salvatore nato a Palermo il 23/02/1928, Termini Gaetano nato a Enna il 06/06/1918, Brandaleone Ferdinando nato a Palermo il 25/01/1915. Del resto, diciamo altri elementi di notevole importanza sono contenuti nella sentenza di rinvio a giudizio del giudice istruttore presso il Tribunale di Palermo dott. Cesare Terranova, datata 23/06/1964 a carico di La Barbera Angelo + 42.
P.M.:
Si tratta di quella sentenza che poi esitò nel giudizio della Corte di Assise e diventata definitiva?
BONFERRARO S.:
Sì. Sentenza-ordinanza che poi è andata a confluire nel processo di Catanzaro a carico di La Barbera Angelo + 116, sentenza del 22/12/1968. Infatti era emerso che Angelo e Salvatore La Barbera, nonostante Angelo La Barbera lo avesse negato, conoscevano l'ex sindaco Salvatore Lima, ed erano con lui in rapporto tali da chiedergli favori, basti considerare che il mafioso Vincenzo D'Accardi, ucciso nell'aprile del '63, si era rivolto ad Angelo La Barbera per chiedergli una raccomandazione, e quindi se non era sicuro appunto che questa raccomandazione potesse andare a finire a buon fine! Del resto lo stesso Lima che è stato sentito....
PRESIDENTE:
Comunque, la sentenza l'abbiamo, P.M.. Commenti alla sentenza, no.
P.M.:
Non commenti, sta riferendo alcuni elementi istruttori che risultano da quella indagine, non è un commento alla sentenza.
PRESIDENTE:
Noi abbiamo la sentenza, P.M..
P.M.:
Sì.
PRESIDENTE:
Quindi è tutto contenuto nella sentenza.
P.M.:
Stiamo evidenziando alcuni singoli elementi. per esempio le dichiarazioni di Gioè Imperiale Filippo.
PRESIDENTE:
Va bene.
BONFERRARO S.:
Era emerso che nel corso della indagine svolta dal giudice istruttore presso il Tribunale di Palermo.... Scusi signor Presidente, stavo dicendo però che lo stesso Lima aveva ammesso in un interrogatorio di conoscere La Barbera Salvatore, questo stavo dicendo e concludevo. Peraltro era emerso che nel corso dell'indagine solta dal giudice istruttore del Tribunale di Palermo dott. Aldo Vigneri, il mafioso Gioè Impariale il quale aveva fatto la richiesta per ottenere la concessione di un distributore di un carburante, era venuto a contatto con il mafioso La Barbera Salvatore e questo gli aveva detto che si sarebbe interessato lui presso il sindaco di Palermo per fargli ottenere questa concessione. In effetti il Gioè Imperiale Filippo....
P.M.:
Avete fatto delle indagini su questo punto?
BONFERRARO S.:
Sì, ho svolto delle indagini. E che cosa era emerso? Che la concessione per il rilascio del rifornimento di carburante viene data dall'Assessorato Regionale all'Industria. Tra la documentazione occorrente per il rilascio della citata concessione, era necessario una delibera del Municipio di Palermo per l'occupazione del suolo pubblico. E in effetti ho svolto delle indagini, sono andato presso il Municipio di Palermo e ho acquisito, prima di tutto ho accertato che il Gioè Imperiale ha gestito nei primi anni '60 un distributore di carburanti in Piazza Giaccheri, unitamente al La Barbera Salvatore, che poi questo distributore di carburanti venne chiuso per alcune disfunzioni che furono addebitate dal Gioè al La Barbera Salvatore perchè distribuiva dei buoni di benzina a tutti i suoi amici mafiosi. Ho acquisito la copia della deliberazione disgiunta, la 35/53 del 09/12/1961 epoca in cui era sindaco Salvatore Lima.
P.M.:
Vuole indicare chi erano i componenti di questa commissione che deliberarono la concessione?
BONFERRARO S.:
E allora, dico che ho acquisito, appunto, questa deliberazione disgiunta, la 35/53 del 09/12/1961, e il sindaco era sindaco dott. Salvo Lima. Poi vi erano tra gli assessori che hanno votato: Buffa Giovanni, Cerami Giuseppe, Giuffrè Mariano, Trapani Giuseppe, Ciancimino Vito, Gullo Rocco, Pellegrino Vito, Tepedino Giovanni, La Rosa Alfredo, Brandaleone Giuseppe, Muccioli Antonino, Bevilacqua Paolo.
P.M.:
Signor Presidente, noi chiediamo l'acquisizione.
PRESIDENTE:
Questi componenti e votanti, dico? Votarono?
BONFERRARO S.:
Votanti.
PRESIDENTE:
Va bene. Prego P.M..
P.M.:
Presidente, noi chiediamo l'acquisizione di copia di questa delibera come documento.
PRESIDENTE:
La difesa?
DIFESA:
Non si oppone.
PRESIDENTE:
Va bene. E allora il Tribunale ammette l'acquisizione di questa delibera. Prego P.M..
P.M.:
Ha fatto indagine sulla vicenda che riguardava un giornalista Chilanti in ordine a questi rapporti?
PRESIDENTE:
Vuole ripetere?
P.M.:
Se risultano delle indagini concernente i rapporti tra Lima, i fratelli La Barbera, risultanti da una vicenda che riguardava il giornalista Felice Chilanti?
PRESIDENTE:
Sì.
BONFERRARO S.:
E allora, ho acquisito anche.... Diciamo, era successo che un consigliere comunale, nei primi anni '60, secondo una notizia che era stata riportata da questo giornalista del "L'Ora", Chilanti, che poi peraltro venne condannato per calunnia, è stato condannato per calunnia, però non era stato denunciato dal Lima ma era stato denunciato dal Gioia e dal Ciancimino, era successo che un consigliere comunale più anziano si era opposto alla designazione di Salvo Lima quale sindaco di Palermo, e che era stato minacciato da due uomini d'onore, a suo dire, e che poi affermò che questi due uomini d'onore erano Mancino Salvatore e La Barbera Angelo. Lo avevano preso in mezzo, l'avevano chiuso con la macchina e lo avevano minacciato dicendo che lui doveva votare il sindaco Lima perchè era un bravo "picciotto".
PRESIDENTE:
E chi era questo consigliere?
BONFERRARO S.:
Del consigliere non è stato fatto il nome, di questo consigliere comunale.
P.M.:
Questa è una vicenda che fu raccontata dal giornalista Chilanti prima o dopo la condanna?
BONFERRARO S.:
Prima e dopo la condanna.
P.M.:
E dopo la condanna che cosa aggiunse rispetto alla storia che aveva raccontato prima?
BONFERRARO S.:
Chi erano i picciotti che lo avevano minacciato, questo fu il termine che usò.
P.M.:
Cioè cosa disse?
BONFERRARO S.:
"Che adesso posso aggiungere altro, posso dire che questi due delinquenti che mi hanno minacciato erano Mancino Rosario e Angelo La Barbera".
P.M.:
Quindi lui fu condannato per calunnia e dopo essere stato condannato ribadì e disse: "aggiungo anche questo"?
BONFERRARO S.:
Sì.
P.M.:
Ho capito.
PRESIDENTE:
Prego P.M..
DIFESA:
Io non ho capito la fonte di queste notizie che ha appena rappresentato l'ispettore.
BONFERRARO S.:
Una notizia di stampa che abbiamo acquisito dal giornale "L'Ora", che riporta tutta la vicenda per il quale è stato condannato il giornalista Chilanti.
PRESIDENTE:
Se lo segni.
DIFESA:
No, no, in questo momento devo fare un intervento. Cioè l'intervento in questo senso, serve anche per la deposizione, altrimenti poi l'avrei fatto successivamente. Il problema è questo, che la difesa intende rilevare questo, che a pagina 24 dell'ordinanza che è stata emessa in data 21 maggio 1996, il Tribunale ha precisato, tra l'altro era già stato detto nell'ordinanza 27 novembre: "che non possono assumere valore probatorio in questo procedimento le notizie tratte da articoli di stampa". Si è detto che altrimenti entrerebbero notizie incontrollate, si è detto che altrimenti i fatti verrebbero ricostruiti in base a qualche cosa di parziale e soggettivo del giornalista. Se così è, cioè se è stato stabilito un principio e se è stato fissato un divieto, noi riteniamo - e questo vale per tutte le deposizioni degli ufficiali di P.G. - che se si devono fare dei riscontri a talune dichiarazioni di Tommaso Buscetta, non si possano richiamare articoli di stampa dai quali trarre i fatti, perchè questo significherebbe eludere il divieto e di fatto fare diventare patrimonio conoscitivo del giudice delle notize che non possono essere assunte dagli articoli di stampa.
P.M.:
Signor Presidente, una precisazione. In primo luogo in questa vicenda c'è stato un procedimento penale, come è stato chiarito e quindi non sono soltanto articoli di stampa, ma c'è stato un accertamento giudiziario; in secondo luogo quello che è stato riferito dall'ispettore Bonferraro, non è un resoconto giornalistico, ma quanto ebbe a dichiarare lo stesso giornalista - mi corregga se sbaglio - nel virgolettato. A questo punto, se si dovesse ritenere che non è ammissibile questo tipo di indagine chiediamo che venga sentito direttamente il giornalista Felice Chilanti.
PRESIDENTE:
Senta, lei ha parlato con Felice Chilanti?
BONFERRARO S.:
No.
PRESIDENTE:
Lei ha letto solo l'articolo del giornale?
BONFERRARO S.:
Ho acquisito questo articolo di stampa che si trovava all'interno di un fascicolo.
PRESIDENTE:
E questo articolo di stampa su quale fonte si basava?
BONFERRARO S.:
Si trovava all'interno del fascicolo di Salvo Lima presso l'Arma dei Carabinieri.
PRESIDENTE:
Dico, la fonte da dove partiva l'articolo di stampa era individuabile? O è rimasto anonimo?
BONFERRARO S.:
No. Signor Presidente è il giornale "L'Ora" del 13/04/1995.
PRESIDENTE:
Il giornalista da chi le ha appreso queste notizie?
BONFERRARO S.:
Che gliel'aveva riferito direttamente il consigliere comunale.
PRESIDENTE:
E chi era?
BONFERRARO S.:
Di questo consigliere comunale non ha fatto il nome.
PRESIDENTE:
E allora?
BONFERRARO S.:
Mi scusi, lui ha detto che successivamente avrebbe fatto il nome, nel processo di appello.
PRESIDENTE:
E allora tutte queste notizie, a sensi del 195, sono inutilizzabili, perchè se non conosciamo la fonte da cui provengono queste notizie contenute nel "L'Ora", è vero, citeremo il giornalista. C'è una richiesta formale?
P.M.:
Sì, sì c'è una richiesta formale.
PRESIDENTE:
La difesa su questa richiesta?
DIFESA:
Non si oppone.
PRESIDENTE:
Per ora ci riserviamo. Prego continuiamo, però cerchiamo di mantenerci nei limiti; del 195 ne dobbiamo tenere conto. Prego.
P.M.:
E allora, secondo punto di delega. Le indagini che ha svolto e qual'è stato l'esito di queste indagini in ordine a questo argomento: "ogni notizia reperibile sui rapporti o contatti di qualsiasi tipo fra Lima Salvatore e Buscetta Tommaso negli anni '60"?
BONFERRARO S.:
E allora, è emerso che tale Annaloro Giuseppe nel corso del procedimento penale che si è celebrato innanzi la Corte di Assise di Catanzaro e che si è concluso con la sentenza del 22/12/1968, ebbe a dichiarare di avere visto Buscetta Tommaso parlare con il sindaco Salvo Lima davanti l'abitazione di costui in via Marchese di Villabianca, e lo aveva visto in compagnia...
PRESIDENTE:
Le abbiamo acquisite queste dichiarazioni di Annaloro, no?
P.M.:
Sì, presidente.
PRESIDENTE:
E allora perchè glielo facciamo ripetere?
P.M. NATOLI:
Glielo facciamo ripetere perchè c'è anche una esigenza di rappresentazione coerente di un quadro investigativo che è stato portato avanti dal teste la cui escussione il P.M. sta eseguendo stamattina. Quindi il percorso logico che il P.M. si rappresenta di raggiungere è tale che determinati passaggi, pur essendo già contenuti in documenti, ritiene tuttavia che sia opportuno che vengano oralizzati così come finiamo con l'oralizzare tutta una serie di fatti che il Tribunale conosce meglio di chi vi parla, sono già contenuti nel fascicolo del dibattimento. Quindi soltanto laddove, ovviamente il Presidente dovesse ritenere che il ricorso a questa oralizzazione dovesse essere superflua o ridondante, ovviamente potrà invitare il teste a sorvolare dimostrando tra l'altro che è perfettamente a conoscenza di ciò che il P.M. intende provare su questo punto. Ritornando, sempre a chiarimento, sul problema precedente, per carità, fermo restando il rispetto massimo per la decisione del Tribunale contenuta nell'ordinanza citata dalla difesa, a sommesso avviso di chi vi parla, il riferimento fatto dal Tribunale nell'ordinanza al punto relativo agli articoli di stampa, fermo restando il dissenso sul fatto che gli articoli di stampa non possano essere considerati documenti, ma comunque sia questo è una controversia di diritto che in questo momento non è il caso di riprendere, serviva ed era stata richiamata in quanto da quell'articolo di stampa Felice Chilanti subì un procedimento penale, in esito al quale preferì arrivare ad una sentenza di condanna ai propri danni pur di non rivelare la fonte che gli aveva consentito di pubblicare quell'articolo. Cioè era stato un tentativo da parte del giornalista di continuare a tutelare la segretezza delle proprie fonti ritenendo che questo rientrasse nelll'esercizio di un legittimo diritto. Il Tribunale andò ovviamente in contrario avviso e lo condannò per calunnia, ma proprio per questo motivo è stato richiamato dal teste che si trova sul banco il fatto che il giornalista, dopo la condanna, esplicitò il nome dei due uomini d'onore, dei due "picciotti", che avevano appunto minacciato la sua fonte, per far capire qual'era lo stato di soggezione che ovviamente lo induceva a tutelare la segretezza della propria fonte.
PRESIDENTE:
Comunque, qua è un problema di 195, P.M. non di questioni riguardanti articoli di stampa.
P.M.:
Sì, signor Presidente. Si tratta di chiarire che non si è cercato minimamente di eludere nè il 195, nè di eludere un divieto correttamente inserito nella propria ordinanza.
PRESIDENTE:
Comunque, se non applichiamo il 195, il fatto è inutilizzabile.
P.M.:
Noi possiamo, e lo abbiamo chiesto, chiedere oggi a distanza di 25 anni, a Felice Chilanti, se per caso ritiene di potere rivelare la sua fonte.
PRESIDENTE:
Appunto, se no questo episodio non è utilizzabile dal Tribunale.
P.M.:
Va bene.
PRESIDENTE:
Continuiamo. E allora, per questi fatti che già sono agli atti, come premessa, utilizziamoli come premessa e quindi siano molto sintetici. Prego.
BONFERRARO S.:
E allora, ritornando nell'argomento di poco fa, appunto questo teste Annaloro Giuseppe aveva dichiarato di avere incontrato il sindaco Lima parlare con Tommaso Buscetta davanti l'abitazione di Salvo Lima sita in via Marchese di Villabianca. E lo aveva visto, altresì, Buscetta parlare con gli onorevoli Gioia e Barbaccia, anzi disse che era stato presentato allo stesso Barbaccia. Il predetto Barbaccia in quell'occasione era in compagnia di un suo zio, un suo zio che successivamente possiamo identificare in Pennino Gioacchino, che successivamente chiariremo anche questo tipo di rapporti di parentela. Lima, il Buscetta gli parlò all'Annaloro anche dei suoi rapporti di amicizia con Gioia e con il sindaco Lima, e lo stesso ebbe a dichiarare che "sono convinto della veridicità di tale asserzione perchè una volta lo vidi passeggiare con l'onorevole Gioia tenendolo sottobraccio. Non conoscevo" disse il predetto onorevole, però fu successivamente lo stesso Buscetta che mi disse che si trattava dell'onorevole Gioia. Altri rapporti sono emersi nel corso dell'istruttoria del cosiddetto maxi-uno. Infatti, venne sentito in data 24/06/1986 dal giudice istruttore dott. Giovanni Falcone, il teste Cammarata Mario nato a Palermo il 02/05/1922, ivi residente in via Emilia n. 2, il quale dichiarò di avere incontrato Tommaso Buscetta in un ricevimento che si tenne presso la villa a Mondello di Salvo Lima, in ricorrenza di una campagna elettorale, e in tale circostanza il teste Cammarata Mario si allontanò perchè capì che l'ambiente non era di suo gradimento, anche perchè lui già conosceva il Buscetta Tommaso perchè lo aveva conosciuto quando frequentava il campo di tiro a volo.
P.M. SCARPINATO:
Andiamo al punto n. 18, in relazione a dichiarazioni di Buscetta secondo la quale in occasione di un viaggio dell'onorevole Lima negli Stati Uniti egli avrebbe scritto una lettera di raccomandazioni per l'esponente mafioso, lei è stato incaricato di fare accertamento di questo punto.
PRESIDENTE:
Non comprendiamo bene, P.M..
P.M.:
In relazione ad una affermazione di Buscetta, secondo la quale negli anni '60 Lima si recò negli Stati Uniti, e in quell'occasione egli Buscetta ebbe a fare una raccomandazione per Lima, un esponente mafioso statunitenze, l'ispettore Pulizzotto è stato incaricato se nei primi anni '60 effettivamente Lima Salvatore si sia recato negli Stati Uniti quale componente di una delegazione del Comune di Palermo, ovvero per altre ragioni? Qual'è stato l'esito delle indagini?
BONFERRARO S.:
Allora, in relazione a tale accertamento ho verificato che Lima Salvatore, di cui abbiamo già dato le generalità, ex sindaco della città di Palermo, si recò negli USA dal 10 al 29 giugno 1961 unitamente ad una delegazione comunale composta dal dott. Armando Celona allora segretario del Comune di Palermo, e dal dott. Paolo Bevilacqua, in occasione della conferenza mondiale delle Amministrazion locali. Per tale visita ho acquisito presso il Municipio di Palermo, copia della deliberazione della Giunta Municipale, la n. 1403 del 28/04/1961 con la quale si autorizzava il Lima Salvatore a recarsi negli USA, e la n. 2791 del 23/09/1961 quale rimborso delle spese sostenute. Al fine di potere ricostruire tutto questo viaggio, ho acquisito una copia della rivista Panormus che è una rassegna mensile del Municipio di Palermo, alcuni ritagli stampi un po' che trattavano tutta questa vicenda. Abbiamo scritto anche al collaterale organo di Polizia statunitense ed è emerso che è stato acquisito, peraltro, da un giornale però, da una fotografia, da un giornale americano "Il Progresso", una fotografia che ritraeva Lima Salvatore unitamente a tale Martinez Vincenzo. Martinez Vincenzo era un grosso personaggio della mafia italo-americana originario oriundo di Castallammare del Golfo trapiantato negli USA, diciamo più volte è emerso nel corso degli anni '60 quale noto boss, appunto, italo-americano. Peraltro è emerso che a seguito di un'operazione di Polizia condotta dal collaterale organo statunitense era stata sequestrata presso l'abitazione del Martinez Vincenzo, se vuole posso dare le generalità del Martinez Vincenzo fu Felice nato a Marsala il 25/12/1896, appunto in questa missiva il Garofalo si rivolgeva....
PRESIDENTE:
E' stata sequestrata?
BONFERRARO S.:
Dal collaterale organo di polizia statunitense, che noi non abbiamo potuto acquisire.
PRESIDENTE:
Questa quando fu sequestrata?
BONFERRARO S.:
Negli anni '60. Si rivolgeva con queste parole: "Caro Vincenzo, il sindaco di Palermo verrà a New York intorno al 12 giugno, ti spedirò la sua fotografia e appunti del suo soggiorno negli Stati Uniti. Ti prego incontrarlo all'aeroporto con qualche gruppo di ottimi amici, prima e dopo del suo arrivo un po' di pubblicità sul giornale. Desidererei che il papavero lo inviti a qualche "schiticchio" (banchetto) del tipo che ha fatto ad altri prominenti italiani. Ti scriverò più a lungo nella prossima settimana. Lessi quanto mi hai scritto intorno al papavero", il "papavero" era un altro boss che loro non menzionavano.
PRESIDENTE:
Quindi, questa lettera era stata scritta dopo?
BONFERRARO S.:
Era stata scritta prima che Lima si recasse negli USA, ma che è stata sequestrata presso l'abitazione del Martinez Vincenzo, altro boss della mafia italo-americana.
P.M.:
Questo Martinez è lo stesso della fotografia?
BONFERRARO S.:
Sì, sì.
PRESIDENTE:
Prego.
DIFESA:
Il teste continua a dire "è emerso, è emerso", siccome noi abbiamo le note a sua firma, prendiamo atto che tutte queste notizie ancora una volta sono emerse da articoli di stampa.
P.M.:
Non è vero, signora.
PRESIDENTE:
Faccia parlare P.M..
DIFESA:
A proposito del suddetto viaggio in USA appare significativo riportare quanto pubblicato dal settimanale "L'Espresso", del 27/11/66. Il suddetto articolo si riferisce che a seguito di operazioni di polizia condotta dal collaterale organo statunitense.... eccetera. Si riportano di seguito alcuni brani delle citate lettere tratte dall'anzidetta rivista. Ancora una volta è un articolo di stampa che sta per diventare patrimonio di prova.
P.M.:
Presidente, evidentemente l'avvocato non ricorda l'informativa del 10 febbraio 1994 dove c'è la risposta dell'F.B.I. con la nota di trasmissione nella quale si trasmette anche questo articolo con la fotografia di Martinez e di Lima a cui ha fatto riferimento il teste. Quindi non è che tutta questa storia che è nata alla stampa. Abbiamo appreso notizia dalla stampa, abbiamo scritto all'F.B.I. L'F.B.I. ci ha risposto e tra la documentazione c'è anche questa fotografia che fu fatta in occasione dall'USA. Certo che c'è una notizia di stampa.
PRESIDENTE:
Di questo della lettera hanno confermato?
P.M.:
Ma il sequestro della lettera, questo è il punto, l'F.B.I. non ci ha ancora trasmesso la lettera, però non è che tutta questa vicenda è una vicenda che sta nelle pagine dei giornali. L'abbiamo appreso da lì, abbiamo scritto all'F.B.I. e l'F.B.I. ci ha mandato quello che era in suo possesso.
DIFESA:
Sì, però la lettera citata è tratta dall'articolo.
BONFERRARO S.:
No, è stato lo spunto che è stato preso dall'articolo di stampa e che ci ha confermato l'F.B.I. americana con questa nota che ci ha inviato.
PRESIDENTE:
Comunque, di questa lettera noi non abbiamo nulla. Queste notizie sono di stampa, queste notizie sulla lettera?
BONFERRARO S.:
No, un momento signor Presidente. La notizia, originariamente era una notizia di stampa che noi poi abbiamo scritto al collaterale organo statunitense per avere informazioni.
P.M.:
Ispettore, forse è bene chiarire che questa lettera si trova in un procedimento penale americano, ecco.
BONFERRARO S.:
Sì.
P.M.:
Quindi, la notizia di stampa, che esiste un procedimento penale americano nel corso del quale era stata sequestrata questa lettera. Abbiamo chiesto all'F.B.I. tutta questa documentazione, allo stato l'F.B.I. ci ha risposto inviandoci la documentazione.
PRESIDENTE:
E allora basatevi solo sulla documentazione che è pervenuta dall'F.B.I. C'è una conferma che è stata sequestrata?
P.M.:
C'è una conferma da parte dell'F.B.I. che questa lettera è stata sequestrata?
BONFERRARO S.:
Ci dice che esiste la lettera, però che ancora non erano riusciti a reperirla. Esiste agli atti, purtroppo trattandosi di materiale molto antico, poi gli americani hanno un po' microfilmato tutto il loro materiale, hanno un problema appunto, di archiviazione, ci è stato detto. Quindi, dice: "dovete un po' attendere".
PRESIDENTE:
E allora?
P.M.:
Presidente, noi allo stato chiediamo di produrre come documento questa fotografia che è stata trasmessa all'F.B.I. che documenta che Lima è stato fotografato insieme a Martinez.
PRESIDENTE:
La fotografia sì, per la fotografia non ci sono problemi. Però, dico io, facciamo le domande su fatti, non su articoli di stampa.
P.M.:
Ma signor Presidente, il viaggio negli Stati Uniti è documentato da articoli di stampa.
PRESIDENTE:
Sì, ma dobbiamo tenere conto di quell'ordinanza che noi abbiamo fatto. Se no, la difesa correttamente deve ogni volta intervenire.
P.M. NATOLI:
Ma mi scusi, si può chiedere una revoca dell'ordinanza, in parte qua, cioè nella parte relativa al punto che laddove l'articolo di stampa è stato oggetto di qualcosa che si è poi trasformato, come nel caso di Felice Chilanti, in un procedimento penale, come nel caso di Vincenzo Martinez in un altro procedimento penale, per non ricordare che articoli di stampa risalenti a trent'anni fa, a fronte dei quali da quello che risulta, ed in ogni caso potrebbe essere data la prova del contrario, nessuna protesta da parte degli interessati venne mai avanzata, assumono un valore che, ovviamente, non può essere quello della notizia infondata, ma della notizia che si è consolidata e che è diventato riscontro di tipo storico.
PRESIDENTE:
P.M., noi stiamo facendo un processo. Ora gli articoli di stampa, si sentono i giornalisti che hanno scritto l'articolo di stampa, si chiede ai giornalisti la fonte da dove arrivano le notizie.
P.M.:
Presidente ma è stata rigettata questa richiesta. Noi abbiamo chiesto di citare i giornalisti, ma è stata rigettata la richiesta.
PRESIDENTE:
Ma questo è, la regola è questa, il 195 questo ci dice.
P.M. SCARPINATO:
Signor Presidente mi scusi, noi sulla base della precedente ordinanza, e facendola nostra, abbiamo citato i giornalisti che avevano scritto l'articolo, ma neanche questo è stato accettato, e quindi cosa possiamo fare? Questo è un documento, perchè è una fotografia che ritrae Lima con Martinez, se l'ha fatta la stampa non significa che non ritragga un fatto reale, quindi noi riteniamo che sia un documento, anche se inserito in un articolo di giornale. Non l'ha fatta la polizia in quell'occasione perchè non si sapeva chi era Martinez.
PRESIDENTE:
Chiariremo questo discorso con una ordinanza esplicativa. Andiamo avanti.
P.M. NATOLI:
Ecco, appunto, una ordinanza interpretativa o una revoca sul punto di quello che potrebbe....
PRESIDENTE:
Il 195 non si può dimenticare, va bene! Se non c'è la fonte delle notizie, tutto è inutilizzabile, va bene. Questo come regola generale.
P.M. NATOLI:
Presidente, probabilmente avremo letto male l'ordinanza, perchè in effetti ne abbiamo avuto copia soltanto stamattina, ma come ricordava il collega Scarpinato, proprio memori e avendo preso buona nota della precedente ordinanza del Tribunale, abbiamo chiesto la citazione dei giornalisti per chiedere....
PRESIDENTE:
Non di Chilanti, noi stiamo parlando di Chilanti.
P.M. NATOLI:
Nel caso di Chilanti, signor Presidente, riteniamo probabilmente sbagliando, forse no, che quando il tutto si traduce in un procedimento penale, evidentemente l'articolo di stampa non è una qualche cosa di inventanto, tranne che non vogliamo alle soglie del duemila ritenere che la stampa ci propini quotidianamente cose inventate. PRESIDENTE:E' anche possibile.
P.M.:
E' anche possibile, signor Presidente, e proprio per questo avevo detto quando però si tratta, come nel caso che ci occupa, di articoli di stampa, peraltro esteri, che sono stati pubblicati oltre trent'anni fa, ed a fronte dei quali, per quello che ci riguarda salvo prova contraria, non è stata mai sollevata la benchè minima eccezione, evidentemente....
PRESIDENTE:
E' stato condannato per calunnia quel signore, si rende conto P.M.?
P.M.:
No, stiamo parlando di Vincenzo Martinez, Presidente, degli articoli.
PRESIDENTE:
Andiamo avanti, per favore.
P.M.:
Di questi articoli stiamo parlando, articoli che ci vengono trasmessi, come ha finito di dire il teste, dall'F.B.I....
PRESIDENTE:
Noi stiamo parlando di questa lettera, di questa benedetta lettera.
P.M.:
Esattamente.
PRESIDENTE:
Su cui l'F.B.I. non ha detto niente.
P.M.:
Come non ha detto niente!
PRESIDENTE:
Non ha detto niente l'F.B.I. su questa lettera. Ancora sono indagini in corso. Ci ha detto il teste che esiste, però ancora non gliel'hanno mandata, e quindi le notizie su questa lettera sono sempre attraverso i giornali.
P.M.:
No, signor Presidente. Sono attraverso l'F.B.I., la quale ha fatto riserva di inviare la copia della lettera.
PRESIDENTE:
E quando arriverà la notizia dell'F.B.I. e allora sentiremo sul punto il teste.
P.M.:
Ma non mi sembra adeguato dire che la lettera esiste in quanto un articolo di stampa italiana, peraltro del '66, l'ha pubblicata. E' chiaro? _Perchè ci proviene questa lettera dalla comunicazione che l'F.B.I. ha indirizzato alla D.I.A. con nota che potrà essere indicata.
PRESIDENTE:
P.M. proseguiamo nell'esame. Se ci saranno altre interruzioni.... E allora, qual'era la domanda? E allora, per la fotografia, se non ci sono problemi, disponiamo l'acquisizione della fotografia.
P.M. SCARPINATO:
Mi pare che su questo punto non sono stati acquisiti altri dati, di questo viaggio negli Stati Uniti?
BONFERRARO S.:
No, basta. Poi non so se è necessario posso riferire sinteticamente quello che ha fatto il sindaco Lima quando è stato, appunto, negli Stati Uniti.
P.M.:
Comunque, è accertato che ha fatto questo viaggio, abbiamo due delibere che sono state già acquisite.
PRESIDENTE:
Una sola ne abbiamo delibera, quella del rimborso, la prima non l'abbiamo.
BONFERRARO S.:
Devo ripetere il numero della delibera?
P.M.:
E allora chiediamo di produrre anche quest'altra delibera a cui ha fatto riferimento l'ispettore.
BONFERRARO S.:
E' la n. 1403 del 28/04/1961.
PRESIDENTE:
La difesa ha qualcosa da osservare su questa delibera?
DIFESA:
No, nulla osserva.
PRESIDENTE:
Va bene, e allora viene acquisita questa delibera agli atti del dibattimento. Prego P.M..
P.M.:
Passiamo al punto 65. Tommaso Buscetta ha dichiarato di essere stato in un'abitazione di Lima che si trovava in via Roma Nuova a Palermo. In relazione a questa affermazione è stato incaricato di svolgere indagine su questo punto: se Lima Salvo durante tutta la sua vita abbia mai abitato in via Roma Nuova a Palermo e se detta abitazione sia stata edificata dal noto costruttore Vassallo Francesco detto Ciccio? Qual'è stato l'esito delle indagini?
BONFERRARO S.:
Ho svolto accertamenti anagrafici presso il Municipio di Palermo, dal quale accertamento è emerso che Lima Salvatore Achille Ettore di Vincenzo in altri atti generalizzato, ha risieduto anagraficamente dal 04/08/1961 al 09/07/1979 in un appartamento sito al civico 175 della via Marchese di Villabianca. Vi ha risieduto per diciotto anni. La via Marchese di Villabianca comunemente è nota, per la maggior parte dei palermitani, come via Roma Nuova. Per detto appartamento ho acquisito anche presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari di Palermo la nota di trascrizione 19866 del 15/07/1961 e dalla quale si evince che l'appartamento è stato acquistato, intestato a Lima Salvatore, dal costruttore Vassallo Francesco nato a Palermo il 18/07/1909 deceduto, noto come Ciccio Vassallo - come costruttore Ciccio Vassallo.
P.M. NATOLI:
Sempre con riferimento ad appartamenti che dalle dichiarazioni di Buscetta risultano essere stati oggetto di incontri, ritornando al punto relativo al punto 1 della delega di indagini, quello relativo a Lima Vincenzo, padre dell'onorevole Salvo Lima, vuole riferire per piacere, qual'è stato l'esito dell'accertamento volto a verificare se nella disponibilità della famiglia Lima vi fosse un appartamento sito in viale Lazio in Palermo?
BONFERRARO S.:
Allora, il Lima Vincenzo era residente unitamente alla moglie Rao Vittoria in viale Lazio n. 15 scala D, piano secondo interno 16.
P.M. SCARPINATO:
Passiamo al punto n.29. Buscetta ha dichiarato di essersi incontrato con Lima nel 1980 all'Hotel Flora, e questo sarà un altro punto, che nel corso di quell'incontro Lima ebbe a lamentarsi dell'atteggiamento di Ciancimino. Poi Buscetta ha sempre dichiarato di avere saputo da Stefano Bontate che Ciancimino costituiva un problema, ecco, in relazione a questa affermazione di Buscetta abbiamo chiesto di accertare, di acquisire tutti i dati di Polizia Giudiziaria processuali concernenti i rapporti tra Vito Ciancimino, Riina Salvatore, più in generale gli esponenti di Cosa Nostra appartenenti allo schieramento corleonese.
BONFERRARO S.:
Ho proceduto all'identificazione di Ciancimino Vito Calogero fu Giovanni e fu Martorana Pietra nato a Corleone il 02/04/1924 residente a Palermo in via Sciuti n. 85/R. Ho svolto anche degli accertamenti presso tutti gli archivi disponibili e ho accertato, per quanto riguarda lo specifico, appunto, dei suoi rapporti con lo schieramento dei corleonesi, che il 18/08/1984 l'Alto Commissario per il Coordinamento alla Lotta contro la delinquenza mafiosa, ha trasmesso il rapporto redatto dalla Questura di Palermo, categoria A/84 del 31/07/1984, trasmesso alla Procura della Repubblica di Palermo. Nel cennato rapporto si evidenziava, tra l'altro, l'ascesa economica del Ciancimino e l'inclinazione del Ciancimino ad intrattenere solidi rapporti di affari con personaggi contigui ad ambienti mafiosi. In chiave, diciamo, meramente esemplificativo uno di tali episodi riguardò....
P.M.:
Presidente se il Tribunale ritiene che la sentenza passata in giudicato Ciancimino riassuma tutto quanto, noi possiamo andare oltre.
PRESIDENTE:
Va bene, possiamo andare oltre.
P.M.:
Va bene.
PRESIDENTE:
Se, forse, ci sono degli elementi che in sentenza non sono stati accertati, ma c'è una sentenza passata in cose giudicate.
P.M.:
Va bene, andiamo oltre. Allora andiamo al punto 66. Sempre Buscetta ha parlato del padre dell'onorevole Rosario Nicoletti, quale ingegnere che lavorava al Comune. Quindi, il punto è se il padre di Nicoletti Rosario a nome Vincenzo fosse ingegnere e prestasse la propria attività alle dipendenze del Comune di Palermo, indicandone le mansioni e gli uffici presso i quali ebbe a lavorare, nonchè il relativo periodo di tempo?
BONFERRARO S.:
E allora, il padre di Nicoletti Rosario era Nicoletti Vincenzo, di Rosario e Guarnaccia Maria nato a Pietraperzia, provincia di Enna, l'1/01/1899 deceduto il 05/06/1990. Lo stesso, che si era coniugato a Palermo il 23/04/1930 con Corrao Giulia di Antonino e Bonfiglio Maria Maddalena nata a Palermo il 12/08/1911 e tuttora residente in via Costantino Nigra n. 67. Il predetto Nicoletti Vincenzo è stato assunto dal Comune di Palermo in data 24/09/1923 in qualità di ingegnere straordinario. Ha ripercorso tutta la carriera burocratica all'interno dell'Assessorato ai Lavori Pubblici del Municipio di Palermo fino a che, il 10 marzo 1954, venne nominato ingegnere direttore dell'ufficio dei Lavori Pubblici. In data 1 aprile 1964 venne inquadrato nelle nuove tabelle organico con il grado di Ingegnere direttore profilo professionale che manteneva fino al 1^ maggio del 1964, data in cui è stato collocato a riposo d'ufficio. Occorre evidenziare che Nicoletti Vincenzo fu direttore dell'ufficio dei Lavori Pubblici del Municipio di Palermo durante gli anni in cui Lima e Ciancimino erano rispettivamente Sindaco o Assessore ai Lavori Pubblici. Peraltro lo stesso andò in pensione pochi mesi dopo che l'allora Presidente della Regione Siciliana aveva disposto, con decreto del 15 novembre...
PRESIDENTE:
Chi era il Presidente?
BONFERRARO S.:
Non lo ricordo, signor Presidente. Credo che era Giuseppe D'Angelo, ma è una mia supposizione.
PRESIDENTE:
Va bene. Prego, lasci stare le supposizioni.
BONFERRARO S.:
Ecco, con decreto del 15 novembre del 1963, l'allora Presidente della Regione Siciliana, aveva disposto una ispezione straordinaria presso il Municipio di Palermo, al fine di accertare eventuali irregolarità che erano state commesse nell'attuazione di piano regolatore e così via. Da tale indagine emersero molteplici irregolarità che erano state commesse, tant'è che il Ciacimino e il Nicoletti vennero rinviati a giudizio.
Passiamo al punto 71. Tommaso Buscetta ha fatto riferimento all'Onorevole Margherita Bontà o Bontate, quale personaggio vicino alle famiglie mafiose e alle quali le famiglie mafiose si rivolgevano per interessamenti vari. In relazione a questa dichiarazione il punto è: il periodo e le cariche pubbliche ricoperte da Bontà o Bontate Margherita, nonchè gli eventuali rapporti di parentela fra quest'ultima e i noti Bontate Francesco Paolo e Bontate Stefano e infine se ella abbia mai avuto modo di occuparsi a Roma direttamente o indirettamente di rilascio di licenze o cose simili.
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