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Il nostro tempo è caratterizzato da una serie di
mutazioni strutturali nei sistemi di produzione
definibile come passaggio dal sistema fordista al sistema
post-fordista.
Il fordismo, sistema egemone a parire dagli anni
Venti del nostro secolo e che prendeva il nome da Henry
Ford, padrone dell'omonima casa automobilistica
americana, si incentrava sulla produzione di massa
attraverso economie di scala di prodotti omogenei. A
livello sociale il fordismo è segnato da un compromesso
fra capitale e lavoro che vede come attori da una parte
le borghesie nazionali, dall'altra la classe operaia di
fabbrica. Quest'ultima, rinunciando a pratiche più
radicali, ottiene in cambio dei massicci incrementi di
produttività, un notevole innalzamento degli standard di
vita, sia attraverso un aumento dei consumi, sia
attraverso un sistema di garanzie sanitarie e
pensionistiche.
Fra gli anni Settanta e gli anni Ottanta questo
compromesso entra in crisi per molteplici ragioni
(evoluzione tecnologica, mondializzazione dell'economia,
crescente importanmza dei mercati finanziari) e si
assiste così al passaggio ancora fluido a un nuovo
sistema produttivo chiamato post-fordismo che è
caratterizzato dai seguenti elementi:
- Utilizzo massiccio delle nuove tecnologie
- Produzione in piccola scala di prodotti
differenziati
- I "saperi" diventano merce di scambio
sul mercato del lavoro
- Il lavoro autonomo rimpiazza il lavoro salariato
e dipendente
- Progressivo smantellamento dello stato sociale
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