AZIONE OMOSESSUALE
Federazione Nazionale di Associazioni Gay e Lesbiche
Azione~in~azione
Comunicato stampa del 14/07/'97 sulle decisoni del Governo Blair.
Azione Omosessuale segue con molto interesse gli sviluppi della decisione del governo inglese di Blair di non interferire sulle votazioni riguardanti una legge che legalizzi a 16 anni i rapporti sessuali tra persone omosessuali.
Secondo il Presidente di Azione Omosessuale Gabriele Baroni "Finalmente in questo modo si è avuta una presa di posizione davvero laica che evita lo sviluppo di una linea partitica che finisca con il regolamentare ulteriormente la sessualità".
Comunicato stampa del 10/07/'97
sulla delibera del Consiglio di San Marino.
Azione Omosessuale esprime grande soddisfazione in merito alla decisione del Consiglio grande e generale della Repubblica di san Marino di abolire il vergognoso art. 274 che prevedeva prigionia e interdizione dei diritti politici per le persone omosessuali sorprese durante "atti di libidine".
Vogliamo ringraziare le forze politiche (solcialisti e PDS) e tutti i parlamentari che si sono battuti per eliminare queste norme limitanti le libertà dll'individuo.
Questa è una grande vittoria per il movimento omosessuale, e sopratutto una grande affermazione di civiltà in una Repubblica come quella di San Marino dove, purtroppo, si deve fare ancora molto in materia di diritti civili.
Comunicato stampa del 27/02/'97 in risposta alla presa di posizione della Chiesa alla mozione PDS sull'orientamento sessuale.
Omosessuali: cittadini di serie A o di serie B?
La mozione del PDS, contro le discriminazioni anche giuridiche verso le persone omosessuali, rappresenta un fatto politico importante perché prende atto che una "Questione omosessuale" in Italia esiste e va affrontata o quantomeno impostata.
Nel nostro paese non vi è, infatti, a tutt'oggi, nessuna legge che protegga le persone omosessuali dalle ingiuste discriminazioni perpetrate ai loro danni, come invece avviene in altre nazioni occidentali (Francia, Norvegia, Quebec canadese, ecc.) e come prescrive La Risoluzione di Strasburgo dell'8 febbraio 19994, vuoto che crea di fatto cittadini di serie A e di serie B.
Non appena diffusasi la notizia, la Chiesa ha alzato gli scudi, e i suoi crociati (Buttiglione, Casini, Maroni, Jervolino ecc.) si sono lanciati in anatemi e minacce di crisi di governo. Gli stessi che da un lato danno battaglia per il riconoscimento della persona giuridica dell'embrione, dall'altro non vogliono riconoscere il diritto di persone adulte e responsabili, di esprimersi ed essere ciò che sono.
Questa Chiesa che si appresta al duemila, chiedendo scusa degli errori commessi (da Galileo a darwin), continua nell'accanimento, invece di pentirsi di aver bruciato migliaia di persone omosessuali nei roghi medievali(il termine finocchio risale proprio a quei tempi, quando le persone ree di atti di sodomia venivano bruciate insieme alla pianta del finocchio, per purificarne l'anima).
Una Chiesa che per secoli ha torturato, bruciato, vilipeso, umiliato ed emarginato milioni di persone omosessuali, potrebbe provare ad usare un pò di quella comprensione cristiana che propone agli altri, per capire il disagio profondo che la discriminazione provoca.
Siamo tutti uguali e diversi nei diritti e nella dignità; diversi nei bisogni e nell'espressione di se stessi.
La "Questione omosessuale" esiste e va posta correttamente alla luce della Risoluzione di Strasburgo dell'8 febbraio 1994, che raccomanda agli statio membri di promuovere l'effettiva eguaglianza tra tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro preferenze sessuali.
Vogliamo entrare in Europa? Un paese come il nostro che ha emanato leggi importanti sulle pari opportunità e che discute per rendere praticabile una politica delle differenze, non può non affrontare una tematica così importante. Azione Omosessuale sostiene, appoggia e ringrazia il PDS che ha avuto il coraggio di aprire una Questione scomoda ma decisiva per un paese che si vuole civile.
In data 9 marzo 1997 si e' tenuto a Roma, presso il centro sociale "Caos", un incontro aperto a tutte le realta' omosessuali italiane, al fine di costituire un coordmamento per l'organizzazione del gay pride '97. Noi di Azione Omosessuale ci siamo molto impegnati nella realizzazione di questo incontro, ma ci teniamo a precisare che a tale incontro hanno partecipato realta' omosessuali di Azione Omosessuale come dell'Arcigay o gruppi autonomi come il gruppo Pesce o i gruppo gay credenti La proposta di un coordmamento comune e' nata dall'esigenza di far si' che il Gay Pride sia realmente espressione di tutto il movimento omosessuale italiano e perche' non si ripetesse, come avvenuto nel '96, che si autoproclamasse dall'alto un comitato di gestione, indicando il nome della citta', i contenuti e il programma della manifestazione, lasciando agli altri la sola scelta di accettare il pacchetto o di organizzare un altro Gay Pride dove potersi esprimere. Quell'anno Azione Omosessuale, con grande senso di responsabilita', decise, nonostante il sopruso subito, di non rompere l'unita' del movimento e di partecipare ad un Gay Pride sul quale non pote' decidere niente. Subito dopo la manifestazione di Napoli '96, da varie parti, comunque, si chiese un coordmamento e a tal proposito si svolsero due incontri (Pisa e Roma), a cui parteciparono vari gruppi omosessuali sia di Azione Omosessuale, sia dell'Arcigay, sia autonomi, dai quali emerse chiaramente l'intento di formare un coordinamento comune e permanente per organizzare ogni Gay Pride futuro. Sollecitazione portata anche all'ultimo Congresso dell'Arcigay di Rimini. In particolare noi di Azione Omosessuale ci siamo impegnati affinche' si arrivasse ad un incontro di tutti. L'unica discriminante che abbiamo da sempre posto e' quella di non escludere a priori nessuna realtà omosessuale. Vanni Piccolo, consigliere del sindaco di Roma, ci propose alcuni mesi fa' un incontro in vista del Gay Pride '97 ristretto ad Azione Omosessuale ed Arcigay. Noi ci dichiarammo disponibili ad un incontro, se si fosse accettato, pero', di non escludere altre realta' omosessuali che vi avessero voluto prendere parte. L'incontro non si svolse perche' l'Arcigay si rifiuto' di prendere parte ad un incontro aperto. Ormai a ridosso dell'evento, senza nessuna proposta da altre parti, decidemmo di convocare una riunione per la formazione di un coordinamento Gay Pride '97, aperto a tutte le realta' omosessuali italiane e in primo luogo all'Arcigay e all'Arcilesbica nazionali. A tale incontro hanno partecipato, come dicevamo sopra, realta' omosessuali sia di Azione Omosessuale, sia dell'Arcigay, sia autonome (vedi verbale della riurnione) dando vita al Coordinamento del Gay, Lesbian Bisexual e Transexual Pride 1997. Quel Coordinamento ha deciso, vista la sola candidatura di Roma, di svolgere la giornata dell'orgoglio omosessuale il 28 giugno a Roma. Ribadiamo con l'occasione l'invito a tutte le realta' omosessuali italiane di partecipare al prossimo Coordinamento, che rimane aperto a tutti, al fine di realizare un Gay Pride il piu' possibile rappresentativo di tutto il movimento omosessuale.
Comunicato stampa del 11 aprile 1997 sulla vicenda della rivista "Il Borghese", a cura di Azione Omosessuale.
L'OMOFOBIA DEL "IL BORGHESE"
In questi giorni le città italiane sono tappezzate dalla pubblicità del giornale "Il Borghese". Il manifesto pubblicitario riporta una immagine del Gay Pride '94 di Roma, con sotto una didascalia che recita: "loro non leggono Il Borghese".
Un attacco del genere a qualunque altra minoranza - donne, ebrei, immigrati ecc - avrebbe generato un polverone di polemiche.
Constatiamo che invece in questo caso non ci sono state reazioni Il razzisino nei confronti delle persone omosessuali evidentemente non fa tanto scandalo.
Noi di Azione Omosessuale, comunque siamo d'accordo con Il Borghese. Non abbiamo nessuna intenzione di leggerlo e siamo anche orgogliosi che loro non fossero a Roma nel '94 a sfilare con noi e speriamo che i fascisti non ci siano neanche al prossimo Gay Pride Nazionale, il 28 Giugno a Roma.
Comunicato stampa del 10 aprile 1997 sulla vicenda della rivista "Il Borghese", a cura del Circolo di Cultura Omosessuale "Mario Mieli"
CHE I GAY NON LEGGANO IL BORGHESE!
Il Circolo di Cultura Omosessuale "Mario Mieli" esprime serio disdegno per la totale inettitudine ed insensibilità dimostrata dalla redazione di una nuova rivista che per vendere copie discrunina i gay facendo leva sui benpensanti Una pubblicita' che all'inizio era esposta solamente nei manifesti per la strada, negli ultimi giorni e' stata pubblicata anche su testate a tiratura nazionale quali il Corriere della Sera e le edicole la espongono su cartelloni di dimensioni gigantesche e' ritenuta di natura fortemente omofoba Ma veniamo al dettaglio: La rivista settimanale "IL BORGHESE" pubblicizza, tramite l'agenzia "CARISM", l'uscita del suo primo numero con una foto, scattata al I Gay Pride Nazionale tenutosi' a Roma nel 1994 e raffigurante due gay, genere "Leather", che si tengono per mano. Fin qui nulla di strano, ma la frase terribile che compare sulla foto è: «Loro non leggon "IL BORGHESE" dando un' esempio tipico di discriminazione da parte di quella fascia di pensiero cattomoralista appartenente alla destra sedicente benpensante Quel modo di ragionare secondo il quale non si deve mai mostrare niente che non sia omologato, tutto il diverso deve essere nascosto, così la '"società può evitare di scandalizzarsi". Questo è il tipo di persone che mostrano una immagine di integrità e invece vivono una vita completamente diversa, sicuramente piena di cose "da nascondere" Il Circolo di Cultura Omosessuale "Mario Mieli" tiene a specificare che la comunita' omosessuale è molto eterogenea e quindi' formata da tantissime persone diverse tra loro sia per strato sociale, sia per livello culturale, sia per possibilità economiche. Si ritiene infatti altamente offensivo categorizzare i gusti sessuali in un unico modo di pensare dal punto di vista politico e sociale. Quanti sono i gay borghesi? La risposta è: moltissimi. Si spera sinceramente che l'unica cosa comune a tutti gli omosessuali sia la volonta di boicottare questa terribile rivista (che si definisce tra l'altro "il buon senso in edìcola"), e di tempestare la linea diretta con i lettori de "IL BORGHESE" con telefonate di protesta. L'augurio nei confronti di questa rivista è che fallisca al più presto.
Parlamento Europeo - Documenti di seduta - 26 gennaio 1994
Relazione della commissione per le libertà pubbliche e gli affari interni sulle parità di diritti per gli omosessuali nella Comunità
Relatrice: on. Claudia Roth
PROPOSTA DI RISOLUZIONE
sulla parità di diritti per gli omosessuali nella Comunità
Il Parlamento europeo,
b) Bettini e altri sul riconoscimento delle unioni civili per le coppie formate da individui dello stesso sesso (133-1079/92),
c) Lomas sui diritti civili per omosessuali e lesbiche (133-1186/93),
Considerazioni generali
Agli Stati membri
Alla Commissione
3 febbraio 1994 - emendamento 3 portato dall'on. Van Outrive del gruppo PSE al par. 14:
- per "orientamento sessuale" si intenda, ai sensi della direttiva, l'orientamento sessuale verso il proprio o l'altro sesso,
- per "discriminazione legata all'orientamento sessuale" s'intenda qualsiasi disparità di trattamento, sul piano giuridico, dei singoli individui, comunità o associazioni di omosessuali quali persone giuridiche nei confronti di altri singoli individui, comunità o persone giuridiche, segnatamente:
a) i diversi limiti di età a seconda che l'atto sia compiuto da un omosessuale o da un eterosessuale,
b) lo stile di vita di omosessuali perseguibile quale oltraggio al pubblico pudore o reato contro il buon costume,
c) qualsiasi discriminazione,in sede di diritto del lavoro e di diritto disciplinare pubblico,
d) il licenziamento di omosessuali occupati nelle comunità ecclesiastiche e religiose,
e) qualsiasi discriminazione in sede di diritto penale, civile, contrattuale ed economico, la mancata promozione, per omosessualità, di un soldato o ufficiale di ambo i sessi,
g) la considerazione della "omosessualità" quale fattore di rischio,
h) la registrazione in base di dati dell'orientamento sessuale di un individuo, a sua insaputa e senza il suo accordo, ovvero il non autorizzato inoltro o utilizzo per altri scopi di dette informazioni,
i) un divieto di matrimonio fra individui dello stesso sesso in mancanza di un equivalente istituto giuridico dell'unione registrata per coppie di pari sesso,
j) la mancata ammissione di coppie omosessuali a esistenti istituti giuridici alternativi al matrimonio ovvero l'esclusione delle coppie omosessuali da regimi giuridici positivi per comunità eterosessuali non coniugali,
k) il mancato riconuscimento nel diritto privato internazionale degli Stati membri di matrimoni di stranieri omosessuali ovvero di unioni registrate,
l) il rifiuto del diritto di adozione e di affidamento,
m) il ricovero in istituti psichiatrici ovvero il trattamento terapeutico di giovani omosessuali finalizzato a modificarne l'orientamento sessuale,
n) le restrizioni alla pubblicizzazione delle espressioni culturali e dei modi di vita degli omosessuali di ambo i sessi,
o) il divieto o le riduzioni delle sovvenzioni a istituti sociali e culturali di lesbiche e gay,
- va vietata la repressione delle pratiche omosessuali nei penitenziari oltre che la discriminazione dei detenuti omosessuali in sede di assegnazione a celle comuni ovvero di sospensione condizionale della pena,
- gli omosessuali di ambo i sessi provenienti da Stati terzi, incriminati per omosessualità nei loro paesi di origine, hanno un diritto all'asilo nella Comunità,
- la Commissione presenta al Parlamento, a scadenza quinquennale, una relazioine sulle condizioni degli omosessuali di ambo i sessi nella Comunita',
- gli Stati membri sono tenuti ad emanare, entro e non oltre quattro anni dall'entrata in vigore della direttiva, le modifiche alle disposizioni regolamentari ed amministrative necessarieper adeguarsi alla stessa e che ne debbono informare, senza indugio, la Commissione,
- alla perseguibilità dell'omosessualità quale oltraggio al pubblico pudore o reato contro il buon costume.
- a qualsiasi forma di discriminazione in sede di diritto del lavoro e della funzione pubblica nonché in sede di diritto penale, civile, contrattuale e commerciale.
- all'archiviazione elettronica di dati concernenti l'orientamento sessuale di un individuo. a sua insaputa e senza il suo accordo, ovvero alla divulgazione non autorizzata o all'uso improprio di tali dati.
- agli ostacoli frapposti al matrimonio di coppie omosessuali ovvero a un istituto giuridico equivalente, garantendo pienamente diritti e vantaggi del matrimonio e consentendo la registrazione delle unioni.
- a qualsiasi limitazione del diritto decili omosessuali di essere genitori ovvero di adottare o avere in affidamento dei bambini.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE
presentata dagli onn. BLAK e JENSEN a norma dell'articolo 63 del regolamento su una discriminazione in relazione alla libera circolazione
Il Parlamento europeo,
B. considerando che anche in Olanda svariate autorità locali hanno iniziato a consentire la registrazione di relazioni tra persone dello stesso sesso, sia donne che uomini,
C. considerando che l'omosessualità continua ad essere perseguibile ai sensi del codice penale di uno Stato membro della Comunità europea,
D. considerando che i codici penali e civili di molti paesi membri continuano a discriminare in larga misura gli omosessuali di ambo i sessi,
1. è dell'avviso che anche dopo il 1992 le disparità esistenti fra i diritti penali e civili dei vari Stati membri limiteranno per una minoranza non indifferente di cittadini comunitari il diritto a muoversi liberamente all'interno della Comunità europea;
2. esorta la propria commissione competente in materia ad effettuare un'indagine e a riferire in merito alla portata di questa discriminazione contro i cittadini omosessuali, sia donne che uomini;
3. esorta la Commissione ad adottare le misure del caso per garantire ai cittadini omosessuali comunitari di ambo i sessi la libertà di movimento e pari possibilità.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE
presentata dagli onn. BETTINI, TARADASH, PANNELLA, ROTH, AGLIETTA, BONTEMPI, VECCHI, FREMION e MELANDRI a norma dell'articolo 63 del regolamento sul riconoscimento delle unioni civili per le coppie formate da individui dello stesso sesso
Il Parlamento europeo,
considerando
B. che in Italia è stata celebrata il 28.6.92 una pubblica cerimonia di "unione civile" tra dieci coppie omosessuali, riaprendo cosi il dibattito politico sulla necessità di riconoscere il diritto alle coppie omosesuali di unirsi in matrimonio secondo il rito civile e alle coppie di fatto eterosessuali e omosessuali il diritto di accedere ai diritti e doveri della famiglia di diritto;
C. che si pone anche un problema di certezza del diritto in materia di successione e di regimi patrimoniali,
chiede
2. che, come previsto dal programma di lavoro della Commissione per il 1990, la Comunità diventi parte contraente della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo del 1956 e che in quella sede la Comunità si adoperi per un'interpretazione estensiva del concetto di famiglia affinche vengano equiparate espressamente, nei diritti e nei doveri, le unioni di fatto eterosessuali e omosessuali alle famiglie di diritto.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE
presentata dall'on. LOMAS 63 del regolamento sui diritti civile per omosessuali e lesbiche
Il Parlamento europeo,
B. deplorando che è stata fatta ben poca strada in materia di diritti civili per queste persone,
1. invita gli Stati membri a elaborare legislazioni volte a:
i) introdurre e attuare normative per porre fine alle molestie sul luogo di lavoro e a licenziamenti iniqui,
ii) riconoscere i diritti delle coppie, affinche le coppie di omosessuali e di lesbiche abbiano gli stessi diritti delle coppie sposate,
iii) garantire che omosessuali e lesbiche che prestano servizio presso le forze armate non siano soggetti a molestie e discriminazioni,
iv) introdurre per i partner di omosessuali e lesbiche diritti d'immigrazione analoghi a quelli in vigore per le coppie eterosessuali.
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Note:
(1) GU C 104 del 16.4.1984, pag. 46
(2) GU C 158 del 17.6.1991, pag. 54
(3) GU C 241 del 21.9.1992, pag. 38
Cronaca di un 25
aprile:
ANCORA E SEMPRE CONTRO OGNI FASCISMO!
A Roma c'eravamo dati appuntamento per il corteo autonomo del 25 aprile 1997 davanti al monumento per le vittime dell’olocausto, a Porta San Paolo, voluto e finanziato nel 1995 dai Centri sociali romani insieme a Rifondazione e al Circolo di Cultura Omosessuale “Mario Mieli”.
La giornata era magnifica ed estiva, il cielo azzurro e l’aria pulita. Arrivati sulla piazza, abbiamo constatato che alcuni operai stavano volontariamente ripulendo con delle scale, le lapidi commemorative dei fatti di Piazzale dei Partigiani, imbrattate durante la notte con vernice nera, così come quelle alle Fosse Ardeatine.
Abbiamo poi visto che anche l’iscrizione del “nostro” monumento era stata sporcata (sfregiata) con vernice rossa (un compagno del CSOA Pirateria è andato a prendere un prodotto e ha ripulito accuratamente il bronzo della lapide).
Mentre aspettavamo la partenza di quello che sarebbe stato un bellissimo, affollato e pacifico corteo (visibile a migliaia di romani e turisti presenti nell’aerea Colosseo/Fori Imperiali) abbiamo distribuito olantini di Azione Omosessuale con un commento sul 25 Aprile e sull'iniziativa del Comitato per il Diritto all’Orientamento sessuale in Europa; molti contatti, e almeno venti di questi in maniera approfondita.
Così, mentre alcuni pensano al 25 Aprile come ad una celebrazione inattuale, a cui non vale più la pena partecipare, al contrario, questa data resta fondamentale per riaffermare la memoria che si vorrebbe cancellare a colpi di revisionismo.
Si vorrebbe cancellare il valore della resistenza, la libertà che ci è stata data, per negare che essa venne tolta. Cancellando così anche le responsabilità del fascismo di ieri, e tutto questo per attenuare le responsabilità di quello d’oggi, che a Verona, grazie al consiglio comunale, ha ottenuto nel 1995 il suo riconoscimento ufficiale.
AZIONE OMOSESSUALE significa agire: agire insieme!